sabato 19 maggio 2012

I segreti che tutti conoscono: niente di particolarmente sconvolgente, se non il fatto che una mole di questi documenti sia uscita fuori dal Vaticano

Le chiamano “carte segrete”, e si tratta di una sintesi giornalisticamente apprezzabile. Ma in questo caso l’aggettivo “segreto” rischia di diventare come quello dell’Archivio Segreto Vaticano. Ovvero, segreto perché della Segreteria di Stato, e di proprietà personale della Segreteria di Stato. Un po’ come tutte le veline, i rapporti, le relazioni di monsignori e vescovi che vengono inviati al Papa, e che vengono ovviamente archiviati e protocollati. Si chiamano “segrete” anche perché è ovvio che si tratta di missive riservate. Ma, a guardar bene le anticipazioni del libro di Gianluigi Nuzzi “Sua Santità”, non c’è niente di particolarmente sconvolgente, se non il fatto che una mole di questi documenti sia uscita fuori dal Vaticano. E qui il giornalista si dovrebbe fare la domanda: perché le ho avute? Per conto di chi mi stanno facendo lavorare? E poi: come contestualizzare? Perché è molto importante inserire le carte della Wikileaks vaticana all’interno dei contesti, dei meccanismi, delle strutture ben oliate della Curia. Se ne devono conoscere linguaggi e usanze. Linguaggi che riguardano anche il modo in cui si fanno le delazioni, anche il modo in cui passano certe informazioni. E poi basta contestualizzare. Partendo da un principio fondamentale: la Santa Sede/Stato di Città del Vaticano è uno stato sovrano, con una quantità di rapporti diplomatici secondi solo a quella degli Stati Uniti d’America. Deve sorprendere se, prima di un pranzo privato con il presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, dalla Segreteria di Stato vaticana arrivi un appunto al Papa, che spieghi lo “stato dell’arte” di quello che accade in politica italiana, il profilo di Napolitano, i temi su cui insistere? E questo sarebbe una moral suasion, come la chiama Nuzzi? Sembra che piuttosto si voglia caricare tutto di un manto di sporcizia, quando invece si tratta della normalità delle relazioni diplomatiche. E tra l’altro, che “l’agenda dei temi” sia “ben diversa da quella degli incontri ufficiali”, come scrive Nuzzi, è inesatto. Perché da sempre la Chiesa insiste su libertà religiosa, parità scolastica, matrimonio tra uomo e donna. Addirittura, quando il presidente Usa Obama venne in visita ufficiale dal Papa nel 2009, il Papa gli allungò il libretto “Dignitas Personae”, l’istruzione della Congregazione della Dottrina della Fede sulla bioetica, era il tempo in cui si discuteva la prima bozza di riforma sanitaria negli Usa. E Obama commentò: “Ah quello di cui avevamo parlato in precedenza”. Ma qui ci sono altri dettagli che devono essere notati. Non si trattava di una cena, come scrive Nuzzi, ma di un pranzo di lavoro. Non è la prima volta che l’incontro privato con Napolitano e la moglie Clio viene allo scoperto, ma era già stato pubblicato sugli organi di stampa, da Andrea Tornielli su Il Giornale già nel 2009. Inesattezze che danno l’idea della fretta con cui è stato scritto il volume. Inesattezze anche sul caso Dino Boffo, il quale era stato oggetto di una “campagna stampa de Il Giornale” nell’estate del 2009. Campagna stampa, aggiunge Nuzzi, “basata su un’ipotetica condanna per molestie e una falsa velina giudiziaria su una sua presunta omosessualità, portò alle dimissioni dell’allora direttore di Avvenire”. La condanna non era ipotetica, ma reale, e ne avevano dato conto diversi giornali (una ricostruzione completa della velina e della condanna era stata fatta dal settimanale Panorama). Era piuttosto l’omosessualità ad essere ipotetica, e tra l’altro non costituirebbe un atto di accusa. Si sottolinea come, al fax di Boffo, il segretario del Papa Georg Gaenswein risponda con una telefonata. Ma questa è una prassi di prudenza: non si accredita nessuna versione, le accuse a Vian sono pesanti, si cerca di comprendere e definire il da farsi. E poi, si afferma che Dino Boffo diventa poi direttore di Sat2000. Ma già al tempo la tv dei vescovi aveva cambiato nome, ed era diventata Tv2000. Quello che colpisce è soprattutto il modo in cui lo stesso Gianluigi Nuzzi lancia il suo libro su Libero, il quotidiano per cui lavora. “Quando uscì 'Vaticano S.p.A.' fu l’occasione per far fuori gli ultimi fedelissimi di Wojtyla. Quando è uscita la storia di Viganò, adesso nunzio a Washington (ma anche i giornali ne avevano parlato, e prima della trasmissione 'Gli Intoccabili') ecco le anime che si affacciano sul Palazzo Apostolico per capire come si ricomporranno gli equilibri […] Adesso che esce ‘Sua Santità’ gli equilibri andranno ancora a modificarsi”. Dunque, il libro è un’operazione per modificare gli equilibri? E questo giustifica imprecisioni, illazioni, ricostruzioni con toni da giornale scandalistico? A un certo punto si parla di incontri segreti tra Ettore Gotti Tedeschi, presidente del Consiglio di Sovritendenza dello Ior, e Giulio Tremonti. I due sono in realtà amici, e Gotti Tedeschi è stato consulente del ministro dell’Economia per i temi etici. Di più: Tremonti è stato invitato a parlare ad un seminario che lo Ior periodicamente tiene per i correntisti delle Congregazioni Religiose, e la “lezione” è avvenuta in Aula Paolo VI. Non era un segreto.

Andrea Gagliarducci, Korazym.org

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Gossip e malafede su Sua Santità