martedì 12 luglio 2011

Mons. Fisichella: 'Missione Metropoli' per dare un segno di unità tra diverse diocesi di grandi città europee particolarmente segnate dal secolarismo

Il voler promuovere un'iniziativa di evangelizzazione comune in alcune metropoli del vecchio continente la prossima Quaresima nasce dalla volontà di ''dare un segno di unità tra diverse diocesi presenti in grandi città europee particolarmente segnate dal secolarismo''. Lo scrive in un articolo pubblicato oggi su L'Osservatore Romano il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, mons. Rino Fisichella (nella foto con Benedetto XVI). L'iniziativa, che porta il nome di ''Missione Metropoli'' è stata annunciata oggi dallo stesso mons. Fisichella. ''Al momento - spiega il presule -, è limitata ad alcune grandi diocesi europee per verificarne più concretamente l'efficacia. Il progetto, comunque, dovrebbe estendersi oltre i confini del vecchio continente, pur con modalità rispettose delle diverse tradizioni culturali ed ecclesiali''. Le iniziative si svolgeranno prevalentemente attorno alle cattedrali delle varie città. Esse prevedono la ''lettura continuata dei Vangeli per porre al centro la Parola di Dio; poi, tre catechesi del vescovo dedicate ai giovani, alle famiglie e ai catecumeni sulle tematiche della fede; quindi, una celebrazione del sacramento della riconciliazione per attirare l'attenzione sulla confessione'', un ''gesto di carità'' e ''un segno di spiritualità e di carattere culturale'' con la ''lettura di alcuni testi significativi''. ''Queste iniziative - aggiunge - partiranno dalla cattedrale per il suo alto valore simbolico, ma con l'intento di estendersi alle parrocchie della diocesi per un'azione più diretta nel territorio''.

Asca

La nuova evangelizzazione in Europa: Missione metropoli

Tra le carte del Papa a Castel Gandolfo l’idea di una nuova Enciclica. Potrebbe essere sulla fede, a 20 anni dalla pubblicazione del nuovo Catechismo

Anche quest’anno Benedetto XVI è partito per le vacanze estive coi compiti da casa. Nel buen retiro di Castel Gandolfo, infatti, per il secondo anno consecutivo meta preferita alle montagne della Valle d’Aosta o del Trentino, Papa Ratzinger si dedica non soltanto a lavorare a quella che doveva essere una semplice appendice ai due tomi già pubblicati del libro su Gesù di Nazaret e che con ogni probabilità diventerà una sorta di terzo volume (il tema sono i vangeli dell’infanzia di Cristo), ma anche all’idea di un’Enciclica dedicata alla fede. Dopo la prima Enciclica, la "Deus caritas est", le cui bozze egli ereditò dal suo predecessore, Giovanni Paolo II, che aveva incaricato il Pontificio Consiglio Cor Unum di mettere per iscritto un impianto generale della prima parte del lavoro, dopo l’Enciclica sulla speranza, "Spe salvi", e quella sociale, "Caritas in veritate", potrebbe prendere presto forma lo scheletro dell’Enciclica sulla virtù teologale “mancante”, la fede appunto. Il 2012, del resto, ha una scadenza che molto sembra adatta per la pubblicazione di un lavoro siffatto, l’anniversario dei venti anni della pubblicazione in prima stesura da parte di Giovanni Paolo II del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica sancito dalla costituzione apostolica Fidei depositum dell’11 ottobre 1992. In Vaticano in molti ritengono possa essere questa la data giusta per l’uscita dell’atteso testo papale, nel caso venga presto ultimato. Il tema della fede ha attraversato in modo particolare gli anni di Joseph Ratzinger sacerdote fino a quelli precedenti l’elezione al soglio di Pietro, i ventitré anni e mezzo della conduzione dell’ex Sant’Uffizio, gli anni del card. Ratzinger “custode della fede” a fianco di Giovanni Paolo II. Già nel 1968 l’attuale Pontefice pubblicava “Introduzione al cristianesimo”, una raccolta di lezioni universitarie sulla professione di fede apostolica. E poi tante pubblicazioni fino all’uscita dei volumi “Rapporto sulla fede” (1985), “Il sale della terra” (1996) e il libro “Alla scuola della verità”, dato alle stampe in occasione del suo settantesimo compleanno. Papa Ratzinger parla della fede e del suo rapporto con la modernità e in particolare con le sfide più attuali che la modernità pone all’uomo e alla Chiesa.

