venerdì 18 maggio 2012

Dai pedofili ai talponi, dal caso Orlandi allo Ior: come mai tutto esce nel Pontificato di Benedetto? E' saltata l'immunità mediatica del Vaticano?

di Raffaella

La prima parte del commento di Baiocchi mi sembra molto interessante per riproporre una considerazione che abbiamo già fatto fino allo sfinimento ma che in certe occasioni è sempre bene tirare fuori dal cilindro. Tralascio la seconda parte della riflessione di Baiocchi perchè le accuse contenute nei carteggi non trovano una conferma...anzi! E' lo stesso Feltri a smentirle stamattina su Libero. In questi giorni assistiamo ad una sorta di "affollamento" di eventi, di fatti mai chiariti, di situazioni ambigue...Non è un po' strano? Personalmente non credo alle coincidenze e quindi mi pongo qualche domanda. Baiocchi si chiede come mai il Vaticano sia diventato un colabrodo sotto il Pontificato di Papa Benedetto. Io rispondo che la cosa non mi stupisce affatto. Questo quesito, però, andrebbe "girato" ai mass media, ai giornalisti, ai vaticanisti ed a tutti coloro che, oggi come in passato, si occupano di "cose vaticane". Perchè certi dossier vengono alla luce solo ora? Perchè i preti pedofili sono balzati agli onori della cronaca mondiale solo intorno al 2010 con una prima apparizione straordinaria nel 2002 ma limitatamente agli USA? Come mai Maciel resta ancora innominabile a meno che non sia possibile coinvolgere in qualche modo Benedetto XVI? Come mai ci si preoccupa tanto della trasparenza dello Ior? Come mai solo a partire dal 2005 il "caso" Orlandi è tornato alla ribalta delle cronache? In sostanza: come mai i corvi, le talpe, gli informatori, i vendicatori (scegliete voi il nome piu' opportuno) hanno scelto proprio questo Pontificato per diffondere missive riservate? Forse prima non esistevano? Forse prima del 2005 tutti, in Vaticano, erano limpidi come l'acqua? Forse non c'era nessuno disposto a parlare con i giornalisti? Mi dispiace ma non lo credo proprio! Trovo invece continue conferme a ciò che ho sempre pensato: fino al 2005 il Vaticano ha goduto di una sorta di "immunità mediatica" per cui ogni sorta di inchiesta o di insinuazione si fermava sempre prima di arrivare alla conclusione. Che cosa mi fa pensare a questa immunità? L'atteggiamento di molti mass media e giornalisti. Sembra che tutto, ora, sia il classico "segreto di Pulcinella". E la cosa grave è che lo si ammette candidamente! Maciel? Pare che tutti sapessero delle accuse mosse nei suoi riguardi. E allora mi chiedo: perchè nessuno ha parlato prima? Perchè nessuno ha protestato nel 2004 quando questa persona venne festeggiata in Vaticano? Lo Ior? Sembra che tutti siano ben informati. E allora perchè non hanno fatto inchieste? I preti pedofili? Tutti sapevano, tutti immaginavano ma il bubbone è esploso nel 2010 e ad andarci di mezzo è stato solo Benedetto XVI. Il fatto che gli abusi risalgano a decenni fa è un "piccolo" particolare sapientemente taciuto dai più. Il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi? Beh, pare che tutti siano sempre stati convinti che si tratti di un rapimento e che in Vaticano qualcuno nasconda la verità. Ammesso che questo sia vero (e non è detto che sia così!), come mai si è aspettato tanto per fare pressioni sul Vaticano? Non era forse meglio agire prima, quando le persone coinvolte erano ancora più o meno giovani e soprattutto in vita? Pietro Orlandi ci ha spiegato come mai non si è mosso prima, ma i media? Che spiegazione ci danno? E come mai nei vari servizi giornalistici, gira e rigira, l'unico nome che salta fuori è quello di Papa Benedetto quale destinatario dell'appello? Se un alieno venisse catapultato in un salotto con la tv accesa, potrebbe pensare che Emanuela sia stata rapita trenta giorni fa e non quasi trent'anni fa. Ecco, dunque, perchè i corvi sono una prerogativa di questo Pontificato: saltata l'immunità mediatica del Vaticano, ecco che ciascuno è autorizzato a servirsi della documentazione di cui è in possesso. E la colpa non è dei giornalisti che fanno il loro lavoro ma di chi diffonde notizie riservate e della saldatura ormai evidente fra i nemici interni e quelli esterni alla Chiesa. Questo blog ha dato e darà sempre ogni tipo di notizia che riguardi direttamente Papa Ratzinger anche quando si tratta di articoli o commenti scomodi. Non siamo però ingenui ed è lecito domandarci e domandare ai mass media come mai, a tavolino, si sia deciso che debba essere Benedetto XVI ad occuparsi di tutte le beghe della Chiesa, da San Pietro ad oggi. E' giusto indagare, porre quesiti, persino tentare di fare pressioni per avere risposte a tante "pratiche inevase" ma ad una condizione: si dia a "ciascuno il suo" e non si tenti di caricare sulle pur forti spalle di Joseph Ratzinger pesi che non possono e non devono essere solo suoi. In tre parole: obiettività, onestà, verità. Queste dovrebbero essere le priorità di ogni articolo, dossier, editoriale e libro. Purtroppo spesso tutto ruota intorno ad una parola diversa: pregiudizio. Quel pregiudizio e quell'antipatia che molti mezzi di comunicazione ci hanno propinato fin dal 19 aprile 2005. Quanto alle talpe ed ai corvi, ci penserei due volte prima di considerarli una sorta di eroi visto che si nascondono comodamente dietro all'anonimato. Non credo alle loro buone intenzioni e, mi dispiace, non ci crederò mai. Nonostante tutti i limiti, anche molto gravi, di tanti collaboratori del Papa, nessuno mi convincerà mai che siamo di fronte ad una cricca di malfattori. Siamo seri! Sono tutti uomini che Benedetto XVI conosce da anni e di cui si fida. Con questo non dimentico gli scivoloni di questi anni ed i tanti pasticci che si potevano evitare. E non dimentico e (soprattutto) non perdono i tanti silenzi del 2010 quando si è permesso a chiunque di usare Benedetto XVI come il bersaglio di tante frecce mediatiche. Diciamo che con ogni probabilità raccogliamo oggi i frutti avvelenati di quel terribile anno dal quale solo il Papa è uscito rafforzato grazie alla sua sola forza ed alla sua grande fede. La Chiesa Cattolica purtroppo è uscita gravemente indebolita da quel 2010 perchè consentire a ciascuno di infierire sul Santo Padre ha creato una sorta di "lasciapassare" per i tanti colpi bassi di oggi. Credo che in tanti, dentro e fuori il Vaticano, debbano riflettere su chi e che cosa ha creato quest'ultima crisi. Mi auguro che nessuno di noi si abitui a questi attacchi e che tutti manteniamo la capacità di indignarci quando qualcuno viene accusato ingiustamente. Certo che dopo quel 2010 è forte la tentazione di pensare che nulla sarà grave come quello che è accaduto due anni fa. In fondo lo penso anche io ed è un vero peccato, un altro frutto avvelenato di quegli avvenimenti.

