sabato 15 settembre 2012

Il Papa: giovani, siete la speranza e il futuro del Libano. Avete un posto nel mio cuore. La Chiesa ha bisogno del vostro entusiasmo e creatività!

Questo pomeriggio il Santo Padre Benedetto XVI ha lasciato la Nunziatura Apostolica di Harissa e si è trasferito in auto al Patriarcato Maronita di Bkerké dove ha incontrato oltre 30mila giovani del Libano e del Medio Oriente ed alcune migliaia di giovani religiosi e seminaristi. L’incontro si è svolto in forma di Celebrazione della Parola ed è stato introdotto dal saluto del Patriarca di Antiochia dei Maroniti, Sua Beatitudine Béchara Boutros Raï. Dopo l’intervento dell’arcivescovo di Tripoli del Libano dei Maroniti, mons. Georges Bou-Jaoudé, presidente del Consiglio per l’apostolato dei laici del Libano e la presentazione del vice-presidente del medesimo Consiglio, mons. Elie Haddad, arcivescovo di Saïda dei Greco-Melkiti, alcuni giovani hanno portato la loro testimonianza.
“Voi vivete oggi in questa parte del mondo che ha visto la nascita di Gesù e lo sviluppo del cristianesimo. È un grande onore! Ed è un appello alla fedeltà, all'amore per la vostra terra e soprattutto ad essere testimoni e messaggeri della gioia di Cristo, come hanno mostrato tanti Santi e Beati di questo Paese”, ha esordito il Papa nel suo discorso. "Il loro messaggio - ha proseguito - illumina la Chiesa universale. E può continuare ad illuminare le vostre vite. Fra gli Apostoli e i Santi, molti hanno vissuto periodi agitati e la loro fede è stata la sorgente del loro coraggio e della loro testimonianza. Attingete dal loro esempio e dalla loro intercessione l'ispirazione e il sostegno di cui avete bisogno!". Il Papa è anche consapevole delle “difficoltà” dei giovani “nella vita quotidiana, a causa della mancanza di stabilità e di sicurezza, della difficoltà di trovare un lavoro o ancora del sentimento di solitudine e di emarginazione”. “Anche la disoccupazione e la precarietà – ha sostenuto - non devono spingervi ad assaggiare il ‘miele amaro’ dell'emigrazione, con lo sradicamento e la separazione in cambio di un futuro incerto. Per voi si tratta di essere protagonisti del futuro del vostro Paese, e di occupare il vostro ruolo nella società e nella Chiesa”. "Voi avete un posto privilegiato nel mio cuore e nella Chiesa intera perché la Chiesa è sempre giovane! La Chiesa ha fiducia in voi. Conta su di voi. Siate giovani nella Chiesa! Siate giovani con la Chiesa! La Chiesa ha bisogno del vostro entusiasmo e della vostra creatività! La giovinezza è il momento in cui si aspira a grandi ideali e il periodo in cui si studia per prepararsi ad un mestiere ed ad un futuro. Ciò è importante e richiede tempo. Cercate ciò che è bello, e abbiate il gusto di fare ciò che è bene!”, ha aggiunto il Santo Padre, che ha invitato i ragazzi ad avere “la delicatezza e la rettitudine dei cuori puri!” e a non aver “paura”. E con le parole di Giovanni Paolo II ha esortato: “Aprite le porte dei vostri spiriti e dei vostri cuori a Cristo!”. In Lui, “troverete la forza e il coraggio per avanzare sulle strade della vostra vita, superando le difficoltà e la sofferenza. In Lui, troverete la sorgente della gioia”. “Le frustrazioni presenti – ha sottolineato - Benedetto XVI - non devono condurvi a rifugiarvi in mondi paralleli come quelli, tra gli altri, delle droghe di ogni tipo, o quello della tristezza della pornografia”. Quanto alle reti sociali, “esse sono interessanti ma possono facilmente trascinarvi alla dipendenza e alla confusione tra il reale e il virtuale. Cercate e vivete relazioni ricche di amicizia vera e nobile. Abbiate iniziative che diano senso e radici alla vostra esistenza, contrastando la superficialità e il facile consumismo!”. Il Papa ha messo in guardia anche da “un'altra tentazione, quella del denaro, questo idolo tirannico che acceca al punto da soffocare la persona e il suo cuore”. Poi l’invito a cercare “dei buoni maestri, delle guide spirituali che sappiano indicarvi la strada della maturità, lasciando ciò che è illusorio, ciò che è apparenza e menzogna”. “Siate i portatori dell'amore di Cristo”, ha continuato il Pontefice, "volgendovi senza riserve verso Dio, suo Padre, che è la misura di ciò che è giusto, vero e buono. Meditate la Parola di Dio! Scoprite l'interesse e l'attualità del Vangelo. Pregate!". In Cristo “tutti gli uomini sono nostri fratelli – ha spiegato il Santo Padre -. La fraternità universale che Egli ha inaugurato sulla Croce riveste di una luce splendente ed esigente la rivoluzione dell'amore”. L’amore reciproco “è il testamento di Gesù ed il segno del cristiano. Questa è la vera rivoluzione dell'amore!”