venerdì 23 settembre 2011

Il Papa incontra un gruppo di vittime di preti pedofili: commosso e scosso dalla loro sofferenza, alla Chiesa sta molto a cuore affrontare i crimini

''Questa sera, nel Seminario di Erfurt, Benedetto XVI si è incontrato con un gruppo di vittime di abusi sessuali commessi da sacerdoti e impiegati ecclesiali. Successivamente ha salutato alcuni uomini e donne che si prendono cura di persone colpite da tali crimini''. Lo ha reso noto il portavoce vaticano padre Federico Lombardi con un comunicato. ''Commosso e fortemente scosso dalla sofferenza delle vittime - recita il testo -, il Santo Padre ha espresso la sua profonda compassione e il suo profondo rammarico per tutto ciò che è stato commesso nei loro confronti e delle loro famiglie. Ha assicurato i presenti che a quanti hanno responsabilità nella Chiesa sta molto a cuore affrontare accuratamente tutti i crimini di abuso ed essi si impegnano a promuovere misure efficaci per la tutela di bambini e giovani''. ''Papa Benedetto XVI - conclude il comunicato - è vicino alle vittime e manifesta la propria speranza che Dio misericordioso, Creatore e Redentore di tutti gli uomini, voglia sanare le ferite delle persone abusate e donare loro pace interiore''. E' durato 30 minuti l'incontro con vittime di abusi sessuali commessi da sacerdoti. Erano cinque, tre uomini e due donne, e sono arrivate a Erfurt da tutta la Germania. "L'incontro - ha detto padre Lombardi - è stato sereno e di reciproco ascolto". Era presente anche il vescovo di Treviri, mons. Stephan Ackermann, incaricato nazionale per la questione degli abusi commessi da ecclesiastici.

Asca, Agi

VIAGGIO APOSTOLICO IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011) (XI)

Il Papa: nel cuore di Maria c’è lo spazio per l’amore che il suo Figlio divino vuole donare al mondo. Solo il dono di sé ci fa trovare noi stessi

Con la visita al Santuario di Etzelsbach, della diocesi tedesco-orientale di Erfurt, e la celebrazione dei Vespri mariani presso la "Wallfahrtskapelle" (Cappella del pellegrinaggio) si è conclusa la seconda giornata del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Germania. Il Papa ha celebrato i Vespri, dopo aver compiuto un giro in auto panoramica, con 90mila fedeli nella spianata di Etzelsbach, la zona a più alta densità cattolica nella regione della Turingia. I cattolici di questa regione orientale della Germania, secondo i dati forniti dalla diocesi di Erfurt, sono il 7,8% della popolazione.
"Fin dalla mia giovinezza ho sentito parlare tanto dell’Eichsfeld che ho pensato: devo vederlo una volta e pregare insieme con voi", ha esordito il Papa nell'omelia. "Così sono molto felice che si sia realizzato il mio desiderio di visitare l'Eichsfeld e di ringraziare, assieme con voi, la Vergine Maria qui a Etzelsbach. 'Qui, nell'amata vallata tranquilla' - come dice un canto di pellegrini - e 'sotto i vecchi tigli', Maria ci dona sicurezza e nuova forza. In due dittature empie - ha detto Papa Ratzinger - che hanno mirato a togliere agli uomini la loro fede tradizionale, la gente dell'Eichsfeld era sicura di trovare qui, nel santuario di Etzelsbach, una porta aperta e un luogo di pace interiore". "L’amicizia particolare con Maria che è cresciuta da tutto questo - ha detto il Papa - la vogliamo continuare, anche con la celebrazione dei Vespri mariani di oggi. Quando i cristiani in tutti i tempi e in tutti i luoghi si rivolgono a Maria, si fanno guidare dalla certezza spontanea che Gesù non può rifiutare le richieste che gli presenta sua Madre". Quando i cristiani in tutti i tempi e in tutti i luoghi si rivolgono alla Vergine, ha spiegato, “si fanno guidare dalla certezza spontanea che Gesù non può rifiutare le richieste che gli presenta sua Madre”, “e si poggiano sulla fiducia incrollabile che Maria è al tempo stesso anche Madre nostra – una Madre che ha sperimentato la sofferenza più grande di tutte, che percepisce insieme con noi tutte le nostre difficoltà e pensa in modo materno al loro superamento”.
"Quante persone - ha aggiunto - nel corso dei secoli sono andate in pellegrinaggio a Maria per trovare davanti all'immagine dell'Addolorata, come qui ad Etzelsbach, consolazione e conforto!". "Guardiamo la sua immagine - ha continuato il Papa - una donna di mezza età con le palpebre appesantite dal molto pianto e al contempo lo sguardo trasognato rivolto lontano, come se stesse meditando nel suo cuore su tutto ciò che era accaduto. Sulle sue ginocchia riposa il corpo esanime del Figlio; Ella lo stringe delicatamente e con amore, come un dono prezioso. Sul corpo denudato del Figlio vediamo i segni della crocifissione. Il braccio sinistro del Crocifisso cade verticalmente verso il basso". "Una scultura della Pietà che, come spesso si usava, era originariamente collocata sopra un altare". "Così - ha spiegato Papa Ratzinger - il Crocifisso rimanda con il suo braccio disteso a quanto accade sull'altare dove il santo sacrificio da Lui compiuto è reso presente nell'Eucaristia". Secondo il Papa, “una particolarità dell’immagine miracolosa di Etzelsbach è la posizione del Crocifisso”, perché nella maggior parte delle rappresentazioni della Pietà “Gesù morto giace con il capo verso sinistra”, “così l’osservatore può vedere la ferita del costato del Crocifisso”.A Etzelsbach, invece, “la ferita del costato è nascosta, perché la salma, appunto, è orientata verso l’altro lato”. Per il Pontefice, questa rappresentazione nasconde “un profondo significato, che si svela solo ad un’attenta contemplazione: nell’immagine miracolosa di Etzelsbach i cuori di Gesù e di sua Madre sono rivolti l’uno verso l’altro; s’avvicinano l’uno all’altro. Si scambiano a vicenda il loro amore”. “Nel cuore di Maria c’è lo spazio per l’amore che il suo Figlio divino vuole donare al mondo”, ha osservato. “I fedeli - ha proseguito il Pontefice -, nella preghiera, nella sofferenza, nel ringraziamento e nella gioia, hanno trovato sempre nuovi aspetti e titoli che possono meglio dischiudere a noi questo mistero, per esempio l’immagine del Cuore immacolato di Maria come simbolo dell’unità profonda e senza riserve con Cristo nell’amore”. "Non è l'autorealizzazione a compiere il vero sviluppo della persona, cosa che oggi viene proposta come modello della vita moderna, ma che può facilmente mutarsi in una forma di egoismo raffinato". È invece per il Papa "l’atteggiamento del dono di sé, la rinuncia a se stessi, che si orienta verso il cuore di Maria e con ciò anche verso il cuore di Cristo, come pure verso il prossimo, e solo in questo modo ci fa trovare noi stessi". “In Maria, Dio ha fatto concorrere tutto al bene e non cessa di far sì che, attraverso Maria, il bene si diffonda ulteriormente nel mondo”. “Dalla Croce, dal trono della grazia e della redenzione, Gesù ha dato agli uomini come Madre la propria Madre Maria. Nel momento del suo sacrificio per l’umanità, Egli rende Maria in certo modo mediatrice del flusso di grazia che deriva dalla Croce. Sotto la Croce, Maria diventa compagna e protettrice degli uomini nel loro cammino di vita”. "La nostra fiducia nell'intercessione efficace della Madre di Dio e la nostra gratitudine per l'aiuto sempre nuovamente sperimentato portano in sè - ha aggiunto - in qualche modo l'impulso a spingere la riflessione al di là delle necessità del momento". "Che cosa vuol dirci veramente Maria, quando ci salva dal pericolo?", ha chiesto. “Vuole aiutarci a comprendere l’ampiezza e la profondità della nostra vocazione cristiana – ha risposto –. Con delicatezza materna vuole farci capire che tutta la nostra vita deve essere una risposta all’amore ricco di misericordia del nostro Dio”, “come se dicesse a noi: comprendi che Dio, il quale è la fonte di ogni bene e non vuole nient’altro che la tua vera felicità, ha il diritto di esigere da te una vita che si abbandoni senza riserve e con gioia alla sua volontà e si adoperi perché anche gli altri facciano altrettanto”. “'Dove c’è Dio, là c’è futuro'. In effetti: dove lasciamo che l’amore di Dio agisca totalmente sulla nostra vita, là è aperto il cielo – ha concluso il Papa –. Là è possibile plasmare il presente così che corrisponda sempre di più alla Buona Novella del nostro Signore Gesù Cristo. Là le piccole cose della vita quotidiana hanno il loro senso e là i grandi problemi trovano la loro soluzione”.
Al termine dei Vespri, dopo l'adorazione e la benedizione eucaristica, Papa Benedetto XVI si è avvicinato all’immagine miracolosa del Santuario e quale segno di profonda venerazione ha lasciato un rosario.