Presidente della Focsiv: grati e onorati di essere ricevuti dal Papa. Nella 'Caritas in veritate' la bussola del nostro impegno per promozione umana

Domani, in occasione del suo 40° compleanno, i membri della Focsiv saranno ricevuti in udienza da Benedetto XVI. “Siamo grati e onorati di essere ricevuti dal Santo Padre - dice il presidente Focsiv Gianfranco Cattai -. Quarant’anni fa si costituiva la nostra Federazione sull‘onda del fermento che mosse il laicato cristiano dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, e come risposta all‘Enciclica 'Populorum Progressio' di Paolo VI dedicata alla cooperazione tra i popoli e al problema dei Paesi in via di sviluppo. Quarant’anni dopo intendiamo rinnovare il nostro impegno al servizio dei popoli e degli ultimi nel mondo. Un impegno volto a rimuovere le cause che generano ingiustizie e violenze, mosso dal desiderio di promozione umana, che oggi ha nell’Enciclica di Benedetto XVI 'Caritas in veritate' la sua bussola”. Cattai ricorda anche “le numerose iniziative previste nel corso del 2012 in tutta Italia per approfondire i tanti spunti forniti al volontariato internazionale dalla 'Caritas in veritate'”. Per evocare simbolicamente l’impegno della Federazione, in particolare sul tema del diritto al cibo, al Papa sarà donato il riso della campagna di sensibilizzazione “Abbiamo Riso per una cosa seria” con cui, domani e domenica, in 800 piazze italiane Focsiv festeggerà questo 40° compleanno grazie all’impegno di oltre 3mila volontari.

SIR

Nuovo sito web per la Pontificia Commissione per l'America Latina. Ouellet: mezzo di comunicazione con tutti i vescovi e fedeli del continente

A poco meno di due mesi dal viaggio apostolico di Benedetto XVI in Messico e a Cuba, la Pontificia Commissione per l’America Latina apre un nuovo sito web. "Non vi è niente di meglio per inaugurare questa pagina web” che farlo, scrive il cardinale presidente Marc Ouellet “quando è ancora viva l'impressione grata e luminosa” della presenza del Papa nei due Paesi latinoamericani. “Vorremmo – sottolinea ancora il porporato – che questa pagina web servisse come mezzo di comunicazione con tutti i vescovi dell'America Latina e con ciascuno dì essi, con gli Episcopati, con il Celam, con molti altri Organismi, comunità e movimenti dei diversi paesi latinoamericani, e con chi è interessato alla missione della Chiesa nel continente della speranza". "Vorremmo che fosse anche - soggiunge - di utilità per i vari dicasteri e organismi della Curia romana, tanto come destinatari di informazioni, riflessioni e programmi, che per comunicare ì propri orientamenti e attività". Tra i contenuti del sito, si spiega nel comunicato della Pontificia Commissione, si trovano informazioni sulla storia e le attività e diverse Sezioni attinenti alla realtà latinoamericana: documenti pontifici ed episcopali, eventi significativi, "notizie importanti", esperienze e testimonianze di evangelizzazione, articoli di riflessione e dibattito, presentazione di libri e altro.

Radio Vaticana

Il Papa ad Arezzo, La Verna e Sansepolcro. La città ricambia la visita di Benedetto XVI: il 6 gennaio 2013 prenderà parte al corteo dell'Epifania

La città di Arezzo ricambierà la visita di Papa Benedetto XVI. Domani alle ore 16.00, nella Sala Giostra del Saracino del Comune si svolgerà l'assemblea per organizzare la visita della città di Arezzo al Santo Padre in programma per il prossimo 6 gennaio. Un tavolo aperto a tutti, associazionismo, volontariato e categorie economiche. All'incontro che vedrà la presenza di Sergio Balestrini organizzatore dell'evento, sono infatti invitati gli enti e le associazioni che saranno protagoniste del corteo che sfilerà da via della Conciliazione fino a Piazza San Pietro nel giorno dell'Epifania. Un appuntamento prestigioso che vedrà la città ospite d'onore di Benedetto XVI e sfilare sotto gli occhi di 100mila spettatori. Per presentarsi al meglio allo storico evento, è quindi importante il coinvolgimento di tutte le componenti della città, nelle molteplici espressioni: culturali, sportive, sociali, del volontariato, commerciali e produttive nonchè quelle legate al folclore. Arezzo si prepara quindi per partecipare al Corteo Storico Folkloristico organizzato ogni anno a Roma il giorno della Befana che prevede la sfilata di bambini, anziani, famiglie, gruppi di rievocazione storica, bande musicali, scuole, associazioni culturali, sportive, religiose e comunità del territorio.

