domenica 13 maggio 2012

Il Papa: la contemplazione del Crocifisso fa passare dall’ordine delle cose pensate all’esperienza vissuta, dalla salvezza sperata alla patria beata

A causa delle condizioni climatiche che renderebbero problematico il volo in elicottero da Arezzo, Benedetto XVI è stato costretto a rinunciare alla visita al Santuario della Verna. Nel dare notizia del cambiamento di programma, il vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini, ha detto che "il Papa da Arezzo si sposterà direttamente a San Sepolcro, dove è in programma un altro incontro, e se il tempo dovesse migliorare potrebbe raggiungere La Verna in serata, prima di rientrare a Roma". “La croce gloriosa di Cristo riassume le sofferenze del mondo, ma è soprattutto segno tangibile dell’amore, misura della bontà di Dio verso l’uomo. In questo luogo anche noi siamo chiamati a recuperare la dimensione soprannaturale della vita, a sollevare gli occhi da ciò che è contingente, per tornare ad affidarci completamente al Signore, con cuore libero e in perfetta letizia”. È questo uno dei passaggi del discorso che Benedetto XVI avrebbe letto nel suo discorso. “La contemplazione del Crocifisso – si legge nel testo del Santo Padre - ha una straordinaria efficacia, perché ci fa passare dall’ordine delle cose pensate, all’esperienza vissuta; dalla salvezza sperata, alla patria beata”. Questo è “il cuore dell’esperienza della Verna,
dell’esperienza che qui fece il Poverello di Assisi. In questo Sacro Monte, San Francesco vive in se stesso la profonda unità tra sequela, imitatio e conformatio Christi. E così dice anche a noi che non basta dichiararsi cristiani per essere cristiani, e neppure cercare di compiere le opere del bene”. Insomma, “occorre conformarsi a Gesù, con un lento, progressivo impegno di trasformazione del proprio essere, a immagine del Signore, perché, per grazia divina, ogni membro del Corpo di Lui, che è la Chiesa, mostri la necessaria somiglianza con il Capo, Cristo Signore”. “Portare l’amore di Cristo! Quanti pellegrini – proseguiva il discorso - sono saliti e salgono su questo Sacro Monte a contemplare l’Amore di Dio crocifisso e lasciarsi rapire da Lui. Quanti pellegrini sono saliti alla ricerca di Dio, che è la vera ragione per cui la Chiesa esiste: fare da ponte tra Dio e l’uomo. E qui incontrano anche voi, figli e figlie di san Francesco”. Di qui l’invito a portare l’amore di Cristo “all’uomo del nostro tempo, spesso chiuso nel proprio individualismo; siate segno dell’immensa misericordia di Dio”.


Agi, SIR

VISITA PASTORALE AD AREZZO, LA VERNA E SANSEPOLCRO (13 MAGGIO 2012) - III - il testo integrale del discorso del Papa