lunedì 6 agosto 2012

Scoppia il caso pedofilia nelle scuole del Cile. Al centro della bufera il Colegio Cumbres e il sacerdote irlandese sospeso per presunti abusi

E' soprattutto il Colegio Cumbres, uno degli istituti scolastici più rinomati di Santiago del Cile, al centro della bufera. In particolare è stato sospeso dalla sua attività il sacerdote di origine irlandese John O’ Reilly, appartenente ai Legionari di Cristo, in seguito alla denuncia della famiglia di un’alunna, per presunti abusi sessuali che avrebbe commesso su di lei dal 2010 al 2012. Lo ha reso noto la stessa scuola in un comunicato ai genitori degli allievi, precisando che il sacerdote si è detto innocente e pronto a collaborare con la giustizia. In merito, il quotidiano on line El Mostrador, rileva che il Colegio Cumbres, appartiene alla Congregazione dei Legionari di Cristo fondata dal messicano Marcial Maciel e che John O’Reilly è legato alle famiglie più ricche del Paese ed ha abituali contatti con l’establishment imprenditoriale. La "tolleranza zero" introdotta da Benedetto XVI ha fatto crollare ultradecennali coperture garantite dalle gerarchie ecclesiastiche agli abusi del clero. Inoltre il provvedimento dell’istituto, situato in una zona residenziale di Santiago, ha luogo nella stessa settimana in cui la Procura della Repubblica ha avviato le indagini, sempre per presunti casi di pedofilia, in altre 48 scuole della stessa aerea della capitale. Per altro lo stesso presidente Sebastian Pinera ha annunciato nuove misure per arginare i crescenti casi di abusi sessuali nei confronti di minorenni in tutto il Paese, situazione ritenuta da molti una sorta di piaga sociale. Intanto si estendono a macchia d’olio, in Cile, le denunce di pedofilia nelle scuole: il procuratore della Repubblica, Sabas Chahuan, ha confermato l’avvio di indagini in oltre 120 istituti scolastici di Santiago del Cile a seguito di più di 200 denunce di pedofilia registrate. "I genitori sono preoccupati, disperati ed angosciati», ha ammesso il procuratore generale Sabas Chauan, dopo una riunione con l’associazione nazionale che li rappresenta. Più netto l’antropologo Osvaldo Torres, sul quotidiano on line El Mostrador: "Che un capo di Stato debba parlare al Paese su questo tema, testimonia la gravità e la diffusione di questo tipo di reati, la debolezza delle politiche in merito ed il ritardo legislativo nella difesa dei diritti dei bambini". A spingere prima Pinera e poi Chaun è stato innanzitutto l’aumento delle denunce di pedofilia: il 22% a livello nazionale nell’ultimo semestre per ragazzi sotto i 14 anni, secondo la Procura. Ma anche l’indignazione perchè non pochi colpevoli o presunti tali finiscono per restare impuniti. Negli ultimi giorni, nei rioni in di Santiago, ci sono stati i casi di 3 bambini delle elementari e 4 di asili d’infanzia. Tutti gli accusati sono maestre o assistenti sociali. Anche se, a far più spicco mediatico nella piaga della pedofilia, sono stati esponenti della Chiesa Cattolica. Come l’influente sacerdote Fernando Karadima (per il quale l’Arcivescovado ha chiesto formalmente scusa, pur se il processo è ancora in corso) o suor Paola, ex superiora di un prestigioso collegio di Santiago, deceduta nei giorni scorsi per un tumore. Per tentare di arginare la situazione, Pinera ha annunciato, tra l’altro, la creazione di un "Ombudsman del bambino", un "Registro dei pedofili", l’assegnazione di 1,6 milioni di dollari al Servizio Medico Legale e l’aumento delle pene per i condannati. "Pur se positive sono insufficienti", ha assicurato Torres. E gli organismi che si occupano dell’infanzia hanno specificato che Pinera ha praticamente ignorato la loro quotidiana esperienza in merito. I loro specialisti sottolineano però che la società cilena, proprio per questi casi, si sta squassando di dosso la sua proverbiale introversione, come evidenzia il continuo aumento delle denunce. "È indispensabile che il governo presenti in parlamento un progetto di legge per la protezione di diritti dei bambini", avverte Torres. Quella in vigore risale al 1929, riciclata nel 1968. Il che la dice lunga sul cammino politico del Paese.

Giacomo Galeazzi, Vatican Insider