martedì 16 ottobre 2012

Mons. Gmür: importante ripensare se non ci sia un mandato ecclesiale che dia ai laici una missione per l’attività pastorale che svolgono. Mons. Grech: coppie di fatto e divorziati risposati devono vedere e sentire l'amore della Chiesa

Un appello ai vescovi perché, loro per primi, siano “credibili” come annunciatori del Vangelo: lo ha lanciato stamane al Sinodo sulla nuova evangelizzazione mons. Felix Gmür, vescovo di Basilea in Svizzera. “Per essere credibili - ha detto tra l’altro -, bisogna dapprima evangelizzare se stessi”. L’appello alla conversione è stato rivolto “alle persone e all’istituzione. La conversione della persona trova la sua corrispondenza nella riforma delle istituzioni”. Mons. Gmür ha poi sottolineato il ruolo e la presenza dei fedeli laici nella chiesa oggi, citando il caso della sua diocesi: “Tanti fedeli danno testimonianza della loro fede. Fanno vedere il volto umano e personale di Gesù. Come possiamo valorizzare l’azione evangelizzatrice di questi laici - si è domandato - e riconoscere le loro competenze? Prendiamo sul serio le loro esperienze, domande e proposte concrete, per esempio in materia di vita relazionale? Mi pare che dobbiamo ascoltare di più e discernere con benevolenza ciò che i laici ci dicono”. Il vescovo svizzero ha poi parlato della esigenza di un maggiore coinvolgimento dei laici: “Sarebbe importante ripensare se non ci sia un mandato ecclesiale che dia loro, a uomini e donne, una missione per l’attività pastorale che svolgono sulla base della loro dignità di battezzati”. Ha concluso ricordando che “l’ascolto più profondo e un mandato ufficiale per i laici sono due segni concreti che potrebbero renderci più credibili come Chiesa”.
Da un lato la “dignità e santità” del matrimonio cristiano e dall’altra i “tanti matrimoni che purtroppo finiscono male”: ne ha parlato stamane al Sinodo, in Vaticano, mons. Mario Grech, vescovo di Gozo (Malta). “Pur riconoscendo le difficoltà, credo oggi sia fondamentale essere presenti come Chiesa nella vita di tante coppie di fatto o divorziati risposati - ha affermato -. Per le coppie di fatto che sentono l’insegnamento del Magistero come un macigno sulla loro testa e sui loro cuori, e trovano difficoltà a riconciliarsi con la Chiesa e forse con Dio, l’avere la Chiesa che cammina accanto a loro si rivela veramente come buona notizia per loro”, ha poi detto. Proseguendo nel suo intervento ha richiamato alcuni pensieri del Papa, nel discorso al recente incontro mondiale delle famiglie: “Questo problema dei divorziati risposati è una delle grandi sofferenze della Chiesa di oggi. E non abbiamo semplici ricette...E poi, quanto a queste persone, dobbiamo dire che la Chiesa le ama, ma esse devono vedere e sentire questo amore. Mi sembra un grande compito di una parrocchia, di una comunità cattolica, di fare realmente il possibile perché esse sentano di essere amate, accettate, che non sono "fuori" anche se non possono ricevere l’assoluzione e l’Eucaristia: devono vedere che anche così vivono pienamente nella Chiesa’”.

SIR

Intervento di mons. Felix GMÜR, vescovo di Basel (SVIZZERA)

Intervento di mons. Mario GRECH, vescovo di Gozo (MALTA)