martedì 16 ottobre 2012

Anno della fede. Card. Brady: Benedetto XVI ricorda a tutti noi che la porta della fede è sempre aperta, non è mai chiusa. Passare attraverso quella porta significa intraprendere un viaggio che dura una vita

"Durante quest’Anno della fede tutti noi abbiamo di fronte due domande che Gesù chiese ai suoi discepoli. La prima, alla quale è più semplice rispondere: 'Chi dice la gente che io sia?”. Ma la cosa più importante che loro chiesero - e che ci viene chiesto - è 'Voi chi dite che io sia'? È vitale che noi rispondiamo a questa domanda in modo da stabilire o rinnovare un rapporto con il Cristo, Figlio del Dio vivente". È quanto ha affermato il card. Seán Baptist Brady, arcivescovo di Armagh, che ha concelebrato giovedì scorso, insieme con l’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, al vescovo di Killaloe, mons. Kieran O’Reilly, e numerosi vescovi e sacerdoti di tutto il mondo, la Messa presieduta da Benedetto XVI in occasione dell’inaugurazione dell’Anno della fede. "È stata un’occasione gioiosa. Il Papa nella sua recente lettera 'Porta fidei' ha ricordato a tutti noi che la porta della fede è sempre aperta per noi, non è mai chiusa. Passare attraverso quella porta - ha sottolineato il porporato - significa intraprendere un viaggio che dura una vita. È un cammino che inizia con il battesimo e si conclude con il passaggio attraverso la morte per raggiungere la vita eterna. Il Papa ha costantemente ricordato la necessità di riscoprire l’importante viaggio in modo da sperimentare la gioia e l’entusiasmo di incontrare Cristo, il Cristo che conduce la gente fuori del deserto verso la pienezza di vita. 'Porta fidei' - ha proseguito l’arcivescovo di Armagh - ci spiega che l’Anno della fede celebrerà il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. E Benedetto XVI, durante la celebrazione liturgica, ci ha ricordato come Papa Giovanni XXIII, il Beato Giovanni, nel suo discorso di apertura cinquant’anni fa, aveva presentato lo scopo principale del concilio Vaticano II: 'Questo massimamente riguarda il concilio ecumenico: che il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito e insegnato in forma più efficace...Lo scopo principale di questo concilio non è, quindi, la discussione di questo o quel tema della dottrina...Per questo non occorreva un Concilio...È necessario che questa dottrina certa ed immutabile, che deve essere fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo'". Il card. Brady, quindi, ribadisce ancora una volta che "l’Anno della fede ci offre l’opportunità unica di ritornare a quel Concilio e studiare, leggere o rileggere i sedici documenti nelle sue costituzioni, decreti e dichiarazioni. Papa Benedetto XVI ha sottolineato che questi testi non hanno perso nulla del loro valore o acume. In effetti possiamo scoprire che rimane ancora molto da fare". Infine, l’arcivescovo di Armagh ha voluto ricordare che "è anche il ventesimo anniversario della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e il Catechismo ci offre anche un’occasione unica per riappropriarci della potenza e della bellezza della nostra fede. Che tutti noi, in quest’Anno della fede - ha concluso il porporato - possiamo cogliere l’opportunità di acquisire una nuova comprensione e un rinnovamento di tale fede. Possa essa contribuire a una rinnovata conversione a Gesù, il Signore".

L'Osservatore Romano