giovedì 21 giugno 2012

Mons. Busti: la visita del Papa alle zone terremotate di grande aiuto e consolazione alle persone che vivono un momento di disagio così forte e triste

"La visita di Benedetto XVI credo che sarà di grande aiuto e di consolazione a queste persone che vivono un momento di disagio così forte e così triste. C’è un oltre Po mantovano che si spinge proprio nell’Emilia Romagna e lì vivono persone che assomigliano del tutto a coloro che sono state colpite più duramente perché abitanti in prossimità dell’epicentro del sisma". Così mons. Roberto Busti, vescovo di Mantova, a commento dell'annuncio della visita che Papa Ratzinger effettuerà il 26 giugno in alcune località dell'Emilia. "Ci sono persone nella mia diocesi - spiega ai microfoni della Radio Vaticana - che soffrono molto. Abbiamo 127 chiese danneggiate e chiuse per sicurezza. Di queste 19 sono in condizioni critiche per le quali bisognerà decidere se tenerle ancora in questo stato (ma per garantirne la sicurezza si dovrà spendere per ciascuna 150 – 250mila euro) oppure abbatterle. Non è cosa da poco. Per altre 31 chiese bisognerà spendere per ciascuna 50mila euro. Sono cifre sbalorditive. Sono oltre 41 i Comuni che hanno avuto danni strutturali, ma non vittime, un terzo di tutti quelli ammalorati dal terremoto". Sugli aiuti che la Chiesa locale sta offrendo alla popolazione, il presule sottolinea la "stretta collaborazione nei vari campi allestiti dalla Protezione Civile, soprattutto in quello di Moglia, Quistello. La presenza della Caritas garantisce attività di accoglienza e animazione. I nostri oratori con i Grest tengono vicini i ragazzi, per dare la sensazione che bisogna continuare a vivere, e a farlo insieme. Stiamo pensando - aggiunge Mons. Busti - di creare centri di comunità con delle strutture polifunzionali per le attività liturgiche, ricreative, sociali". Dal punto di vista dei danni alle attività produttive, il vescovo ricorda che "la terra mantovana è una terra più povera, rispetto a quella emiliana. E’ dunque meno pronta, più fragile a darsi una ripresa. Però questa forza c’è. Bisogna prima digerire questo grande tracollo lavorativo ed emotivo. La mia paura - conclude - è che la gente cada nella disperazione. Adesso è necessario che si rimettano in piedi le case, le fabbriche, le aziende agricole. Ma io ho chiesto a tutti i sindaci che non dimentichino di riattivare la speranza. Io ho visto gente credente e non credente, praticanti e non, piangere nel vedere la loro chiesa così rovinata tanto da diventare quasi inospitale. Se la realtà del terremoto ci fa conoscere la nostra povertà anche dal punto di vista scientifico, tecnico, essa ci fa ricordare anche che la dignità delle persone è più importante di tutto il resto". L’appello conclusivo è "che le altre diocesi si assumano qualche gemellaggio, perché si possano riaprire le chiese, i luoghi di socializzazione e di preghiera. Chiediamo di aiutarci per farci sentire una fraternità ecclesiale che è una fraternità umana".

Radio Vaticana

Il vescovo di Mantova, mons. Busti: la visita del Papa ai terremotati segno di vicinanza e consolazione