mercoledì 23 novembre 2011

Stampa del Messico: Benedetto XVI nel Paese dal 23 al 25 marzo 2012, a Guanajuato e al 'Santuario de Cristo Rey en el Cerro del Cubilete'

Secondo la stampa messicana, che cita come fonte principale l'ambasciatore del Messico presso la Santa Sede, Federico Ling Altamirano, Benedetto XVI probabilmente si recherà in un solo stato del Paese, Guanajuato, e ciò potrebbe accadere dal 23 al 25 marzo. In questo stato il Papa sarà ospite di tre Municipi: León, Silao e Guanajuato. Il momento principale del viaggio in Messico dovrebbe essere il pellegrinaggio al Cristo del Cubilete (foto), luogo che ogni anno registra centinaia di migliaia di fedeli e pellegrini che pregano ai piedi della grande statua del Cristo Rey legata fortemente alla storia dei cattolici messicani da oltre un secolo. Il Papa, dunque, secondo queste informazioni visiterà la capitale dello stato, Guanajuato "city", e poi il "Santuario de Cristo Rey en el Cerro del Cubilete". Si studia una celebrazione eucaristica in occasione del Bicentenario dell'Indipendenza del Messico e altri Paesi latinoamericani e una Incontro di vescovi della regione. L'11 febbraio 1923 il delegato apostolico mons. Filippi, fu espulso dal Messico, per volere del Presidente Álvaro Obregón, per aver benedetto, alla presenza di oltre 50mila fedeli la prima pietra del monumento a Cristo Re, anche se in realtà la statua diventò realtà molti anni dopo, proprio per il clima di repressione contro i cattolici. Oggi, ai piedi della gigantesca statua si trova il santuario, una chiesa che riproduce la forma del globo terrestre. La statua misura 20 metri e pesa 80 tonnellate e si trova sulla parte più alta del Monte Cubilete, a 2.600 metri sul mare. La festa principale del santuario è il 21 novembre.

Il Sismografo

'Africae munus'. Card. Pengo: nuovo slancio per un continente riconciliato attraverso cammino della verità, della giustizia, dell’amore e della pace

“L’Esortazione Apostolica ‘Africae Munus’ darà alla Chiesa nuovo slancio per costruire un’Africa riconciliata attraverso il cammino della verità, della giustizia, dell’amore e della pace”. È quanto ha affermato il card. Polycarp Pengo, presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali d’Africa e Madagascar, introducendo lunedì a Cotonou la Consultazione sulla riconciliazione, la giustizia e la pace promossa insieme alla Conferenza Episcopale beninese all’indomani della consegna dell’Esortazione Apostolica ai vescovi africani da parte di Benedetto XVI. All’insegna del tema “Africa, alzati!”, l’incontro riunisce fino a domani i responsabili delle Conferenze episcopali nazionali e regionali allo scopo di definire un piano di azione per la diffusione e l’attuazione del documento conclusivo del secondo Sinodo dei Vescovi per l’Africa. Nella prolusione ai lavori il card. Pengo ha sottolineato l’urgenza di affrontare le questioni sollevate dall’”Africae Munus” (“L’impegno per l’Africa”), perché il continente possa finalmente “alzarsi” come invocato dal Santo Padre. Il porporato ha quindi elogiato l’opera delle tante istituzioni cattoliche e dei partner che collaborano con il Secam nella promozione dello sviluppo del continente: Misereror, Missio, la Commissione Cattolica Internazionale per le Migrazioni, l’Aiuto alla Chiesa che Soffre, i “Catholic Relief Services”. Ma ha anche ringraziato le diverse Conferenze Episcopali di altri continenti che con il loro sostegno finanziario e la loro collaborazione aiuteranno la Chiesa africana ad attuare la road-map indicata dal Santo Padre. Ai partecipanti alla Consultazione sono giunti diversi messaggi di sostegno e di disponibilità a collaborare nell’impresa. Tra questi, quello del nuovo direttore di Misereor Martin Brukelmann-Simon che ha esortato i vescovi africani ad approfondire in particolare i temi del buon governo, dell’accaparramento delle terre e dei cambiamenti climatici. Per assicurare la giustizia e la pace, sottolinea il messaggio, “dobbiamo curarci dei poveri e degli emarginati”. Il Segretario generale dell’Icmc Johan Keterlers si è soffermato, da parte sua, sulla prima parte dell’Esortazione Apostolica, richiamando l’attenzione sul dramma della povertà, dei rifugiati e delle migrazioni in un continente dilaniato dai conflitti ed esortando la Chiesa in Africa ad incoraggiare i governi africani a ratificare solo quelle convenzioni internazionali che siano in sintonia con i valori del Vangelo.