TMNews, Zenit

VIAGGIO APOSTOLICO IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011) (X) - il testo integrale dell'omelia del Papa

Vian: il sole sopra Berlino, per l'importanza nei diversi momenti si può estendere all'intero viaggio del Papa l'immagine di un quotidiano tedesco

L'Osservatore Romano riprende una immagine del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, mututata dal film "Il cielo sopra Berlino" di Wim Wenders, per sottolineare il successo del viaggio del Papa in Germania. "Si può già estendere all'intero viaggio l'indovinata immagine del sole sopra Berlino scelta dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung per intitolare un commento al magistrale discorso di Benedetto XVI - scrive il direttore del giornale vaticano Giovanni Maria Vian - che con una scelta intelligente e giornalisticamente perfetta l'autorevole quotidiano tedesco ha pubblicato per intero. Non solo e non tanto per il bellissimo tempo fresco e soleggiato che sta accompagnando la visita, quanto per la sua importanza nei diversi momenti. Il sole dunque splende sulla Germania, dove Joseph Ratzinger è tornato per la terza volta da quando è stato eletto Papa - scrive L'Osservatore Romano - a incontrare la gente e parlare di Dio, come ha subito spiegato".

TMNews

Il sole sopra la Germania

Tra il presidente Schneider e il card. Koch scintille in conferenza stampa sulle coppie miste luterano-cattoliche e la rivalutazione di Martin Lutero

