sabato 29 settembre 2012

Processo a Paolo Gabriele: Tribunale vaticano decide di 'stralciare' la posizione di Sciarpelletti. Respinte alcune prove. Fra i testimoni mons. Gänswein. Il 2 ottobre nuova udienza

E' durata due ore e quindici minuti nel tribunale del Vaticano la prima udienza del processo a Paolo Gabriele, ex maggiordomo del Papa imputato per furto aggravato e Claudio Sciarpelletti, tecnico informatico della segreria di stato, imputato per favoreggiamento. La seduta odierna, iniziata alle 9.30, si è conclusa alle 11.50 ed è stata interrotta per un'ora e venti, dalle 10.20 alle 11.40, perché il collegio giudicante (Giuseppe Dalla Torre, Paolo Papanti-Pelletier e Venerando Marano) si è riunito in camera di consiglio per valutare le eccezioni sollevate dagli avvocati dei due imputati Paolo Gabriele e Claudio Sciarpelletti (rispettivamente Cristiana Arru e Gianluca Benedetti) e dal 'promotore di giustizia' (pm) Nicola Picardi. Il Tribunale vaticano, su richiesta dell'avvocato Gianluca Benedetti, difensore di Sciarpelletti, ha deciso che i processi a carico di Paolo Gabriele e Claudio Sciarpelletti, imputati rispettivamente di furto aggravato e di favoreggiamento per la vicenda della fuga di documenti del Papa, procederanno separatamente. Il tribunale vaticano ha deciso di stralciare la posizione di Claudio Sciarpelletti, tecnico informatico della Segreteria di Stato processato con il maggiordomo del Papa per favoreggiamento. Sciarpelletti, assente alla seduta odierna, si è dichiarato non colpevole. Negli appartamenti di Paolo Gabriele, in Vaticano e a Castel Gandolfo, è stata trovata un'ingente quantità di materiale. La legale di Gabriele ha iniziato la seduta d'avvio del processo ha contestato innanzitutto l'incompetenza del Collegio cardinalizio, sostenendo che ad occuparsi della violazione del segreto pontificio dovrebbe essere la Santa Sede (in base al diritto canonico) e non lo Stato della Città del Vaticano (in base ai codici di procedura penale in vigore all'interno delle Mura leonine). Il Tribunale vaticano ha però rigettato la richiesta sottolineando che il processo è relativo al solo capo di imputazione del furto aggravato di documenti riservati della Santa Sede, e non riguarda, pertanto, il diritto canonico ma quello vaticano. Cristiana Arru ha poi chiesto la nullità della sentenza di rinvio a giudizio per la genericità delle accuse contenute in merito a corpo del reato e materiale sequestrato. Eccezione anch'essa respinta. Rigettata anche, perché considerata inutile, la richiesta di una perizia dattiloscopica tesa a rilevare le impronte digitali sulla pepita d'oro (o presunta tale) rinvenuta a casa di Paolo Gabriele. Bocciata, in quanto infondata, la contestazione che l'avvocata ha avanzato nei confronti di una telecamera installata sul pianerottolo di casa di Paolo Gabriele. Il dispositivo, ha argomentato il tribunale, era stato autorizzato dalle competenti autorità l'otto giugno (Paolo Gabriele era stato arrestato il 23 maggio). In una memoria scritta consegnata prima dell'avvio del processo, infine, la legale del maggiordomo chiedeva anche una planimetria dello studio del segretario personale del Papa e l'acquisizione nel dibattimento delle testimonianze rese sul caso Vatileaks ad una commissione cardinalizia creata 'ad hoc' dal Papa. La planimetria è stata negata per motivi di sicurezza, mentre la commissione, ha ricordato il presidente del tribunale, è stata istituita secondo l'ordinamento canonico con l'incarico di riferire esclusivamente al Pontefice, per cui non ha rilevanza per l'ordinamento vaticano. "Me lo aspettavo", ha ammesso l'avvocata ai cronisti che le hanno potuto rivolgere una domanda. Secondo quanto ha riferito questa mattina il capo della Gendarmeria Domenico Giani, sono 82 le scatole di materiali raccolte. Si tratta di documentazione di vario genere, solo in parte di carte riservate e materiali ritenuti interessanti dagli inquirenti. Un articolo apparso sul quotidiano tedesco Die Welt a firma di Paul Badde, che indicava nel caso Vatileaks il coinvolgimento di tre ex collaboratori di Benedetto XVI, e considerato "non pertinente", e gli interrogatori svolti dal comandante della gendarmeria vaticana Domenico Giani al maggiordomo del Papa in assenza dei suoi avvocati sono prove che vengono espunte dal dibattimento del processo a carico di Gabriele: è quanto ha stabilito il tribunale accogliendo così alcune delle richieste avanzate dalla legale Arru (e contestate dal 'promotore di giustizia' Picardi). Espunto dalle prove processuali anche il colloquio avuto tra lo stesso Giani e mons. Georg Gänswein, segretario particolare del Papa, a proposito della riscossione dell'assegno di centomila euro intestato al Papa e rinvenuto a casa di Paolo Gabriele (obolo, è emerso oggi, dell'università cattolica di Sant'Antonio di Mursia, in Spagna, consegnato al Papa durante il suo recente viaggio a Cuba). Il tribunale vaticano ha invece sospeso il giudizio su altre due richieste dell'avvocato Cristiana Arru. Sarà deciso all'esito del dibattimento, infatti, se utilizzare o meno come materiale probatorio le carte trovate nella casa usata da Paolo Gabriele a Castel Gandolfo (il comandante Giani ha chiesto al proposito a mons. Angelo Becciu, sostituto della segreteria di Stato, se fosse materiale probatorio pur essendo stato trovato in zona extra-territoriale e il prelato ha risposto affermativamente) e gli altri oggetti rinvenuti a casa di Paolo Gabriele: l'assegno, una pepita presunta d'oro e una traduzione antica della traduzione dell'Eneide di Annibal Caro. Materiale, quest'ultimo, definito "dolo non eccessivo" anche dal pm Picardi. Martedì 2 ottobre, alle 9.00, ci sarà la seconda udienza che, ha detto il presidente Dalla Torre, sarà dedicata all'interrogatorio dello stesso Gabriele e ad altre deposizioni. Fra i testimoni che verranno sentiti nel processo a carico di Paolo Gabriele c'é anche il segretario personale di Benedetto XVI, mons. Georg Gänswein. La lista dei testimoni finora citati comprende, oltre a Gaenswein, la 'memores' Cristina Cernetti, e i gendarmi Pesce, Alessandrini, Cintia, De Santis, Carli e Bassetti. "E' possibile che quattro sedute siano sufficienti a concludere" entro "la prossima settimana", ha concluso il presidente del tribunale vaticano Giuseppe Dalla Torre, a quanto riferito dai giornalisti del 'pool' ammesso al processo.