Radio Vaticana

Nunzio apostolico in Messico: il Papa porterà coraggio per i tempi difficili, la forza di lottare contro la violenza e l'aiuto ad unirci per la pace

Il nunzio apostolico in Messico, mons. Christophe Pierre, ha riferito che nell suo prossimo primo viaggio alla nazione, Papa Benedetto XVI porterà un messaggio di pace e di incoraggiamento contro la violenza. Specificando che la data esatta ed i luoghi che visiterà il Santo Padre non sono ancora stati definiti, in quanto ciò è competenza della Segreteria di Stato, il nunzio ha rilevato che il Messico è molto importante per la Chiesa Cattolica. “Il Papa ci porterà coraggio per i tempi difficili, per avere la forza di lottare contro la violenza ed aiutarci ad unirci per la pace” ha detto il nunzio in una conferenza stampa improvvisata. L'arcivescovo Pierre ha detto anche che i viaggi papali sono realizzati senza tener conto delle condizioni di povertà, economiche o di violenza che ci sono nei luoghi che vengono scelti. Il nunzio apostolico ha parlato prima della celebrazione per la chiusura del Congresso Nazionale degli Istituti Secolari, che si è svolta a Mérida, Yucatán, ed ha aggiunto che la data del viaggio del Santo Padre sarà resi noti nei prossimi mesi, scusandosi per non essere in grado di offrire i dettagli in quanto, ha detto, "non spetta a me fare l'annuncio, per rispetto e perché non ho l'autorità per farlo". Accompagnato dall'arcivescovo di Yucatan, mons. Emilio Carlos Berlie Belaunzarán, il nunzio apostolico ha affermato che la violenza in Messico è una questione che preoccupa e coinvolge tutti, compreso il presidente della Repubblica. In questo senso, ha ritenuto che la sicurezza di Papa Benedetto XVI sarà garantita con una protezione adeguata. Nell'ambito del Congresso Nazionale degli Istituti Secolari, è stato riferito che, come preludio al viaggio del Papa, il prossimo 12 dicembre ci sarà una grande e solenne celebrazione in onore alla Madonna di Guadalupe.

Fides

Dall'omaggio all'Immacolata alla Messa per l'America Latina, alle celebrazioni della Solennità del Natale: gli appuntamenti del Papa per dicembre

E' particolarmente fitto il calendario degli impegni di Benedetto XVI per il prossimo dicembre, oltre alla consueta recita dell'Angelus, la domenica a mezzogiorno, e alla tradizionale Udienza generale del mercoledì. Si comincia giovedì 8, Solennità dell'Immacolata Concezione, con il tradizionale atto di venerazione del Pontefice presso la colonna mariana in Piazza di Spagna. Domenica 11 Benedetto XVI, ha riferito oggi il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, andrà in visita alla parrocchia romana di Santa Maria delle Grazie, nel quartiere di Casal Boccone, dove alle 9.30 presiederà la Santa Messa. Lunedì 12 il Papa presiederà, alle 17.30 nella Basilica Vaticana, la Messa per l'America Latina nella solennità della Madonna di Guadalupe, in occasione del bicentenario dell'indipendenza dei Paesi del continente. Giovedì 15 Papa Ratzinger presiederà la celebrazione dei Vespri per gli universitari romani, quindi domenica 18 sarà al carcere di Rebibbia, dove avrà anche un dialogo con domande e risposte con i detenuti. Giovedì 22 è in programma l'udienza alla Curia romana per lo scambio degli auguri natalizi. Quindi i tradizionali appuntamenti di Natale con, alla vigilia, la Santa Messa della Notte, alle 22.00, e la mattina successiva a mezzogiorno, la Benedizione "Urbi et Orbi". L'anno, come sempre, si concluderà con i Primi Vespri in ringraziamento per l'anno trascorso e il canto del "Te Deum", nella Basilica di San Pietro il 31 dicembre alle 17.00, seguito dalla visita al presepe allestito nella Piazza .

