sabato 15 dicembre 2012

In Vaticano si continuano a maturare figuracce, si continua a tollerare, sazi del proprio intatto narcisismo, che il Papa possa essere offeso, calunniato. Che le sue parole possano essere copiate e incollate, ritagliate in fantasiosi collages, utili alla diffamazione della Chiesa

Se la stessa attenzione, lo stesso presenzialismo narcisistico, se lo stesso profluvio di vacuo opinionismo versato sull'altare di Twitter, fosse stato impiegato per difendere il Santo Padre dalle infamanti accuse di cui è stato fatto oggetto ieri, probabilmente i vari comunicatori vaticani si sarebbero riabilitati dalle figuracce maturate fino ai nostri giorni. E invece nonostante Greg Burke, nonostante l'account su Twitter, nonostante i vari cazzari mediatici vaticani la sparino ogni giorno più grossa, si continuano a maturare figuracce, si continua a tollerare, sazi del proprio intatto narcisismo, che il Papa possa essere offeso, calunniato. Che le sue parole possano essere copiate e incollate, ritagliate in fantasiosi collages, utili alla diffamazione della Santa Chiesa di Cristo. Prendiamo l'esempio di ieri. Viene fatta una conferenza stampa per spiegare il Messaggio del Papa in occasione della Giornata Mondiale per la Pace. Evidentemente la conferenza stampa è inutile. I comunicatori sono degli inetti. Perché non solo sui giornali appaiono titoli che stravolgono la verità e le parole del Papa, ma nessuno si sente in dovere di precisare alcunché, di chiarire il vero senso di quelle parole. C'è di più. A partire dal nuovo giornale di Luca Telese Pubblico, viene divulgata una strana pseudo-notizia: il Papa avrebbe benedetto la promotrice ugandese di una legge che prevederebbe la pena di morte per gli omosessuali. Chiaramente i titoli sono volti ad associare il Papa all'accettazione della pena di morte per gli omosessuali. Come se la Chiesa appoggiasse al fondo questo genere di iniziative disumane. Nessuno però sa che tale proposta di legge, non ancora approvata, non solo non è stata promossa dalla Speaker del Parlamento Ugandese, Rebecca Kadaga, non solo non prevede più la pena di morte (originariamente prevista per pedofili e stupratori affetti da AIDS), ma è stata avversata dalla Chiesa Cattolica, ai massimi livelli, sin dal 2009. Allora, all'apparire di questa proposta di legge, il legal attaché della Santa Sede presso le Nazioni Unite, padre Philip J. Bene, condannò apertamente tale proposta di legge affermando nel corso di una pubblica riunione: "The Holy See continues to oppose all grave violations of human rights against homosexual persons, such as the use of the death penalty, torture and other cruel, inhuman and degrading punishment. The Holy See also opposes all forms of violence and unjust discrimination against homosexual persons, including discriminatory penal legislation which undermines the inherent dignity of the human person". Parole inequivocabili! Ma non basta. Anche il vescovo cattolico di Kampala, Mons. Cyprian Lwanga, condannò in quell'occasione la legge ritenuta "non necessaria" e "contraria ai nostri valori fondamentali". Torniamo però per un attimo alle parole del Papa. Cosa afferma nel suo Messaggio? Ebbene, dice il Papa: "Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale". "Anche" congiunge questo periodo ai precedenti che parlano di aborto ed eutanasia. I quotidiani italiani, tutti, perché come pecore belanti copiano tutti gli stessi lanci di agenzia, hanno operato una illegittima unione di questo periodo con alcuni estratti del successivo: "Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace". Si è creato quindi una pensiero che non è del Papa, giustapponendo due pezzi del discorso. Ciò che per il Papa è invece una offesa contro la verità e una ferita alla giustizia e alla pace è il fatto che non si comprendano i principi fondamentali (diritto alla vita dal concepimento alla morte, struttura naturale del matrimonio quale unione di uomo e donna) o, peggio, si finisca per negarli (legislazioni abortiste ed eutanasiche). Sugli omosessuali giova invece ricordare le parole del Papa espresse in "Luce del mondo", il suo famoso libro-intervista: "Gli omosessuali sono persone con i loro problemi e le loro gioie, e alle quali, in quanto persone, è dovuto rispetto, persone che non devono essere discriminate perché presentano quelle tendenze. Il rispetto per la persona è assolutamente fondamentale e decisivo". Ora i grandi geni della comunicazione vaticana si mettano all'opera perché il vero pensiero del Papa venga difeso, diffuso e compreso. Grazie.

Francesco Colafemmina, Fides et Forma