Ansa, TMNews, Asca
 

Il Papa nomina vescovo di Reggio Emilia-Guastalla don Massimo Camisasca, superiore generale della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo

Il Santo Padre Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla (Italia), presentata da mons. Adriano Caprioli, e ha chiamato a succedergli don Massimo Camisasca (foto), superiore Generale della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo. Figura di spicco del movimento di Comunione e Liberazione, è autore di numerosi saggi teologici. Nato a Milano nel novembre 1946, Camisasca da studente al liceo Berchet aveva incontrato don Luigi Giussani. Divenuto uno dei responsabili di Gioventù Studentesca prima e di CL poi, viene ordinato sacerdote nel 1975 a Bergamo, a motivo delle difficoltà incontrate nel seminario milanese dai ciellini. Dieci anni dopo, don Camisasca dà vita alla Fraternità san Carlo, che forma preti per la missione. "La consuetudine di vita con don Giussani fece sorgere in me il desiderio ha raccontato Camisasca – di imitare la sua paternità. Così, dopo alcune peripezie, entrai in seminario e nel 1975 diventai prete. Quando nel 1985 il vescovo di Bergamo diede a me e ad alcuni sacerdoti la possibilità di scegliere il futuro della propria missione, la cosa più naturale fu costituire una comunità missionaria di preti. La fondazione della Fraternità san Carlo raccoglie le esperienze fondamentali che avevano segnato fino a quel momento la mia persona: la sequela della paternità di don Giussani vissuta nel sacerdozio, il desiderio della vita comune e della missione". La Fraternità sacerdotale è stata riconosciuta come Società di vita apostolica di diritto pontificio nel 1999 da Giovanni Paolo II. Una delle caratteristiche dei missionari della san Carlo è quella di vivere insieme, costituendo delle piccole comunità. Camisasca, autore di trasmissioni radiofoniche, è stato insegnante di filosofia nei licei, all’Università Cattolica di Milano e alla Pontificia Università Lateranense a Roma. Dal 1993 al 1996 è stato vicepresidente del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul Matrimonio e la Famiglia. È autore di una storia di CL in tre volumi, edita dalla San Paolo, ma anche di molti libri dedicati sia alla figura del sacerdote sia alla famiglia. Risale agli anni Ottanta la conoscenza personale con l’allora card. Joseph Ratzinger, che ha celebrato delle ordinazioni sacerdotali di preti della Fraternità. L’iter per arrivare alla nomina del nuovo vescovo di Reggio Emilia, in sostituzione del dimissionario Adriano Caprioli, è stato lungo. È la diocesi d’origine del card. Camillo Ruini (che ne fu vescovo ausiliare, prima di divenire segretario generale della CEI), e anche se il porporato di Sassuolo, avendo già compiuto ottant’anni, non è più membro della Congregazione per i vescovi, non è difficile immaginare che anche il suo parere abbia avuto un peso significativo. Con la nomina di Camisasca diventano sette i vescovi diocesani in Italia direttamente provenienti dalle fila di CL: oltre al nuovo pastore di Reggio ci sono il cardinale Angelo Scola, già patriarca di Venezia e ora arcivescovo di Milano, l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, il vescovo di Piazza Armerina Michele Pennisi, il vescovo di San Marino Montefeltro Luigi Negri, il vescovo di Fabriano Matelica Giancarlo Vecerrica e il vescovo di Tricarico Vincenzo Orofino.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

