domenica 6 gennaio 2013

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. Meno di 200 giorni al grande evento di Rio de Janeiro. La preghiera, l’azione missionaria e l’impegno sociale l'itinerario concreto di preparazione alla GMG

Meno di 200 giorni dalla Giornata Mondiale della Gioventù che a distanza di due anni da quella di Madrid, richiamerà migliaia di giovani in America Latina, a Rio de Janeiro, dal 23 al 28 luglio, esattamente 26 anni dopo l’incontro di Buenos Aires che si tenne nell’aprile 1987. La partecipazione di Benedetto XVI sarà confermata solo all’ultimo momento. Il viaggio intercontinentale è molto lungo e faticoso e Papa Ratzinger deve preservare le forze per compiere un itinerario così impegnativo. Intanto il Papa, nel Messaggio per la GMG del 18 ottobre scorso intitolato “Andate e fate discepoli tutti i popoli!”, affida ai giovani la responsabilità di essere "i primi missionari tra i coetanei", li incita ad avere “il coraggio di partire da se stessi per andare verso gli altri e guidarli all'incontro con Dio”. Ma che cosa vuol dire essere missionari?, si chiede Benedetto XVI: significa anzitutto essere discepoli di Cristo, ascoltare sempre di nuovo l’invito a seguirlo, l’invito a guardare a Lui: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore" (Mt 11,29). Un discepolo, in effetti, è una persona che si pone all’ascolto della Parola di Gesù (cfr Lc 10,39), riconosciuto come il Maestro che ci ha amati fino al dono della vita. Si tratta dunque, per ciascuno di voi, di lasciarsi plasmare ogni giorno dalla Parola di Dio: essa vi renderà amici del Signore Gesù e capaci di far entrare altri giovani in questa amicizia con Lui”. L’itinerario concreto per camminare verso la GMG 2013 è quello che ha chiesto con intensità l’arcivescovo di Rio mons. Orani Joao Tempesta, sintetizzato in tre punti: la preghiera, l’azione missionaria e l’impegno sociale. Non solo Rio però ma tutto il paese carioca sta preparando l’evento. La Giornata Mondiale della Gioventù si terrà a Rio de Janeiro la fine di luglio, ma la città di San Paolo è già pronta ad accogliere almeno 40mila giovani stranieri prima dell’evento. In questa tappa che precederà la GMG, i pellegrini rimarranno nella metropoli brasiliana per almeno cinque giorni, dove parteciperanno alla “Settimana Missionaria”, come racconta Radio Vaticana. L’arcidiocesi di San Paolo, che non comprende tutta la città, accoglierà circa 30 mila giovani stranieri. Le diocesi di Santo Amaro e Campo Limpo, Zona sud della capitale dello Stato di San Paolo, riceveranno insieme altri 7mila pellegrini dall’estero. Comunque sono arrivate molte altre richieste soprattutto dai Paesi latino-americani e quindi si prevede che l'ospitalità sarà allargata a molti altri pellegrini. Per garantire la loro accoglienza, la Chiesa troverà sistemazioni nelle scuole e nei seminari e anche nelle case dei fedeli. Padre José Roberto do Prado, della Pastorale della Gioventù ha spiegato che prima di essere selezionate, le famiglie disponibili saranno valutate per assicurare che siano nelle condizioni di potere ospitare i giovani pellegrini. Molte famiglie dicono che la lingua potrebbe essere un problema, ma il vescovo Tarcisio Scaramussa ha assicurato che “la Chiesa produrrà un vademecum con espressioni di base per poter comunicare”.