Ansa

Domenica 18 dicembre Benedetto XVI visiterà la Casa Circondariale Nuovo Complesso di Rebibbia e risponderà alle domande dei detenuti

Nella quarta e ultima domenica di Avvento, il 18 dicembre, il Papa si recherà in visita alla Casa circondariale Nuovo Complesso di Rebibbia. Lo ha reso noto la Prefettura della Casa Pontificia, sottolineando che Benedetto XVI vi trascorrerà la prima parte della mattinata per poi rientrare in Vaticano dove, come di consueto, guiderà la preghiera dell’Angelus. Nella struttura detentiva alla periferia di Roma, sulla via Tiburtina, ad attendere il Pontefice, con il direttore del carcere Carmelo Cantone e i cappellani don Pier Sandro Spriano e don Roberto Guernieri, ci sarà il nuovo ministro della giustizia italiano Paola Severino. L’incontro con i detenuti avverrà alle 10.00 nella chiesa del Padre Nostro. Il Papa risponderà alle loro domande e al termine benedirà un albero piantato davanti alla chiesa a ricordo della visita. “La chiesa contiene circa 300 posti – informa il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi – ma i detenuti sono molti di più. Così abbiamo deciso di provvedere alla diretta, in modo da permettere ai detenuti di partecipare all’evento dalle varie celle”.

L'Osservatore Romano, SIR

COMUNICATO DELLA PREFETTURA DELLA CASA PONTIFICIA

Il Papa saluta una delegazione mista di vescovi cattolici e metropoliti ortodossi, accompagnata dalla presidenza del CCEE. Presente anche Hilarion

Benedetto XVI ha salutato una delegazione mista di vescovi cattolici e metropoliti ortodossi che hanno partecipato al 2° Forum Europeo Cattolico-Ortodosso a Rodi lo scorso ottobre, incentrato sul tema Relazioni Chiesa-Stato. La delegazione era accompagnata dalla presidenza del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee cui il Papa, durante i saluti nel corso dell'Udienza generale, aveva rivolto "un sentito augurio" in occasione del 40° anniversario dell'organismo. La delegazione ha consegnato un’edizione speciale degli Atti del Forum tenutosi a Rodi. “L’incontro con il Santo Padre - ha dichiarato al termine dell’incontro il card. Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del CCEE - conferma la reciproca stima e la volontà della Chiesa Romano Cattolica e delle Chiese Ortodosse in Europa di proseguire a lavorare unitamente per testimoniare insieme il vangelo di Cristo e promuovere la conoscenza e il rispetto dei valori che il cristianesimo è portatore in un’Europa segnata dalla secolarizzazione ed in cerca della sua identità”. “Lo scopo di questi momenti di dialogo – ha dichiarato il metropolita Gennadios di Sassima del Patriarcato Ecumenico, riferendosi al Forum di Rodi - non è di discutere questioni teologiche, che vengono trattate ad altri livelli. Il nostro compito è piuttosto di concentrarci sulle questioni antropologiche d'importanza cruciale per il presente e il futuro dell'umanità. Il fine del Forum è di aiutare a definire le posizioni comuni sulle questioni sociali e morali. Impegnandoci in questo scambio, ci aiutiamo l'un l'altro a diventare consapevoli di quanto siano vicine fra loro le nostre rispettive dottrine morali e sociali. Allo stesso tempo, facciamo conoscere al mondo le nostre sollecitudini”. Ha partecipato all’udienza anche il metropolita Hilarion di Volokolamsk portando a Papa Benedetto XVI i saluti del Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill Una terza edizione del Forum si svolgerà su invito del patriarca di Lisbona, José da Cruz Policarpo, nella capitale portoghese nel giugno del 2012.

Radio Vaticana

Benedetto XVI: gli ultimi giorni dell'Anno liturgico ci invitano a considerare con sguardo di fede il tempo che passa. Prepararsi a vivere l'Avvento

Al termine dell’Udienza generale, Benedetto XVI ha rivolto un cordiale saluto al gruppo degli Zingari della provincia di Tolna, in Ungheria. Il Santo Padre ha infine ricordato “che stiamo vivendo gli ultimi giorni dell’Anno liturgico, che ci invitano a considerare con sguardo di fede il tempo che passa”: “Cari giovani, sintonizzate il vostro cammino personale con quello della Chiesa, scandito dalla Liturgia, e preparatevi a vivere il Tempo dell’Avvento come tempo di attesa interiore del Messia nostro Salvatore; cari malati, invocate da Dio il dono della speranza, offrendo per questo anche le vostre sofferenze; e voi, cari sposi novelli, abbiate sempre fiducia nella divina Provvidenza, che guida e accompagna le famiglie cristiane”.

