sabato 24 novembre 2012

Il 30 novembre 1952 il Motu Proprio 'Valde solliciti' con il quale Pio XII semplificava le vesti cardinalizie e soprattutto chiedeva ai porporati di dimessare la coda della cappamagna allora lunga circa 12 metri

Questa mattina Benedetto XVI ha tenuto il suo quinto Concistoro creando sei nuovi cardinali, nessuno dei quali italiano o europeo. L’occasione delle nuove porpore mi fa ricordare un breve documento di Pio XII, pubblicato sessant’anni fa, il 30 novembre 1952. Si tratta del Motu Proprio “Valde solliciti”, con il quale Papa Pacelli semplificava le vesti cardinalizie e soprattutto chiedeva ai porporati di dimessare la coda della cappamagna cardinalizia (allora lunga circa 12 metri) stabiliendo inoltre che da quel momento essa non venisse più svolta, ma fosse tenuta sempre avvolta attorno al braccio. “Il Papa taglia la coda ai cardinali”, titolarono i giornali. E’ interessante notare le motivazioni messe nero su bianco dal Pontefice per giustificare la riduzione del fasto e del lusso nelle vesti. Il Papa chiedeva che più che per le code smisurate, i padri cardinali fossero ammirati per la loro sollecitudine verso i bisogni della gente. Quelle regole non sono state mai abolite, anche se il successore di Pio XII, il Beato Giovanni XXIII, concesse ai porporati di svolgere di nuovo la coda, senza però farla tornare alle dimensioni precedenti. Colpisce pertanto che in certo revival tradizionalista, non ci sia limitati a riesumare le cappe magne con esibizione dell’intera coda, ma se ne siano fabbricate di nuove senza curarsi delle osservazioni di buon senso stabilite da Papa Pacelli. Non ho nulla contro le cappa magne e chi ama indossarle con frequenza, anche se personalmente non le ritengo così indispensabili per la nuova evangelizzazione, tanto più che non si tratta di vesti liturgiche (ma la mia è soltanto un’opinione personale). Prevedo già alcune obiezioni da parte di chi mi ricorderà gli abusi liturgici e la trasandatezza degli abiti del clero postconciliare considerando le cappe magne come una reazione. Mi chiedo soltanto per quale motivo vi siano tradizionalisti più tradizionalisti della tradizione che non si accontentano di riesumare le vesti di sapore rinascimentale ma sembrano ignorare le leggi stabilite in questa materia dall’autorità ecclesiastica.

Andrea Tornielli, Sacri Palazzi