Adnkronos

VII IMF-Il Papa a Milano. Il pranzo di Benedetto con le famiglie all'insegna della solidarietà e della condivisione. La spesa indotta per la città

In occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, domenica 3 giugno Benedetto XVI pranzerà presso la sede della Curia di Milano, dove alloggerà per tutta la durata della sua permanenza in città. Al pranzo saranno invitate sette famiglie insieme al Papa: una per ciascuno dei cinque continenti, una famiglia milanese e una proveniente dal luogo che ospiterà il prossimo Incontro Mondiale che sarà annunciato al termine della Celebrazione Eucaristica che chiuderà l‘evento. "In concomitanza con il pranzo ufficiale che sarà in Arcivescovado - ha spiegato mons. Erminio De Scalzi, presidente della Fondazione Milano Famiglie 2012, in una conferenza stampa di aggiornamento sull'evento - il Papa vuole che sia offerto un pranzo alle famiglie 'povere'. Qui non ci stiamo tutti, perciò sarà in Universita' Cattolica. Abbiamo affidato la regia alla Caritas e a offrire il pranzo sarà la società che cura abitualmente i catering dell'Universita'". Nei menu' offerti, ha precisato De Scalzi, sarà posta "attenzione agli usi e costumi alimentari dei vari popoli, perchè saranno presenti anche religioni diverse". Sono previste oltre 300 persone. Sarà Peck a offrire il pranzo a Benedetto XVI. Presso la Curia di Milano è stata allestita anche una sala in cui i fedeli che lo desiderano possono portare i propri doni per il Santo Padre. Un’analisi sulla ricaduta economica e sociale del Family 2012 sul territorio milanese è stata realizzata da Luigi Campiglio, ordinario di Politica economica all’Università Cattolica del S. Cuore di Milano, insieme ad un pool di ricercatori. I dati sono interessanti, non solo sotto il profilo economico, spiega l’economista: “Abbiamo cercato di valutare le risorse coinvolte dalla mobilità di centinaia di migliaia di persone che provengono dall’Italia e da fuori, con un lavoro veramente accurato. È risultata una stima prudenziale di 56 milioni di euro di spesa indotta, che ricade sul territorio milanese e che riguarda in gran parte spese legate alla vita quotidiana di decine di migliaia di persone che saranno in città”. Ma non è solo questo il dato significativo: “Abbiamo calcolato questa cifra con grande onestà intellettuale, consapevoli del fatto che il valore vero di questo incontro è un altro. Oggi, dopo un anno di confronti, dibattiti e sensibilizzazione in vista dell’appuntamento, sappiamo molto di più su questo tema”. Un altro aspetto intangibile riguarda la città di Milano, che Campiglio definisce per l‘occasione “la Città delle quattro ‘A’: ambrosiana, aperta, accogliente e attraente”.

SIR, Affaritaliani.it

VII IMF-Il Papa a Milano. Scola: successo e accoglienza si devono alla genialità del tema. De Scalzi: Benedetto toccherà con mano la gioia della città

Domenica 27 maggio la solenne celebrazione nel Duomo di Milano della Messa di Pentecoste da parte del card. Angelo Scola aprirà la settimana del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. L’arcivescovo di Milano, nell’odierna conferenza con i giornalisti, ha presentato l‘evento: “È un appuntamento straordinario, perché finalmente ha riportato la famiglia nella sua valenza oggettiva al centro del nostro dibattito e dell’attenzione non solo ecclesiale ma anche civile”. Secondo il card. Scola, il successo e l’accoglienza di questa iniziativa si devono alla “genialità del tema, che ha collegato la famiglia al lavoro e alla festa”. Si tratta di “un tema di attualità sostanziale, perché riguarda dimensioni permanenti proprie dell’esperienza comune a ogni uomo di ogni tempo e di ogni luogo che, proprio perché permanenti, sono sempre attuali”. La “capacità di fare unità tra questi due aspetti con cui dobbiamo giocarci tutte le mattine è un elemento cardine del nostro essere”. La valenza civile che l’evento ha assunto, ha aggiunto, è “segno che la società plurale è aperta”. L’arcivescovo, in riferimento alla crisi in corso, ha precisato: “Il travaglio della crisi è stato probabilmente un altro fattore che ha imposto la famiglia all’attenzione collettiva, rimettendola al centro come nucleo fondamentale e costitutivo di ogni tipo di società, come unione stabile e aperta alla vita di un uomo e di una donna”. “L’attesa è grande, l’ospitalità cordiale, abbiamo avuto più disponibilità di posti rispetto alle richieste. Ci prepariamo a un evento di fede, di universalità, di mondialità, un’esperienza di una Chiesa attenta ai problemi della gente, estroversa, missionaria, compagna di viaggio di tutte le famiglie”. Con queste parole mons. Erminio De Scalzi, presidente della Fondazione Milano Famiglie 2012, lancia l’appuntamento ormai imminente dell'Incontro Mondiale delle Famiglie. Cresce l’attesa per il Papa: “Benedetto XVI sentirà il calore e l’accoglienza della città di Milano: sarebbe bello che venerdì 1 giugno lungo il percorso dall’aeroporto di Linate a piazza Duomo potesse toccare con mano la gioia di chi lo accoglie. Invito quindi le comunità parrocchiali toccate dal percorso a essere protagoniste di questa gioia”. L’Incontro sarà una preziosa occasione “per dialogare non solo con fedeli credenti ma con tutti coloro che nella società riflettono su questi valori e per ascoltare il bene che possono raccontare famiglie dai volti diversi dai nostri”. Ma il Family 2012, ricorda mons. De Scalzi, è anche “un evento di collaborazione tra Chiesa e istituzioni, Comune, Provincia, Regione: è stato faticoso ma bello lavorare insieme. Ringrazio il prefetto, commissario governativo per questo evento, con cui abbiamo proficuamente collaborato”. Il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, commissario straordinario per il VII Incontro Mondiale delle Famiglie, esclude la presenza di un rischio terrorismo durante la visita a Milano di Benedetto XVI. ''Il Papa - dice - è un personaggio che unisce ma il livello di allerta sarà naturalmente elevato''. ''Il piano sicurezza di cui si sta occupando il Questore - ha detto Lombardi - dovrà coniugare l'apertura alla cittadinanza con la necessità di protezione: troveremo un buon spunto di equilibrio''.

