venerdì 14 settembre 2012

Visita del Papa alla Basilica di St Paul e firma dell'Esortazione Apostolica 'Ecclesia in Medio Oriente'. Il saluto del Patriarca Gregorios III Laham

Nel pomeriggio, Papa Benedetto XVI ha compiuto la visita alla Basilica Greco-Melkita di St Paul, durante la quale ha firmato l’Esortazione Apostolica post-sinodale "Ecclesia in Medio Oriente". Il Santo Padre è statp accolto dal Patriarca Greco-Melkita, Sua Beatitudine Gregorios III, sul sagrato della Basilica. Il tempio può contenere 450 persone circa. Erano presenti il presidente del Libano e la sua consorte, i patriarchi e vescovi del Libano, i membri del Consiglio Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi, una delegazione ortodossa e una delegazioe musulmana. Il patriarca Gregorios III Laham ha rivolto al Papa alcune parole di benvenuto. "Oggi - ha detto - ci porta la luce dell'Oriente, 'Orientale lumen', contenuta nell'Esortazione Apostolica post-sinodale. Da parte nostra, accogliamo questo documento con affetto e riconoscenza. Per questo motivo, a nostra volta, desideriamo offrirle, Santità, la conferma mutua di questa fede, che è la sua e dei nostri amati fratelli in Occidente". Il patriarca ha poi dato il benvenuto al Pontefice anche "a nome dei patriarchi e dei vescovi delle Chiese Cattoliche orientali, che hanno risposto al suo invito, partecipando numerosi all'Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi". Un'assise, ha aggiunto, "che è stata il segno del suo affetto e della sua sollecitudine. Lei porta un messaggio a questo 'Libano-messaggio', come l'ha ben definito il suo predecessore Giovanni Paolo II, amico del Libano, dei Paesi arabi e del mondo intero". Dopo aver ricordato come Papa Ratzinger abbia voluto apporre la sua firma sul documento post-sinodale proprio in Libano, il patriarca ha sottolineato che essa si rivolge a tutti i cristiani dell'Oriente arabo. "È un documento - ha detto - che li aiuta a chiarire il senso della loro esistenza, del loro ruolo, della loro missione, del loro servizio, della loro testimonianza, in questo mondo arabo a maggioranza musulmana. Questa missione si riassume nell'invito a essere luce, sale e lievito. Permette ai cristiani di sapere che sono il piccolo gregge che non ha paura e non indietreggia di fronte alla grandezza del compito, di essere per e con il grande gregge". L'essenza di questa esortazione apostolica post-sinodale, ha proseguito, è contenuta nei suoi testi, soprattutto quando fa riferimento all'unità all'interno per una testimonianza all'esterno (ad intra e ad extra). Si tratta di una visione cristiana, che può però essere considerato allo stesso tempo anche musulmana, un invito a vivere nell'interazione con tutte le componenti e le comunità del mondo arabo.Quindi il patriarca ha espresso la propria gioia nel "proclamare in questa occasione la comunione piena, ferma e costante del nostro patriarcato con la Chiesa di Roma, che presiede nella carità. Vorremmo inoltre sottolineare l'importanza dell'unità dei cristiani, tema centrale dell'Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi. Possano - ha auspicato - le nostre Chiese, forti e coerenti, operare insieme, e mostrare a tutti, con la loro sinergia, i valori del messaggio sempre nuovo del Vangelo, valori che lei ha espresso nelle sue encicliche sulle virtù teologali: valore dell'amore di Dio ('Deus caritas est'), della speranza ('Spe salvi') e della fede nella verità ('Caritas in veritate')". Concludendo, il patriarca ha sottolineato come il mondo abbia bisogno di "una Chiesa che respiri con i suoi due polmoni, con tutta la sua vitalità, affinché la fede resti pura, serena, bella e capace di rinnovare il mondo, perché il mondo creda, perché vi regni la civiltà della fede, della speranza e dalla carità: la civiltà di Dio - ha concluso - sulla terra degli uomini".

Il Sismografo, Asca, L'Osservatore Romano