RINUNCIA DEL VESCOVO DI REGGIO EMILIA-GUASTALLA (ITALIA) E NOMINA DEL SUCCESSORE 

'Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione' è il tema che Benedetto XVI ha scelto per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2013

E' stato reso pubblico oggi, festa degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, il tema che il Santo Padre Benedetto XVI ha scelto per la 47° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, domenica 12 maggio 2013: "Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione". “Una tra le sfide più significative dell’evangelizzazione oggi è quella che emerge dall’ambiente digitale. È su questa sfida che intende richiamare l’attenzione il tema che quest’anno Papa Benedetto XVI ha scelto, nel contesto dell’Anno della fede". Il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali apre con questa considerazione il comunicato con il quale rende noto oggi il tema della prossima Giornata delle Comunicazioni sociali. “Gli elementi di riflessione - prosegue il Pontificio Consiglio - sono numerosi e importanti: in un tempo in cui la tecnologia tende a diventare il tessuto connettivo di molte esperienze umane quali le relazioni e la conoscenza, è necessario chiedersi: può essa aiutare gli uomini a incontrare Cristo nella fede? Non basta più il superficiale adeguamento di un linguaggio, ma è necessario poter presentare il Vangelo come risposta a una perenne domanda umana di senso e di fede, che anche dalla rete emerge e nella rete si fa strada. Sarà anche questo il modo per umanizzare e rendere vivo e vitale un mondo digitale che impone oggi un atteggiamento più definito: non si tratta più di utilizzare internet come un ‘mezzo’ di evangelizzazione ma di evangelizzare considerando che la vita dell’uomo di oggi si esprime anche nell’ambiente digitale. È necessario tener conto, in particolare, dello sviluppo e della grande popolarità dei social network, che hanno consentito l’accentuazione di uno stile dialogico ed interattivo nella comunicazione e nella relazione”. La Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, l’unica giornata mondiale stabilita dal Concilio Vaticano II (‘Inter Mirifica’, 1963), viene celebrata in molti Paesi, su raccomandazione dei vescovi del mondo, la domenica che precede la Pentecoste (nel 2013, il 12 maggio). Il messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali viene tradizionalmente pubblicato in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti (24 gennaio).