SIR, Ansa

Il Papa: promuovere unità dei cattolici per affrontare sfide positive della nuova evangelizzazione e contrastare forze di disgregazione nella Chiesa

Questa mattina, a conclusione della serie di Visite quinquennali "ad Limina Apostolorum" dei vescovi cattolici degli Stati Uniti d’America, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato il gruppo di presuli, che sta ricevendo in questo mese in separate udienze, delle Regioni XIV e XV, tra i quali i vescovi dei diversi Riti orientali. Un incontro con i vescovi delle diverse Chiese orientali presenti negli Stati Uniti che incarnano “in modo unico la ricchezza etnica, culturale e spirituale” della comunità cattolica americana, del presente e del passato, di fronte alle “pressanti sfide” che si presentano oggi alla Chiesa americana. Storicamente, ha ricordato Benedetto XVI, la Chiesa in America “ha lottato per riconoscere e integrare” tale diversità ed è riuscita, “non senza difficoltà”, nel forgiare una comunione in Cristo e nella fede apostolica tipica di tutta la Chiesa. Nei sei mesi di colloqui con i rappresentanti della Conferenza Episcopale degli Usa, due sono stati i “punti specifici” che il Papa ha ritenuto “essenziali” per la missione dei vescovi nel guidare “il gregge di Cristo” tra le difficoltà, ma anche tra le opportunità del tempo presente. Il Pontefice ha innanzitutto elogiato gli “sforzi incessanti” dei vescovi nel rispondere al fenomeno dell’immigrazione in corso nel Paese. “La comunità cattolica negli Stati Uniti - ha spiegato il Santo Padre - continua con grande generosità ad accogliere ondate di nuovi immigrati”, fornendo loro assistenza pastorale, accoglienza caritativa, supporto per regolarizzarne la situazione, soprattutto per quanto riguarda i ricongiungimenti familiari. Un “segno particolare” è “il perdurante impegno dei vescovi americani per la riforma dell’immigrazione”. Si tratta chiaramente, ha proseguito il Papa, “di una questione difficile e complessa” dal punto di vista civile e politico, sociale ed economico, ma “soprattutto umano”. Ciò sta quindi profondamente a cuore alla Chiesa, poiché si tratta di garantire “un trattamento giusto e la difesa della dignità umana” degli immigrati. Anche ai giorni nostri, ha aggiunto Benedetto XVI, la Chiesa in America “è chiamata ad accogliere, integrare e coltivare” il ricco patrimonio di fede e cultura delle comunità di immigrati, non solo dei “vostri propri riti”, ha ricordato il Pontefice ai vescovi, ma anche dei folti gruppi di cattolici ispanici, asiatici e africani. L’“impegnativo compito pastorale” di promuovere una comunione di culture all’interno delle Chiese locali, ha detto ancora il Santo Padre ai presuli, deve essere considerato di “particolare importanza nell’esercizio del vostro ministero al servizio dell’unità”. Tale comunione – ha proseguito – comporta più di un semplice rispetto della diversità linguistica, della promozione di sane tradizioni, dell’assicurazione di programmi sociali e servizi “tanto necessari”. Richiede un impegno costante di predicazione, catechesi e pastorale volto “a ispirare in tutti i fedeli un senso più profondo della loro comunione nella fede apostolica” e della loro responsabilità per la missione della Chiesa negli Stati Uniti. Il significato di questa sfida “non può essere sottovalutato”: l’immenso patrimonio e le energie vibranti di una nuova generazione di cattolici stanno aspettando di essere sfruttati per “il rinnovamento della vita della Chiesa e la ricostruzione del tessuto sociale americano”. “Questo impegno” a promuovere tale unità è necessario, ha spiegato Benedetto XVI, non solo “per affrontare le sfide positive della nuova evangelizzazione”, ma anche “per contrastare le forze di disgregazione all’interno della Chiesa, che sempre più rappresentano un grave ostacolo alla sua missione negli Stati Uniti”. Il Pontefice, ricordando l’appello pronunciato durante il viaggio negli Usa nel 2008, ha detto di apprezzare, quindi, “gli sforzi compiuti per incoraggiare i fedeli”, a livello individuale e di comunità ecclesiali, per andare avanti insieme, “parlando con una sola voce” per affrontare le urgenze del giorno d’oggi. Negli incontri della visita "ad Limina", ha ricordato il Papa, è emersa inoltre “la preoccupazione” dei vescovi a costruire “relazioni sempre più forti di amicizia, collaborazione e fiducia” con i sacerdoti. L’esortazione di Benedetto XVI è stata anche quella ad “essere particolarmente vicini agli uomini e alle donne” delle Chiese locali che si impegnano a seguire Cristo sempre più “perfettamente e generosamente”, abbracciando i consigli evangelici. Il Santo Padre ha quindi ribadito la propria “profonda gratitudine per l’esempio di fedeltà e abnegazione” dato negli Usa da molte donne consacrate e ha sollecitato a sostenerle nella preghiera affinché “questo momento di discernimento porti abbondanti frutti spirituali per la rivitalizzazione e il rafforzamento delle loro comunità” in spirito di fedeltà a Cristo e alla Chiesa, come insegnano i carismi di fondazione. La “necessità urgente” nel nostro tempo di testimoni credibili della potenza del Vangelo, ha proseguito, “rende indispensabile ricuperare il senso della dignità sublime e la bellezza della vita consacrata”, pregando e promuovendo attivamente le vocazioni religiose, rafforzando la comunicazione e la cooperazione, in particolare attraverso i delegati di ogni diocesi. L’auspicio finale del Pontefice è stato perché il prossimo Anno della fede, che si aprirà in ottobre, nel cinquantesimo del Concilio Vaticano II, “risvegli il desiderio di tutta la comunità cattolica americana” di riappropriarsi “con gioia e gratitudine” del tesoro inestimabile della nostra fede. Con il “progressivo indebolimento” dei valori tradizionali cristiani e “la minaccia di una stagione in cui la nostra fedeltà al Vangelo può costarci cara”, la verità di Cristo - ha sottolineato il Papa - ha bisogno non soltanto di essere capita, articolata e difesa, ma “proposta con gioia e fiducia come la chiave dell’autentica realizzazione umana e del benessere della società nel suo complesso”. Quindi il ringraziamento a Dio per “i segni di nuova vitalità e speranza” nella Chiesa statunitense, confermandola nella “delicata missione” di guidare la comunità cattolica nell’unità, nella verità e nella carità, di fronte alle sfide del futuro.