Luca Rolandi, Vatican Insider

Anche il 2013 sarà l’anno della porpora. L’ipotesi è che il sesto Concistoro del Pontificato di Benedetto XVI si possa tenere il 23 novembre, vigilia della Solennità di Cristo Re. Ad aprire la lista dovrebbe essere il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Müller

Un 2013 con la porpora. Dopo i due Concistori dell’anno appena terminato, con i quali il Papa ha creato complessivamente 28 nuovi cardinali, anche il 2013 sarà l’anno della porpora. L’ipotesi è che il Concistoro si possa tenere il 23 novembre, vigilia della Solennità di Cristo Re, con la quale termina l’anno liturgico, e vigilia della chiusura dell'Anno della fede. Nel 2012 Benedetto XVI aveva scelto come date per la creazione dei nuovi cardinali due giorni prossimi alla Festa della Cattedra di San Pietro, che si celebra il 22 febbraio, e alla Solennità di Cristo Re, ricorrenza maggiormente preferita dal Papa, nei suoi quasi otto anni di Pontificato, per i Concistori. Ad aprire la lista dei porporati dovrebbe essere il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, mons. Gerhard Ludwig Müller. Nominato da Giovanni Paolo II nel 2002 vescovo di Ratisbona, dal 2 luglio dello scorso anno Benedetto XVI lo ha scelto per essere il suo secondo successore, dopo il card. William Joseph Levada, dimessosi per raggiunti limiti di età, alla guida del più importante dicastero della Curia romana. Müller è anche il curatore dell’opera omnia di Joseph Ratzinger. Il motto episcopale dell’ex vescovo di Ratisbona, "Dominus Jesus", non a caso è il titolo del documento vaticano più contestato degli ultimi decenni e che porta la firma dal cardinale Joseph Ratzinger. Dire con chiarezza in quale Dio crede oggi la Chiesa di Roma: è stato questo l’obiettivo della dichiarazione "Dominus Iesus", che fu pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede durante il Grande Giubileo del 2000. Un documento che trovò molta ostilità, anche all’interno della Chiesa, e fu perfino additato da alcuni come fondamentalista e irrispettoso del clima di dialogo tra le religioni del mondo instaurato da Giovanni Paolo II e rafforzato, proprio durante l’Anno Santo, con il mea culpa del Papa polacco per gli errori e le persecuzioni commessi dai cristiani nel corso dei secoli. Lo stesso Joseph Ratzinger nel suo libro "Fede, verità, tolleranza" ricorda che "quando la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicò nel 2000 la dichiarazione 'Dominus Iesus. Sull’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa', un grido di indignazione attraversò la nostra società, ma anche grandi culture non cristiane come quella dell’India: è un documento di un’intolleranza e di un’arroganza religiosa che non dovrebbero più avere alcuno spazio nel mondo di oggi, si disse. Un cattolico avrebbe potuto solo proporre con tutta umiltà la domanda che Martin Buber pose una volta a un ateo: 'E se fosse vero?'". Lo sguardo sul sesto Concistoro del Pontificato ratzingeriano si tinge anche di tricolore. Le polemiche, però, sono sempre alle porte soprattutto dopo che nel penultimo Concistoro di Benedetto XVI, quello del 18 febbraio dello scorso anno, il Papa creò sette cardinali italiani su ventidue nuovi porporati. Da notare che i sette porporati creati nel primo Concistoro del 2012 sono quasi tutti, a eccezione solo di Betori, cardinali della Curia romana. Questo dato sottolinea quanto sia stato influente il ruolo del Segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, nel definire la lista dei nuovi cardinali e in particolare di quelli italiani. A conferma di ciò c’è un dato che non va trascurato: don Giuseppe Versaldi, dal 1994 al 1995, era stato il vicario generale dell’allora vescovo di Vercelli Tarcisio Bertone, nominato successivamente segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede all’epoca guidata dal card. Ratzinger. Nel Concistoro del 2013 Benedetto XVI dovrebbe imporre la berretta cardinalizia all’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, che la aspetta ormai da tre turni, e al Patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia. Ma in Italia sono sotto osservazione altre due diocesi cardinalizie: Palermo e Bologna. Il 20 febbraio Paolo Romeo compirà settantacinque anni e, così come previsto dal primo paragrafo del canone 401 del Codice di Diritto Canonico, presenterà al Papa le sue dimissioni dalla guida dell’arcidiocesi di Palermo. Stessa cosa avverrà il 1° giugno per l’Arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra. Benedetto XVI dovrà decidere se accettare subito le loro dimissioni e provvedere in tempi rapidi alla nomina dei loro successori, oppure se concedere loro una proroga così come è avvenuto per i cardinali Severino Poletto a Torino e Dionigi Tettamanzi a Milano che rimasero alla guida delle loro diocesi ancora per un biennio dopo il compimento dei settantacinque anni. Nei casi di Palermo e Bologna, al momento, sembra più credibile l’ipotesi che il Papa accetti le loro dimissioni e scelga rapidamente i loro successori che comunque non dovrebbero entrare nella lista dei nuovi cardinali del prossimo concistoro ratzingeriano. A Palermo il successore di Romeo potrebbe arrivare entro il 2013. A Bologna è più facile che il cambio al vertice dell’arcidiocesi avvenga nel 2014 dato che solamente nel mese di giugno il card. Caffarra compirà settantacinque anni. L’ultima parola, però, spetta al Papa. O a Bertone?

