venerdì 20 aprile 2012

Il Papa in Messico e a Cuba. Ouellet: la missione è stata compiuta con molto amore. Con il suo stile discreto, soave, è arrivato al cuore della gente

“Sono stato testimone del fatto che la missione del Successore di Pietro è stata compiuta con molto amore, malgrado il rischio che rappresentava per una persona della sua età”. Questo uno dei commenti del card. Marc Ouellet, presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, nell’incontro di riflessione svoltosi martedì scorso a Roma, nell’aula magna della Pontificia Università Gregoriana, per ricordare le emozioni e i contenuti del recente viaggio apostolico del Papa in Messico e Cuba. Oltre al cardinale, hanno figurato come relatori, il segretario della Commissione, Guzman Carriquiry Lecour, la giornalista messicana di Televisa, Valentina Alazraky, e gli ambasciatori presso la Santa Sede del Messico, Hector Ling Altamirano, e di Cuba, Eduardo Delgado Bermudez. Un viaggio che non va dimenticato: infatti, come ha spiegato a Zenit il card. Ouellet, “conoscendo la qualità degli scritti del Papa - che è un dottore della Chiesa - ed in particolare le sue omelie, è opportuno rileggerle, ad esempio iniziando da quelle centrali, in modo da avere meditazioni per diversi giorni”. L’incontro è iniziato con un video che riprende vari momenti del viaggio apostolico. “Rivedere queste immagini mi ha toccato il cuore”, ha detto il cardinale che ha ricordato che un viaggio apostolico è sempre una sfida, considerando anche l’età del Papa e la lunghezza del viaggio. Sul viaggio in Messico il porporato ha ricordato che “l’accoglienza è stata talmente calorosa da farci dimenticare la stanchezza del viaggio”, con quasi un milione di persone che ha salutato il Papa durante il percorso di 35 chilometri a partire dall’aeroporto. “È stato un messaggio per tutto il mondo, poiché si è visto che il popolo messicano è credente e ha ricevuto il Santo Padre con fede e in modo niente affatto superficiale”, ha commentato Ouellet. Il cardinale ha ricordato come il presidente del Messico, Felipe Calderon non abbia nascosto la situazione drammatica che vive il suo Paese, permettendo al Papa di non dover elencare le sventure ma di poter spiegare direttamente i valori positivi della fede e come Cristo sia il fondamento della nostra speranza. Il porporato ha aggiunto che il grande protagonista del viaggio è stato il popolo con la sua fede e ha ricordato che il ministero del Papa è quello di confermare la gente nella fede. Ha poi ricordato che la tv ha portato questa testimonianza in tutto il mondo. “Nella piazza del Bicentenario, ho partecipato a una delle più belle Messe della mia vita - ha proseguito Ouellet - dove si percepiva una interiorità straordinaria”. “Il momento magico però - ha detto - è stato l’omaggio del Papa alla Madonna di Guadalupe, che tutto il popolo attendeva dall’inizio del viaggio”, in particolar modo “quando lo hanno visto inginocchiato in preghiera dinanzi all’immagine”. “Sono stati momenti forti - ha ricordato il porporato canadese - nei quali in Papa con il suo stile discreto, soave, senza alzare la voce, è arrivato al cuore della gente con la parola di Dio”. Il card. Oullet ha definito di grande importanza i Vespri celebrati a Leon, alla presenza di tutti gli episcopati. Qui è stato ricordato il documento di Aparecida e quanto si sta svolgendo per la missione continentale. “Il Papa ha dato la sua risposta - ha detto il porporato - e direi che si è trattato di un invito all’unità e a perseverare insieme, malgrado le difficoltà che si possono riscontrare nei diversi luoghi, così come alla cura della comunione con i presbiteri, la formazione dei seminaristi e il posto che deve occupare la parola di Dio nella nuova evangelizzazione”. Oullet ha ricordato i fuochi d’artificio (che però non ha potuto vedere direttamente) e la festa nel santuario del Cubilete, che ha riportato alla memoria i martiri messicano che furono uccisi, mentre gridavano: “Viva Cristo Rey y la Virgen de Guadalupe”. Ha però ammonito sul rischio di un falso trionfalismo secondo il quale la fede dovrebbe vincere con le armi di questo mondo, quando in realtà “la vittoria della fede è la vittoria del amore di Cristo che finisce nella croce”. Sul viaggio a Cuba il cardinale ha ricordato che “l’accoglienza è stata significativa anche se più discreta, visto la cultura cattolica non è radicata quanto in Messico”. Ed ha aggiunto che la messa è stata molto bella e la gente ha cantato molto bene. “Qui il Papa ha parlato della famiglia attraverso il mistero dell’Incarnazione e del ruolo di Maria”. Secondo Ouellet il pellegrinaggio della Virgen de la Carida del Cobre, ha permesso che la parola del Papa fosse così bene accolta, come si è visto anche nel santuario mariano. Il cardinale ha precisato che nell’Isola sono avvenuti vari contatti con i leader politici, in cui sono stati affrontati argomenti concreti come la richiesta di giorni festivi per le date centrali della Settimana Santa, successivamente approvata dal Governo. Il porporato ha ricordato anche il colloquio del Papa con i fratelli Castro, Raul e poi Fidel, e le loro domande. E la risposta di Papa Benedetto che ha detto di adempiere il suo ruolo malgrado l’età e la promessa di spedire a Fidel alcuni libri. Dopo l’incontro il Papa ha dichiarato di essere rimasto impressionato dalla compagna di Fidel, donna devota e credente. Il cardinale canadese ha osservato che le letture liturgiche erano quelle del giorno, sebbene molte volte sembrasse fossero state scelte volutamente. Ha aggiunto che il congedo è stato impressionate e che la gente è rimasta sotto la pioggia per salutarlo, dimostrando un entusiasmo superiore di quello avuto al suo arrivo.Il prefetto della Congregazione per i vescovi ricordato che, durante la cerimonia di congedo, il presidente cubano ha tenuto un breve discorso meno “politico”. Da parte sua il Papa ha fatto un riassunto del suo messaggio e ha lamentato le limitazioni della libertà imposte al popolo, ricordando che la posizione della Santa Sede è sempre stata contraria all’embargo.

Sergio Mora, Zenit