lunedì 3 dicembre 2012

Anno della fede. Vescovi argentini: fin dalla nascita della nostra nazione la fede cristiana è stata trasmessa all’interno delle famiglie e attraverso la cultura del nostro popolo. Il nostro desiderio è quello di diffondere, condividere e incarnare la fede nella vita degli argentini

"L’Anno della fede appena iniziato ci invita a rinnovare la nostra fede nel Dio vivo e vero con la coscienza grata per il dono ricevuto. Fin dalla nascita della nostra nazione la fede cristiana è stata trasmessa all’interno delle famiglie e attraverso la cultura del nostro popolo. Il nostro desiderio è quello di diffondere, condividere e incarnare la fede nella vita degli argentini". È quanto affermano in un documento i vescovi argentini a margine della 104° assemblea plenaria svoltasi a Buenos Aires. I presuli si dicono grati per la fede di molti argentini che sono stati in tutti questi anni testimoni del Vangelo e cittadini esemplari. "Il centro della fede cristiana è Gesù Cristo - affermano i vescovi nel documento - il Figlio di Dio fatto uomo, nostro fratello e nostro Redentore che ci ha rivelato l’amore del Padre e ci ha comunicato lo Spirito Santo, fonte di rinnovamento e di unità. Continuiamo a promuovere la fraternità e l’amicizia sociale del popolo per camminare insieme verso la ricerca del bene comune. Benedetto XVI - continuano i presuli - ci ha invitato a celebrare questo tempo di conversione, di riflessione sincera e di nuova adesione al Signore. Il Papa ci ha anche ricordato che la fede non può essere imprigionata nel profondo del cuore, ma ha una dimensione pubblica e deve essere espressa in modo coerente. Con tutti i discepoli missionari di Gesù in Argentina stiamo percorrendo le strade della nuova evangelizzazione. Pertanto, come pastori, rinnoviamo il nostro impegno di annunciare il Vangelo. Questo è il servizio più importante che siamo in grado di offrire alla società argentina". In questo Anno della fede, insieme alla Chiesa in tutto il mondo, e nel percorso del Bicentenario della nazione (dal 2010 al 2016), la Conferenza Episcopale argentina ha rinnovato l’impegno di servizio verso tutti, in particolare con quelli che soffrono di più. "Chiediamo alla Vergine Maria, Nostra signora di Luján, di abbracciare tutti coloro che aspettano il conforto della verità, della giustizia e della pace". Infine, nel documento i presuli hanno espresso la loro profonda preoccupazione per la persistenza di numerose criticità nella vita morale e culturale del Paese. In particolare, è stato ribadito il diritto alla vita e che "la dignità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale, è la base di tutti i diritti umani. La famiglia - hanno ricordato i vescovi - è fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e ha un valore radicato nel nostro popolo. Essa è la base della nostra società. Assistiamo, purtroppo, e con viva preoccupazione a una corrente culturale e una serie di iniziative legislative che sembrano ignorare la sua importanza e danneggiano la sua identità». Infine, i presuli argentini hanno constato un diffuso senso di angoscia tra la popolazione per il futuro del Paese e, in particolare, per i giovani. Migliaia di famiglie, in alcuni casi anche numerose, costrette a vivere con un solo reddito. «È enorme il numero di coloro che non hanno un lavoro e hanno scelto di non proseguire gli studi. Centinaia di migliaia di ragazzi non hanno un futuro. Questa situazione di precarietà e di incertezza porta i giovani a rifugiarsi nella droga e ad arruolarsi a bande di narcotrafficanti. Occorre intervenire al più presto in loro aiuto - concludono i vescovi - e impedire il dilagare di questo turpe fenomeno".

L'Osservatore Romano