giovedì 1 novembre 2012

Sinodo dei vescovi 2012. Mons. Forte: l'evangelizzatore non è un navigatore solitario, ma siamo tutti insieme nella grande barca di Pietro. Dialogo ecumenico e interreligioso non si oppone all'annuncio del Vangelo, anzi ne è una via

"Il dialogo ecumenico e interreligioso non si oppone all'annuncio del Vangelo, anzi ne è una via". Lo afferma l'arcivescovo Bruno Forte, intervistato dalla Radio Vaticana sui lavori del Sinodo dei vescovi appena concluso. Secondo il presule, che è stato anche eletto nel Consiglio della Segreteria del Sinodo che collaborerà con il Papa alla redazione del documento conclusivo ufficiale, che avrà forma di Esortazione Apostolica, dall'assemblea dei rappresentanti di tutti gli episcopati del mondo è stata riconosciuta "l'urgenza che sia tutta la Chiesa che annuncia a tutti il Vangelo, a tutto l'uomo e ad ogni uomo". "Dunque - scandisce mons. Forte - nella Nuova Evangelizzazione non c'è un protagonismo soltanto di alcuni. Il ministero del vescovo e dei presbiteri sono fondamentali percheèsono al servizio dell'unità della comunità cristiana e dell'annuncio del Vangelo. Ma poi sono i laici quelli che, nella complessità e varietà delle situazioni del mondo, portano la testimonianza del Vangelo". "I genitori - ricorda l'arcovescovo di Chieti-Vasto - sono i primi testimoni della fede per i figli, e i giovani sono non solo interlocutori e destinatari privilegiati del Vangelo, perchè è la novità di Cristo che viene a dare senso e bellezza alla novità del loro cuore, ma sono anche quelli che a loro volta, devono diventare evangelizzatori dei loro coetanei". In buona sostanza, riassume il presule teologo, "l'evangelizzatore non è un navigatore solitario, ma siamo tutti insieme nella grande barca di Pietro" e "naturalmente è anche molto importante il linguaggio dei nuovi media, soprattutto della rete, del web, che oggi accorcia apparentemente le distanze, ma a volte suscita lacerazioni, confronti ancora più forti fra le differenti esperienze che vengono vissute nel villaggio globale". "Ecco perchè - conclude mons. Forte - su questi fronti l'acquisizione di nuovi linguaggi e delle loro metodologie diventano quanto mai preziose".

Agi