Radio Vaticana

Il Papa: Chiesa in Africa protagonista di una nuova stagione di speranza. Nel continente una riserva di vita e vitalità per il futuro su cui contare

Udienza generale questa mattina nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi, il Papa si è soffermato sul suo recente Viaggio Apostolico in Benin, dove si è recato in occasione del 150° anniversario dell’inizio dell’evangelizzazione del Paese e per la firma e la pubblicazione dell’Esortazione Apostolica post-sinodale "Africae munus", che raccoglie i frutti della II Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi.
“Le comunità cristiane dell’Africa – ha esordito Benedetto XVI, ripercorrendo le tappe di quello che ha definito un “indimenticabile” viaggio apostolico – sono chiamate a rinnovarsi nella fede per essere sempre più al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”. In particolare, “sono invitate a riconciliarsi al loro interno per diventare strumenti gioiosi della misericordia divina, ognuna apportando le proprie ricchezze spirituali e materiali all’impegno comune”. “Questo spirito di riconciliazione è indispensabile anche sul piano civile e necessita un’apertura alla speranza che deve animare anche la vita sociopolitica ed economica del continente”, ha affermato il Papa citando l’incontro con le istituzioni politiche, il corpo diplomatico e i rappresentanti delle religioni, in cui ha posto l’accento “proprio sulla speranza che deve animare il cammino del continente”, rilevando “l’ardente desiderio di libertà e di giustizia che, specialmente in questi ultimi mesi, anima i cuori di numerosi popoli africani”. Di qui la necessità di “costruire una società in cui i rapporti tra etnie e religioni diverse siano caratterizzati dal dialogo e dall’armonia”, attraverso la capacità di “essere veri seminatori di speranza in ogni realtà e in ogni ambiente”. Una delle immagini indelebili del viaggio apostolico è stata la preghiera sulla tomba di un grande uomo di Chiesa e illustre figlio del Benin e dell’Africa, “l’indimenticabile cardinale Bernardin Gantin, la cui venerata memoria è più che mai viva nel suo Paese, che lo considera un Padre della patria, e nell’intero Continente”. “I cristiani sono uomini di speranza, che non si possono disinteressare dei propri fratelli e sorelle”: questa la “verità” rivelata dal Papa anche all'”immensa folla” radunatosi per la messa di domenica scorsa, a Cotonou. “E’ stato uno straordinario momento di preghiera e di festa – ha commentato Benedetto XVI - alla quale hanno preso parte migliaia di fedeli del Benin e di altri Paesi africani, dai più anziani ai più giovani: una meravigliosa testimonianza di come la fede riesca ad unire le generazioni e sappia rispondere alle sfide di ogni stagione della vita”. "Durante questa toccante celebrazione", il Santo Padre ha consegnato ai presidenti delle Conferenze Episcopali dell’Africa l’Esortazione Apostolica "Africae munus", testo con le linee fondamentali per il cammino della Chiesa in Africa e "destinata ai vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi ed alle religiose, ai catechisti ed ai laici dell’intero Continente africano". “Affidando ad essi i frutti della seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi, ho chiesto loro di meditarli attentamente e di viverli in pienezza, per rispondere efficacemente alla impegnativa missione evangelizzatrice della Chiesa pellegrina nell’Africa del terzo millennio. In questo importante testo ogni fedele troverà le linee fondamentali che guideranno e incoraggeranno il cammino della Chiesa in Africa, chiamata ad essere sempre più il sale della terra e la luce del mondo”. A tutti il Pontefice ha rivolto l’appello ad essere costruttori instancabili di comunione, pace e solidarietà. “Gli africani hanno risposto con il loro entusiasmo all’invito del Papa, e sui loro volti, nella loro fede ardente, nella loro adesione convinta al Vangelo della vita ho riconosciuto ancora una volta segni consolatori di speranza per il grande Continente africano”. Il Santo Padre ha poi ricordato di aver toccato con mano “questi segni anche nell’incontro con i bambini e con il mondo della sofferenza”. “Nella chiesa parrocchiale di Santa Rita, ho veramente gustato la gioia di vivere, l’allegria e l’entusiasmo delle nuove generazioni che costituiscono il futuro dell’Africa. Alla schiera festosa dei Bambini, una delle tante risorse e ricchezze del Continente, ho additato la figura di san Kizito, un ragazzo ugandese, ucciso perché voleva vivere secondo il Vangelo, ed ho esortato ciascuno a testimoniare Gesù ai propri coetanei”. Particolarmente toccante anche la visita al Foyer “pace e Gioia”, gestito dalle missionarie della Carità di Madre Teresa: “Mi ha fatto vivere un momento di grande commozione incontrando bambini abbandonati e malati e mi ha consentito di vedere concretamente come l’amore e la solidarietà sanno rendere presente nella debolezza la forza e l’affetto di Cristo risorto”. “La gioia e l’ardore apostolico che ho riscontrato tra i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i seminaristi e i laici, convenuti in gran numero, costituisce un segno di sicura speranza per il futuro della Chiesa in Benin”, ha proseguito il Papa, che ha “incoraggiato ciascuno a vivere la rispettiva missione nella Chiesa con fedeltà agli insegnamenti del magistero, in comunione fra loro e con i pastori”. Momento intenso di comunione è stato anche l’incontro con l’episcopato del Benin:“Ai vescovi ho rivolto l’invito a porre in atto opportune iniziative pastorali per suscitare nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle comunità e nei movimenti ecclesiali una costante riscoperta della Sacra Scrittura, quale sorgente di rinnovamento spirituale e occasione di approfondimento della la fede. Da tale rinnovato approccio alla Parola di Dio e dalla riscoperta del proprio battesimo – ha concluso il Santo Padre - i fedeli laici troveranno la forza per testimoniare la loro fede in Cristo e nel suo Vangelo nella loro vita quotidiana”. In questa fase cruciale per l’intero Continente, ha detto il Papa, la Chiesa in Africa, con il suo generoso impegno al servizio del Vangelo, “potrà essere protagonista di una nuova stagione di speranza”. “In Africa – l’istantanea scattata dal Papa - ho visto una freschezza del sì alla vita, una freschezza del senso religioso e della speranza, una percezione della realtà nella sua totalità con Dio e non ridotta ad un positivismo che, alla fine, spegne la speranza. Tutto ciò dice che in quel Continente c’è una riserva di vita e di vitalità per il futuro, sulla quale noi possiamo contare, sulla quale la Chiesa può contare”. “Questo mio viaggio – ha proseguito il Santo Padre - ha costituito anche un grande appello all'Africa, perché orienti ogni sforzo ad annunciare il Vangelo a coloro che ancora non lo conoscono. Si tratta di un rinnovato impegno per l’evangelizzazione, alla quale ogni battezzato è chiamato, promuovendo la riconciliazione, la giustizia e la pace”.