Paolo Rodari, Il Foglio

Maria Voce: ad Assisi il dialogo tra le religioni divenga un dialogo di popolo, della vita, sempre più indispensabile per la pacifica convivenza

“Indubbiamente, in questo tempo di grandi rivolgimenti, 'le mura entro cui vivevano le varie civiltà con le loro culture si stanno sgretolando', come osserva il filosofo Giuseppe Zanghì. Ma nello stesso tempo 'una città-mondo senza mura si profila di fatto all’orizzonte, carica di speranza'”: lo scrive Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, su L’Osservatore Romano in edicola oggi in un articolo dal titolo “Appuntamento con le sorprese dello Spirito”. Esprimendo gratitudine al Papa per avere indetto, il 27 ottobre di quest’anno, il nuovo incontro tra le religioni ad Assisi (foto), Maria Voce richiama “il primo storico incontro dei capi religiosi del mondo” voluto dal Beato Giovanni Paolo II. “ Continuamente – prosegue – si rinnova la sorpresa nel vedere come il sentiero spirituale sul quale Dio ci ha condotto si incrocia con altre vie spirituali e, mantenendo la nostra identità, con un costante slancio missionario, quali testimoni di Gesù Cristo, ‘via, verità e vita’, ci permette di incontrarci e comprenderci con i seguaci delle grandi tradizioni religiose dell’umanità”. Maria Voce auspica che il dialogo tra le religioni divenga “un dialogo di popolo, un dialogo della vita, che si rivela sempre più indispensabile per la pacifica convivenza”.

SIR

Verso il nuovo incontro tra le religioni ad Assisi: appuntamento con le sorprese dello Spirito

60° anniversario di Ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI. Iniziativa dell'Arcivescovado castrense di Spagna: 60mila preghiere per il Papa

L'Arcivescovado castrense di Spagna ha registrato più di 50.000 preghiere per il Papa su www.rezaporelpapa.com, un sito creato in occasione del 60° anniversario di ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI. L'obiettivo dell'iniziativa era arrivare a 60.000 preghiere come dono di anniversario. L'arcivescovo castrense, mons. Juan del Río Martín, ha anche stabilito che il giorno dell'anniversario, il 29 giugno, nelle chiese della sua giurisdizione si celebrasse un'ora santa di adorazione eucaristica per le intenzioni del Santo Padre. Il sito favorisce la preghiera degli internauti per il Pontefice, con un testo di Benedetto XVI sull'importanza di dare la Comunione. Fino a questo momento le preghiere sono più di 59mila.

Zenit

Partirà nella Quaresima 2012 la 'Missione Metropoli', iniziativa per la nuova evangelizzazione che coinvolgerà alcune delle maggiori città europee

Si chiamerà “Missione Metropoli” la nuova iniziativa pastorale per la nuova evangelizzazione che coinvolgerà contemporaneamente nella Quaresima del 2012 alcune delle maggiori città europee. E’ quanto è emerso dalla riunione promossa dal presidente del Pontifico Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione mons. Rino Fisichella, che ha convocato ieri in Vaticano, nella sede del nuovo dicastero, cardinali e vescovi di Barcellona (foto), Esztergom-Budapest, Mechelen-Bruxelles, Dublino, Colonia, Lisbona, Liverpool, Parigi, Torino, Varsavia e Vienna. “L’abbiamo chiamata 'Missione metropoli' – spiega mons. Fisichella alla Radio Vaticana -, perché sono stati con noi diversi cardinali e vescovi di città europee - per il momento solo grandi città europee – per concordare insieme, in che modo dare una risposta alla nuova evangelizzazione, nella situazione di crisi in cui si trova l’Europa”. “L’iniziativa – aggiunge - si articolerà due momenti: impegni nella pastorale ordinaria, soprattutto impegni dedicati alla formazione, e, dall’altra parte, nella Quaresima del 2012, ci saranno queste undici grandi città in Europa che, contemporaneamente, svilupperanno le stesse iniziative. Credo che questa sia l’originalità: un segno che sia comune e che sia contemporaneo. In una parola: è una prima risposta a quanto il Papa chiedeva proprio alla nostra prima riunione della Plenaria, e cioè superare la frammentarietà e dare segni di unità”.