SIR

TEMA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI 2013

Il Papa: Castel Gandolfo si conferma come una 'seconda sede' del Vescovo di Roma. Il modo migliore per ricordarsi è quello della preghiera

Questa mattina, nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza le delegazioni del Comune di Castel Gandolfo, le autorità civili e militari, le comunità religiose e i dipendenti delle Ville Pontificie che hanno assicurato il servizio durante il periodo estivo. “Nel periodo estivo Castel Gandolfo si conferma come una ‘seconda sede’ del Vescovo di Roma, che gareggia con la ‘prima’ nella capacità di accogliere i visitatori e pellegrini venuti a pregare per l’Angelus domenicale o per le udienze generali del mercoledì”. Ci sono tutti, dal vescovo di Albano Marcello Semeraro al parroco di San Tommaso di Villanova, la parrocchia pontificia di Castel Gandolfo che il Papa raggiunge a piedi il giorno di Ferragosto per celebrarvi messa. E ci sono le molte comunità religiose e laicali presenti nel territorio. “Vi invito tutti – dice loro il Papa - a continuare a farmi sentire la vostra vicinanza spirituale anche dopo la mia partenza, così come è accaduto in questo periodo della mia permanenza. Di questo vi sono grato, mentre vi incoraggio a proseguire con fiducia e con gioia il vostro servizio a Cristo e al suo Vangelo”. C’è anche il sindaco, e poi i servizi del governatorato e della Guardia Svizzera, le forze dell’ordine italiane. Ospitare un Papa significa anche attivare una “macchina” complessa. Benedetto XVI lo sa, ringrazia i rappresentanti del Comune “per la disponibilità e la sollecitudine dimostrate, assicuro il mio ricordo nella preghiera per tutta la vostra comunità, in particolare per le famiglie in difficoltà e per gli ammalati” e poi si rivolge a quanti hanno cooperato nello svolgimento di tutti gli appuntamenti: “Il Signore vi ricompensi tutti con abbondanti doni celesti, e custodisca voi e le vostre famiglie”. “Il modo migliore per ricordarsi è quello della preghiera. Io non mancherò di pregare per voi e per le vostre intenzioni, e confido che voi facciate altrettanto”. In conclusione, il Papa ha affidato tutti “alla Vergine Maria, che veneriamo nel mese di ottobre come Regina del santo Rosario. Sia sempre lei, con il suo sguardo amorevole, ad accompagnare e sostenere i nostri passi sulla strada della giustizia e della verità. Con tali sentimenti imparto di cuore a ciascuno di voi qui presenti ed a tutti i vostri cari la Benedizione Apostolica”.

Korazym.org

UDIENZA ALLA DELEGAZIONE DEL COMUNE DI CASTEL GANDOLFO, ALLE AUTORITÀ CIVILI E MILITARI, ALLE COMUNITÀ RELIGIOSE E AI DIPENDENTI CHE HANNO ASSICURATO IL SERVIZIO DURANTE IL PERIODO ESTIVO - il testo integrale del discorso del Papa
 

Il Papa a Loreto. Lombardi: luogo spiritualmente e simbolicamente quanto mai adatto per prepararsi a vivere un tempo forte di rinnovamento nella missione di annunciare il Vangelo al mondo di oggi

Benedetto XVI va a Loreto il prossimo 4 ottobre, nel 50° anniversario dello storico pellegrinaggio di Giovanni XXIII una settimana prima della solenne apertura del Concilio Vaticano II. "Non è la prima volta che Papa Benedetto va pellegrino a Loreto. Da cardinale vi è stato almeno sette volte, e già una da Papa", afferma il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi, nell'editoriale per "Octava Dies", settimanale del Centro Televisivo Vaticano. "Quella che nella devozione del popolo cristiano è l'umile casa di Maria e della Sacra Famiglia, fonte di memoria viva dell'Annunciazione e del mistero dell'Incarnazione, è luogo spiritualmente e simbolicamente quanto mai adatto per prepararsi a vivere un tempo forte di rinnovamento nella missione di annunciare il Vangelo al mondo di oggi". "Il Concilio Vaticano II, aperto e chiuso nelle due festività mariane della Maternità divina e dell'Immacolata Concezione, dedica il capitolo conclusivo del grande documento sulla Chiesa - la 'Lumen Gentium' - proprio a Maria 'segno di certa speranza e di consolazione per il popolo di Dio in cammino'. La Chiesa, il popolo di Dio in cammino, è mariana. Mettendoci dunque in cammino, come Giovanni XXIII, con Papa Benedetto, per rivivere in umiltà il mistero e la gioia dell'Annunciazione e dell'Incarnazione del Figlio di Dio, potremo vivere un mese sinodale e un Anno di grazia, accompagnati e incoraggiati dalla Madre di Gesù e nostra".
 