Radio Vaticana

Ai presuli della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti d'America (di Riti orientali), in Visita "ad Limina Apostolorum" - il testo integrale del discorso del Papa

VII IMF-Il Papa a Milano. 2 giugno esibizioni di giovani musicisti e testimonianze delle famiglie in attesa di Benedetto che risponderà alle domande

Ultimo giorno per richiedere i pass gratuiti di partecipazione agli eventi con il Santo Padre in programma a Milano, “Milano Parco Nord Aeroporto di Bresso”, il 2 e 3 giugno. Entro sabato 19 maggio sarà necessario registrarsi sul sito internet ufficiale del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Cliccando su “Iscrizioni” e in seguito su “Famiglie, singoli, gruppi” verranno richiesti i dati personali del pellegrino che riceverà via mail username e password da inserire per completare l’iscrizione e scaricare i pass. I pass, obbligatori per motivi di sicurezza e di logistica, saranno nominali, gratuiti e diversi per la “Festa delle Testimonianze” di sabato 2 e la Santa Messa di domenica 3 giugno. Il pass per la Santa Messa sarà di colore arancio, mentre quello per partecipare alla “Festa delle Testimonianze” viola. La giornata del 2 giugno si aprirà alle 16.00 e proseguirà fino alle 23.00 circa. Sul palco, a dare il benvenuto ai pellegrini, i vincitori del concorso “Giovani talenti per il Papa”, promosso dalla Fondazione Milano Famiglie 2012 e rivolto a musicisti e gruppi musicali della Lombardia composti da ragazzi tra i 18 e i 32 anni. Oltre 100 giovani divisi in 9 gruppi che si esibiranno, carichi di emozione, davanti a decine di migliaia di persone. La giornata proseguirà con il Grande Coro Hope e l’esibizioni di noti cantanti internazionali di Christian Music. Durante il pomeriggio troveranno spazio anche a testimonianze di famiglie italiane e del mondo. Verso le 20.00 dovrebbe arrivare Benedetto XVI e si intratterrà con i pellegrini rispondendo alle domande delle famiglie provenienti dai diversi continenti. L’evento si snoderà attraverso brevi letture di attori italiani e noti volti televisivi, le note di un’orchestra “pop” composta da oltre 30 elementi, le voci del Grande Coro Hope, 75 giovani provenienti da tutta Italia, e le esibizioni di importanti artisti nazionali ed internazionali. Non mancheranno, inoltre, momenti di preghiera e riflessione guidati dal Santo Padre.

Il Giorno

Superiore dei lefebvriani francesi: facciamo astinenza da internet e preghiamo perchè i vescovi siano illuminati per la buona battaglia della Fede

Dopo le fughe di notizie sul web che hanno creato molte polemiche nei giorni scorsi, e il giorno dopo un comunicato del Vaticano che sottolinea la necessità di "ulteriori discussioni" prima di giungere ad un eventuale accordo, il superiore francese della Fraternità Sacerdotale San Pio X propone, per i prossimi, decisivi giorni, la "astinenza da internet" ai suoi confratelli tradizionalisti. "Oso formulare l'auspicio, in questi giorni che precedono la feste di Pentecoste, che i responsabili dei forum accettino di chiudere i loro forum", scrive l'abate Regis de Cacqueray. "Se li lasciano aperti, che coloro che intervengono si astengano dall'andarci e, se ci vanno comunque, non si attendano di snidare la verità nella miriade di messaggi che vi si scambiano. Spingiamoci a fare astinenza da internet (un'eccellente penitenza da offrire!) - prosegue il superiore francese in una nota pubblicata, appunto, su internet - e approfittiamo del tempo che così si risparmierà per rileggere i grandi libri di mons. Lefebvre. Preghiamo di più e meglio concludendo con fervore la grande crociata dei rosari chiesa dal nostro superiore generale". Sullo sfondo di un possibile accordo con Roma e di una probabile spaccatura in seno ai lefebvriani, de Cacqueray implora "il Cielo" per "il nostro superiore generale, per i suoi assistenti, per i nostri vescovi, affinché siano loro accordate le grazie della luce e della forza di cui hanno bisogno per rimanere fermi nella buona battaglia della Fede, in queste circostanze così difficili. Domandiamo anche queste grazie per noi e gli uni per gli altri perché tutti noi ne abbiamo il più grande bisogno".