Francesco Grana, Orticalab

Il tweet del Papa per l'Epifania: gli uomini sapienti seguirono la stella e arrivarono a Gesù, la grande luce che illumina tutta l’umanità. Sono 17 i post di Benedetto XVI, l'account ha superato i 2 milioni e 400mila followers

In occasione della Solennità dell’Epifania del Signore, Benedetto XVI ha lanciato un nuovo tweet sul suo account di Twitter @Pontifex. Scrive il Santo Padre: “Gli uomini sapienti seguirono la stella e arrivarono a Gesù, la grande luce che illumina tutta l’umanità”. Con quello di oggi, sono 17 i "cinguettii" di Benedetto XVI dall'apertura del suo account. Secondo quanto riferito dalla Radio Vaticana, nelle otto lingue di @Pontifex, il Papa ha superato i 2 milioni e 400mila followers, ovvero degli altri utenti del social network che seguono il suo profilo. In lingua inglese i followers superano il milione e 390mila, in lingua spagnola i 558mila, in italiano i 250mila.

Zenit

Il Papa: saluto l'associazione Famiglie Libere Associate d'Europa che dà vita al corteo storico-folcloristico, ispirato quest'anno alle tradizioni della città di Arezzo e del suo territorio

''Saluto l'associazione Famiglie Libere Associate d'Europa che dà vita al corteo storico-folcloristico, ispirato quest'anno alle tradizioni della città di Arezzo e del suo territorio''. Con queste parole, pronunciate al termine dell'Angelus, Benedetto XVI ha salutato i partecipanti alla 28° edizione del corteo ''Viva la Befana'', promossa per riaffermare e tramandare i valori dell'Epifania. I Re Magi, nell'edizione di quest'anno, sono giunti a Roma dalla città di Arezzo e dalle sue valli. In Via della Conciliazione hanno sfilato 1.500 figuranti in costume storico, tra cui musici e sbandieratori, 25 cavalli con colorate bardature, bande musicali con majorettes, decine di scenografie. Tutti arrivati a Roma in largo anticipo, partendo all'alba da Arezzo secondo i tempi che i vari partecipanti si erano dati. Presente anche il sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani. Dopo l'Angelus, i tre Re Magi, come tradizione, hanno raggiunto la Casa Pontificia, per portare a Benedetto XVI simbolici doni delle famiglie e del cuore produttivo del territorio: tre calici in argento, realizzati a mano, con varie tecniche, dall'artigiano maestro orafo Alano Maffucci. Ben 1.500 figuranti in costume storico, tra cui musici e sbandieratori, 25 cavalli con colorate bardature, 3 bande musicali con le majorette, decine di scenografie: un corteo storico dell'Epifania giudicato ricchissimo anche dagli osservatori esterni e che è sfilato in via della Conciliazione per rendere poi omaggio al Papa in Piazza San Pietro al momento dell'Angelus. Il Papa ha anche rivolto il suo saluto a tutti i partecipanti ai cortei dell'Epifania e lo ha fatto in polacco perchè in questo paese questa tradizione è molto sentita. Questi cortei, ha detto, "sull'esempio