mercoledì 31 agosto 2011

Il Papa: musica sacra invito a dissetarci sempre all’unica acqua che estingue la sete, il Dio vivente, a rigettare il male rinnovando la nostra fede

Questa sera, nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, ha avuto luogo un Concerto offerto in onore di Papa Benedetto XVI dal card. Domenico Bartolucci, già direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina. In programma quattro composizioni dello stesso card. Bartolucci: il poema Benedictus, scritto per questo evento, per soprano, coro a 3 voci pari e orchestra, l’Ave Maria, tratta dall’opera lirica "Il Brunellesco", per soprano, coro a 3 voci pari, il poema sacro Baptisma, per soprano, baritono, coro femminile e piccola orchestra e il mottetto Christus circumdedit me, per soprano, coro e orchestra. I solisti Enrica Fabbri, soprano; Lykke Anholm, soprano; Michele Govi, baritono; il "Rossini Chamber Choir" di Pesaro e l’Orchestra Filarmonica Marchigiana "FORM" sono stati diretti dal maestro direttore e concertatore Simone Baiocchi.
"Un momento di meditazione e di preghiera" che porta l’uomo ad "intuire le armonie del Cielo": così il Papa al termine del concerto. La musica, ha affermato Benedetto XVI, ed in particolare la musica sacra che "nasce dalla fede", è "capace di esprimere e comunicare la fede". Un grazie particolare il Papa lo ha rivolto al Maestro “per aver composto il pezzo Benedictus a me dedicato come preghiera e ringraziamento al Signore per il mio Ministero”. Benedetto XVI ha ricordato tre aspetti della sua vita che lo caratterizzano: la fede, il sacerdozio, la musica. "Caro Cardinale Bartolucci, la fede è la luce che ha orientato e guidato sempre la sua vita, che ha aperto il suo cuore per rispondere con generosità alla chiamata del Signore; ed è da essa che è scaturito anche il suo modo di comporre". Il Papa ha ricordato la formazione ricevuta da Domenico Bartolucci a Firenze e a Roma. "Ma la musica - ha continuato - è per lei un linguaggio privilegiato per comunicare la fede della Chiesa e per aiutare il cammino di fede di chi ascolta le sue opere; anche attraverso la musica Lei ha esercitato il suo ministero sacerdotale". Il Papa si è rivolto con affetto al porporato, di cui ha apprezzato "la valorizzazione del prezioso tesoro che è il canto gregoriano e l'uso sapiente della polifonia", nella fedeltà alla tradizione, ma in modo aperto "a nuove sonorità". Tradizione ed innovazione nella musica di Bartolucci ha ricordato il Papa, che ha concluso: “Caro Maestro, questa sera, con la sua musica ci ha fatto rivolgere l'animo a Maria con la preghiera più cara alla tradizione cristiana, ma ci ha fatto andare anche all'inizio del nostro cammino di fede, alla liturgia del Battesimo, il momento in cui siamo divenuti cristiani. Un invito a dissetarci sempre all'unica acqua che estingue la sete, il Dio vivente e ad impegnarci ogni giorno a rigettare il male e rinnovando la nostra fede riaffermando 'Credo'!”.

Radio Vaticana, Korazym.org

CONCERTO IN ONORE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI OFFERTO DAL CARD. DOMENICO BARTOLUCCI - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa in Germania. Magister: le proteste preventive si sciolgono sempre come neve al sole. Ai cattolici dissidenti invita a guardare all'essenziale

