giovedì 17 maggio 2012

Card. Koch: anche il Concilio Vaticano II con tutti i suoi testi sono vincolanti per un cattolico. Non c'è posto nella Chiesa per un negazionista

"Tutte le decisioni dottrinali del Magistero sono vincolanti per un cattolico, anche il Concilio Vaticano II con tutti i suoi testi": lo ha dichiarato il card. Kurt Koch (nella foto con Benedetto XVI) in merito al valore della Dichiarazione conciliare "Nostra Aetate" sui rapporti le altre religioni. Koch, presidente della commissione della Santa Sede per le relazioni religiose con l'Ebraismo, ha risposto alle domande dei giornalisti sulla Fraternità San Pio X a conclusione di una lecture tenuta ieri presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino ospite del rabbino Jack Bemporad. Il porporato, che nella mattinata aveva partecipato alla plenaria della Congregazione della Dottrina della fede dedicata al processo di reintegro dei lefebvriani nella Chiesa Cattolica, ha sottolineato che è "importante" che a determinare le "interpretazioni autentiche" sulla dottrina cattolica e a rispondere alle eventuali "domande aperte" sia "il Magistero". In questo senso, il cardinale svizzero ha richiamato il discorso pronunciato dal Papa alla Curia romana il 22 dicembre 2005 sull'interpretazione del Concilio come "discontinuità e rottura" o, su quella preferibile, di "riforma nella continuità". Benedetto XVI, ha spiegato Koch, ha così fornito una "chiave di interpretazione dei testi conciliari". L'idea, invece, che il Concilio sia interpretato in base a "opinioni soggettive" è "una posizione un po' protestante che troviamo sia a destra che a sinistra". Il card. Koch non ha voluto fornire dettagli della riunione mattutina della congregazione per la Dottrina della fede, sottolineando che i colloqui con i Lefebvriani "sono in corso" e che le discussioni in seno al dicastero vaticano sono riservate. "Abbiamo fatto un comunicato stampa dopo la 'feria quarta' dove abbiamo spiegato che ci sono domande e approfondimenti da svolgere in colloquio con quella comunità, non posso dire altro", ha detto il porporato, che ha spiegato che alla fine "il Santo Padre deciderà". Quanto al vescovo lefebvriano Richard Williamson, il porporato ha sottolineato che "non c'è posto per un negazionista nella Chiesa Cattolica, il Santo Padre lo ha detto chiaramente". La situazione di Williamson, ha detto Koch, "è speciale" e "anche la Fraternità Sacerdotale San Pio X ha preso le distanze da questo negazionista. Le relazioni tra la Chiesa e l'ebraismo, ad ogni modo, sono più grandi che la questione dei lefebvriani", ha detto Koch, che, all'ennesima domanda dei cronisti, ha reagito affermando: "Non capisco perché devo parlare di cose delle quali non posso parlare. Abbiamo altri temi. Non si può parlare solo di piccoli gruppi. Il tema del rapporto tra la Chiesa e l'ebraismo è molto più interessante".

TMNews