dei Magi d'oriente citati nel Vangelo, camminano per le strade di tante città spiritualmente rivolti verso Betlemme in cerca del Salvatore". "Questa rappresentazione - ha auspicato il Papa - rafforzi i credenti, avvicini alla Chiesa quanti se ne sono allontanati e aiuti coloro che cercano Dio a trovarlo. Benedico di cuore i partecipanti ai cortei e voi tutti". "La manifestazione, giunta alla sua ventottesima edizione, è divenuta, grazie alla costante dedizione di molte associazioni di volontariato coordinate da Europae Fami.li.a. (Famiglie Libere Associate d'Europa), un grande contenitore culturale, aperto al contributo di tutti coloro che vogliono collaborare a riempirlo con quei ricordi preziosi che riescono a suscitare oggetti, abiti, utensili, scene di vita quotidiana che appartengono alla storia e alle tradizioni delle nostre famiglie e che, in molti comuni italiani ancora si conservano e si rinnovano, per essere tramandati, intatti, alle nuove generazioni. In questo insolito ed originale 'contenitore regalo', come gli organizzatori usano chiamarlo, i Comuni che si sono candidati e che ogni anno vengono designati dal comitato organizzatore, rappresentano cultura, tradizioni, risorse e prodotti dei loro Territori, per donarli simbolicamente, in occasione dell'Epifania, a tutte le famiglie del mondo". "La preparazione dell'evento - sottolinea una nota - seppure laboriosa e complessa, non scoraggia genitori, nonni e bambini, ciascuno dei quali, per realizzare il grande mosaico, mette in opera, con grande entusiasmo la propria "tessera". Centinaia di ore di lavoro, per ricercare, studiare, selezionare, valorizzare, creare e assemblare quanto di meglio esiste sul Territorio. Scolaresche, guidate dai loro insegnanti, Istituzioni pubbliche e/o private, associazioni culturali, sportive e d'arma, artigiani, commercianti, professionisti si impegnano per ideare e preparare scenografie che possano raccontare storia e tradizioni, nuove, o vecchie di secoli. Una gara tra, rioni, contrade, quartieri che avrà sempre e comunque un solo vincitore, "la Città o la provincia protagonista del corteo".

La Nazione

Benedetto XVI: il mio più cordiale augurio di pace alle Chiese d'Oriente che domani celebrano il Natale del Signore. Il ricordo della Giornata della Santa Infanzia

Dopo la recita dell’Angelus, il Santo Padre Benedetto XVI ha detto che “domani le Chiese d’Oriente che seguono il calendario giuliano celebreranno il Natale del Signore: nella gioia della fede comune rivolgo ad esse il mio più cordiale augurio di pace, con uno speciale ricordo nella preghiera”. In Italia, invece, “ricorre oggi la Giornata della Santa Infanzia, dedicata ai bambini che si impegnano per la diffusione del Vangelo e per aiutare concretamente i coetanei che ne hanno più bisogno”. “Cari bambini, vi ringrazio e vi incoraggio: portate a tutti l’amore di Dio!”, ha concluso.

