domenica 1 aprile 2012

Il Papa in Messico e a Cuba. La Pasqua dell'isola. In ogni gesto del Pontificato di Benedetto XVI la carità segna il senso stesso del suo agire

La pioggia fa fiorire il deserto. A Cuba il vento Benedetto ha portato ai cristiani la possibilità di celebrare il Venerdì Santo. Un segno molto positivo, dice padre Lombardi, con l'augurio "che ciò favorisca la partecipazione alle celebrazioni religiose e felici festività pasquali, e che anche in seguito la visita del Santo Padre continui a portare i frutti desiderati per il bene della Chiesa e di tutti i cubani". E pensare che in Italia è ancora giorno lavorativo! Merito del teologo della carità. Potrà essere questo il modo di definire nella storia della Chiesa Benedetto XVI. E non solo per la bellissima Enciclica "Deus Caritas est", un vero inno da “grande innamorato” di Dio più che da “grande inquisitore” come qualcuno ha voluto descrivere Joseph Ratzinger. In ogni gesto del suo Pontificato la carità segna il senso stesso del suo agire. E in modo teologicamente profondo. Perché carità, amore è la parola chiave del cristianesimo che semplifica la vita e chiarisce le idee. Come a Cuba ad esempio. Quando Benedetto XVI ha lasciato l’aeroporto de L’Habana pioveva. Lo stesso successe 14 anni fa quando Giovanni Paolo II partì dallo stesso aeroporto. Il primo Papa a visitare l’isola ne trasse un insegnamento ed un incoraggiamento: “Quando noi cantiamo nella liturgia 'Rorate coeli desuper et nubes pluant iustum', questo rappresenta un incoraggiamento...Questa pioggia delle ultime ore della mia permanenza a Cuba può significare un incoraggiamento. Voglio esprimere il mio augurio che questa pioggia sia un segno buono di un rinnovato incoraggiamento nella vostra storia”. Dare coraggio è un gesto forte, un gesto di carità, di amore. Benedetto XVI non ha improvvisato nulla a sulla pioggia, ma poco prima aveva offerto un grande gesto di carità intellettuale ad un uomo che ha fatto della avversione alla fede la sua bandiera: Fidel Castro. Un uomo sopravvissuto al suo stesso mito, segnato dalla malattia e tormentato dai dubbi, dalle domande di senso che solo con la carità, l’amore possono trovare risposta. Ecco il gesto che i cieli di Cuba hanno salutato con la pioggia, forse. Il colloquio di Benedetto XVI con Fidel Castro è una testimonianza della carità che solo un uomo di grande fede e di grande sapienza può offrire. Nessuno sa che cosa c’è nel cuore di un uomo come lui, ma forse per il Papa è stato il vero incontro con le sofferenze del popolo cubano. Un incontro senza protocollo, senza politica, senza retorica. Perfino Fidel ha parlato di carità, grato per la Beatificazione della maestra contemporanea della carità: Madre Teresa di Calcutta. Un incontro che lo stesso Benedetto XVI ha voluto riassumere per il resto del mondo, con un gesto di riservatezza che si adatta perfettamente al suo stile. Carità anche questa. L’esortazione improvvisata di Karol Wojtyla e il colloquio intimo di Joseph Ratzinger sono due aspetti dello stesso cuore palpitante della Chiesa che ascolta e ama. E un’ottima occasione per la Chiesa, la Sede Apostolica di dimostrare con i gesti la carità attraverso Cor Unum, strumento di carità che da decenni si occupa di aiuti umanitari per Cuba. La pioggia fa fiorire il deserto, e come nel 1997 in Natale divenne giorno festivo in preparazione alla visita di Giovanni Paolo II, così il Venerdì Santo del 2012 la gente di Cuba non dovrà lavorare. É il grazie del presidente Raúl Castro al Papa. Chissà se consigliato dal fratello Fidel. Un’ottima introduzione alla Settimana Santa, tempo in cui l’Amore diventa Salvezza.

Angela Ambrogetti, Korazym.org