Vatican Insider

Partirà in Quaresima 2012 la “Missione Metropoli” per la Nuova Evangelizzazione

Vescovi cinesi rapiti dalla polizia per obbligarli all’ordinazione illecita di Shantou. Il presule di Shenyangn difeso dai suoi sacerdoti e fedeli

Quattro vescovi del Guangdong in comunione col Papa sono scomparsi nei giorni scorsi e portati via dalla polizia per preparare l’ordinazione episcopale illegittima di padre Huang Bingzhang, che avverrà a Shantou il 14 luglio prossimo. Nessuno conosce il luogo in cui i quattro pastori sono detenuti. Secondo fonti locali di AsiaNews, mons. Liang Jiansen, di Jiangmen, ordinato nel marzo 2011, lunedì sera singhiozzava mentre veniva trascinato dai rappresentanti del governo. Un’altra fonte afferma che mons. Liao Hongqing di Meizhou, insieme a mons. Su Yongda di Zhanjiang sono stati portati via ieri. Mons. Giuseppe Gan Junqiu di Guangzhou è scomparso da giorni; i suoi fedeli pregano “in modo incessante per lui e alcuni suoi sacerdoti perché siano fedeli ai principi della Chiesa in questo momento critico”. Oltre a quelli del Guangdong, altri quattro vescovi, tutti in comunione col Papa, dovrebbero partecipare all’ordinazione di Shantou. Intanto, mons. Paul Pei Junmin di Liaoning, designato come il celebrante principale, rimane protetto dai suoi sacerdoti nella Cattedrale di Shenyang. Lunedì tutti i sacerdoti hanno celebrato insieme una Messa, pregando per l’unità della diocesi. Nella chiesa vi era rande commozione, quando il vescovo ha ringraziato i fedeli per la loro solidarietà, facendo cantare insieme il canto “Il Signore ti benedica”. Nel novembre 2010 mons. Pei era stato costretto a partecipare all’ordinazione episcopale illecita di Chengde. All’esterno della cattedrale vi sono poliziotti in borghese e in divisa che controllano la situazione. Lunedì i sacerdoti del Liaoning hanno diffuso un messaggio in cui si spiega la loro presenza nella cattedrale: “Per difendere la fede, noi sacerdoti ci raduniamo nella cattedrale per una settimana e continueremo a starci fino a che non passa questo uragano”. Lunedì sera tutti i sacerdoti hanno organizzato un incontro di preghiera. Da ieri in poi i fedeli invece hanno dato inizio a un’adorazione perpetua non-stop, per proteggere la Chiesa. Nei giorni scorsi sono apparse vignette che ritraevano un giovane con una T-shirt, con sopra la scritta: “Per evitare le scomuniche, eliminate le ordinazioni illecite”. Per alcuni fedeli questo è il segno del dolore e dell’ira provocate dalle ordinazioni illecite degli ultimi mesi. Da diversi mesi l’Associazione patriottica e il governo hanno programmato una serie di ordinazioni senza il mandato del Papa. L’ultima in ordine di tempo è quella avvenuta a Leshan lo scorso 29 giugno. Il 4 luglio la Santa Sede ha diffuso una dichiarazione con cui scomunicava il vescovo ordinato, mons. Lei Shiyin, e metteva in guardia i vescovi che vi hanno partecipato. In questi giorni, diversi siti cattolici in Cina riportano una dichiarazione dell’Ap nazionale e del Consiglio dei vescovi cinesi. Con ogni probabilità essa è stata scritta da padre Yang Yu, portavoce dell’Ap. Nella dichiarazione si esprime “profondo rammarico” per la mossa del Vaticano, accusandolo di non promuovere l’unità della Chiesa in Cina e di creare invece sempre più dispute. La dichiarazione spiega che la diocesi di Leshan, fondata nel 1946, ha più di 70mila cattolici sotto la leadership di Lei Shiyin e dei suoi sacerdoti, che fino alla fine hanno assistito il predecessore, mons. Luo Duxi, morto nel dicembre 2009. Il 18 marzo, continua la dichiarazione, la diocesi ha tenuto un’elezione episcopale e Lei ha vinto con 27 voti su 31. Sebbene le relazioni fra Cina e Vaticano non sono normalizzate, si aggiunge, la Chiesa in Cina deve far fronte a urgenti bisogno di evangelizzazione ed è comprensibile che le Chiese locali eleggano e ordinino vescovi per riempire le sedi rimaste vacanti. In realtà, dietro la retorica della “evangelizzazione” si nasconde un progetto di controllo su tutte le ordinazioni episcopali. Ne è prova la stessa ordinazione di Shantou, dove il candidato, padre Huang Bingzhang, è stato eletto in una seduta controllata e manipolata dall’Ap. Inoltre, la diocesi ha già un vescovo, nella persona di mons. Zhuang Jianjian, ordinato segretamente con l’approvazione della Santa Sede nel 2006. Ma l’Ap non lo riconosce come vescovo e ha sempre frenato la sua opera pastorale. Dal dicembre scorso egli è sempre controllato dalla polizia e la scorsa Settimana Santa è stato impedito di svolgere il suo ministero.