Sorrisi e parole di reciproca stima non hanno impedito ai rappresentanti cattolici e luterani presenti a Erfurt per la visita del Papa nell'ex Convento degli Agostiniani, dove studiò Martin Lutero, di ingaggiare un confronto franco, nel corso di una conferenza stampa, che su alcuni punti storici e dottrinali si è trasformata in un serrato botta-e-risposta. Il presidente del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca, Nikolaus Schneider, aveva già affermato, nel discorso rivolto in mattinata al "caro fratello in Cristo" Benedetto XVI, che "sarebbe una benedizione" rendere possibile, "in un tempo non troppo lontano", la comunione eucaristica comune ai "credenti che vivono legami matrimoniali o familiari in cui si ritrovano insieme confessioni diverse". Concetto ribadito poi in una conferenza stampa di metà giornata nella quale il pastore ha precisato che i protestanti pongono la questione già da "molto tempo" non senza suscitare qualche polemica tra "i confratelli" cattolici. Il card. Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, ha ribattuto che "prima ci sono temi più teologici da risolvere, a cominciare dalle questioni etiche sulla vita" che, a loro volta, hanno provocato polemiche tra i luterani. Immediata la replica di Schneider, secondo il quale "le questioni teologiche sono importanti, ma la vita concreta dei fedeli può essere una vera e propria categoria teologica non meno importante". Pochi minuti e un'altra questione ha fatto scoppiare nuove scintille tra l'esponente vaticano e il leader dei luterani tedeschi. Si tratta di Martin Lutero, il padre della Riforma, al quale Benedetto XVI in persona ha tributato un riconoscimento in un discorso pronunciato in mattinata. "Non c'è qualcosa di sostanziale che lo lega alla Chiesa Cattolica-romana, qualcosa che rimane?", aveva detto Schneider nel suo discorso. "Non è forse il monaco agostiniano di Erfurt, Martin Lutero, concepibile anche come una sorta di cerniera tra le nostre Chiese, poiché egli appartiene ad entrambe?". E ai cronisti che in conferenza stampa domandano se la Chiesa Cattolica stia riabilitando, o almeno rivalutando, Lutero, lo stesso Schneider risponde: "Forse non ci sarà una riabilitazione formale, ma una rivalutazione di fatto della sua figura l'abbiamo sentita molto chiaramente dalla bocca del Papa. Sarebbe fantastico - aggiunge - avere anche una rivalutazione della sua teologia". Immediata la replica del card. Koch: "Questa non è una strada a senso unico, anche gli evangelici devono spiegare come vedono oggi la Riforma del Cinquecento, se con continuità rispetto a quell'epoca o con una rottura". Il pastore protestante ha concluso affermando che un percorso di "purificazione della memoria" deve effettivamente essere una "strada a doppio senso", pur sottolineando che la Chiesa evangelica tedesca rimane legata alla figura di Lutero. Per Schneider, più in generale, il Papa oggi ha messo "pietre importanti" nella costruzione del rapporto ecumenico tra cattolici e protestanti ed ha sottolineato quanto per lui sia "personalmente importante" Lutero. Il pastore ha poi sottolineato che il 500° della Riforma luterana, che si celebrerà nel 2017, non deve essere un'occasione di ostilità tra cattolici e luterani ma una festa della fede alla quale saranno invitati anche i cattolici, "anche se la questione va ancora elaborata".

TMNews

Il portavoce vaticano: Benedetto XVI nei luoghi di Lutero per mostrare l'importanza della sua figura. E' molto in forma e soddisfatto del viaggio

Papa Benedetto XVI ''è venuto a Erfurt proprio perchè è un luogo fondamentale nella storia della Riforma, luogo dove Lutero ha cominciato la sua via, è diventato agostiniano, è stato diacono ed è stato ordinato sacerdote. Quindi venire a Erfurt ha il significato di mostrare l'importanza di questa figura''. Lo ha detto padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, rispondendo alle domande dei giornalisti dopo l'incontro di questa mattina di Papa Ratzinger con la Chiesa evangelica tedesca. Nel discorso tenuto nel convento dove visse Lutero quando era monaco, ''il Papa ha parlato del tema della fede in Dio, della domanda di Dio che la persona deve vivere con tutta la intensità, e ha riproposto il modo in cui Lutero si interrogava come un esempio di domanda su Dio sentita profondamente, esistenzialmente e non solo in modo teorico''. La domanda che ha assillato il fondatore della Riforma per tutta la sua vita, 'Come posso trovare un Dio misericordioso'?', ''è una domanda che a tutta una sua attualità. E siccome questo è un viaggio in cui il Papa parla di Dio, dell'importanza di Dio, del suo non essere estraneo alla realtà mi sembra un punto importante di contatto con la Riforma il cui primo riformatore si è posto questa domanda in un modo così profondo''. Il ''metodo ecumenico'' del Papa, secondo padre Lombardi, è quello di ''cercare quello che è più profondo e in cui quindi possiamo essere uniti, e da lì riprendere il cammino piuttosto che andare su dei livelli su cui si mettono piuttosto in luce le divisioni''. "A me sembra molto meno stanco di come ci si potrebbe immaginare in un viaggio così intenso", ha quindi risposto il gesuita ai giornalisti che sostenevano che Papa Ratzinger appaia stanco. "E' molto in forma e molto soddisfatto, anche perché c'è una buona risposta e sente che il suo servizio e le sue fatiche sono bene impegnate".

Asca, TMNews

Leader comunità musulmane tedesche: con il Papa si è aperta definitivamente una nuova pagina. Mi ha colpito l'omaggio al ruolo delle nostre famiglie

Cinque anni dopo la discussa lectio magistralis di Ratisbona, i leader delle comunità musulmane in Germania salutano con calore il viaggio di Papa Benedetto XVI ed esaltano gli sforzi compiuti dal Pontefice per riavvicinarsi alla comunità islamica. "Si è aperta definitivamente una nuova pagina", ha detto all'agenzia Dpa Aiman Mazyek, a capo del Consiglio centrale dei musulmani tedeschi. Il Papa "ha reso evidente il fatto che condividiamo molti valori etici. Ci ha colpito molto il suo omaggio al ruolo delle famiglie musulmane nella società tedesca", ha aggiunto Mayzek, che ha fatto parte della delegazione di rappresentanti islamici presenti questa mattina nella Nunziatura di Berlino all'incontro con Benedetto XVI.

Adnkronos

Il Papa: l’unità cresce non con la ponderazione di vantaggi e svantaggi ma solo con un sempre più profondo penetrare nella fede con pensiero e vita

