venerdì 20 aprile 2012

Benedetto XVI, un Papa formato famiglia. Dalla lettera per la Quaresima 1980 alla Via Crucis 2012, verso il VII Incontro Mondiale delle Famiglie

A conclusione del VI Incontro Mondiale delle Famiglie, svoltosi a Città del Messico nel gennaio 2009, Papa Benedetto XVI invitò le famiglie cattoliche del mondo a ritrovarsi nel 2012 a Milano per riflettere sul tema ‘La famiglia: il lavoro e la festa’: “Il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa. La Sacra Scrittura ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere un'esistenza pienamente umana… Ai nostri giorni, purtroppo, l'organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico. Occorre perciò promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore e giorno dell'uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà”. Uno direbbe: per forza, essendo Papa, non può non avere un occhio di riguardo per la famiglia; ma scorrendo nella sua immensa bibliografia, si scopre che anche nei suoi studi teologici vescovili la famiglia era al centro del suo interesse. A questo proposito ci sembra molto importante che in una lettera pastorale per la Quaresima del 1980, l’allora vescovo di Monaco e Frisinga, Joseph Ratzinger, scriveva ai fedeli che il matrimonio è soprattutto un sacramento: “Se consultiamo le Sacre Scritture possiamo constatare che nello stesso istante nel quale si narra della creazione dell’Uomo, si parla anche del matrimonio; il matrimonio, d’altra parte, viene considerato in prospettiva alla famiglia, sotto il segno della benedizione di Dio che si esprime nella fecondità la quale genera il futuro. Le Sacre Scritture ci raccontano che Dio creò la donna dal costato dell’uomo, caduto in un sonno profondo. Che immagine meravigliosa viene usata per evidenziare che l’uomo e la donna sono equivalenti in essenza e dignità. Nello stesso tempo si dimostra che il mistero dell’amore tra uomo e donna raggiunge le fondamenta più profonde del loro essere. Loro sono uniti fin dalle loro origini da un unico pensiero di Dio…”. E dopo un breve excursus biblico del valore della famiglia, mons. Ratzinger ribadiva il valore del matrimonio come vincolo di amore familiare: “Ora saremo in grado di rispondere meglio di prima alla domanda: ‘perché il matrimonio è un sacramento?’ In sintesi si può dire che: il matrimonio è l’unione tra uomo e donna voluto dal Creatore e pre-disegnato dalla stessa creazione mediante la quale è stata rinnovata da Cristo per prendere in Lui la sua forma definitiva. Il vincolo coniugale può raggiungere il suo pieno significato esclusivamente attraverso il vincolo dell’unione con Cristo”. Quindi l’allora vescovo di Monaco, rapportandosi all’allora situazione tedesca, notò che le famiglie erano in crisi, perché non riconoscevano più il matrimonio quale legame solido della società: nel 1938 nella sua patria erano sposati oltre il 90% del totale degli uomini e donne che superavano rispettivamente i sedici o i diciotto anni di età; la percentuale aumentò negli anni cinquanta, dopo la seconda guerra mondiale, fino a raggiungere la quota tra gli uomini di 97% e tra le donne di 95%. Nel 1978 un sondaggio mostrò che il 60% della popolazione era ancora convinta della necessità del matrimonio; ma di questa percentuale soltanto il 42% erano donne al di sotto dei trenta anni e solo il 40% erano uomini della stessa età: “Qui si rivela anche statisticamente l’indissolubile legame tra matrimonio e famiglia: nello stesso istante nel quale la famiglia non sembra più desiderabile, anche il matrimonio incomincia a perdere il suo valore. E ancora, nello stesso momento nel quale il rapporto sessuale non viene più considerato come atto di procreazione ma fine a se stesso, rischia non solo di essere escluso dal concetto mentale dell’amore tra uomo e donna, ma anche dall’unione basata sulla fedeltà ed a lei essenzialmente collegata”. Dopo alcuni anni il card. Ratzinger, divenuto Papa Benedetto XVI, è ritornato a sottolineare che la crisi della società odierna dipende dallo ‘sgretolamento’ della famiglia quale luogo educante, come ha scritto nell’Enciclica "Caritas in veritate": “La persona umana al centro consegna nuova dignità all’istituzione del matrimonio e alla famiglia, fondata sull’unione sponsale dei coniugi che si amano e che, desiderandosi, generano la vita. L’uomo, per la teologia cattolica, è immagine e somiglianza di Dio. Il volto, che si fa prospettiva e sguardo in avanti nel personalismo filosofico, diventa espressione della storia del singolo individuo come di tutta l’umanità in cammino verso Dio. Partecipare, come genitori, alla mirabile opera del Creatore, è contribuire fattivamente al progetto di Dio per l’uomo. La natalità diventa così una benedizione celeste…”. Con questo importante contributo Papa Benedetto XVI ha esortato tutti gli uomini di buona volontà di impegnarsi nel proporre alle nuove generazioni la bellezza della famiglia e del matrimonio, invitando, in questa prospettiva, gli stati a varare politiche che promuovano la centralità e l’integrità della famiglia fondata nel matrimonio tra un uomo e una donna, attraverso adeguate misure fiscali ed economiche. E nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2008, intitolato "Famiglia umana, comunità di pace", il Papa ha evidenziato che la famiglia appartiene al diritto naturale e che costituisce il ‘luogo primario di umanizzazione della persona e della società’, intesa come luogo di formazione umana e cristiana per l’edificazione di un mondo fondato sui valori della giustizia e della concordia tra tutti gli uomini. Il Pontefice ha ribadito, inoltre, come la comunità umana non possa, in modo alcuno, prescindere dal peculiare servizio svolto dalla famiglia. Infine al termine della Via Crucis di questo anno Papa Benedetto XVI ha aggiunto che di fronte alle difficoltà quotidiane “il cammino della Via Crucis, che abbiamo spiritualmente ripercorso questa sera, è un invito per tutti noi, e specialmente per le famiglie, a contemplare Cristo crocifisso per avere la forza di andare oltre le difficoltà.La Croce di Gesù è il segno supremo dell’amore di Dio per ogni uomo, è la risposta sovrabbondante al bisogno che ha ogni persona di essere amata… Affidiamoci alla Madre di Cristo. Lei che ha accompagnato il suo Figlio sulla via dolorosa, Lei che stava sotto la Croce nell’ora della sua morte, Lei che ha incoraggiato la Chiesa al suo nascere perché viva alla presenza del Signore, conduca i nostri cuori, i cuori di tutte le famiglie attraverso il vasto ‘mysterium passionis’ verso il ‘mysterium paschale’, verso quella luce che prorompe dalla Risurrezione di Cristo e mostra la definitiva vittoria dell’amore, della gioia, della vita, sul male, sulla sofferenza, sulla morte”.

Simone Baroncia, Korazym.org