martedì 9 ottobre 2012

Card. Erdo: la gente in Europa oggi ha fame e sete di speranza. I nuovi movimenti ecclesiali una vera benedizione per la Chiesa, se riescono ad evitare la tentazione postmoderna di accontentarsi di sentimenti e percezioni particolari

Alle 16.35 di ieri con la recita dell’Adsumus, alla presenza del Santo Padre, ha avuto luogo la seconda Congregazione generale, per la lettura delle Relazioni sui Continenti e l’inizio degli interventi dei Padri sinodali sul tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana". Presidente felegato di turno era il card. John Tong Hon, vescovo di Hong Kong. È seguito un tempo di interventi liberi dei Padri sinodali. A questa Congregazione generale, che si è conclusa alle 19.00 con la preghiera dell’Angelus Domini, erano presenti 256 Padri sinodali.
"La gente in Europa oggi ha fame e sete di speranza". Lo ha affermato il card. Peter Erdo, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali europee, presentando in aula il rapporto sulla situazione del Continente, che descrive come fiaccato da tre fattori negativi: "il calo demografico e l'invecchiamento della popolazione, la crisi economica e l'indebolimento dell'identità culturale e religiosa". La Chiesa, ha assicurato, fa la sua parte e tra le iniziative "per rispondere alla crisi familiare, si è potuta persino intraprendere la visita di tutte le famiglie cattoliche nel nome della parrocchia, con l'incarico del vescovo". "Molti laici - ha rilevato - ricevono ora la formazione per questa missione". "Soprattutto la crisi finanziaria - ha evidenziato il presidente dei vescovi europei - ha costretto i politici a prendere drastiche misure contrarie alla volontà dei propri elettori. La gente ha spesso l'impressione che la democrazia tradizionale stia perdendo il suo significato". "Si manifestano così - ha spiegato - i segni di un'illusione secondo cui sia possibile governare la società con i mass-media e l'economia, rinunciando completamente al diritto e alla moralita'". "La scristianizzazione - ha denunciato Erdo - è accompagnata da ripetuti attacchi giuridici, e talora fisici, contro la presenza visibile delle manifestazioni della fede". In proposito, il cardinale ungherese ha citato l'Osservatorio europeo di cristianofobia che "tra i segni preoccupanti di ostilità sistematica" segnala "molti casi di discriminazione e di violenza contro i cristiani in quasi tutti i paesi europei. Non di rado accade pure - osserva il cardinale - che i tribunali rifiutino l'aiuto alle vittime cristiane di tali attacchi". Secondo il rapporto presentato oggi al Sinodo, "la stragrande maggioranza dei casi di violenza e di discriminazione per l'appartenenza religiosa si compie in Europa contro cristiani, soprattutto cattolici". Per Erdo, è da rilevare anche che "la scristianizzazione non è solo un processo spontaneo: oggi - ha detto - dobbiamo costatare con preoccupazione il sorgere dei cosiddetti 'diritti umani di terza e quarta generazione' che non hanno più chiari legami con la visione umana e cristiana del mondo nè con la moralita' oggettiva espressa anche nelle categorie del diritto naturale". Sulla scorta delle parole di Giovanni Paolo II riguardo allo "smarrimento della memoria del cristianesimo", il presidente dei vescovi europei fa notare che "tale processo comporta purtroppo un grande rischio anche per la societa' civile. Bisogna costatare - ha concluso - che lo stato di diritto si è indebolito negli ultimi anni in diversi paesi". I nuovi movimenti ecclesiali "sono una vera benedizione per la Chiesa, se riescono ad evitare la tentazione postmoderna di accontentarsi di sentimenti e percezioni particolari". Secondo il porporato ungherese, va sottolineato "il ruolo prezioso di alcuni movimenti di spiritualità, menzionati già nell'Esortazione Apostolica 'Ecclesia in Europa' e con riferimento implicito al Cammino Neocatecumenale, che trova ostacoli in alcuni vescovi, ha rilevato che "la presenza attiva nella missione di persone provenienti da altri paesi e da altri continenti, incoraggia molto i fedeli europei". Secondo il presidente dei vescovi europei, "un altro segno dei tempi, particolarmente promettente in Europa, è la crescita del volontariato nelle parrocchie, specialmente nell'opera caritativa. Soprattutto i pensionati, in età compresa tra i 65 e i 75 anni, dimostrano una generosita' commovente e contribuiscono a rafforzare la solidarietà tra le generazioni". "A partire dall'anno scorso, quando, con l'aiuto del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, abbiamo nuovamente organizzato una grande missione in 12 città europee, si è constatato con gioia - assicura - lo spirito di iniziativa presso molte parrocchie". Un intero capitolo del suo rapporto al Sinodo, il card. Erdo lo ha dedicato infine "alle Giornate Mondiali della Gioventù di Colonia e di Madrid, e alle visite pastorali del Santo Padre in diversi paesi, che - ha sottolineato - hanno costituito un grande segno di speranza e hanno avuto un'efficacia missionaria straordinaria. Il movimento delle masse, la partecipazione dei mass-media, le grandi celebrazioni hanno toccato il cuore della gente, particolarmente sensibile a questo linguaggio di comunicazione". Secondo Erdo "gli effetti di tali eventi di massa non sono fugaci. In quelle occasioni diversi partecipanti hanno ricevuto persino la loro vocazione sacerdotale o religiosa". "Anche alcuni vescovi - ha concluso - sono tornati profondamente commossi da questi incontri". "Le questioni irrisolte sui Balcani, la situazione precaria dei cattolici nella Bosnia, i diversi conflitti connessi con il fenomeno dell'immigrazione nell'Occidente europeo richiedono una testimonianza equilibrata e a volte un paziente servizio da parte della Chiesa" ha affermato il porporato, denunciando che "continuano purtroppo ad essere presenti in Europa tensioni nazionali ed etniche". "Ringraziamo la Divina Provvidenza - ha detto - perchè negli ultimi anni è proseguita, nonostante i suddetti problemi, la riconciliazione tra le nazioni europee". "Incoraggiate da Benedetto XVI - ricorda - le Conferenze Episcopali della Slovacchia e dell'Ungheria hanno potuto sottoscrivere nel 2006 un atto di riconciliazione". Secondo il presidente dei vescovi europei, "il loro gesto può servire da esempio per la società di entrambe le nazioni". "In questo contesto si inseriscono i risultati ecumenici piu' recenti. Malgrado il fatto che alcune nuove comunità siano fortemente anticattoliche, e che altri ambienti cristiani cerchino di riaffermare la loro identità mediante attacchi contro la Chiesa Cattolica, la collaborazione pratica generale tra le Chiese e le comunità cristiane in Europa sta crescendo". Invece, "le Chiese ortodosse hanno espresso un larghissimo consenso circa la famiglia e la vita, circa i criteri dei rapporti tra Stato e Chiesa e la crisi economica. Anche con le comunità protestanti sta crescendo in Europa lo spirito di fratellanza e solidarietà". "Oltre a ciò - ha concluso - cresce tra i vescovi cattolici di rito latino e orientale la coscienza dell'unità, della fratellanza e della vera comunione. Chiediamo dunque la luce dello Spirito Santo per i lavori di questa Sinodo e per tutta la nuova evangelizzazione".

Agi

Relazione perr l’Europa: card. Péter ERDŐ, arcivescovo di Esztergom-Budapest, presidente della Conferenza Episcopale, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali dell'Europa (C.C.E.E.) (UNGHERIA)