TMNews

Messaggio del Papa per i 40 anni dell'Opam: proseguire con rinnovato slancio l’impegno per favorire istruzione e educazione nei Paesi più svantaggiati

Da 40 anni, l’Opera di promozione dell’alfabetizzazione nel mondo sostiene progetti in molte aree povere del pianeta e per celebrare il quarto decennale di fondazione, Benedetto XVI ha indirizzato un Messaggio, a firma del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, al presidente dell’Opam, don Aldo Martini. Incoraggio, si legge nel testo, “a proseguire con rinnovato slancio l’impegno per favorire l’istruzione e l’educazione nei Paesi più svantaggiati”, in uno stile di reciproco arricchimento tra le diverse culture e fraternità tra le comunità ecclesiali”. Nel Messaggio, il Papa estende la sua benedizione anche ai partecipanti al Convegno internazionale promosso per l’occasione dell’Opam e in programma a Roma oggi e domani sul tema “Umanesimo della fragilità: lezioni dal Sud del mondo”. I dati più recenti indicano in 790 milioni gli adulti a tutt’oggi in condizioni di analfabetismo, dei quali circa 2/3 sono donne. In molti Paesi, addirittura, i picchi di analfabetismo femminile superano l'85%. Inoltre, alle cifre riguardanti gli analfabeti adulti, vanno aggiunti i 67 milioni di bambini in età di scuola primaria e 72 milioni di adolescenti in età di scuola secondaria di primo grado che non ricevono un'istruzione. Questa piaga ha sempre spinto la Chiesa ad adoperarsi per sanarla. Nella sua Esortazione Apostolica "Africae Munus", pubblicata lo scorso anno, Benedetto XVI afferma che “l’analfabetismo rappresenta uno dei maggiori freni allo sviluppo. È un flagello – scrive – simile a quello delle pandemie. Certo – osserva – non uccide direttamente, ma contribuisce attivamente alla marginalizzazione della persona – che è una forma di morte sociale – e le rende impossibile accedere alla conoscenza”. Alfabetizzare l’individuo, sottolinea ancora il Papa, “significa farne un membro a pieno diritto della 'res publica', alla costruzione della quale potrà contribuire, e permettere al cristiano di accedere al tesoro inestimabile delle Sacre Scritture che alimentano la sua vita di fede”.

Radio Vaticana

Ecco perché con Benedetto XVI il Vaticano è una continua fuga di notizie. Più che a ricostruire le dinamiche del clero consentono ingerenze esterne

C’è un aspetto che sfugge nella ricorrente alluvione di rivelazioni sulla vita interna della Santa Sede. E cioè che la fuga di notizie e di commenti e di polemiche si è verificata soltanto da quando il card. Joseph Ratzinger è stato chiamato dal conclave a salire sul Soglio di Pietro. Prima, e per diversi Pontificati, nulla usciva al circuito mediatico e all’opinione pubblica per quanto vi fosse una morbosa curiosità sugli inaccessibili “segreti del aticano”. Per decenni, se non secoli, la corporazione giornalistica dei “vaticanisti” (come quella dei “cremlinologi”) ha consumato le sue intelligenze e le sue rilevanti professionalità nel difficile esercizio dell’interpretazione ambivalente e della sofisticata ricostruzione di linee di tendenza, delle gerarchie di potere, di scelte anche mondane attraverso un uso complesso di fonti incrociate e spesso contrastanti, di analisi raffinate dei documenti ufficiali, e di qualche ben coltivata “gola profonda”. Ora invece si spiattellano rapporti riservati, corrispondenze personali, scambi interni tra gli uffici di governo, relazioni diplomatiche, fino alle carte che arrivano ogni mattina sulla scrivania personale del Papa. Se il Vaticano è diventato un colabrodo, è perché in molti dall’interno hanno scavato i buchi e trovato i canali per far arrivare ad altri, che non fossero i destinatari diretti, le singole informazioni. E sembra chiaro che proprio la presenza di Benedetto XVI, professore e maestro di teologia ma anche a suo modo sorprendente e carismatico riferimento per le giovani generazioni, finisca per aumentare in maniera esponenziale l’ostilità esterna verso la Chiesa che appare sempre più scomoda e nemica della cultura dominante, del “pensiero unico” che vorrebbe rinchiudere la religione nello spazio privato e nel recinto di uno sdolcinato buonismo solidale. Dal colabrodo arriva e continuerà ad arrivare di tutto: succosissimi pettegolezzi, ampi rifornimenti per riempire il serbatoio della macchina del gossip e della macchina del fango, e tuttavia di scarso impatto morale e pure politico. Infatti, come sa bene ogni ricercatore serio e ogni attento analista politico, la parzialità dei documenti ne inficia l’importanza. Non avendo il complesso delle carte, ma solo alcuni frammenti, scelti fior da fiore dalla “manina misteriosa” che li fa scivolare fuori, è impossibile, se non pericoloso, farsi su queste fragili basi un’idea realistica e plausibile di quanto davvero si consuma nei Sacri Palazzi. E tuttavia pure queste rivelazioni, unite a quelle degli ultimi mesi, sono a loro modo parzialmente istruttive. Disegnano conflitti interni e feroci ai vertici della Chiesa (che però non sono mai stati una novità nel corso dei secoli) e insieme un deficit di guida sicura e una qual incertezza sulle posizioni da assumere anche il merito a scelte di natura più terrena. Si conferma infatti l’inadeguatezza di alcuni dei più stretti collaboratori di Papa Ratzinger. Pure il fedelissimo Segretario di Stato, il cardinale salesiano Tarcisio Bertone, nel suo zelo iperattivo e nelle spallate a voler allargare i suoi campi di potere si è certo dimostrato iperattivo e iperpresenzialista, ma anche poco fine e molto pasticcione, come lamenta sottovoce il servizio diplomatico che pure da lui formalmente dipende. Così pure, al di là della pesante vicenda del clero pedofilo e dell’immagine non brillante del rapporto con i lefebvriani, emerge l’articolata indecisione sul rapporto con le società civili e politiche, soprattutto in Italia. Il riemergere di documenti specifici sul “caso Boffo”, ad ormai quasi tre anni dalla sua esplosione, fa capire che il confronto interno sulla presenza politica dei cattolici nel Paese è ben lontano dall’aver trovato una sintesi feconda e ben determinata, che vada oltre il sempre più frequente appello ai laici credenti a spendersi nell’impegno civile e pubblico per segnare cristianamente la vita delle società e delle stesse istituzioni. Che l’attacco violentissimo e scomposto all’allora direttore di Avvenire fosse un combinato disposto tra la sinistra dell’Università Cattolica e la destra esecutrice di Vittorio Feltri lo si sapeva da tempo: ma era rimasto sempre un sospetto che la vicenda fosse transitata (se non gestita) dalle ovattate stanze de L’Osservatore Romano e di quel neo-direttore, lo storico e intellettuale GianMaria Vian, che proprio sull’Avvenire di Boffo aveva ricevuto il lancio robusto di credibilità e di diffusione.Oggetto reale del contendere, oltre al corposo potere interno alla Chiesa italiana del dopo-Ruini, era, e si rimanifesta tutt’ora, la linea da tenere sulle laceranti questioni della bioetica, dove appunto lo stesso Osservatore è stato ed è più condiscendente e più lontano dall’ortodossia dottrinaria di Papa Ratzinger. Quello che in fondo insieme sorprende e colpisce in tutte queste vicende, più o meno nobili o miserande, che riguardano la Chiesa e i cattolici è la presenza ripetuta, ricorrente e talvolta ossessiva, di un quotidiano certamente laico per natura e storia, e spesso miscredente per cronaca, come il Corriere della Sera. La testata di via Solferino, a quanto sembra, ha proprio messo in soffitta la separazione liberale tra Chiesa e Stato. Lo si è visto nell’ottobre scorso a Todi, all’incontro delle associazioni cattoliche, dove in diversi dal Corsera sono scesi a dettare la linea della presenza politica. Lo si nota spessissimo nelle cronache ecclesiastiche e nelle analisi degli osservatori dove rifulge il verbo sulla Chiesa del professor Ernesto Galli della Loggia e dei suoi numerosi famigli (non a caso accasati pure a L’Osservatore Romano). La direzione del Corriere sembra davvero andare a rimorchio dietro il mix di “atei devoti e neoclericali”. Per un giornale laico è almeno stravagante: e forse Ferruccio De Bortoli non respingerà questa messa in guardia che proviene dall’antica e affettuosa colleganza: che cioè porta davvero male, e più presto di quanto si immagini, pensare di insegnare al Papa il suo mestiere...

Giuseppe Baiocchi, Linkiesta

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. Nell'arcidiocesi di Rio de Janeiro una simulazione delle catechesi per mettere a punto dettagli i organizzativi

Una simulazione delle catechesi per metterne a punto i dettagli organizzativi in vista della prossima Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà, dal 23 al 28 luglio 2013, a Rio de Janeiro. L’iniziativa, che avrà luogo il 19 maggio in diverse parrocchie delle 35 foranie dell’arcidiocesi brasiliana, è stata promossa dal Comitato organizzatore della GMG che, così facendo, intende predisporre al meglio quello che è uno dei momenti più importanti del programma delle Giornate Mondiali. La catechesi di sabato, che avrà per tema la pratica dell’ospitalità come descritta nella Lettera ai Romani di San Paolo, prenderà il via al mattino, con le confessioni, per proseguire fino a sera. Le catechesi nelle parrocchie saranno tenute dai parroci e dai vescovi ausiliari di Rio. “Sarà l’occasione - spiega padre Arnaldo Rodrigues, del settore Preparazione pastorale del comitato organizzatore brasiliano - di testare le strutture che accoglieranno i giovani nel 2013, valutarne gli aspetti logistici e di mettere a punto l’azione dei volontari unitamente alla loro preparazione spirituale”.

SIR

Con un comunicato della Segreteria di Stato nel febbraio 2010 il Papa fece rispondere alle accuse contro Giovanni Maria Vian sul caso di Dino Boffo