TMNews
 

Nel Tribunale della Stato del Vaticano la prima udienza del processo per il furto aggravato di documenti e favoreggiamento. Paolo Gabriele presente in aula, assente Sciarpelletti

Questa mattina, alle ore 9.30, presso il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, ha avuto inizio la prima udienza del processo penale a carico del maggiordomo del Papa Paolo Gabriele e Claudio Sciarpelletti, imputati rispettivamente di furto aggravato e di favoreggiamento. Lo rende noto un comunicato della Santa Sede. Il collegio giudicante è composto da Giuseppe Dalla Torre (presidente), Paolo Papanti-Pelletier (giudice) e Venerando Marano (giudice). Promotore di Giustizia (pm) è Nicola Picardi. Gli avvocati difensori sono rispettivamente, per Paolo Gabriele l'avvocato Cristiana Arru, per Claudio Sciarpelletti l'avvocato Gianluca Benedetti. L'imputato Gabriele, precisa il comunicato, è presente in aula, mentre l'imputato Sciarpelletti è rappresentato dal suo avvocato.  
Stamani ci sarà la relazione del giudice relatore. Quindi, le parti avranno la possibilità di svolgere tutte le loro attività difensive. Esaurita questa fase, si passerà alla requisitoria del pubblico ministero e alle arringhe difensive. Infine, il Tribunale si ritirerà in Camera di consiglio ed emetterà la sentenza. Una sentenza impugnabile sia dagli imputati sia dal pubblico ministero. Durante un briefing svoltosi nei giorni scorsi, è stato spiegato che l’ammissione di colpevolezza di Paolo Gabriele non costituisce la cosiddetta “prova regina” poiché la confessione potrebbe anche aver coperto altre persone. Ed è stato precisato che coloro che hanno testimoniato nel corso dell’attività istruttoria potrebbero essere richiamati, così come potrebbero essere invitati a deporre nuovi testimoni. Non è escluso, ma per ora non previsto, che i magistrati possano ricevere le valutazioni della Commissione cardinalizia nominata dal Papa. E se durante le udienze dovessero emergere nuovi fatti di reato, il tutto sarà rimesso al promotore di Giustizia che valuterà se iniziare un’azione penale. Il Papa può concedere la grazia. Il processo è pubblico. Un ristretto pool di giornalisti seguirà il processo: saranno presenti un giornalista de L’Osservatore Romano e uno della Radio Vaticana più altri otto giornalisti di testate nazionali ed estere che parteciperanno alle udienze a turno.

TMNews, Radio Vaticana

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

Anno della fede. Lettera pastorale dell'arcivescovo di Udine: desiderio di mettermi in cammino con voi, per primo devo rinnovare la mia fede

“Ho creduto, perciò ho parlato. Nell’Anno della fede un forte impegno per l'educazione cristiana”: è questo il titolo della lettera pastorale che mons. Andrea Mazzocato (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Udine, ha indirizzato a tutte le parrocchie della sua diocesi. Nella lettera si invitano i fedeli a considerare questo come un “anno di grazia per ravvivare la fede”, lasciandosi guidare “dai testimoni della nostra Chiesa”. Inoltre, nel testo vengono fornite indicazioni pastorali in materia di proclamazione della Parola di Dio, di attenzione alle famiglie e di educazione. “Spero che nelle mie parole scorgiate il desiderio di mettermi in cammino con voi e in mezzo a voi, riconoscendo di avere, per primo, bisogno di rinnovare la mia fede” scrive mons. Mazzocato, sottolineando come l’Anno della fede “interpelli direttamente i credenti, ma anche coloro che credono di non esserlo”. 

SIR

La lettera pastorale sull' Anno della fede

Le Poste Italiane celebrano il 50° anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II con l'emissione di un francobollo, raffigurante Giovanni XXIII, Paolo VI e Benedetto XVI

Le Poste Italiane hanno reso nota l’immagine del francobollo (foto) che celebrerà i 50 anni dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Il francobollo (autoadesivo e con un valore di 60 centesimi) sarà emesso l’11 ottobre prossimo, in esatta coincidenza con il cinquantenario dell’apertura solenne del Concilio, avvenuta l’11 ottobre 1962. La vignetta raffigura la cerimonia di apertura nella Basilica di San Pietro, sulla quale spiccano in primo piano i ritratti di tre Papi: Giovanni XXIII e Paolo VI, sotto il cui Pontificato si svolsero i lavori conciliari, e l’attuale Pontefice Benedetto XVI. Il bollettino illustrativo dell’emissione recherà un articolo del sottosegretario alla presidenza del consiglio Antonio Catricalà.