SIR
 

Il Papa: la luce di Cristo è così limpida e forte che rende intelligibile sia il linguaggio del cosmo, sia quello delle Scritture, così che tutti coloro che, come i Magi, sono aperti alla verità possono riconoscerla e giungere a contemplare il Salvatore del mondo

Al termine della Santa Messa celebrata con il rito di ordinazione episcopale nella Basilica Vaticana in occasione della Solennità dell’Epifania del Signore, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. “Scusate il ritardo, ho ordinato quattro nuovi vescovi il rito è durato un po’ di più”: ha esordito così il Papa. “Celebriamo oggi l’Epifania del Signore, la sua manifestazione alle genti, mentre numerose Chiese orientali, secondo il calendario giuliano, festeggiano il Natale. Questa leggera differenza, che fa sovrapporre i due momenti, fa risaltare che quel Bambino, nato nell’umiltà della grotta di Betlemme, è la luce del mondo, che orienta il cammino di tutti i popoli”, ha ricordato. Per il Pontefice, “è un accostamento che fa riflettere anche dal punto di vista della fede: da una parte, a Natale, davanti a Gesù, vediamo la fede di Maria, di Giuseppe e dei pastori; oggi, nell’Epifania, la fede dei Magi, venuti dall’Oriente per adorare il re dei Giudei”. La Vergine Maria, insieme con il suo sposo, rappresentano il “ceppo” di Israele, il “resto” preannunciato dai profeti, “da cui doveva germogliare il Messia”. I Magi rappresentano invece “i popoli, e possiamo dire anche le civiltà, le culture, le religioni che sono, per così dire, in cammino verso Dio, alla ricerca del suo regno di pace, di giustizia, di verità e libertà”. C’è “dapprima un nucleo, impersonato soprattutto da Maria, la ‘figlia di Sion’: un nucleo di Israele, il popolo che conosce e ha fede in quel Dio che si è rivelato ai patriarchi e nel cammino della storia”. Questa fede raggiunge “il suo compimento in Maria, nella pienezza dei tempi; in lei, ‘beata perché ha creduto’, il Verbo si è fatto carne, Dio è ‘apparso’ nel mondo”. La fede di Maria diventa “la primizia e il modello della fede della Chiesa, popolo della Nuova Alleanza. Ma questo popolo è fin dall’inizio universale, e questo lo vediamo oggi nelle figure dei Magi, che giungono a Betlemme seguendo la luce di una stella e le indicazioni delle Sacre Scritture”. “E la luce di Cristo è così limpida e forte che rende intelligibile sia il linguaggio del cosmo, sia quello delle Scritture, così che tutti coloro che, come i Magi, sono aperti alla verità possono riconoscerla e giungere a contemplare il Salvatore del mondo” ha concluso il Pontefice.

SIR, Radio Vaticana
 
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS
 

Il Papa: il vescovo dev’essere valoroso. E tale valore o fortezza non consiste nel colpire con violenza, nell’aggressività, ma nel lasciarsi colpire e nel tenere testa ai criteri delle opinioni dominanti. Il coraggio di restare fermamente con la verità è inevitabilmente richiesto a coloro che il Signore manda come agnelli in mezzo ai lupi