"Il Santo Padre ha approvato il seguente comunicato e ne ha ordinato la pubblicazione". Queste inequivocabili parole, che mai fino ad allora erano state utilizzate per presentare un testo destinato ai giornali, essendo riservate a testimoniare l'autorevolezza delle decisioni di dicasteri come quello della Congregazione per la Dottrina della Fede, furono premesse dalla Segreteria di Stato al comunicato del 9 febbraio 2010 con il quale si scagionava il direttore de L'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian dalle accuse che gli erano state mosse di essere all'origine della pubblicazione su Il Giornale diretto da Vittorio Feltri di un dossier falso contro l'allora direttore di Avvenire, Dino Boffo. Quest'ultimo, amareggiato dal "fango" che ingiustamente gli era stato gettato addosso, aveva creduto davvero che il suo collega d'Oltretevere avesse macchinato contro di lui, come aveva scritto, si apprende da due giornali, in una lettera personale indirizzata a Benedetto XVI. In questa missiva trafugata dagli archivi vaticani, Boffo indicava il movente nella volontà attribuibile, secondo quanto si legge, al segretario di Stato Bertone di impedire la continuità, che l'allora direttore di Avvenire garantiva, tra la presidenza del card. Camillo Ruini e quella del card. Angelo Bagnasco alla CEI. Non era andata così, chiarì immediatamente la Santa Sede. "Dal 23 gennaio - affermava il comunicato vaticano - si stanno moltiplicando, soprattutto su molti media italiani, notizie e ricostruzioni che riguardano le vicende connesse con le dimissioni del direttore del quotidiano cattolico italiano Avvenire, con l'evidente intenzione di dimostrare una implicazione nella vicenda del direttore de L'Osservatore Romano, arrivando a insinuare responsabilità addirittura del cardinale segretario di Stato". "Queste notizie e ricostruzioni - chiariva la nota - non hanno alcun fondamento". "In particolare - assicurava la Segreteria di Stato - è falso che responsabili della Gendarmeria vaticana o il direttore de L'Osservatore Romano abbiano trasmesso documenti che sono alla base delle dimissioni, il 3 settembre scorso, del direttore di Avvenire; è falso che il direttore de L'Osservatore Romano abbia dato, o comunque trasmesso o avallato in qualsiasi modo, informazioni su questi documenti, ed è falso che egli abbia scritto sotto pseudonimo, o ispirato, articoli su altre testate". "Appare chiaro dal moltiplicarsi delle argomentazioni e delle ipotesi più incredibili, ripetute sui media con una consonanza davvero singolare, che tutto - sottolineava la nota - si basa su convinzioni non fondate, con l'intento di attribuire al direttore de L'Osservatore Romano, in modo gratuito e calunnioso, un’azione immotivata, irragionevole e malvagia". La conclusione del testo vaticano era molto forte e evidentemente ispirata in modo diretto dal Papa stesso: "Ciò sta dando luogo a una campagna diffamatoria contro la Santa Sede, che coinvolge lo stesso Romano Pontefice. Il Santo Padre Benedetto XVI, che è sempre stato informato, deplora questi attacchi ingiusti e ingiuriosi, rinnova piena fiducia ai suoi collaboratori e prega perchè chi ha veramente a cuore il bene della Chiesa operi con ogni mezzo perchè si affermino la verità e la giustizia".

Agi

COMUNICATO DELLA SEGRETERIA DI STATO (09.02.2010)

Facoltà teologica del Triveneto ricorda il teologo Luigi Sartori: vedere suo nome ancora una volta vicino a quello di Joseph Ratzinger suo desiderio

La Facoltà teologica del Triveneto ha ricordato ieri, a cinque anni dalla morte, il teologo Luigi Sartori con un atto accademico a Padova, in cui sono state presentate alcune “Annotazioni” sul volume “Salvezza cristiana e storia degli uomini. Joseph Ratzinger con Luigi Sartori tra i teologi triveneti (1975-1976)”, curato da Roberto Tura. “Le relazioni pubblicate nel volume, che sono state pronunciate nel 1975-76 durante i convegni dei teologi triveneti a Roana - ha detto il preside della Facoltà Andrea Toniolo - toccano temi rilevanti per il nostro tempo: natura, rivelazione, storia universale, concetti che Benedetto XVI continua a riprendere nei suoi discorsi”. Giampietro Ziviani, docente di ecclesiologia, ha ricordato l’incontro tra il teologo padovano e Joseph Ratzinger, a quel tempo decano e vicerettore dell’Università di Regensburg. Fu un incontro che restò dentro a entrambi, tanto che, come ha raccontato il vicario generale della diocesi di Padova, mons. Paolo Doni, nell’Udienza di mercoledì scorso Benedetto XVI, informato della pubblicazione del libro e dell’atto accademico della Facoltà, ha affermato: “Ricordo bene i convegni di Roana”. Roberto Tura ha spiegato perché ha messo insieme pagine e persone: “Per esaudire uno degli ultimi desideri di Luigi Sartori: vedere il suo nome ancora una volta vicino a quello di Joseph Ratzinger”.

SIR

Domenica le numerose sigle del popolo della Vita riunite in Vaticano. A mezzorgiono il saluto di Benedetto XVI durante la recita del Regina Caeli

Saranno almeno sessanta i pullman che porteranno in Vaticano domenica prossima i volontari del Movimento per la Vita mentre altre migliaia giungeranno in treno: a una settimana dalla "Marcia per la Vita" che domenica scorsa ha visto sfilare una compagine di sigle anche lontane dal mondo cattolico, il popolo della Vita riempirà con una folla festosa l'Aula Paolo VI per il "LifeDay 2012". Dopo i canti e le testimonianze, il momento principale sarà alle 12.00 quando il Papa, dopo la recita del Regina Caeli, saluterà i partecipanti dalla finestra del suo studio privato affacciata su Piazza San Pietro. La conduttrice Lorena Bianchetti darà poi la parola al card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Il mondo dell'associazionismo cattolico questa volta sarà presente al gran completo con i presidenti delle tre reti: Francesco Belletti del Forum delle associazioni familiari, Franco Pasquali, presidente di Rete in Opera, e Lucio Romano, presidente di Scienza e Vita. Con il presidente di MpV Carlo Casini ci saranno anche i presidenti delle Acli, Andarea Olivero, di Rinnovamento nello Spirito Santo Salvatore Martinez e della Papa Giovanni XXIII, Paolo Ramonda, ma saranno rappresentate anche l'Azione Cattolica, Comunione e Liberazione e il Cammino neocatecumenale. "Quest'anno - spiega un comiunicato del MpV - sono tante le ragioni di questa celebrazione: l'anniversario della legge 194 sull'aborto che ha finora causato l'uccisione di 5 milioni e mezzo di bambini; la premiazione dei vincitori della XXV edizione del Concorso scolastico europeo che in questi anni ha coinvolto oltre un milione di studenti; il varo dell'iniziativa europea 'Uno di noi' per richiedere il riconoscimento dei diritti umani al concepito".

Agi