sabato 16 febbraio 2013

Padre Lombardi: l'ultima Udienza generale di Benedetto XVI sarà una Liturgia della Parola. Il Papa rimarrà a Castel Gandolfo per due mesi circa, nel pomeriggio del suo arrivo saluterà la cittadinanza

Sarà con una liturgia della Parola che Benedetto XVI prenderà congedo dal Popolo di Dio nell’Udienza generale di mercoledì 27 febbraio. Un’Udienza che si aspetta partecipata, già 35 mila persone hanno chiesto alla Prefettura della Casa Pontificia, riferisce il reggente Leonardo Sapienza, e che rappresenterà l’ultimo abbraccio pubblico di Benedetto XVI. La mattina del giorno dopo, il Papa incontrerà i cardinali, e poi nel pomeriggio, alle 17.00, partirà per Castel Gandolfo: un evento che sarà seguito in diretta dal Centro Televisivo Vaticano. Stamattina Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, in un incontro con i giornalisti, ha detto anche che a Castel Gandolfo, nel pomeriggio del 28 febbraio, dove il Papa arriverà in elicottero, ci sarà verosimilmente un momento di saluto con “affaccio sulla piazza”. Anche per il penultimo Angelus di Benedetto XVI, domani mattina, si aspetta un bagno di folla (si parla di almeno 150 mila presenze), e sarà presente anche il sindaco di Roma Alemanno con una delegazione del Comune e con il gonfalone della città. È un Papa particolarmente sereno, che si accinge a vivere la Settimana degli Esercizi Spirituali di Quaresima. Stamattina, l’ultimo incontro “diplomatico” da Papa, con il presidente della Repubblica del Guatemala. Al termine dell’incontro, il Papa ha salutato i giornalisti. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, ha chiesto se poteva esprimere ai giornalisti la sua gratitudine per il loro lavoro. “Ma certamente”, ha risposto Benedetto XVI. Il quale, durante la prossima settimana, incontrerà solo una volta al giorno mons. Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia e suo segretario particolare, per la firma dei documenti e per sistemare gli affari correnti. Joseph Ratzinger rientrerà in Vaticano con destinazione il monastero di clausura "Mater Ecclesiae" a fine aprile. Fino ad allora restarà "nell'alloggio abituale del Pontefice a Castelgandolfo", ospite in sostanza del suo successore. Il lasso di tempo è necessario, ha spiegato il gesuita, anche al fine di permettere la conclusione della ristrutturazione del monastero dove Papa Ratzinger andrà ad abitare sulla Collina vaticana. "Non c'è motivo - ha spiegato Lombardi - di sigillare l'appartamento papale di Castel Gandolfo, come accade di norma al decesso di un Pontefice, perché "non contiene documenti riservati attinenti al Pontificato". Rispetto al fatto che, dopo il passaggio di circa due mesi a Castel Gandolfo, Benedetto XVI andrà nuovamente a vivere in Vaticano "non mi risulta che sia mai stata presa in considerazione un'alternativa". "Ci sono motivi, molto comprensibili, di carattere logistico e organizzativo - ha sottolineato Lombardi, spiegando che si tratta di sue valutazioni - e anche però dei motivi significativi e importanti di carattere spirituale e di comunione". "Io ritengo - ha proseguito - che effettivamente avere Papa Benedetto XVI vicino, presente anche se in modo ritirato, con una presenza spirituale e di preghiera, sia un grande sostegno, un grande arricchimento di comunione e di continuità spirituale per il suo successore e per tutti noi". "Le problematiche di interferenza le ritengo non rilevanti - ha spiegato ancora il portavoce vaticano. È una persona che ha 86 anni - ha aggiunto - è abituato ad abitare in questo tipo di ambiente: per pensare a chissà quale trasferimento, in ambiente completamente diverso e nuovo, ci sarebbe voluta una sua particolarissima decisione e volontà, che evidentemente non c'e stata". "La soluzione di gran lunga più naturale - ha concluso - e che sia anche una soluzione bella dal punto di vista ecclesiastico e spirituale, perché continua a stare nel luogo dove sta il Papa, dove è vissuto e dove ha servito la Chiesa". Ha quindi parlato delle notizie, diffuse a mezzo stampa, relative ai colloqui tra Benedetto XVI e Peter Seewald, il biografo che realizzò il libro-intervista proprio con il Papa “Luce del mondo”. Il direttore della Sala Stampa vaticana ha affermato che si tratta di informazioni non particolarmente nuove, relative a due colloqui, l’ultimo tra novembre e dicembre scorso, avuti con il Santo Padre in prospettiva di una biografia. Sollecitato sulla rinuncia del Papa e sulla nota editoriale in cui lo stesso padre Lombardi, oggi, ha parlato di “atto di governo del Santo Padre”, ha specificato: "Perché si pone in una prospettiva, come lui ha detto ripetutamente, in cui la Chiesa va avanti, in cui la Chiesa ha delle sue energie. Il Papa guarda all’elezione di un successore che abbia - come lui ha detto - vigore nel corpo e nell’animo, e una personalità che possa affrontare le sfide del nostro tempo nel modo adeguato, cosa che egli sentiva più difficile con il passare del tempo e con il diminuire delle forze". Il conclave potrebbe iniziare prima del 15 marzo, data desunta dalla Costituzione Apostolica "Universi dominici gregis", che indca l'inizio del Conclave da 15 a 20 giorni dopo l'inizio della sede vacante. "Questo termine - ha spiegato Lombardi - è fissato per attendere i cardinali che devono arrivare a Roma, ma nell'eventualità che siano tutti arrivati è anche possibile anticipare". "Si può quindi interpretare la costituzione in modo differente", ha sottolineato il direttore della Sala stampa della Santa Sede, che ha spiegato che la questione "è stata posta anche da diversi cardinali". La data è incerta perché "la situazione nella quale ci troviamo è completamente nuova", ha detto il direttore della Sala Stampa. Normalmente infatti, ha spiegato Lombardi, i cardinali venivano convocati a Roma a partire dall'inizio della sede vacante dopo la morte del Pontefice. Questa volta la realtà è che la data della sede vacante si conosce in anticipo e quindi è possibile che all'inizio della sede vacante, cioè il 28 febbraio, i cardinali siano già a tutti arrivati a Roma. Nella situazione precedente bisognava infatti anche tenere conto del tempo che i porporati da ogni parte del mondo avrebbero impiegato per giungere a Roma. La norma stabiliva infatti che il conclave andava convocato dal 15° al 20° giorno dall'inizio della sede vacante, ma è possibile che vi siano delle variazioni rispetto al passato.

Korazym.org, Vatican Insider, Avvenire, Radio Vaticana