Dopo l'incontro con i rappresentanti del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca, nella chiesa annessa all’ex Convento degli Agostiniani di Erfurt si è svola la Celebrazione Ecumenica. Erano presenti circa 300 persone, inclusi alcuni rappresentanti di altre chiese protestanti tedesche, il presidente federale Wulff e la cancelliera Angela Merkel. La preghiera di Cristo “non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola”, ha spiegato il Papa nell'omelia, “non è semplicemente una cosa del passato”, perché Cristo è sempre “davanti al Padre intercedendo per noi”. “Nella preghiera di Gesù si trova il luogo interiore, più profondo, della nostra unità – ha sottolineato –. Diventeremo una sola cosa, se ci lasceremo attirare dentro tale preghiera”. “È rimasta inascoltata la preghiera di Gesù?”, ha chiesto il Santo Padre, esortando a vedere due aspetti: “Il peccato dell’uomo, che si nega a Dio e si ritira in se stesso, ma anche le vittorie di Dio, che sostiene la Chiesa nonostante la sua debolezza e attira continuamente uomini dentro di sé, avvicinandoli così gli uni agli altri”. Per questo, ha osservato, “in un incontro ecumenico, non dovremmo soltanto lamentare le divisioni e le separazioni, bensì ringraziare Dio per tutti gli elementi di unità che ha conservato per noi e sempre di nuovo ci dona”. “E questa gratitudine deve al contempo essere disponibilità a non perdere, in mezzo ad un tempo di tentazione e di pericoli, l’unità così donata”. "L'uomo ha bisogno di Dio, oppure le cose vanno abbastanza bene anche senza di lui?", si è chiesto Benedetto XVI.
"Quando, in una prima fase dell'assenza di Dio, la sua luce continua ancora a mandare i suoi riflessi e tiene insieme l'ordine dell'esistenza umana, si ha l'impressione che le cose funzionino anche senza Dio. Ma quanto più il mondo si allontana da Dio, tanto più diventa chiaro che l'uomo, nell'hybris del potere, nel vuoto del cuore e nella brama di soddisfazione e di felicità, 'perde' sempre di più la vita". "La sete di infinito è presente nell’uomo in modo inestirpabile. L’uomo - ha detto i Pontedice - è stato creato per la relazione con Dio e ha bisogno di Lui. Il nostro primo servizio ecumenico in questo tempo deve essere di testimoniare insieme la presenza del Dio vivente e con ciò dare al mondo la risposta di cui ha bisogno". “Naturalmente di questa testimonianza fondamentale per Dio fa poi parte, in modo assolutamente centrale, la testimonianza per Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio, che è vissuto insieme con noi, ha patito per noi, è morto per noi e, nella risurrezione, ha spalancato la porta della morte”. “Fortifichiamoci in questa fede! - ha esortato -. Aiutiamoci a vicenda a viverla! Questo è un grande compito ecumenico che ci introduce nel cuore della preghiera di Gesù”. "La serietà della fede in Dio si manifesta nel vivere la sua parola", ha detto Benedetto XVI in una celebrazione ecumenica a Erfurt. "Si manifesta, nel nostro tempo, in modo molto concreto, nell'impegno per quella creatura che Egli volle a sua immagine, per l'uomo. Viviamo in un tempo in cui i criteri dell'essere uomini sono diventati incerti. L'etica viene sostituita con il calcolo delle conseguenze. Di fronte a ciò noi come cristiani dobbiamo difendere la dignità inviolabile dell'uomo, dal concepimento fino alla morte - nelle questioni della diagnosi pre-impiantatoria fino all'eutanasia. Senza la conoscenza di Dio, l’uomo diventa manipolabile".
In questo senso, il Papa ha ricordato che “la disponibilità ad aiutare, nelle necessità di questo tempo, al di là del proprio ambiente di vita è un compito essenziale del cristiano”. Ciò, ha spiegato, vale anzitutto nell’ambito della vita personale di ciascuno, ma anche “nella comunità di un popolo e di uno Stato, in cui tutti devono farsi carico gli uni degli altri”, in Europa e “al di là di tutte le frontiere”, perché “la carità cristiana esige oggi il nostro impegno anche per la giustizia nel vasto mondo”. Accennando “ad una dimensione più profonda del nostro obbligo di amare”, ha poi indicato che la serietà della fede “si manifesta soprattutto anche quando essa ispira certe persone a mettersi totalmente a disposizione di Dio e, a partire da Dio, degli altri”. “I grandi aiuti diventano concreti soltanto quando sul luogo esistono coloro che sono totalmente a disposizione dell’altro e con ciò rendono credibile l’amore di Dio – ha concluso –. Persone del genere sono un segno importante per la verità della nostra fede”. "Alla vigilia della visita del Papa - ha continuato Benedetto XVI - si è parlato diverse volte di un dono ecumenico dell'ospite, che ci si aspettava da questa visita. Non c'è bisogno che io specifichi i doni menzionati in tale contesto. Al riguardo - ha proseguito Papa Ratzinger - vorrei dire che questo costituisce un fraintendimento politico della fede e dell'ecumenismo. Quando un Capo di Stato visita un Paese amico, generalmente precedono contatti tra le istanze, che preparano la stipulazione di uno o anche di più accordi tra i due Stati: nella ponderazione dei vantaggi e degli svantaggi si arriva al compromesso che, alla fine, appare vantaggioso per ambedue le parti, così che poi il trattato può essere firmato. Ma la fede dei cristiani non si basa su una ponderazione dei nostri vantaggi e svantaggi. Una fede autocostruita è priva di valore. La fede non è una cosa che noi escogitiamo o concordiamo. È il fondamento su cui viviamo. L'unità cresce non mediante la ponderazione di vantaggi e svantaggi, bensì solo attraverso un sempre più profondo penetrare nella fede mediante il pensiero e la vita. In questa maniera - ha detto il Papa - negli ultimi 50 anni, e in particolare anche dalla visita di Papa Giovanni Paolo II, 30 anni fa, è cresciuta molta comunanza, della quale possiamo essere solo grati".