Jian Mei - W. Zhicheng, AsiaNews

Il raduno interreligioso di Assisi e le paure dei 'ratzingeriani'. Gli articoli de 'L'Osservatore Romano' sull'interpretazione corretta dell'evento

La convocazione dei leader delle religioni mondiali decisa da Benedetto XVI ad Assisi (foto) il prossimo 27 ottobre, in occasione del venticinquesimo anniversario del primo raduno voluto da Papa Wojtyla, deve impensierire non poco alcuni collaboratori del Pontefice. Da giorni ormai, sulle colonne de L’Osservatore Romano, viene snocciolata una sequenza di autorevoli interventi tutti indirizzati ad offrire la corretta interpretazione preventiva del gesto papale. È il caso, ad esempio, dell’articolo pubblicato sul quotidiano vaticano dal Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il card. William Joseph Levada, che si chiesto "perché mai, se era tanto attento ai possibili fraintendimenti del gesto del suo Beato predecessore", Benedetto XVI abbia "ritenuto opportuno recarsi pellegrino ad Assisi in occasione di un nuovo incontro per la pace e la giustizia". Dopo Levada, sono scesi in campo il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, il quale ha annunciato la presenza ad Assisi anche di personalità del mondo della cultura non religiosa; e il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, il card. Jean Luis Tauran, il quale ha specificato che ci saranno sì momenti di preghiera, ma di "preghiera personale" dei singoli rappresentanti delle varie religioni, prima che questi confluiscano insieme verso la Basilica di San Francesco. Ieri pomeriggio, sempre dalle colonne de L’Osservatore, è stato il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, a offrire l’ennesima interpretazione corretta del gesto di Giovanni Paolo II e ora del suo successore. Riccardi ha spiegato che l’idea di una sorta di "Onu delle religioni" era lontanissima dalla mente di Wojtyla. "Giovanni Paolo II – ha scritto Riccardi – respinse sempre chiaramente l’idea di Assisi come la manifestazione di una specie di interreligione, auspicata da circoli ristretti". A che cosa si deve tanto dispiegamento di forze per anticipare la corretta ermeneutica del raduno del prossimo raduno di Assisi? Non si deve innanzitutto dimenticare che il primo incontro, avvenuto nel 1986, era stato preceduto e accompagnato da molte polemiche. Alcuni autorevoli cardinali espressero perplessità sull’opportunità di convocarlo, mentre l’arcivescovo Marcel Lefebvre definì "abominevole" il meeting interreligioso. Ad Assisi, nel 1986, secondo alcuni osservatori, si verificarono delle sbavature e qualche abuso, anche se non tutto ciò che viene detto in proposito è vero, ad esempio quando si parla di sacrifici animali avvenuti su altari di chiese cattoliche. Il discorso di Giovanni Paolo II, alla cui stesura e revisione collaborò l’allora card. Joseph Ratzinger, fu chiaro. Dopo l’annuncio a sorpresa dello scorso gennaio, quando Benedetto XVI ha convocato il nuovo raduno delle religioni ad Assisi per invocare la pace, alcuni storici (tra questi Roberto de Mattei) e giornalisti cattolici vicini alla sensibilità più tradizionale hanno firmato un appello chiedendo al Papa di ripensarci. E si sono detti sicuri che qualunque cosa Papa Ratzinger dirà o farà ad Assisi, il messaggio veicolato dai media sarà quello del sincretismo religioso, di un pericoloso abbraccio tra verità ed errore che mette tutto e tutti sullo stesso piano. È evidente che le perplessità esposte dai firmatari erano e sono condivise da più di qualcuno nella Chiesa, anche a livelli più