mercoledì 20 giugno 2012

Mons. Cavina: senza parole per l'emozione e la gioia, il Papa non ci ha dimenticati. A Carpi e Rovereto la visita di un padre ai figli che soffrono

È una visita molto attesa, invocata a gran voce da tanti e che adesso, grazie anche al rapporto di affetto e di stima che lega il vescovo di Carpi, mons. Francesco Cavina, alla Santa Sede, è diventata realtà. Papa Benedetto XVI martedì 26 giugno sarà a Rovereto per testimoniare la propria vicinanza ha chi ha vissuto sulla pelle la tragedia del terremoto e incontrerà in quell’occasione le rappresentanze del mondo politico, economico e religioso, ma soprattutto, la gente comune. La gente che vede nel Pontefice un punto di riferimento concreto, un’àncora cui aggrapparsi saldamente, affinchè la ricostruzione sia una realtà da toccare con mano giorno dopo giorno, e non soltanto un’illusione frutto dell’onda emotiva degli immediati momenti dopo il dramma. Una visita interamente finanziata dal Vaticano. "Sono senza parole per l'emozione e anche per la gioia, perché la visita del Santo Padre è un gesto veramente di grande affetto e di grande amore nei confronti delle nostre popolazioni, dei nostri sacerdoti e anche di noi vescovi, che stiamo affrontando questa situazione con grande - non nascondo - fatica e a volte anche sofferenza, pur nella speranza che anche da questa tragedia il Signore sappia trarre il bene" ha commentato mons. Cavina alla Radio Vaticana l'annuncio della visita di Benedetto XVI. "Non posso che ringraziare il Santo Padre per la scelta che ha fatto di venire in mezzo a noi, per toccare con mano la sofferenza di questa terra". "Il mio desiderio è che la visita del Santo Padre sia il più semplice e il meno formale possibile, il Papa viene per incontrare la gente che ha bisogno di sentire la sua vicinanza", spiega il vescovo, troppo modesto per confessare apertamente che il merito della visita di Benedetto XVI a Rovereto è in larga parte merito del suo operato e degli ottimi rapporti conservati nel tempo tra mons. Cavina, che viene dalla Segreteria di Stato. L’idea della visita ha preso forma concretamente nel corso dell'Incontro Mondiale delle Famiglie a Milano, occasione in cui il vescovo ha incontrato il Papa. La macchina organizzativa per mettere a punto tutti i dettagli della visita, invece, partirà da oggi: mons. Cavina sarà infatti a Roma e inizierà una massiccia pianificazione della mattinata. La scelta di visitare Rovereto, poi, è avvenuta per commemorare don Ivan Martini, morto nella chiesa di Santa Caterina per salvare la statua della Madonna, cara ai fedeli. "Una delle ragioni della visita del Papa alla diocesi di Carpi e in particolare a Rovereto è senza dubbio questa – continua mons. Cavina – commemorare don Ivan, la cui è morte è stata un lutto, è importantissimo. Per questo, dopo l’arrivo in elicottero vicino alla parrocchia di San Marino, dove esiste un’area idonea all’atterraggio, il Papa si recherà subito davanti alla chiesa di Santa Caterina, dove don Ivan ha trovato la morte, è lì gli renderà omaggio sostando in preghiera. Inoltre, ritornando alle motivazioni che hanno reso possibile l’arrivo del Pontefice, credo che questa visita sia merito anche della testimonianza delle Guardie Svizzere che hanno vissuto in prima persona il dramma del terremoto a Carpi, raccontandolo in Vaticano. Per giorni, le guardie hanno vigilato sulla nostra incolumità, toccando con mano le singole tragiche esperienze. Alla Santa Sede hanno così preso la consapevolezza di una realtà, la nostra, troppo spesso sottovalutata dai media, ma non per questo con meno danni delle altre. La visita del Santo Padre vuole riportare il nostro dramma agli occhi dell’opinione pubblica, dal momento che sta scemando. Idealmente, è la visita di un padre ai figli che soffrono per rilanciare un messaggio di speranza. E sono certo che la sua presenza infonderà serenità a tutte le persone che incontrerà. Quando ho avuto la conferma di questa visita mi sono venuti giù due goccioloni agli occhi e mi sono commosso perché non ci ha dimenticati, nonostante abbia già dimostrato di averci in mente. Dal Papa, infatti, sono arrivate oltre 500mila euro a beneficio di cinque delle diocesi colpite dal terremoto". Ma cosa chiederà il vescovo di Carpi a Papa Benedetto XVI? "Di pregare per questo povero vescovo – continua monsignor Cavina tra il serio e il faceto – poi, soprattutto, di non dimenticare di richiamare all’attenzione cosa sta succedendo nella nostra terra perché il peggio deve ancora venire. Il peggio arriverà quando non parleranno più di noi. Poi, vorrei che chi ha la possibilità, e parlo al mondo industriale, non lasciasse sole le popolazioni del sisma. Le aziende non devono delocalizzare e le istituzioni devono vigilare". Il vescovo non dimentica il Ramazzini, ferito, ma non a morte dal terremoto. "Cattedrale e ospedale sono i due polmoni della città. Nulla dell’ospedale deve essere perduto – conclude – anzi, dev’essere potenziato. In questi giorni, a dimostrazione di quanto ci tenga, ho concesso la cappella per le necessità del nosocomio, perché la Messa la possiamo celebrare all’aperto, ma le funzioni sanitarie devono andare avanti. Qui, a Carpi".

Gazzetta di Modena, Corriere della Sera

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