Zenit, TMNews

VIAGGIO APOSTOLICO IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011) (IX) - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa: la fede, vissuta nell’intimo, in un mondo secolarizzato, è la forza ecumenica più forte che ci ricongiunge, guidandoci verso l'unità in Dio

"Per me, come vescovo di Roma, è un momento emozionante incontrare qui, nell'antico convento agostiniano di Erfurt, rappresentanti del Consiglio della Chiesa Evangelica in Germania", ha detto il Papa. "Qui Lutero ha studiato teologia. Qui è stato ordinato sacerdote nel 1507. Contro il desiderio del padre, egli non continuò gli studi di giurisprudenza, ma studiò teologia e si incamminò verso il sacerdozio nell'Ordine di Sant'Agostino. In questo cammino non gli interessava questo o quello. Ciò che non gli dava pace era la questione su Dio, che fu la passione profonda e la molla della sua vita e dell'intero suo cammino. 'Come posso avere un Dio misericordioso?': questa domanda gli penetrava nel cuore e stava dietro ogni sua ricerca teologica e ogni lotta interiore. Per lui la teologia non era una questione accademica, ma la lotta interiore con se stesso, e questo, poi, era una lotta riguardo a Dio e con Dio". "Che questa domanda sia stata la forza motrice di tutto il suo cammino mi colpisce sempre nuovamente - ha affermato Benedetto XVI -. Chi, infatti, si preoccupa oggi di questo, anche tra i cristiani. Che cosa significa la questione su Dio nella nostra vita? Nel nostro annuncio? La maggior parte della gente, anche dei cristiani, oggi dà per scontato che Dio, in ultima analisi, non si interessa dei nostri peccati e delle nostre virtù". ''Sono veramente così piccole le nostre mancanze?'', si è chiesto Papa Ratzinger, e ha quindi proseguito: ''Non viene forse devastato il mondo a causa della corruzione dei grandi, ma anche dei piccoli, che pensano soltanto al proprio tornaconto? Non viene forse devastato a causa del potere della droga, che vive, da una parte, della brama di vita e di denaro e, dall'altra, dell'avidita' di piacere delle persone dedite ad essa? Non è forse minacciato dalla crescente disposizione alla violenza che, non di rado, si maschera con l'apparenza della religiosità? La fame e la povertà potrebbero devastare a tal punto intere parti del mondo se in noi l'amore di Dio e, a partire da Lui, l'amore per il prossimo, per le creature di Dio, gli uomini, fosse più vivo?''. ''No - ha concluso-, il male non è un'inezia'' e questo ''non potrebbe essere così potente se noi mettessimo Dio veramente al centro della nostra vita. La domanda: Qual è la posizione di Dio nei miei confronti, come mi trovo io davanti a Dio? - questa scottante domanda di Martin Lutero deve diventare di nuovo, e certamente in forma nuova, anche la nostra domanda". Poi rivolgendo lo sguardo alla situazione ecumenica, il Papa ha detto: “La cosa più necessaria per l’ecumenismo è innanzitutto che, sotto la pressione della secolarizzazione, non perdiamo quasi inavvertitamente le grandi cose che abbiamo in comune, che di per sé ci rendono cristiani e che ci sono restate come dono e compito. È stato l’errore dell’età confessionale aver visto per lo più soltanto ciò che separa, e non aver percepito in modo esistenziale ciò che abbiamo in comune nelle grandi direttive della Sacra Scrittura e nelle professioni di fede del cristianesimo antico”. Il Papa ha riconosciuto che negli ultimi decenni, i cristiani hanno maturato una sempre più profonda consapevolezza della comunione. Ma aggiunge: “Il pericolo di perderla, purtroppo, non è irreale”. ''Negli ultimi tempi - ha osservato -, la geografia del cristianesimo è profondamente cambiata e sta cambiando ulteriormente. Davanti ad una forma nuova di cristianesimo, che si diffonde con un immenso dinamismo missionario, a volte preoccupante nelle sue forme, le Chiese confessionali storiche restano spesso perplesse. E' un cristianesimo di scarsa densità istituzionale, con poco bagaglio razionale e ancora meno bagaglio dogmatico e anche con poca stabilità. Questo fenomeno mondiale ci pone tutti davanti alla domanda: che cosa ha da dire a noi di positivo e di negativo questa nuova forma di cristianesimo?''. "L'assenza di Dio nella nostra società - ha denunciato - si fa più pesante, la storia della sua rivelazione, di cui ci parla la Scrittura, sembra collocata in un passato che si allontana sempre di più". "Occorre forse cedere - si è chiesto Papa Ratzinger - alla pressione della secolarizzazione, diventare moderni mediante un annacquamento della fede? Naturalmente, la fede deve essere ripensata e soprattutto rivissuta oggi in modo nuovo per diventare una cosa che appartiene al presente". “Non è l’annacquamento della fede che aiuta bensì solo il viverla interamente nel nostro oggi. Questo è un compito ecumenico centrale. In questo dovremmo aiutarci a vicenda: a credere in modo più profondo e più vivo. Non saranno le tattiche a salvarci, a salvare il cristianesimo, ma una fede ripensata e rivissuta in modo nuovo. Come i martiri dell’epoca nazista ci hanno condotti gli uni verso gli altri e hanno suscitato la prima grande apertura ecumenica, così anche oggi la fede, vissuta a partire dell’intimo di se stessi, in un mondo secolarizzato, è la forza ecumenica più forte che ci ricongiunge, guidandoci verso l’unità nell’unico Signore”.

Radio Vaticana, TMNews, SIR

VIAGGIO APOSTOLICO IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011) (VIII) - il testo integrale del discorso del Papa

L'incontro con i rappresentanti della Chiesa evangelica tedesca nel Convento degli Agostiniani dove visse Lutero. I saluti al Papa: incontro storico