 “Per la Chiesa credente ed orante – ha spiegato il Papa nell'omelia della Santa Messa della Solennità dell'Epifania, nella quale ha conferito l'Ordinazione episcopale a quattro presbiteri -, i Magi d’Oriente che, sotto la guida della stella, hanno trovato la via verso il presepe di Betlemme sono solo l’inizio di una grande processione che pervade la storia”. Come i pastori “personificano i poveri d’Israele e, in genere, le anime umili che interiormente vivono molto vicino a Gesù – ha chiarito -, così gli uomini provenienti dall’Oriente personificano il mondo dei popoli, la Chiesa dei gentili – gli uomini che attraverso tutti i secoli si incamminano verso il Bambino di Betlemme, onorano in Lui il Figlio di Dio e si prostrano davanti a Lui”. La Chiesa chiama questa festa “Epifania”, “la comparsa del Divino. Se guardiamo il fatto che, fin da quell’inizio, uomini di ogni provenienza, di tutti i Continenti, di tutte le diverse culture e tutti i diversi modi di pensiero e di vita sono stati e sono in cammino verso Cristo, possiamo dire veramente che questo pellegrinaggio e questo incontro con Dio nella figura del Bambino è un’Epifania della bontà di Dio e del suo amore per gli uomini”. Facendo riferimento ai quattro nuovi presuli, il Pontefice ha posto l’accento sul “nesso tra questa ordinazione episcopale e il tema del pellegrinaggio dei popoli verso Gesù Cristo”. 
Il vescovo, infatti, “ha il compito non solo di camminare in questo pellegrinaggio insieme con gli altri, ma di precedere e di indicare la strada”. Come i Magi “erano ricercatori di Dio”, il vescovo “deve soprattutto essere un uomo il cui interesse è rivolto verso Dio, perché solo allora egli si interessa veramente anche degli uomini. Potremmo dirlo anche inversamente: un vescovo dev’essere un uomo a cui gli uomini stanno a cuore, che è toccato dalle vicende degli uomini. Dev’essere un uomo per gli altri. Ma può esserlo veramente soltanto se è un uomo conquistato da Dio”. La fede, ha evidenziato il Santo Padre, “ci tira dentro uno stato in cui siamo presi dall’inquietudine di Dio e fa di noi dei pellegrini che interiormente sono in cammino verso il vero Re del mondo e verso la sua promessa di giustizia, di verità e di amore”. In questo pellegrinaggio, “il vescovo deve precedere, dev’essere colui che indica agli uomini la strada verso la fede, la speranza e l’amore”. Ma, come pellegrino di Dio, “dev’essere soprattutto un uomo che prega”. I Magi “erano anche e soprattutto uomini che avevano coraggio, il coraggio e l’umiltà della fede”. Ci voleva “del coraggio per accogliere il segno della stella come un ordine di partire” ed è facile “immaginare” che la loro decisione “abbia suscitato derisione”. Ma “la ricerca della verità era per loro più importante della derisione del mondo, apparentemente intelligente”. 
Allo stesso modo, “l’umiltà della fede, del credere insieme con la fede della Chiesa di tutti i tempi, si troverà ripetutamente in conflitto con l’intelligenza dominante di coloro che si attengono a ciò che apparentemente è sicuro. Chi vive e annuncia la fede della Chiesa, in molti punti non è conforme alle opinioni dominanti proprio anche nel nostro tempo”. Infatti, “l’agnosticismo oggi largamente imperante ha i suoi dogmi ed è estremamente intollerante nei confronti di tutto ciò che lo mette in questione e mette in questione i suoi criteri”. Perciò, “il coraggio di contraddire gli orientamenti dominanti è oggi particolarmente pressante per un vescovo”. Il vescovo, ha aggiunto il Papa, “dev’essere valoroso”: “E tale valore o fortezza non consiste nel colpire con violenza, nell’aggressività, ma nel lasciarsi colpire e nel tenere testa ai criteri delle opinioni dominanti. Il coraggio di restare fermamente con la verità è inevitabilmente richiesto a coloro che il Signore manda come agnelli in mezzo ai lupi. ‘Chi teme il Signore non ha paura di nulla’, dice il Siracide. Il timore di Dio libera dal timore degli uomini. Rende liberi!”. L’approvazione delle opinioni dominanti, ha ribadito Benedetto XVI, “non è il criterio a cui ci sottomettiamo. Il criterio è Lui stesso: il Signore. Se difendiamo la sua causa, conquisteremo, grazie a Dio, sempre di nuovo persone per la via del Vangelo". 
"Ma inevitabilmente saremo anche percossi da coloro che, con la loro vita, sono in contrasto col Vangelo, e allora possiamo essere grati di essere giudicati degni di partecipare alla Passione di Cristo”. "I Magi - ha proseguito il Pontefice - hanno seguito la stella, e così sono giunti fino a Gesù, alla grande Luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Come pellegrini della fede, i Magi sono diventati essi stessi stelle che brillano nel cielo della storia e ci indicano la strada. I Santi sono le vere costellazioni di Dio, che illuminano le notti di questo mondo e ci guidano". Benedetto XVI ha concluso l'omelia rivolgendosi ai quattro nuovi presuli: "Se vivrete con Cristo, a Lui nuovamente legati nel Sacramento, allora anche voi diventerete sapienti. Allora diventerete astri che precedono gli uomini e indicano loro la via giusta della vita. In quest’ora noi tutti qui preghiamo per voi, affinché il Signore vi ricolmi con la luce della fede e dell’amore. Affinché quell’inquietudine di Dio per l’uomo vi tocchi, perché tutti sperimentino la sua vicinanza e ricevano il dono della sua gioia. Preghiamo per voi, affinché il Signore vi doni sempre il coraggio e l’umiltà della fede".

