lunedì 23 aprile 2012

Assemblee plenarie delle Conferenze Episcopali di Inghilterra e Galles, Argentina, Camerun e Ecuador. Tra i temi, in tutte al centro l'Anno della fede

Inghilterra e Galles: matrimonio, vocazioni, abusi e Olimpiadi.
Comincia oggi (fino a giovedì), a Leeds, la prima plenaria di questo 2012, dei vescovi di Inghilterra e Galles che sarà aperta dal saluto del nuovo nunzio apostolico, mons. Antonio Mennini, nominato da Benedetto XVI lo scorso dicembre. In agenda temi sensibili come il matrimonio, l’Anno della fede, le vocazioni, le imminenti Olimpiadi e la questione abusi sessuali. Su questo punto parlerà anche Danny Sullivan, da marzo presidente della “National Catholic Safeguarding commission”, la commissione che decide le strategie della Chiesa per proteggere bambini e adulti vulnerabili. Particolarmente attuale appare il tema del matrimonio: la Conferenza episcopale farà il punto anche sulla campagna lanciata per far conoscere al governo il punto dei vista dei cattolici sul matrimonio. Una risposta al premier David Cameron che ha espresso l’intenzione di legalizzare i matrimoni tra omosessuali, lanciando un processo di consultazione tra i cittadini sull’argomento. I vescovi hanno lanciato una petizione preparata dalla “Coalizione per il matrimonio”, per rispondere alla consultazione del governo. A meno di 100 giorni dalle Olimpiadi i vescovi inglesi verificheranno il lavoro sino ad oggi svolto insieme ad altre denominazioni cristiani all’interno dell’organizzazione “More than gold”, per trasformare l’evento sportivo in una occasione di evangelizzazione. La Chiesa ha lanciato un programma attraverso il quale i familiari degli atleti più poveri verranno ospitati in famiglie cattoliche. Tra gli altri punti all’ordine del giorno dell’assemblea di Leeds anche una conferenza internazionale dedicata ad handicap, teologia e sport e il “National Vocations Framework”, il piano per diffondere la cultura delle vocazioni alle quali sarà dedicato un convegno a Birmingham (6-8 luglio).
Argentina: l’Anno della fede e la difesa della vita
Da oggi fino al 28 aprile, nella sede della casa d'esercizi spirituali "El Cenaculo", a Buenos Aires, si svolgerà la 103° Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale Argentina, la prima del 2012. La nota inviata all'Agenzia Fides presenta i temi su cui i Vescovi dovranno lavorare: gli aspetti pastorali del documento "Porta Fidei" e l'Anno della Fede; scambio di proposte sul nuovo Codice Civile Argentino (temi che riguardano la cura e la difesa della vita); la situazione riguardo all'ambiente (bozza preparata dalla Commissione episcopale di Pastorale Sociale); il Congresso Catechistico Nazionale e il prossimo Congresso Missionario Nazionale. Partecipano a questa Assemblea circa un centinaio di Vescovi di tutte le diocesi dell’Argentina.Secondo la stampa locale, la Chiesa si sta preparando a esprimere la sua netta critica su alcuni aspetti della riforma del Codice Civile, come la manipolazione degli embrioni, il cosiddetto “utero in affitto”, la donazione post-mortem di gameti e il divorzio rapido. "Non possiamo non dire ciò che abbiamo da dire" ha affermato recentemente il Presidente della Conferenza Episcopale, Sua Ecc. Mons. José Maria Arancedo, confermando il pronunciamento riguardo al disegno di legge che è stato presentato il mese scorso dalla presidente Cristina Kirchner. La Chiesa, al riguardo, ha chiesto in diversi momenti "un dibattito ampio ed esaustivo" in materia, senza avere fretta.
Camerun: pace e giustizia in primo piano
“Non possiamo pretendere di lavorare per la riconciliazione, la giustizia e la pace se non conosciamo la Parola di Dio. Perché è questa parola che ci riconcilia con Dio, con noi stessi e gli uni verso gli altri”: è quanto ha detto il nunzio apostolico Piero Pioppo all’apertura della 37° Assemblea plenaria dei vescovi del Camerun. Riuniti da mercoledì al Centro Giovanni XXIII di Mvolyé, a Yaoundé, riferiscono alcuni portali web locali, i presuli hanno discusso in questi giorni di riconciliazione, giustizia e pace alla luce dell’Esortazione apostolica post-sinodale di Benedetto XVI, "Africae Munus". Il nunzio apostolico ha ricordato ai vescovi che ad interpellarli e a richiedere attenzione sono anche “il mondo del lavoro toccato dalla crisi economica e la disoccupazione, che