sabato 20 ottobre 2012

Card. Versaldi: trasparenza non significa automaticamente pubblicizzazione del male che porta allo scandalo. La Chiesa comunichi meglio come vengono usati i beni in suo possesso che sono a servizio dell' evangelizzazione e della promozione umana in tutto il mondo

Malversazione, corruzione, malgoverno a volte non risparmiano nemmeno le strutture cattoliche. Ecco cosa dovrebbe fare un vescovo quando scopre che all’interno della propria diocesi che c’è chi sottrae dalle casse comuni preziose risorse. Il card. Giuseppe Versaldi (nella foto con Benedetto XVI), presidente della Prefettura degli Affari Economici, uno dei più stretti collaboratori del card. Tarcisio Bertone, nel suo intervento scritto al Sinodo dei vescovi, ha stilato una serie di regole pratiche da seguire. E proprio per evitare danni peggiori, ha sottolineato, bisogna evitare di mettere tutto in piazza. "Trasparenza non significa automaticamente pubblicizzazione del male che porta allo scandalo". Un po’ come dire: i panni sporchi è meglio lavarli in casa. Ma vediamo quali sono i suggerimenti forniti dal cardinale. Primo: Se si scoprono irregolarità, prima di denunciare all’autorità ecclesiastica il responsabile di questi "errori", occorre far leva su una buona dose di comprensione. "Esiste una reale difficoltà a trovare il giusto equilibrio tra le prioritarie esigenze del fine spirituale e le tecniche con cui i beni materiali sono trattati dalle amministrazioni ecclesiastiche in quanto queste tecniche sono dettate dal mondo e sovente possono essere in contrasto con il fine religioso. Ne consegue - ha rilevato il cardinale - che la possibilità di sbagliare da parte di coloro che amministrano i beni ecclesiastici verso i quali deve valere nella Chiesa la presunzione di buona intenzione e di onestà fino alla dimostrazione del contrario, anziché la facile accusa di interesse o di potere personale propria dei denigratori della Chiesa". Secondo: "Nei casi possibili di cattiva amministrazione dei beni ecclesiali, come terapia deve valere nella Chiesa la medicina evangelica della correzione fraterna". Terzo: "Prima della denuncia all’autorità deve valere il confronto personale per dare la possibilità di ravvedimento e riparazione". Quarto: "Solo se non c’è conversione, si deve ricorrere all’autorità competente alla quale spetta il compito di verificare le accuse senza che queste siano già considerate prova di malgoverno". E comunque, quando nella Chiesa si commettono "errori" nell’amministrazione del denaro e delle proprietà materiali, deve valere sempre "la presunzione di buona intenzione e di onestà", almeno fintanto che non sia "dimostrato il contrario", anzichè la "facile accusa di interesse o di potere personale". Il card. Versaldi motiva questa lista di osservazioni, sottolineando che "l’annuncio del Vangelo deve essere sempre accompagnato dalla credibilità di colui che lo annuncia mettendo in pratica il messaggio che proclama". In ogni caso non è facile amministrare i beni della Chiesa. "Esiste una reale difficoltà a trovare il giusto equilibrio tra le prioritarie esigenze del fine spirituale e le tecniche con cui i beni materiali sono trattati dalle amministrazioni ecclesiastiche in quanto queste tecniche sono dettate dal mondo e sovente possono essere in contrasto col fine religioso". In ogni caso Versaldi mette in guardia: la Chiesa dovrebbe comunicare "meglio come vengono usati i beni in suo possesso che sono a servizio dell’evangelizzazione e della promozione umana in tutto il mondo".

Franca Giansoldati, Il Messaggero.it

Intervento del card. Giuseppe VERSALDI, Presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede