martedì 11 settembre 2012

In Tanzania il primo incontro di pastorale della strada per l’Africa e il Madagascar. Messaggio del Papa: difendere la vita e combattere la povertà

Benedetto XVI chiede «"he si presti particolare attenzione alle esigenze pastorali di quelle donne e di quei bambini che si trovano per strada, sia in conseguenza di fattori sociali, economici e politici concreti, sia perché vittime di sfruttatori organizzati nazionali e internazionali". Lo scrive il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato, nella lettera inviata a nome del Pontefice al primo incontro di pastorale della strada per il continente Africa e Madagascar, che si è aperto questo pomeriggio a Dar-es-Salaamin Tanzania. Il Papa, scrive ancora il porporato nella lettera, è "altresì fiducioso che l’incontro affronterà le situazioni che incidono sulla vita di coloro che viaggiano per lavoro e, non ultima, l’insicurezza delle strade che minaccia la vita di milioni di persone in terra africana". Benedetto XVI auspica che il congresso "possa portare a una maggiore cooperazione e a sforzi coordinati tra le Chiese particolari al fine di tutelare ogni vita in pericolo nelle strade e nelle vie africane". Il segretario di Stato sottolinea che, "come hanno profeticamente riconosciuto i Padri sinodali durantele due Assemblee speciali per l’Africa del Sinodo dei vescovi, la sollecitudine della Chiesa per lo sviluppo di ogni persona e di tutta la persona, specialmente per i più poveri enegletti, è al centro della sua missione evangelizzatrice in Africa". La lettera a firma del cardinale si conclude con una invocazione alla Vergine e con l’assicurazione che il Papa "impartedi cuore la sua Benedizione Apostolica come pegno di gioia e di pace in Gesù, il suo Figlio divino". Promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in collaborazione con la Commissione episcopale della Tanzania per i migranti e gli itineranti, l’incontro si svolge fino a sabato 15 sul tema "Gesù in persona si accostò e camminava con loro". A inaugurarlo sono stati il card. Polycarp Pengo, arcivescovo di Dares-Salaam, e l’arcivescovo Francisco M. Padilla, nunzio apostolico in Tanzania, mentre nella giornata conclusiva è in programma la concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Joseph Kalathiparambil, segretario del dicastero per i migranti. Anche il card. Antonio MariaVegliò, presidente del Pontificio Consiglio, ha inviato ai partecipanti un messaggio nel quale ricorda come "la pastorale della strada è difatto 'un camminare insieme'. Abbraccia il vasto spettro di coloro la cui vita è stata spinta fuori, in un modo o nell’altro, dai confini di una normale vita domestica e della comune assistenza parrocchiale. Le loro situazioni particolari esigono dunque approcci specifici e anche una grande flessibilità pastorale". Nel corso dei tre giorni di lavori, fa notare il porporato, verranno trattate questioni importanti che riguardano la realtà umana e gli ambiti della missione della Chiesa. A cominciare dalla "cura pastorale di quanti viaggiano per strada o per treno, la promozione di un’'etica della strada' degna e cristiana, l’assistenza ai camionisti che compiono lunghi tragitti, la liberazione delle donne e delle ragazze coinvolte nella prostituzione volontaria o forzata, o vittime di sfruttamento sessuale, e la liberazione dei bambini di strada".Il programma dell’incontro mette in luce alcune delle questioni sociali, politiche e umane fondamentali alle quali la Chiesa in Africa e in Madagascar "deve rispondere con umiltà, pazienza, comprensione e decisione". Per questo il cardinale auspica che durante l’incontro vengano condivise le esperienze e i metodi d’approccio alla realtà della gente di strada e per strada in Africa e Madagascar, "per esplorare - scrive ai partecipanti - nuove possibilità di esercitare e ampliare il vostro ministero". Questo incontro, aggiunge, "darà anche l’opportunità di scoprire nuove strategie di collaborazione con enti, gruppi e organizzazioni governativi e non governativi: per lavorare insieme nella salvaguardia della dignità della persona umana che vive per strada e sulle strade, e assicurarne il benessere; per promuovere la comprensione e l’educazione di tutti i guidatori relativamente all’etica della strada e alla guida sicura; e per incoraggiare la cura pastorale di cui hanno bisogno gli autisti di camion (autisti che guidano per molte ore)". Il cardinale ha poi fatto riferimento all’Esortazione Apostolica post-sinodale "Africae munus", la quale "sottolinea in modo eloquente che nessuna società può fare a meno del servizio fraterno ispirato dalla carità. È la carità che placa i cuori feriti, disperati o abbandonati. È la carità, come ha detto lo stesso Santo Padre, Papa Benedetto XVI, che esige il rispetto della verità e della giustizia, di cui lo stesso Gesù Cristo ha dato testimonianza attraverso la sua morte e risurrezione, e che quindi è diventata inevitabilmente la principale forza motrice alla base dello sviluppo autentico di ogni persona e dell’intera umanità". Per questo, la promozione di iniziative che contribuiscono "allo sviluppo e alla nobilitazione delle persone, uomini e donne, con pari dignità, rispetto e opportunità, nella loro esistenza spirituale e materiale, svolge un ruolo vitale nell’evangelizzazione. Nel 1994 i Padri sinodali hanno affermato il loro impegno a raccogliere la sfida di essere strumenti di salvezza in ogni ambito per i popoli dell’Africa e del Madagascar". Il programma dei lavori prevede tra l’altro, nella giornata di domani, l’intervento del vescovo Kalathiparambil, che illustrerà il documento del Pontificio Consiglio "Orientamenti per la pastorale della strada", e la conferenza sul tema "L’Esortazione Apostolica post-sinodale 'Africae munus' e la pastorale della strada" del vescovo di Buta, mons. Joseph Banga Bane, vice presidente della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo.

L'Osservatore Romano