alti, anche all’interno del Vaticano. Non si spiegherebbe altrimenti la sequenza pressante di autorevoli articoli che L’Osservatore Romano sta mettendo in pagina per spiegare il significato del gesto papale, prevenirne le interpretazioni scorrette, fissarne i contorni e i contenuti. In sostanza, gli interventi sul quotidiano vaticano servono a fronteggiare la preoccupazione, talvolta il dissenso, anche se non esplcitato, da parte dei cosiddetti ambienti "ratzingeriani". I quali ritengono che la convocazione di Assisi, voluta da Benedetto XVI senza subire pressioni né suggerimenti, non sia in linea con il suo stesso pontificato, con le sue linee programmatiche. Una posizione che evidenzia come in tanti ambienti, non solo mediatici, ci sia fatti un’idea di Papa Ratzinger che non corrisponde alla realtà. Giovanni Paolo II, dopo il primo raduno del 1986, tornò ad Assisi con tutte le religioni nel gennaio 2002, e in quella occasione volle al suo fianco proprio il card. Ratzinger. Il mensile 30Giorni rivelò che il porporato, non presente nella lista dei partecipanti fino al giorno prima, intervenne proprio su richiesta del Pontefice. Al suo ritorno, Joseph Ratzinger scrisse per la rivista una profonda meditazione sul significato del gesto e sull’esperienza vissuta. "Non si è trattato – osservò il futuro Papa - di un’autorappresentazione di religioni che sarebbero intercambiabili tra di loro. Non si è trattato di affermare una uguaglianza delle religioni, che non esiste. Assisi è stata piuttosto l’espressione di un cammino, di una ricerca, del pellegrinaggio per la pace che è tale solo se unita alla giustizia". "Con la loro testimonianza per la pace, con il loro impegno per la pace nella giustizia - continuava l’allora card. Ratzinger - i rappresentanti delle religioni hanno intrapreso, nel limite delle loro possibilità, un cammino che deve essere per tutti un cammino di purificazione". Del resto, nel li­bro "Fede Verità e Tolleranza", proprio Joseph Ratzinger affermava che pur esistendo "pericoli innegabili" di fraintendimenti, "sarebbe però al­trettanto sbagliato rifiutare in bloc­co e incondizionatamente la pre­ghiera multireligiosa", la quale va lega­ta a determinate condizioni e deve rimanere un "segno in situazioni straordinarie, in cui, per così dire, si leva un comune grido d’ango­scia che dovrebbe riscuotere i cuo­ri degli uomini e al tempo stesso scuotere il cuore di Dio". Papa Wojtyla, pochi mesi dopo gli attentati dell’11 settembre, volle riunire le religioni ad Assisi per togliere giustificazione teologica all’uso della violenza, all’abuso del nome di Dio per giustificare il terrorismo. In un momento in cui lo scontro di civiltà veniva presentato come inevitabile, volle indicare il compito delle religioni nella costruzione della pace. Da dieci anni a questa parte, sulla scena mondiale sia dominante l’idea del conflitto tra religioni e l’esasperazione di quest’ultimo, non certo l’abbraccio sincretistico che fa apparire tutti uguali e tutti buoni. Benedetto XVI ha indicato nel 2011 la libertà religiosa come via indispensabile per costruire la pace, e ha ricorda­to che non si può negare "il contri­buto delle grandi religioni del mon­do allo sviluppo della civiltà". Evidentemente ritiene che l’umanità oggi stia vivendo un momento così difficile da giustificare anche i rischi di un Assisi III.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Il card. De Paolis: nella Legione compiuto un terzo del lavoro preparatorio. Un 'esodo' tra i membri più giovani, di proporzioni contenute per i preti