Radio Vaticana, SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

Benedetto XVI accetta le dimissioni del vescovo di Derry, accusato di aver partecipato a un accordo per l'indennizzo di un abuso sessuale di un prete

Si è dimesso all'età di 71 anni il vescovo irlandese Seamus Hegarty, accusato di aver partecipato nel 2000 a un accordo per l'indennizzo di un abuso compiuto da un sacerdote pedofilo, violando le norme in materia già vigenti all'epoca. In un comunicato diffuso dalla diocesi di Derry lo scorso 7 novembre, il presule informava i fedeli di essere affetto da una malattia "irreversibile e progressiva" ed annunciava di aver inviato al Papa la richiesta di dimissioni. Il bollettino della Sala Stampa vaticana informa oggi che le dimissioni sono state accettate. Come in altre diocesi di Irlanda, anche in quella di Derry si sono verificati casi di pedofilia del clero. A novembre del 2009, mons. Hegarty espresse "vergogna" per la Chiesa quando la stampa irlandese riferì di 17 sacerdoti della diocesi accusati di abusi sessuali su minori. Agli atti resta però l'inaccettabile accordo extragiudiziale del dicembre 2000 sul caso di una bambina che fu abusata per dieci anni a partire dal 1979. Per chiudere il caso, secondo quanto scrisse la stampa dell'Ulster, le furono pagate 12.000 sterline. Nella diocesi, secondo fonti di stampa, ci sono state 26 inchieste per abusi pedofili nell'arco di 40 anni.

TMNews, Agi


RINUNCIA DEL VESCOVO DI DERRY (IRLANDA)