Come in Inghilterra e Scozia durante il viaggio di un anno fa. Come in Spagna poche settimane fa. Anche in Germania l’accoglienza che una parte del paese intende riservare a Benedetto XVI, dal 22 al 25 settembre prossimi, non è delle migliori. Ci sono le proteste di gruppi di associazioni organizzate, molte di queste aderenti al movimento gay tedesco, che il 22 settembre sulla Porta di Brandeburgo, quando il Pontefice pronuncerà un discorso ai parlamentari, si concretizzeranno in una sfilata guidata da una falsa Papamobile con a bordo un “antipapa”. L’accusa in fondo è quella disempre: Papa Ratzinger guida una Chiesa oscurantista e anti moderna. E poi ci sono le proteste provenienti da dentro la Chiesa Cattolica: un gruppo di cattolici tedeschi guidato dai sacerdoti Norbert Reicherts e Christoph Schmidt ha fatto proprie le richieste dei 150 preti austriaci che prima dell’estate hanno chiesto a Benedetto XVI l’abolizione del celibato sacerdotale, l’ordinazione femminile, la riammissione all’Eucaristia dei divorziati risposati e il ritorno nella Chiesa dei sacerdoti che si sono sposati e hanno avuto figli. Sandro Magister, vaticanista, parte dal dissenso interno alla Chiesa per dire che “è un fermentotipico del mondo di area tedesca, un fermento che si presenta con una sua caratteristica precisa:l’antiromanità”. Dice a Il Foglio: “In Germania sono forti le spinte protestanti che chiedono alla Chiesa Cattolica riforme e innovazioni. A queste richieste parte del mondo cattolico reagisce rilanciandole, perché le giudica necessarie per restare al passo con la modernità. E’ anche un modo con cui parte del mondo cattolico rivendica una sua autonomia da Roma, dal Papa, dal centro della cattolicità. Sono riforme il cui contenuto è noto da tempo, ma che ciclicamente ritornano. Credo che per valutarle nel modo più giusto però occorra una lettura più distanziata”. Quale? “Mi sembra evidente che coloro che chiedono innovazioni sul piano del celibato, del sacerdozio, della morale sessuale etc., altro non chiedano alla Chiesa che un segno, un miracolo, un po’ come i farisei che chiesero a Gesù un segno dal cielo per metterlo alla prova. Gesù non rispose dando loro ciò che chiedevano, ma rispose tornando all’essenziale e cioè invitando tutti a guardare a lui. Ricordando loro che era lui la risposta che cercavano. Il Papa fa lo stesso. Non reagisce a queste richieste offrendo gesti taumaturgici, che poi tali non sono, ma semplicemente invita tutti a guardare verso Dio, verso il Mistero, verso ciò che è essenziale nella vita dei credenti. Del resto è noto che la vera riforma della Chiesa per Ratzinger non parte da un cambiamento delle strutture o delle norme, quanto anzitutto da una conversione del cuore, da un invito a tutti i fedeli perché guardino verso Dio. Anche in Italia, in questi giorni, in molti alla Chiesa chiedono un segno: rinunci ai benefici dell’8 per mille. Anche questa richiesta in fondo rispecchia quella dei farisei: dacci un segno, fai un miracolo”. Un leitmotiv dei viaggi di Benedetto XVI sembra essere quello delle proteste preventive. Gruppi ostili, alimentati da una efficace campagna mediatica, promettono fuoco e fiamme non appena il Papa metta piede nel loro paese. “Già – dice Magister – ma poi queste proteste si sciolgono come neve al sole. E’ un po’ come Irene. Doveva essere un uragano ed è divenuta una semplice tempesta o quasi. Così le proteste contro il Papa. Prima che Ratzinger arrivi sono uragani. Una volta che Ratzinger atterra e inizia il suo viaggio, dopo i suoi gesti, i suoi discorsi, non c’è quasi più nulla. In Inghilterra e Scozia, anche molti politici che preventivamente avevano attaccato Benedetto XVI hanno poi dovuto dichiara repubblicamente di essersi sbagliati. Così anche in Spagna. Addirittura alcuni colleghi di Zapatero hanno accusato il premier socialista di andare a Canossa, come se il suo incontro col Papa fosse un‘cedimento papista’. In Spagna grande risalto si è dato a queste dichiarazioni e anche ai movimentidi protesta degli indignados in piazza. Ma il viaggio in sé, le migliaia di giovani presenti e le parole del Papa hanno affossato di fatto ogni polemica”.

Paolo Rodari, Il Foglio

Le preghiere di Benedetto XVI per settembre: i docenti sappiano trasmettere l’amore alla verità, i cristiani dell’Asia annuncino il Vangelo con gioia

Nel mese di settembre, Papa Benedetto XVI invita i cristiani a pregare per i docenti e per le comunità cristiane in Asia, informa l'Apostolato della Preghiera. L'intenzione di preghiera universale del Papa per il mese che inizia è la seguente: “Per tutti gli insegnanti, affinché sappiano trasmettere l'amore alla verità ed educare agli autentici valori morali e spirituali”. Il Pontefice propone anche questa intenzione missionaria per la Chiesa in Asia: “Perché le comunità cristiane sparse nel continente asiatico proclamino il Vangelo con fervore, testimoniandone la bellezza con la gioia della fede”. Commentando ai microfoni della Radio Vaticana l'intenzione relativa ai docenti, il Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica, il card. Zenon Grocholewski, ha sottolineato che “di fronte al relativismo circa i valori e le verità fondamentali della vita si postula di trasmettere l’amore della verità”. “Se non si sa cosa sia il bene e che cosa sia il male; se tutto è relativo allora si pone la domanda “a cosa educare?”, ha chiesto. Quanto alla trasmissione dei “valori spirituali”, ha ricordato che “l’educazione non può essere ridotta alla trasmissione delle conoscenze”, perché queste “possono essere usate sia per il bene, sia per il male”. “Si deve educare la persona affinché sappia - ma soprattutto voglia - sfruttare queste conoscenze e capacità per il bene”, ha indicato. Interpellato sulla missione della sua Congregazione, ha spiegato che l'obiettivo è quello di elaborare un “progetto educativo impostato sulla centralità della persona umana, sulla sua integrità”. A suo avviso, la formazione intellettuale “deve formare la persona, rendendola capace di essere critica, di essere in grado di giudicare e di valutare da sola; di non essere schiava di certe propagande o ideologie”. Il porporato ha anche insistito sull'importanza della formazione degli insegnanti, “che non devono avere una formazione unicamente intellettuale e specifica alla materia che insegnano, ma devono avere anche una certa formazione spirituale, che li renda persone affidabili così da rappresentare una certa 'autorità' per i propri studenti”. “Quando, qui in Congregazione, vengono alcuni ambasciatori presso la Santa Sede non cristiani spesso si vantano di aver frequentato la scuola cattolica, l’università cattolica… Io domando sempre come mai pur non essendo cristiani abbiano frequentato la scuola cattolica”, ha commentato. “Mi vengono date sempre due risposte”, ha aggiunto: “La prima, perché sono migliori; la seconda risposta - per me molto importante - perché la scuola cattolica non trasmette soltanto le conoscenze, ma forma la persona”. A pochi giorni dall'inizio del nuovo anno scolastico, il cardinale ha quindi espresso l'auspicio che, “con l’aiuto della scuola, i ragazzi possano formarsi ed essere persone solide, responsabili che - da una parte - sappiano dare un senso alla propria vita e - dall’altra parte - riescano a collaborare con gli altri per il bene dell’umanità”.

Zenit

Il Papa prega per gli educatori: sappiano trasmettere l’amore alla verità. La riflessione del card. Grocholewski

Il Papa: l’arte è una porta aperta verso l’infinito, verso una bellezza e una verità che vanno al di là del quotidiano, sospingendoci verso l’alto

Questa mattina, nella Piazza della Libertà antistante il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha incontrato i fedeli ed i pellegrini convenuti per l’Udienza generale del mercoledì. Nella catechesi il Papa, nell’ambito del ciclo sulla preghiera, si è soffermato sul rapporto tra arte e preghiera. Quindi ha rivolto un saluto in varie lingue ai gruppi di pellegrini presenti.
L’arte “è come una porta aperta verso l’infinito, verso una bellezza e una verità che vanno al di là del quotidiano. E un’opera d’arte può aprire gli occhi della mente e del cuore, sospingendoci verso l’alto”, ha detto il Papa richiamando il tema della “via pulchritudinis” (via della bellezza), di cui ha parlato più volte, e che “l’uomo di oggi dovrebbe recuperare nel suo significato più profondo”, in modo ottemperare alla “necessità per ogni cristiano di trovare tempo per Dio, per la preghiera, in mezzo alle tante occupazioni delle nostre giornate”. “Un’opera d’arte – ha spiegato Benedetto XVI - è il frutto della capacità creativa dell’essere umano, che si interroga davanti alla realtà visibile, cerca di scoprirne il senso profondo e di comunicarlo attraverso il linguaggio delle forme, dei colori, dei suoni”. Nella catechesi, il Papa ha fatto riferimento alla concreta esperienza estetica: “Forse – ha detto evocandola - vi è capitato qualche volta davanti ad una scultura, ad un quadro, ad alcuni versi di una poesia, o ad un brano musicale, di provare nell’intimo un’intima emozione, un senso di gioia, di percepire, cioè, chiaramente che di fronte a voi non c’era soltanto materia, ma qualcosa di più grande, qualcosa che ‘parla’, capace di toccare il cuore, di comunicare un messaggio, di elevare l’animo”. “Ma ci sono espressioni artistiche che sono vere strade verso Dio, Bellezza suprema, anzi sono un aiuto a crescere nel rapporto con Lui, nella preghiera”, ha proseguito Benedetto XVI soffermandosi sulle “opere che nascono dalla fede e che esprimono la fede”. Tra gli esempi, il Papa ha citato la cattedrale gotica o la chiesa romanica, “splendidi edifici” entrando nei quali “percepiamo che è come racchiusa la fede di generazioni”. Secondo il Papa, anche “quando ascoltiamo un brano di musica sacra che fa vibrare le corde del nostro cuore, il nostro animo viene come dilatato ed è aiutato a rivolgersi a Dio”. Qui il Santo Padre ha fatto un riferimento autobiografico: “Mi torna ancora alla mente – le sue parole – un concerto di musiche di Johan Sebastian Bach, a Monaco di Baviera, diretto da Leonard Bernstein. Al termine dell’ultimo brano, una delle Cantate, sentii, non per ragionamento, ma nel profondo del cuore, che ciò che avevo ascoltato mi aveva trasmesso qualcosa della verità, della fede del sommo compositore e mi spingeva a lodare e ringraziare il Signore”. “Sentendo questo, si sa che è vero – ha aggiunto il Papa a braccio – è vera la fede che si sente così forte, la fede che esprime così irresistibilmente la forza della verità di Dio”. “Ma quante volte quadri o affreschi, frutto della fede dell’artista, ci spingono a rivolgere il pensiero a Dio e fanno crescere in noi il desiderio di attingere alla sorgente di ogni bellezza”, ha esclamato il Papa, secondo cui “rimane profondamente vero quanto ha scritto un grande artista, Marc Chagall, che i pittori per secoli hanno intinto il loro pennello in quell’alfabeto colorato che è la Bibbia”. In questa prospettiva, le espressioni “artistiche possono essere occasioni per ricordarci di Dio, per aiutare la nostra preghiera o per la conversione del cuore”. Come è successo a Paul Claudel, che “proprio ascoltando il canto del Magnificat durante la Messa di Natale, avvertì la presenza di Dio. Non era entrato in chiesa per motivi di fede, ma per cercare argomenti contro i cristiani, e invece la grazia di Dio operò nel suo cuore”. “Le città e i paesi in tutto il mondo racchiudono tesori d’arte che esprimono la fede e ci richiamano al rapporto con Dio”, ha ricordato il Papa: “La visita ai luoghi d’arte – ha ammonito - non sia solo occasione di arricchimento culturale, ma possa anche diventare un momento di grazia, di stimolo per rafforzare il nostro legame e il nostro dialogo con il Signore”. “Che il Signore ci aiuti a contemplare le cose belle, sia nella natura sia nelle opere d’arte" l’augurio finale di Benedetto XVI pronunciato a braccio.

SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

La linea dura dell'arcivescovo di Boston: sul sito della diocesi pubblica nomi e cognomi dei preti accusati di pedofilia dal 1950 a oggi

Allo scandalo degli abusi sessuali su minori commessi da preti la gerarchia cattolica sta reagendo in modi diversi. Una parte di cardinali e vescovi ritiene sia arrivato il tempo di adottare la linea della totale trasparenza verso il mondo, così da non sembrare parte di una chiesa connivente con il male. Tra questi cardinali c’è l’arcivescovo di Boston Sean Patrick O’Malley il quale, nelle scorse ore, ha preso un’iniziativa dirompente. Sul sito web della propria diocesi ha pubblicato nomi e cognomi dei preti, 159 in tutto, accusati di pedofilia dal 1950 a oggi. L’elenco risparmia soltanto i preti deceduti le cui accuse sono infondate e i preti appartenenti a ordini religiosi perché non dipendono direttamente dalla diocesi. Nell’elenco, però, ci sono anche i nomi di quei sacerdoti accusati di pedofilia ma il cui processo, canonico o civile, si è concluso dimostrandone l’innocenza. Se in futuro altri sacerdoti risulteranno innocenti “l’elenco verrà aggiornato”, ha scritto in una lunga lettera O’Malley. Nel Collegio cardinalizio O’Malley è tra quei cardinali che hanno interpretato in maniera particolarmente dura la linea dettata dal Papa nella lettera che il 19 marzo 2010 ha scritto ai cattolici dell’Irlanda: la chiesa deve capire che la sua più grande tribolazione “non nasce da fuori”, ma dai “peccati commessi dentro” di lei. E quindi la penitenza per i peccati commessi è il suo primo dovere, per aprirsi alla conversione e infine alla grazia rigenerante di Dio. O’Malley fu tra i primi, un anno fa, a uscire allo scoperto contro la vecchia Curia romana rea di aver coperto gli abusi. Assieme al cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn picchiò duro contro il cardinale Angelo Sodano, segretario di stato nell’era Wojtyla, accusandolo di aver ostacolato l’opera di pulizia intrapresa dall’allora card. Ratzinger nei confronti di personalità del peso di Hans Hermann Groër, arcivescovo di Vienna, e di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, entrambi accusati di abusi sessuali e infine riconosciuti colpevoli. Sodano nell’atto di omaggio letto a Benedetto XVI in Piazza San Pietro a nome dell’intero Collegio cardinalizio il giorno di Pasqua del 2010 definì “chiacchiericcio” le accuse scagliate dai media contro la Chiesa a motivo della pedofilia. O’Malley rispose che così facendo Sodano commetteva un “danno immenso” alle vittime degli abusi. Che Papa Ratzinger stimi O’Malley è fuori di dubbio. Non è solo per le sue origini irlandesi, infatti, che O’Malley è stato inserito dal Papa nel gruppo di visitatori inviati in Irlanda per fare luce sui casi di pedofilia. E’ anche per le sue doti e probabilmente per le sue idee. O’Malley si è messo da subito dalla parte delle vittime. Lo scorso febbraio in una chiesa di Dublino ha voluto lavare i piedi a un gruppo di persone che da bambini furono abusati dal clero. La particolare liturgia, solitamente riservata ai riti del giovedì santo, è servita, ha detto O’Malley, a “chiedere il perdono di Dio e di tutti i sopravvissuti per l’incapacità dei leader della Chiesa di rispondere con amore, integrità, onestà e comprensione al dolore delle vittime”.

Paolo Rodari, Il Foglio

Il Papa in Germania. Merkel: esorta alla convergenza e alla solidarietà tra i cristiani e la società attuale. L'incontro preparatorio con i vescovi

Il Papa ha voluto dare una dimensione ecumenica al suo prossimo viaggio in Germania. Durante il viaggio, dal 22 al 25 settembre, Benedetto XVI visiterà Erfurt, dove Lutero ha compiuto una parte dei suoi studi. Il Cancelliere tedesco Angela Merkel (foto), figlia di un pastore protestante, ha sottolineato dal canto suo che il viaggio di Benedetto XVI esorta “alla convergenza e alla solidarietà tra i cristiani e la società attuale”. Proprio per preparare il viaggio, il Papa ha avuto il 13 agosto un incontro di più di tre ore con una delegazione ufficiale dell'episcopato tedesco, formata dall'arcivescovo di Monaco e Frisinga, il card. Reinhard Marx, dal presidente della Conferenza Episcopale, mons. Robert Zöllitsch, e dai vescovi di Osnabrück e di Essen, i monsignori Franz-Josef Hermann Bode e Franz-Josef Overbeck. L'incontro si è svolto in un profondo spirito di fraternità, indica la Radio Vaticana. In un comunicato diffuso in occasione dell'incontro, i vescovi tedeschi hanno spiegato di aver informato Benedetto XVI del processo di dialogo nazionale stabilito dalla Chiesa in Germania. I presuli hanno invitato circa 300 cattolici, laici e religiosi, a riflettere insieme nei prossimi quattro anni sulla fede e il futuro della Chiesa Cattolica. Questo processo di dialogo è stato proposto durante l'assemblea plenaria dell'autunno 2010 e la prima edizione si è svolta l'8 e il 9 luglio a Mannheim. Il Papa si è mostrato molto interessato al processo, che a suo avviso potrebbe dare un impulso importante al futuro della Chiesa. Ha anche sottolineato che questo dialogo è un cammino spirituale di rinnovamento e ha esortato i vescovi tedeschi a procedere su questa via, segnalando inoltre il vincolo che dovrebbe stabilirsi con il 50º anniversario del Concilio Vaticano II.

Zenit

Il Papa ad Ancona. Gli orafi della città doneranno a Benedetto XVI l'opera vincitrice del concorso 'Eucarestia e Vita', in corso durante il Congresso

Gli artigiani orafi di Ancona, aderenti a Cna, Confartigianato e Confcommercio, doneranno al Santo Padre, in occasione della sua visita ad Ancona per la conclusione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, l'opera vincitrice del concorso artistico "Eucarestia e Vita", che si svolgerà nei giorni dell'evento. Papa Benedetto XVI riceverà il dono nel corso di un'udienza privata. Le opere seconda e terza classificata andranno, rispettivamente, al presidente della CEI, card. Angelo Bagnasco, e all'arcivescovo di Ancona-Loreto, Edoardo Menichelli. Per il concorso sono state realizzate 19 opere, che saranno valutate da una commissione tecnico-scientifica. La cerimonia di premiazione si svolgerà venerdì 9 settembre presso la Sala degli Arazzi del Museo Diocesano. Secondo Vladimiro Belvedersi, presidente di Confartigianato Ancona, "il Congresso Eucaristico sarà un'occasione per lanciare un forte segnale di fiducia, una vetrina anche per i nostri artigiani orafi, che hanno realizzato delle vere e proprio opere d'arte". "I giovani capiranno - ha spiegato Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio Ancona - che le nostre piccole realtà economiche possono diventare un grande sistema se imparano a collaborare".

Agi