Il 'commissario' nominato da Papa Benedetto XVI per riorganizzazione la Congregazione dei Legionari di Cristo dopo gli scandali commessi dal fondatore Marcial Maciel Degollado, ha criticato i ''dissidenti'' all'interno dell'ordine che creano divisioni e tensioni. Secondo l'agenzia statunitense Cna, il delegato pontificio, il card. Velasio De Paolis, ha fatto un ''bilancio provvisorio'' del suo lavoro durante un discorso tenuto lo scorso 3 giugno: è stato compiuto circa ''un terzo'' del lavoro preparatorio, necessario prima della convocazione di un nuovo Capitolo generale chiamato ad approvare i nuovi statuti della Legione e potenzialmente al rinnovo dei vertici dell'ordine. De Paolis ha ammesso che nel 2010 la Legione ha subito un ''esodo'' soprattutto tra i membri più giovani che però, almeno per quel che riguarda i preti, è stato di proporzioni ''contenute''. De Paolis ha criticato la ''influenza negativa'' esercitata da alcuni membri della Legione che hanno assunto ''un atteggiamento del tutto scettico nei confronti del cammino di rinnovamento''. ''Sottolineando la 'contaminiazione strutturale' della Congregazione, hanno manifestato una radicale mancanza di fiducia nel proseguimento e rinnovamento della Legione'', ha aggiunto, sottolineando che questo gruppo ha assunto un atteggiamento ''antagonistico nei confronti dei legittimi superiori'' e si considera ''quasi un custode dell'ortodossia della strada da percorrere'', grazie anche all'utilizzo di internet.

Asca

Il Papa in Germania. Verso il tutto esaurito per la tappa di Berlino. Non si esclude un incontro di Benedetto XVI con le vittime di abusi del clero

Dovrebbe partire con un segnale che gli stessi organizzatori non ritenevano possibile fino a qualche mese fa il primo viaggio ufficiale di Benedetto XVI nella “sua” Germania, in programma dal 22 al 25 settembre: lo Stadio Olimpico a Berlino, coi suoi oltre 70.000 posti, dovrebbe registrare il tutto esaurito per l'Eucarestia che il Papa celebrerà nel tardo pomeriggio del 22. Finora sono circa 67.000 le persone che si sono registrare per assistere alla funzione, ha spiegato nella capitale tedesca Ronald Rother, coordinatore della visita a Berlino. E il numero dovrebbe crescere. "Possiamo dire con ottimismo che questo stadio sarà completamente pieno quando verrà il Papa", spiega a Vatican Insider Hans Langendörfer, segretario della Conferenza Episcopale tedesca e coordinatore del viaggio in Germania. All'inizio, per timore di clamorosi buchi sulle tribune nella “secolare” Berlino, gli organizzatori avevano optato per una location più raccolta, il piazzale antistante il Castello di Charlottenburg, salvo poi fare marcia indietro di fronte al numero delle pre-registrazioni. In fondo l'ultimo Papa che parlò all'Olympiastadion, Giovanni Paolo II nel 1996, non riuscì a riempirlo del tutto, nonostante l'afflusso in massa di pellegrini dalla vicina Polonia. Prima di raggiungere lo Stadio Olimpico il Papa terrà un discorso al Bundestag. Un appuntamento che nelle scorse settimane è stato oggetto di polemiche, visto che un deputato socialdemocratico aveva invitato i suoi colleghi a boicottare l'appuntamento. Si tratterà di un discorso che si soffermerà sui “fondamenti etici” della Repubblica federale e sarà orientato all'“opinione pubblica politica”, ha anticipato Langendörfer. Dopo Berlino Benedetto XVI farà tappa ad Erfurt, nell'ex DDR, dove incontrerà rappresentanti della Chiesa protestante tedesca e terrà due funzioni religiose. Il viaggio proseguirà poi nel sud della Germania, a Friburgo, dove domenica 25 settembre il Papa celebrerà in mattinata l'Eucarestia e terrà nel pomeriggio, nella sala concerti, un secondo discorso, rivolto stavolta alla società nel suo complesso. Tra gli invitati ci saranno anche rappresentanti del mondo della cultura, dell'economia e della scienza. Finora per il viaggio di quattro giorni si sono accreditate in totale circa 175.000 persone. Il Papa dovrebbe vedere anche rappresentanti musulmani, ebrei ed ortodossi, anche se le modalità degli incontri non sono state ancora definite. Non è invece chiaro se ci sarà un colloquio con le vittime di abusi da parte di preti e rappresentanti di ordini religiosi. Langendörfer ha lasciato aperta quest'ipotesi: "Non lo escluso, nei suoi ultimi viaggi all'estero ha incontrato vittime di abusi", ma al momento non ci sono ancora informazioni certe a riguardo, ha spiegato a Vatican Insider. Il viaggio del Papa costerà alla Chiesa dai 25 ai 30 milioni di euro. Di questi, 1,5 milioni sono stati già raccolti attraverso una colletta. In pratica, ha riassunto Langendörfer, ogni cattolico in Germania parteciperà con un contributo personale di un euro.

Alessandro Alviani, Vatican Insider