SIR, Radio Vaticana

CAPPELLA PAPALE NELLA SOLENNITÀ DELLA EPIFANIA DEL SIGNORE, CON IL RITO DI ORDINAZIONE EPISCOPALE - il testo integrale dell'omelia del Papa
 

Benedetto XVI presiede la Messa della Solennità dell'Epifania del Signore e conferisce l'Ordinazione episcopale a quattro presbiteri, tra cui il suo segretario particolare e prefetto della Casa Pontificia mons. Georg Gänswein

Questa mattina, Solennità dell’Epifania del Signore, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato nella Basilica Vaticana la Santa Messa nel corso della quale ha conferito l’Ordinazione episcopale ai presbiteri Angelo Vincenzo Zani, eletto arcivescovo titolare di Volturno e nominato segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, Fortunatus Nwachukwu, eletto arcivescovo titolare di Acquaviva e nominato nunzio apostolico in Nicaragua, Georg Gänswein, segretario particolare del Santo Padre, eletto arcivescovo titolare di Urbisaglia e nominato prefetto della Casa Pontificia e Nicolas Henry Marie Denis Thevenin, eletto arcivescovo titolare di Eclano e nominato nunzio apostolico in Guatemala. Hanno concelebrato insieme al Papa i vescovi ordinati stamane, il cardinale segretario di StatoTarcisio Bertone e il cardinale prefetto Congregazione per l’Educazione Cattolica della Zenon Grocholewski. Il rito di ordinazione ha avuto luogo dopo la proclamazione del Vangelo e l'annunzio del giorno della Pasqua, che quest'anno si celebra il 31 marzo. Benedetto XVI ha imposto le mani sul capo di mons. Gänswein, inginocchiato davanti a lui. E' l'immagine che sancisce l'ordinazione episcopale. Poi un abbraccio caloroso, di forte emozione, in cui il nuovo vescovo ha alla fine chinato il capo in un'espressione seria, mostrando anche commozione. 
Dopo il Papa l'imposizione delle mani sul capo dei quattro nuovi vescovi è stata fatta da tutti i cardinali e vescovi presenti alla liturgia. La cerimonia di ordinazione, dopo le promesse degli eletti e la supplica litanica con i quattro distesi proni a terra davanti al Papa, ha previsto anche l'imposizione dell'evangeliario aperto sul capo, l'unzione col sacro crisma, la consegna del Vangelo ad ognuno dei quattro, dell'anello infilato dal Papa al dito di ciascuno, quindi anche della mitra e del pastorale. Alla fine l'abbraccio del Papa e di tutti i cardinali e vescovi presenti.
Alla funzione era presente anche il premier uscente Mario Monti accompagnato dalla moglie Elsa. Folta la rappresentanza di politici nella Basilica vaticana: insieme a Mario Monti e alla consorte, infatti, era presente anche il vicesegretario generale di Palazzo Chigi, Federico Toniato, e con lui alcuni ministri: Andrea Riccardi e Lorenzo Ornaghi. Fra gli altri politici presenti alla celebrazione Gianni Letta, Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione.

Adnkronos, L'Unione Sarda.it