fanno perdere la speranza agli uomini”, e ancora “la povertà, l’emarginazione, le violenze e la criminalità” e “l’insegnamento cattolico universitario che deve allargarsi senza disperdersi”. Mons. Joseph Atanga, presidente della Conferenza episcopale nazionale del Camerun ha detto che nel corso della plenaria si discuterà pure del nuovo codice elettorale per la cui elaborazione la Chiesa ha offerto dei contributi proponendo tra l’altro la semplificazione delle procedure, candidature indipendenti e il voto della diaspora. “La Chiesa è in parte soddisfatta di questo nuovo codice elettorale – ha affermato mons. Sebastian Mongo-Behon, segretario generale della conferenza episcopale – il popolo camerunense ha bisogno di riconciliarsi con se stesso. Dobbiamo metterci in discussione ed integrare la nozione di bene comune che deve essere a disposizione di tutti”. Quanto alla realtà attuale del Camerun, i presuli rilevano tra le altre problematiche che è il sistema giudiziario a soffrire di diversi mali, come i processi pendenti, i giudizi arbitrari e la corruzione.
Ecuador: Anno della fede e difesa del creato
La celebrazione dell’Anno della fede indetto da Benedetto XVI e la salvaguardia del Creato. Sono stati questi i due temi che hanno caratterizzato l’assemblea primaverile dei vescovi dell’Ecuador conclusasi il 20 aprile a Quito. Seguendo le indicazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’assemblea ha dedicato una giornata di studio al tema della fede, della testimonianza personale e della sua trasmissione alle nuove generazioni. In particolare, i presuli hanno riflettuto sulla Lettera Apostolica “Porta Fidei” con la quale Benedetto XVI ha indetto l’Anno della fede. Essi hanno quindi deciso di varare un programma pastorale perché la Chiesa in Ecuador possa vivere al meglio questo anno di grazia e in continuità con la Missione continentale lanciata dalla Conferenza di Aparecida nel 2007. Nel comunicato conclusivo, i vescovi affermano di essere consapevoli che, in un mondo in profonda trasformazione in cui Dio viene emarginato, è necessario un rinnovamento autentico dell’esperienza cristiana nella vita di ciascuno. In questo senso, per l’Episcopato ecuadoregno l’Anno della fede è un’occasione “per esprimere senza timori le nostre convinzioni, per mostrare la nostra fede ed essere in grado di trasformare la nostra vita partendo con il messaggio salvifico di Gesù”. Un impegno che interpella tutti: religiosi, sacerdoti, giovani, professionisti e genitori. "In comunione con il Santo Padre - si legge ancora nel comunicato dei vescovi - la Chiesa in Ecuador desidera rispondere, a partire dalla sua realtà, alle sfide che pone la società odierna affinché l'Anno della Fede sia per la nostra nazione un anno di grazia che permetta ad ogni credente di riscoprire il cammino della fede con la testimonianza cristiana e con la concretezza della Parola del Signore e, quindi, promuovendo azioni a favore della pace, della giustizia e della solidarietà in ogni ambito". Un altro importante tema affrontato dalla sessione è stato l’ambiente. All’argomento è dedicato il documento pastorale “Prendiamoci cura del nostro pianeta” in cui, partendo da una prospettiva cristiana, i vescovi propongono alcuni orientamenti, ad esempio, sul delicato e complesso tema dello sfruttamento delle risorse minerarie e petrolifere, oggetto di una vivace controversia nel Paese. Nel documento i presuli ricordano che la "grande sfida per i governi e per le imprese minerarie e petrolifere" consiste nel "condurre queste attività in modo che non abbiano un impatto negativo sulla vita umana e sulla natura". "Non si tratta – affermano – di dire un sì o un no acritico alle miniere e allo sfruttamento delle risorse petrolifere, ma di informarsi in modo ampio e dettagliato sui suoi costi e benefici per potere prendere decisioni intelligenti, tempestive e coraggiose, tenendo presente che la vita e la salute umana e l'equilibrio dell'ambiente sono più importanti di tutti i metalli". I vescovi ecuadoregni ribadiscono quindi l’impegno della Chiesa a sostenere le "sorelle e i fratelli che sono colpiti nella loro vita e nella loro dignità dai problemi sociali e dai pericoli delle attività petrolifere e minerarie" anche "attraverso la formazione di una coscienza ecologica".

SIR, Fides, Radio Vaticana