martedì 9 ottobre 2012

Numerosi interventi liberi dei Padri sinodali nella seconda Congregazione generale: passione ed energia dei vescovi del Sud del mondo

Per gli interventi liberi della seconda Congregazione generale del Sinodo, tenuta alla presenza del Papa nel pomeriggio di ieri, hanno preso la parola numerosi Padri sinodali. Il cardinale tedesco Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia, ha sostenuto che evangelizzare significa dare anima alla carita, basandosi sui sacramenti. L'arcivescovo di Dublin, Diarmuid Martin, si è detto colpito dall'faccento sulla gioia e sulla fiducia, tanto necessarie in una Chiesa locale come quella irlandese che ha subito duri colpi al suo interno. Il patriarca di Antiochia dei greco- melkiti, Gregorios III Laham, Capo del sinodo della Chiesa grecomelkita cattolica, è intervenuto due volte, prima per per chiedere contatti più continuativi tra tutte le Chiese, e poi per affermare che cattolici del vicino e Medio Oriente devono avere il coraggio di presentare la loro fede anche nelle situazioni più pericolose. In riferimento all'attuale stagione in quella parte del mondo, il patriarca ha detto che i valori espressi dal Vangelo possono essere anche un contributo importante, "un bel programma", ha detto, alle cosiddette primavere arabe. Anche il patriarca di Antiochia dei Siri, Ignace Youssif III Younan, ha sottolineato che le Chiese mediorientali subiscono il martirio e che le condizioni politiche dei loro Paesi impediscono loro di evangelizzare. Il card. Christoph Schonborn, arcivescovo di Vienna e presidente della Conferenza Episcopale austriaca, ha invitato a guardare ai lontani dalla fede, ricordando che i vescovi sono chiamati a essere i primi evangelizzatori. Colpito dalla passione e dall'energia che emerge dal Sud del mondo si è detto lo statunitense vescovo di Tucson, Gerald Frederick Kicanas. Il card. Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza Episcopale spagnola, ha incentrato il suo intervento sul significato della proclamazione a dottore della Chiesa di San Giovanni dfAvila, additandolo come esempio ai cristiani nelle difficoltà anche di quest'epoca. Secondo il gabonese Mathieu Madega Lebouakehan, vescovo di Port-Gentil, i cattolici non trovano spazio sui mezzi di comunicazione quando parlano specificamente della loro fede e non si limitano a interventi di tipo sociale. La denuncia dell'impossibilità di fare opera di evangelizzazione, vietata come proselitismo in molti Paesi africani e non solo, è venuta dal vescovo della diocesi nigeriana di Sokoto, Matthew Hassan Kukah. Il patriarca di Gerusalemme dei Latini, Fouad Twal, presidente della Conferenza dei vescovi latini nelle regioni arabiche (Celra), ha lamentato quelle che ha definito conversioni a senso unico, per cui in molti Paesi un cristiano può farsi musulmano, ma non il contrario. Il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale italiana, ha detto che il Sinodo deve essere percepito come un porsi in ascolto del mondo con la stessa consapevolezza del Concilio. Il cardinale ha poi denunciato il liberismo in campo economico e il libertarismo in campo morale, segni entrambi di un degrado valoriale al quale deve opporsi l'azione ecclesiale, in particolare nel settore dell'feducazione. Il ruolo dei laici nell'evangelizzazione è stato sottolineato dal card. Lluis Martinez Sistach, arcivescovo di Barcellona. L'arcivescovo di Przemysl dei Latini e presidente della Conferenza episcopale polacca, Jozef Michalik, ha lodato la forza dei nuovi movimenti ecclesiali laicali, rivendicando pero anche il ruolo fondamentale di quelli di più consolidata tradizione. Il cardinale brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di Sao Paulo, ha invitato a condividere le esperienze di fede e di religiosita e a non temere di manifestarle. I lavori sono stati chiusi dal card. Donald William Wuerl, arcivescovo di Washington, che in mattinata aveva tenuto la "Relatio ante disceptationem" del Sinodo. Il porporato si è detto convinto dellìinteresse nella stampa e nellìopinione pubblica per l'apertura del Sinodo e ha sottolineato come le domande rivolte con più insistenza siano state quelle sulla continuità con la stagione di rinnovamento e di energia del Concilio.

L'Osservatore Romano