Dopo la visita alla Cattedrale di Santa Maria, Benedetto XVI si è trasferito all’ex Convento degli Agostiniani, dove Lutero studiò teologia incamminandosi verso il sacerdozio. Qui il Papa è stato accolto dal presidente della Chiesa evangelica tedesca Nikolaus Schneider e dalla presidente della Chiesa evangelica di Turingia, che attraverso il Chiostro del Convento, lo hanno accompagnato nella Sala del Capitolo, dove erano presenti 15 rappresentanti del Consiglio della Chiesa evangelica tedesca e i cardinali e vescovi del Seguito papale. Nel Chiostro un coro misto di alunni di scuole cattoliche ed evangeliche hanno eseguito alcuni brani durante il passaggio del Santo Padre. "Vi saluto con viva cordialità e, a nome della Chiesa Evangelica nella Germania Centrale, vi do il benvenuto qui nella Sala del Capitolo del Convento agostiniano evangelico di Erfurt": così si rivolta al Papa Ilse Junkermann. "Storico viene definito da molti - ha continuato la donna - questo incontro. In questa definizione - ha spiegato - trova espressione l'alto significato politico e sociale, che viene attribuito dall'opinione pubblica a questo appuntamento". La presidente della Chiesa Evangelica della Turingia ha quindi invocato lo Spirito Santo perché possano essere compiuti “passi ricchi di benedizioni”. Il pastore Nikolaus Schneider, guarda alla prospettiva di giungere a comprendere le diverse tradizioni cristiane cresciute separatamente, quali doni comuni della Chiesa di Cristo. Pensa ai matrimoni cristiani misti: “Per noi tutti – afferma – sarebbe una benedizione poter rendere loro possibile, in un tempo non troppo lontano, una comunione eucaristica libera, scevra da impedimenti”.

Il Sismografo, Radio Vaticana

Benedetto XVI arriva a Erfurt, seconda tappa del viaggio. La visita alla Cattedrale di Santa Maria e la venerazione del Reliquiario di San Bonifacio

Dopo un volo di circa 45 minuti, Benedetto XVI è arrivato questa mattina a Erfurt proveniente da Berlino, per la seconda tappa del suo 21° viaggio apostolico internazionale. Il Santo Padre è stato accolto all'aeroporto dal vescovo di Erfurt, mons. Joachin Wanke e dal Ministro Presidente di Turingia Christine Liebercknecht. Il Papa si è ritirato per alcuni minuti nella Sala d'Onore con il Ministro Presidente, prima del trasferimento nella Cattedrale di Santa Maria. Qui a Benedetto XVI mons. Joachim Wanke ha presentato il vescovo ausiliare mons. Reinhard Hauke, il Preposito della cattedrale ed il Capitolo. Dopo un momento di Adorazione al Santissimo, posto presso l'altare centrale, e la venerazione del Reliquiario di San Bonifacio, il Papa ha attraversa la chiesa per entrare nel Chiostro, dove hanno avuto luogo la presentazione di 15 professori di Teologia dell'Università di Erfurt, la firma dei Libri d'Oro della Turingia e della città di Erfurt, alla presenza del Ministro Presidente e del sindaco Andreas Bausewein, e l’omaggio alla tomba del vescovo mons. Hugo Aufderbeck, predecessore dell'attuale ordinario di Erfurt. Infine il Pontefice è rientrato in chiesa rendendo omaggio all'antica e venerata statua della Madonna Sedes Sapientiae ed è uscita sulla piazzetta della Cattedrale, per salutare alcuni fedeli li riuniti.

Radio Vaticana, Il Sismografo

Video: Il Papa arriva a Erfurt

Video: il Papa nella Cattedrale di Erfurt

Il Papa: in quanto uomini religiosi a partire dalle rispettive convinzioni diamo una testimonianza importante in molti settori cruciali della società

“A partire dagli anni ’70 – ha ricordato il Papa – la presenza di numerose famiglie musulmane è divenuta sempre di più un tratto distintivo di questo Paese”. “Sarà tuttavia necessario impegnarsi costantemente per una migliore reciproca conoscenza e comprensione”. Molti musulmani ''attribuiscono grande importanza alla dimensione religiosa'' e questo a volte viene interpretato ''come una provocazione in una società che tende ad emarginare questo aspetto o ad ammetterlo tutt'al più nella sfera delle scelte individuali dei singoli''. “La Chiesa cattolica – ha aggiunto il Santo Padre – si impegna fermamente perché venga dato il giusto riconoscimento alla dimensione pubblica dell’appartenenza religiosa. Si tratta di un’esigenza non irrilevante nel contesto di una società maggiormente pluralista. Ma va fatta attenzione – ha spiegato il Pontefice – che “il rispetto verso l’altro sia sempre mantenuto”. Per il Papa, il ''rispetto reciproco'' tra le religioni ''cresce solo sulla base dell'intesa su alcuni valori inalienabili, propri della natura umana, soprattutto l'inviolabile dignità di ogni persona'' che ''non limita l'espressione delle singole religioni; al contrario, permette a ciascuno di testimoniare in modo propositivo ciò in cui crede, non sottraendosi al confronto con l'altro. In Germania – come in molti altri Paesi non solo occidentali – tale quadro di riferimento è rappresentato dalla Costituzione". “Potremmo chiederci – ha osservato il Pontefice – come possa un tale testo, elaborato in un’epoca storica radicalmente diversa, in una situazione culturale quasi uniformemente cristiana, essere adatto alla Germania di oggi, che vive nel contesto di un mondo globalizzato ed è segnata da un notevole pluralismo in materia di convinzioni religiose”. I padri della Costituzione, ha ricordato il Papa, "non prescindevano dalla propria appartenenza religiosa" e "per molti di loro la visione cristiana era la vera forza ispiratrice”. Dovendosi confrontare con uomini con una “base confessionale diversa o addirittura non religiosa”, il terreno comune fu trovato nel “riconoscimento di alcuni diritti inalienabili”.
“Non è pensabile, infatti, che una società possa sostenersi nel lungo termine senza un consenso sui valori etici fondamentali”. La collaborazione feconda tra cristiani e musulmani oltre ad essere possibile, hato sottolinea il Santo Padre, può contribuire ''alla costruzione di una società che, sotto molti aspetti, sarà diversa da ciò che abbiamo portato con noi dal passato. In quanto uomini religiosi, a partire dalle rispettive convinzioni possiamo dare una testimonianza importante in molti settori cruciali della vita sociale. Penso, ad esempio, alla tutela della famiglia fondata sul matrimonio, al rispetto della vita in ogni fase del suo naturale decorso o alla promozione di una più ampia giustizia sociale''. Ai musulmani ha quindi ricordato Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia del mondo ad Assisi, "a 25 anni dallo storico incontro di Assisi guidato dal mio Predecessore, il Beato Giovanni Paolo II". “Con tale raduno – ha concluso - vogliamo mostrare, con semplicità, che da uomini religiosi noi offriamo il nostro particolare contributo per la costruzione di un mondo migliore, riconoscendo al tempo stesso la necessità, per l’efficacia della nostra azione, di crescere nel dialogo e nella stima reciproca”.
Una testimonianza dei cristiani e musulmani, ha sottolineato rivolgendosi al Papa il prof. Mouhanad Khorchide, docente di Pedagogia della Religione islamica , che deve sempre attingere all’amore e alla misericordia di Dio: “Dove si tende una mano misericordiosa e benevola – ha osservato - lì Dio si manifesta, lì c’è la misericordia, lì c’è Dio”. “Dove una madre abbraccia il suo bambino, dove si sorride a una persona, dove si compie un gesto di bontà...lì si rende percepibile Dio”.

Radio Vaticana, Asca

VIAGGIO APOSTOLICO IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011) (VII) - il testo integrale del discorso del Papa

Martin Lutero è il convitato di pietra e il filo rosso del ritorno in patria di Joseph Ratzinger, così come del suo cammino di teologo e di pastore

Sul volo che lo ha condotto a Berlino, a una domanda dei giornalisti sul significato ecumenico del viaggio in Germania, in particolare per quanto riguarda la tappa di Erfurt dove oggi incontrerà i rappresentanti della Chiesa evangelica nell'ex convento agostiniano dove si formò Martin Lutero, il Papa ha chiaramente indicato l'obiettivo: "Approfondire l'unità tra cattolici ed evangelici è essenziale in questo momento storico. Quando ho accettato l'invito per questo viaggio, per me era evidente che l'ecumenismo con i nostri amici evangelici doveva esserne un punto centrale". Infatti, "noi viviamo in un tempo di secolarismo e come cristiani, insieme, abbiamo la missione di rendere presente il messaggio di Cristo, di rendere possibile il credere". Infatti, "essere insieme, cattolici ed evangelici, è un elemento fondamentale del nostro tempo", ha aggiunto il Pontefice, secondo cui "anche se istituzionalmente non siamo uniti, anche se restano problemi anche grandi, siamo uniti nel fondamento della fede in Cristo". Anche il presidente della Repubblica federale tedesca Christian Wulff a Bellevue, salutando il Papa si è rallegrato della circostanza che Benedetto XVI incontrerà esponenti della Chiesa evangelica e celebrerà una funzione religiosa ecumenica. Proprio l'ecumenismo è uno dei temi più volte richiamati in Germania in questi giorni, in vista del viaggio del Papa, dal quale si aspetta un segnale in questa direzione. "La Germania è stata la sede della riforma, e sono immensamente contento che lei domani vada a Erfurt, una delle città in cui ha operato Lutero", ha detto al Pontefice il capo dello Stato tedesco. Insomma Lutero riformatore invece che eretico. Nei suoi studi teologici Joseph Ratzinger si è più volte chiesto se il monaco tedesco che nel Cinquecento spaccò in due la cristianità volesse creare una frattura o, invece, intendesse sì riformare, ma senza traumi, la storia millenaria della Chiesa. La tesi di fondo, condivisa dal Papa professore, è proprio quella che Lutero avesse idee "più cattoliche" di quanto abbia stabilito la storiografia nel corso dei secoli. Una rivalutazione del "gran rivoluzionario" che potrebbe aiutare il dialogo con il mondo protestante. "La riflessione su Lutero è un segnale di attenzione che favorirà il clima di incontro con i protestanti - spiega il cardinale tedesco Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani -. Da Lutero abbiamo molto da imparare, a cominciare dall’importanza attribuita alla Parola di Dio. L'attenzione del Pontefice è espressione di una visione più positiva, di una concezione meglio articolata di Lutero come figura che ha anticipato aspetti che la Chiesa ha nel tempo riscoperto e inscritto nel proprio percorso". In particolare, precisa il card. Kasper, il padre della Riforma "ha giustamente insistito molto sull’importanza della Sacra Scrittura, anche se poi ha distaccato l’interpretazione del Vangelo dal magistero della Chiesa". Una "differenza essenziale" che non annulla, però, l’"originalità e la forza del contributo di Lutero". I luterani oggi sono novanta milioni, quasi tutti in Germania e Scandinavia. L'approfondimento su Lutero è un argomento apparentemente specialistico ma dalle ampie ripercussioni culturali e religiose: la successione apostolica. Gli apostoli, infatti, hanno trasmesso la loro autorità ai vescovi. Ma mentre per i cattolici e per gli ortodossi questo "passaggio di consegne" è la garanzia che la tradizione non vada persa, per la maggior parte dei protestanti la successione apostolica va intesa solo come successione della Parola di Dio e non delle strutture ecclesiastiche, che rimangono teologicamente leggere e non si frappongono tra il credente e Dio. Alcuni studi realizzati di recente in Germania e nel Nord Europa, però, hanno iniziato a istillare un dubbio. Non sarà che questa distinzione era intesa da Lutero in modo meno rigido di quanto non sia sembrato nel corso dei secoli? In Svezia, per esempio, la Chiesa protestante riconosce la successione apostolica in un modo che è più vicino al mondo cattolico. La riabilitazione ratzingeriana del monaco eretico ha radici antiche. Già da cardinale invitava a riflettere "molto seriamente" sul frate agostiniano e a "salvare ciò che vi è di grande nella sua teologia". Senza tacere il punto critico, "Lutero non poteva più condividere quella certezza che nella Chiesa riconosce una coscienza comune superiore all’intelligenza e alle interpretazioni private. Così la relazione fra la Chiesa ed il singolo, fra la Chiesa e la Bibbia era radicalmente mutata", Joseph Ratzinger, "parlando della situazione tedesca, che conosco dall’interno", sottolineava di "essere amico di protestanti davvero spirituali». E che "c’è davvero da parte protestante un nuovo interesse nei riguardi di elementi fondamentali della realtà cattolica".