. In realtà, “Cristo vi invita a fare come Lui, ad accogliere l'altro senza riserve, anche se appartiene ad una cultura, religione, nazione differente. Fargli posto, rispettarlo, essere buoni verso di lui, rende sempre più ricchi di umanità e forti della pace del Signore”. Ricordando l’impegno di molti giovani nelle attività promosse dalle parrocchie, dalle scuole, dai movimenti, dalle associazioni, ha affermato: “È bello impegnarsi con e per gli altri. Vivere insieme momenti di amicizia e di gioia permette di resistere ai germi di divisione, sempre da combattere! La fraternità è un anticipo del Cielo!”. Benedetto ha rivolto un appello ai giovani: “Siate i messaggeri del Vangelo della vita e dei valori della vita. Resistete coraggiosamente a tutto ciò che la nega: l'aborto, la violenza, il rifiuto e il disprezzo dell'altro, l'ingiustizia, la guerra”. Così facendo “diffonderete la pace intorno a voi”. “Non è forse la pace il bene prezioso che tutta l'umanità ricerca? Non è forse un mondo di pace che vogliamo nel più profondo per noi e per gli altri?”, ha domandato il Papa. Gesù “ha vinto il male non mediante un altro male, ma prendendolo su di Sé ed annientandolo sulla croce mediante l'amore vissuto fino alla fine. Scoprire in verità il perdono e la misericordia di Dio, permette sempre di ripartire verso una vita nuova. Non è facile perdonare. Ma il perdono di Dio dà la forza della conversione, e la gioia di perdonare a propria volta. Il perdono e la riconciliazione sono vie di pace, ed aprono un futuro”. "Molti tra voi si chiedono certamente in modo più o meno consapevole: Che cosa Dio si aspetta da me? Qual è il suo progetto per me?", ha detto quindi il Papa: "Trovate il tempo per riflettere su di esse e chiedere luce. Rispondete all’invito, offrendovi ogni giorno a Colui che vi chiama ad essere suoi amici. Cercate di seguire con cuore e generosità Cristo che, per amore, ci ha riscattati e ha dato la vita per ciascuno di noi. Conoscerete una gioia ed una pienezza insospettate! Rispondere alla vocazione di Cristo su di sé: qui sta il segreto della vera pace". L'Esortazione Apostolica "Ecclesia in Medio Oriente" "è destinata anche a voi, cari giovani, come a tutto il popolo di Dio. Leggetela con attenzione e meditatela per metterla in pratica", anche voi "potete essere una lettera viva di Cristo. Questa lettera non sarà scritta su carta e con una penna. Sarà la testimonianza della vostra vita e della vostra fede. Così, con coraggio ed entusiasmo, farete comprendere intorno a voi che Dio vuole la felicità di tutti senza distinzioni, e che i cristiani sono i suoi servitori e testimoni fedeli". “Giovani libanesi – ha evidenziato il Pontefice -, voi siete la speranza e il futuro del vostro Paese. Voi siete il Libano, terra di accoglienza, di convivenza, con questa capacità inaudita di adattamento. E in questo momento, non possiamo dimenticare i milioni di persone che compongono la diaspora libanese e che mantengono solidi legami con il loro Paese di origine. Giovani del Libano, siate accoglienti e aperti, come Cristo vi chiede e come il vostro Paese vi insegna”. Il Santo Padre, salutando i giovani musulmani presenti all’incontro, ha dichiarato: “Vi ringrazio per la vostra presenza che è così importante. Voi siete con i giovani cristiani il futuro di questo meraviglioso Paese e dell’insieme del Medio Oriente. Cercate di costruirlo insieme”. E “quando sarete adulti continuate a vivere la concordia nell’unità con i cristiani, poiché la bellezza del Libano si trova in questa bella simbiosi. Bisogna che l’intero Medio Oriente, guardando voi, comprenda che i musulmani e i cristiani, l’islam e il cristianesimo, possono vivere insieme senza odio, nel rispetto del credo di ciascuno, per costruire insieme una società libera e umana”. Benedetto XVI si è rivolto, quindi, ai giovani venuti dalla Siria: “Voglio dirvi quanto ammiro il vostro coraggio. Dite a casa vostra, ai familiari e agli amici che il Papa non vi dimentica. Dite attorno a voi che il Papa è triste a causa delle vostre sofferenze e dei vostri lutti. Egli non dimentica la Siria nelle sue preghiere e nelle sue preoccupazioni. Il Papa non dimentica i mediorientali. È tempo che musulmani e cristiani si uniscano per mettere fine alla violenza e alle guerre”.
Al termine dell’incontro, il Papa si è raccolto in preghiera nella cappella del Patriarcato assieme al Patriarca maronita Bechara Raï.


Radio Vaticana, SIR

VIAGGIO APOSTOLICO IN LIBANO (VII) - il testo integrale del discorso del Papa