lunedì 7 maggio 2012

Il ramo femminile di Regnum Christi verso la scelta della nuova superiora. La vera sfida è trovare la serenità persa durante la crisi interna

Il ramo femminile del movimento cattolico Regnum Christi sta cercando diverse cose. In questi giorni, le consacrate devono scegliere la nuova superiora, una questione che non sembra il loro problema più urgente. Per loro, la vera sfida sarà trovare la serenità che hanno perso nel mezzo di una crisi interna e che alcuni membri non sono stati capaci di sopportare, cadendo nella depressione cronica o nella malattia fisica. Il “Regno” (come si conosce normalmente) è in un processo di riforma, come anche la Congregazione dalla quale dipende, i Legionari di Cristo. Due istituzioni che si trovavano in un vero e proprio tunnel per colpa dell’atteggiamento immorale del loro fondatore, il sacerdote messicano Marcial Maciel Degollado, come ha riconosciuto pubblicamente il delegato nominato dal Papa per concludere questa trasformazione, il card. Velasio De Paolis. La crisi ha toccato per prima alla Legione e poi si è contagiata al Regnum Christi. Negli ultimi mesi De Paolis ha spinto alcuni cambiamenti nel movimento, ma la situazione li è scappata di mano. Negli ultimi tre anni, più di 200 consacrate hanno abbandonato l’opera, ma altre tante si trovano al di fuori delle loro comunità per discernere. Cercando di avanzare nella riforma, il cardinale ha imposto uno dei suoi consiglieri, il religioso italiano Agostino Montán, come superiore temporaneo delle consacrate. Ha dovuto prendere il timone dopo la tempestosa uscita della precedente leader, Malén Oriól, che ha presentato le sue dimissioni nello scorso febbraio e, con un gruppo di donne, ha deciso di fondare in Cile una nuova comunità chiamata “Totus tuus”. Questa è stata la prima frattura formale nel Regno, situazione che ha fatto arrabbiare particolarmente Velasio De Paolis, perché la fondazione è stata preceduta da un acceso dibattito interno nel quale si sono incrociate molte critiche, molte lettere e persino delle accuse di tradimento per coloro che hanno scelto di abbandonare il Regnum Christi per entrare a formar parte della nuova società. Montán ha riconosciuto l’esistenza di un "primo momento di costernazione", ma ha anche chiarito che, ad ogni modo, “Totus Tuus” non ha nulla a che vedere con Regnum Christi e con i suoi membri consacrati, perché quest’ultimo possiede chiaramente identità, carisma, missione e spiritualità. L’ha detto in una lettera del primo aprile, nella quale ha annunciato i comizi per l’elezione della nuova "responsabile generale" e quattro consiglieri. Le più di 700 donne consacrate in tutto il mondo hanno dovuto inviare a Roma, in una busta chiusa e solo durante aprile, i nomi delle scelte per ogni uno di questi posti. Ha indicato che, a metà maggio, dovrebbe essere pronto il nuovo governo generale. "La legislazione della Chiesa, ricca nell’esperienza e nel realismo, raccomanda, nelle elezioni, di astenersi di ogni abuso e, avendo in mente solo Dio e il bene dell’istituto, scegliere coloro considerati nel Signore veramente degni e appropriati", ha indicato Montán nel testo. Ha anche stabilito che il nuovo governo generale, con gli assistenti territoriali, faranno un piano per l’anno pastorale 2012-2013, mentre il resto dei vertici, nel quale ci saranno anche nuovi "responsabili territoriali", con i loro rispettivi consiglieri, sarà scelta dopo una consultazione generale che comincerà verso la fine dell’anno, o, il più tardi, a gennaio 2013. Una delle preoccupazioni più grosse di Montán e di De Paolis sembra essere evitare un esodo maggiore tra le consacrate. Per questo motivo, il primo di loro ha sottolineato che "senza sciogliere i lacci di preghiera e amicizia, le donne consacrate di Regnum Christi, in questo momento storico, eviteranno di frequentare o accattare degli inviti ai raduni (di 'Totus Tuus')". Quest’invito si aggiunge a un’altra raccomandazione di De Paolis, che in una lettera di febbraio chiedeva le ex consacrate di evitare "fare proselitismo" tra le donne che hanno scelto di rimanere nel movimento. Secondo diversi testimoni, le superiore di alcune case del Regno hanno preso queste indicazioni come se fossero degli ordini, vietando qualsiasi contatto con le vecchie compagne. C’è il racconto di una ragazza che, dopo essere stata in una riunione con le sue amiche di “Totus Tuus”, è stata praticamente cacciata dalla sua comunità: la superiora l’avrebbe permesso solo andare a prendere le sue cose, ma non l’ha lasciata dormire, per un’ultima notte, nella residenza nella quale abitava poche ore prima. Ci sono anche altri casi, che diversi consacrati hanno raccontato al delegato pontificio il 27 febbraio in Messico, durante una conferenza privata nella quale i membri del movimento hanno indicato i segni della crisi, e si sono detti sfiduciosi per i diversi intrighi che ci sono, ma anche che patiscono depressione e delle malattie. Una crisi che non si può negare e che continua a provocare diserzioni, in parte clamorose. Quella più recente e quella di Nieves García Horcaja, che ha abbandonato il Regnum Christi il 28 aprile dopo 28 anni come consacrata. Ha presentato la sua dimissione ufficiale denunciando anche che gli attuali superiori dei Legionari di Cristo non cercano la verità. In una lettera aperta ha scritto: "Il mio povero ragionamento è stato molto semplice. Se quest’uomo (Marcial Maciel), che spero Dio abbia accolto nella sua misericordia e per chi prego ancora, ci ha ingannati ed è stato il fondatore del Regnum Christi, dobbiamo, logicamente, controllare tutta la sua opera , perché il tutto proveniva da lui: carisma, metodologia, spiritualità… tutto. Dopo poco tempo, per me è stata una grandissima sorpresa, ho visto che c’era un gruppo di superiori che non erano disposti ad arrivare alla verità. Sono stata testimone delle loro bugie e non solo in un’occasione. E mi è venuto il dubbio. Come obbedire delle persone che mentono? Dio non è il padre della menzogna. E la mia di coscienza, dove rimane? Mi sono aggrappata a essa e la luce della verità ha cominciato a farsi vedere, con molto dolore, ma riempiendomi di pace. Una pace tale che il mondo non la può rompere. Era quella la via". Parole esplosive.

Andrés Beltramo Álvarez, Vatican Insider