Giacomo Galeazzi, Vatican Insider

Spiazzata la stampa tedesca: il Papa sorprendente, al Bundestag un discorso coraggioso e straordinario. Questo viaggio potrebbe diventare storico

Il Papa tedesco ha spiazzato i tedeschi. Nella prima giornata della suo viaggio di stato in patria, in una Berlino orgogliosa della sua fama di città agnostica se non atea, Benedetto XVI ha saputo ribaltare il tono generale dei giudizi. E la stampa ha riflettuto immediatamente questo cambiamento, evidente soprattutto nei commenti apparsi sui giornali di qualità di indirizzo progressista. Bilancio delle prime 24 ore: i credenti, accorsi in massa a riempire le gradinate dell'Olympiastadion, si sono sentiti confortati dall'appello a stringersi attorno alla Chiesa Cattolica nonostante le difficoltà e le frustrazioni per "le cattive piante cresciute anche all'interno della Chiesa".I parlamentari che hanno assistito allo storico discorso nella sala plenaria del Bundestag sono rimasti favorevolmente sorpresi dal tono riflessivo, alto e semplice allo stesso tempo, dell'intervento. Coloro che hanno disertato l'evento contestando una eccessiva mescolanza fra religione e Stato, si sono dovuti confrontare con l'accusa di inospitalità e mancanza di rispetto; le centinaia di contestatori che hanno manifestato contemporaneamente i dissensi sui temi dell'uguaglianza sessuale e sull'utilizzo dei preservativi hanno potuto farlo pacificamente, sfilando lungo un percorso nel cuore della città, anche se a debita distanza dai luoghi frequentati dal Pontefice. Alla fine, Berlino ha offerto la sua faccia migliore, fatta di mille sfumature, in grado di comporre un quadro plurale e tollerante: chi riteneva che questo non fosse compatibile con la presenza della più alta autorità del cattolicesimo, si è dovuto ricredere. "La Chiesa cattolico-romana ha ancora una sua forza", ha esordito Heribert Prantl in un commento sulla Süddeutsche Zeitung, "che non si mostra più nella presenza diffusa all'interno della società o nella vitalità della sua religiosità, ma nella veemenza con cui il suo massimo rappresentante viene rifiutato. La fede non sposta più le montagne ma manda ancora in bestia i critici della Chiesa. Il riflesso di anti-clericalismo che scatta nel rapporto con il Papa si mostra con la stessa intolleranza che viene a lui contestata. Tra i critici del Vaticano si ritrova riflesso proprio quello che al Vaticano viene rimproverato". Con lo sguardo rivolto all'assenza polemica di un'ottantina di parlamentari durante il discorso di Joseph Ratzinger al Bundestag, ha insistito: "A questo quadro riflesso appartiene anche l'errore di quei deputati che hanno boicottato il discorso del Pontefice. Con questo gesto hanno voluto rimarcare il fatto che lo Stato debba mantenersi neutrale di fronte alle religioni. Un'interpretazione in questo caso sbagliata. La neutralità non significa mancanza di rispetto. E in più, uno Stato liberale e secolarizzato vive di presupposti che esso stesso non è in grado di garantire. Valori come giustizia, amore per il prossimo e solidarietà, insegnati dalla religione cristiana, sono parte di tali presupposti". Il risultato di una contestazione così plateale è stato, a giudizio di Prantl, quello di offrire al Papa più attenzione di quanta comunque ne avrebbe avuta: "Ma egli ha meritato questa attenzione, perché ha tenuto un impressionante discorso di filosofia del diritto, intenso e ricco di umanità, complesso nei dettagli ma semplice nel messaggio. È stato un discorso fondamentale, non fondamentalista". Non molto differenti gli articoli di commento di un pilastro della cultura progressista tedesca come Der Spiegel, che ha titolato fra l'altro "Il Papa sorprendente". Ripercorrendo la prima giornata del viaggio di Benedetto XVI, il settimanale ha scritto: "Fin dal messaggio inviato in partenza a Giorgio Napolitano sulle preoccupazioni per la situazione italiana, si è capito che questo viaggio tedesco non può essere interpretato in altro modo che come un viaggio politico. Il programma prevede 17 colloqui, cinque grandi Messe in tre diocesi - Berlino, Erfurt e Friburgo - di fronte a 300mila fedeli complessivamente e sarà segnato da una serie di contro-manifestazioni. Se Ratzinger manterrà un tale ritmo e forza e coraggio non gli verranno meno, questo 21° viaggio del Pontefice potrebbe davvero diventare storico". Anche qui non sono mancate osservazioni negative verso i critici di Benedetto XVI: "Le loro aspettative sono enormi, ma testimoniano l'ignoranza verso questo Papa e suonano esattamente come quelle caratteristiche che gli vengono contestate: arroganti e lontane dalla realtà. Alcuni critici vorrebbero che in quattro giorni Benedetto XVI facesse in modo che gli abusi sessuali nella Chiesa non fossero mai avvenuti, che riunisse cattolici e protestanti, che permettesse le unioni matrimoniali omosessuali e che nominasse le donne almeno come cardinali. Tutto questo è assurdo". Tracciando il bilancio della giornata berlinese, Der Spiegel ha concluso: "Il discorso al Bundestag è stato sorprendente. Ratzinger, il professore che non voleva diventare Papa, è rimasto fedele a se stesso. Ha dato una lavata di capo ai politici, ha parlato di natura e ragione, ha richiesto ai parlamentari una maggiore responsabilità morale per l'ecologia e la giustizia. È stato un discorso politico, coraggioso, straordinario. Forse, il viaggio più difficile del Papa dall'inizio del suo pontificato può trasformarsi in un trionfo, come accadde lo scorso ottobre in un'altra tappa difficile, quella di Londra".

Pierluigi Mennitti, Lettera43