Vatican Insider

Anno della fede. 'Settimana della piccola via', proposta dei vescovi di Inghilterra e Galles per coinvolgere le scuole, traendo ispirazione dalla testimonianza di fede di Santa Teresa di Lisieux

Piccole azioni e gesti per rendere l'Anno della fede non solo un momento celebrativo ma occasione per improntare la condotta di ogni persona a un vero spirito di rinnovamento spirituale. In vista dell'avvio, l'11 ottobre, dell'iniziativa voluta da Benedetto XVI, i vescovi d'Inghilterra e Galles lanciano una nuova proposta che prevede il coinvolgimento delle scuole. A little way week" è il titolo che fa da sfondo e che trae ispirazione dalla testimonianza di fede di Santa Teresa di Lisieux, morta all'età di ventiquattro anni. "«Santa Teresa di Lisieux - è spiegato in una nota - insegna che un buon metodo per crescere nella santità e per testimoniare l'amore di Dio è fare ogni giorno dei piccoli gesti per Lui e per gli altri". Con l'intento di rafforzare anche i legami all'interno della comunità, in particolare tra le famiglie, le scuole e le parrocchie, la proposta vuole "incoraggiare e invitare ciascuno ad avvicinarsi agli altri con l'amore di Gesù e attraverso la preghiera". La "settimana della piccola via" è promossa congiuntamente, dal 6 al 12 ottobre, da due dipartimenti della Conferenza episcopale, quello per l'educazione e la formazione e per l'evangelizzazione e la catechesi, guidati rispettivamente dal vescovo di Nottingham, Malcolm Patrick McMahon e dal vescovo di Arundel and Brighton, Kieran Thomas Conry. Per mons. McMahon si tratta "di un'opportunità per seguire l'esempio della Santa e intraprendere semplici atti di testimonianza di amore". Teresa di Lisieux, aggiunge, "ci insegna nel seguire la sua 'piccola via' a fare le cose ordinarie della vita con amore straordinario, avendo al centro di essa la fede in Gesù". La "settimana" conclude "contribuisce a fornire l'inizio migliore per la nostra celebrazione dell'Anno della fede nelle nostre scuole e nelle comunità". Gli alunni e tutti gli altri membri delle scuole, ha aggiunto mons. Conry, "potranno quindi partecipare nella testimonianza dell'amore a Dio, imitando Santa Teresa di Lisieux come colei che ha trovato una gioia profonda e duratura e la felicità nel fare piccole cose per Gesù e le persone che la circondavano». Nelle scorse settimane, con un'altra proposta, i vescovi avevano esortato i fedeli a compiere una piccola pausa per riflettere durante la preghiera, allontanandosi per un momento dal seguire i frenetici ritmi della quotidianità. Sempre in vista dell'avvio dell'Anno della fede, l'invito è quello a fare una pausa alle ore 15 di ogni primo venerdì del mese, meditando sul sacrificio di Gesù sulla croce per amore di ciascuno. A presentarla è stato lo stesso vescovo di Arundel and Brighton, mons. Conry. Il presule ha sottolineato come "fermandosi anche solo per alcuni momenti, chiudendo gli occhi e chinando la testa" i fedeli potranno approfondire il loro sentimento di partecipazione all'Anno della fede, un evento che, ha ricordato, "invita i cattolici a riscoprire e a essere più sicuri della fede del proprio battesimo". Una riscoperta che inoltre, puntualizzano i vescovi, deve essere accompagnata da un rinnovato entusiasmo al servizio dell'evangelizzazione. Fra gli atti di testimonianza per un concreto rinnovamento spirituale i presuli indicano da tempo anche il rispetto della regola dell'astinenza dalla carne il venerdì, reintrodotta nel 2011. A tale riguardo, il presidente della Conferenza episcopale d'Inghilterra e Galles, l'arcivescovo di Westminster, Vincent Gerard Nichols, aveva osservato che "la decisione dell'episcopato di reintrodurre questa pratica penitenziale è stata presa proprio in conseguenza del rinnovato spirito di entusiasmo suscitato tra i fedeli dalla visita apostolica del Papa", compiuta nel Regno Unito dal 16 al 19 settembre 2010.

L'Osservatore Romano