mercoledì 4 maggio 2011

L'ex vescovo di Antigonish in Canada confessa il possesso di materiale pedo-pornografico. La Santa Sede: seguiremo le procedure canoniche previste

La Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso questa sera un comunicato stampa relativo al caso dell'ex vescovo di Antigonish (Nuova Scozia, Canada), mons. Raymond Lahey, di 70 anni, che “si è riconosciuto colpevole di possesso di materiale pedo-pornografico”. “La Chiesa Cattolica condanna lo sfruttamento sessuale in tutte le sue forme, in particolare se perpetrato nei confronti di minori”, sottolinea il testo. “Benché il processo secondo l’ordinamento civile abbia fatto il suo corso, la Santa Sede continuerà a seguire le procedure canoniche previste per simili casi, che daranno luogo all’imposizione di appropriate misure disciplinari o penali”, aggiunge la nota. In seguito all'ammissione di colpevolezza di mons. Lahey, la Conferenza dei vescovi Cattolici del Canada ha diffuso una dichiarazione in cui afferma di “condannare tutte le forme di sfruttamento sessuale, soprattutto se coinvolgono i minori”, e che “continuerà a lavorare per evitare comportamenti di questo tipo e favorire il recupero delle vittime e delle loro famiglie”. “Riconoscendo la confusione e la rabbia che questo caso ha suscitato tra molti fedeli, sottolineiamo la nostra preoccupazione pastorale per quanti hanno sperimentato un grande dolore come risultato di questi eventi”, dichiarano i vescovi canadesi nel testo. “In particolare”, aggiungono, “i nostri pensieri e le nostre preghiere vanno ai fedeli della diocesi di Antigonish e di tutta la regione atlantica”. “Ribadiamo la ferma condanna della Chiesa cattolica del possesso, della distribuzione e dell'uso di immagini pedo-pornografiche in tutte le forme, e rinnoviamo la nostra determinazione a fare tutto ciò che è in nostro potere per promuovere la dignità e il rispetto della persona umana”, conclude la dichiarazione.

Zenit

STATEMENT OF THE HOLY SEE PRESS OFFICE

L'incontro in Vaticano dei bloggers. L'invito alla Chiesa a non aver paura dei dibattiti. Celli: l'importanza nella vita di oggi della blogosfera

I partecipanti all'incontro di bloggers organizzato il 2 maggio in Vaticano dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali e dal Pontificio Consiglio per la Cultura hanno rivolto un appello alla Chiesa a non aver paura del dibattito. I 150 presenti hanno dato vita ad un'assemblea molto diversa da quella che in genere viene convocata in Via dell'Ospedale, accanto a Via della Conciliazione. Appena seduti, praticamente tutti hanno acceso il proprio computer portatile o hanno tirato fuori il telefono cellulare per collegarsi a internet. Durante l'incontro, la discussione su Facebook o Twitter ha raggiunto un'enorme intensità. Si è quindi trattato di un incontro sia fisico che virtuale, per permettere agli oltre 750 bloggers iscritti, che per mancanza di spazio non hanno potuto partecipare, di poter seguire da vicino i lavori. La riunione voleva essere estremamente aperta, come ha dichiarato il presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, l'arcivescovo Claudio Maria Celli, all'inizio della sessione, precisando che non si trattava “di un incontro di bloggers cattolici”, anche se molti dei presenti “si ispirano ai valori del Vangelo”. L'obiettivo era quello di promuovere “un momento animato soprattutto – Papa Benedetto ci invita ripetutamente a questo – da un dialogo rispettoso: un rispetto per le verità altrui pur nella consapevolezza di ciò che portiamo in cuore nella convinta ed appassionata adesione al Cristo Signore”. La prima tavola rotonda ha dato la parola a vari bloggers, che hanno sottolineato l'importanza di questa forma di comunicazione su internet. Attraverso i blog, hanno detto, la fede può trasmettersi e si intavolano discussioni tra le persone presenti in rete. Citando le parole di Giovanni Paolo II, Andrés Beltramo, autore del blog Sacro e profano, corrispondente a Roma dell'agenzia Notimex, ha invitato la Chiesa a non aver paura di aprire questi dibattiti. Il consiglio è stato ripreso dall'autore italiano di vari blog Mattia Marasco, che ha esortato la Chiesa ad “azzardare di più” in questo campo. I primi cinque bloggers che hanno preso la parola hanno insistito sull'aspetto missionario dei blog. Padre Roderick Vonhögen ha confessato di aver scoperto quasi per caso la forza e il potere dei blog. Inserendo video in internet, è diventato “un pastore per persone che ne hanno bisogno” e che vanno a cercarlo in rete. Questo sacerdote olandese, che pubblica i suoi interventi in inglese, paragona la sua attività pastorale in rete alla costruzione di una comunità locale. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha indicato uno degli aspetti più importanti dei blog per la comunità cristiana osservando che i bloggers cattolici sono l'opinione pubblica nella Chiesa. Il Magistero conciliare, ha aggiunto, prevedeva questa realtà, che è stata ampiamente sviluppata. Altri rappresentanti vaticani hanno illustrato la scarsità di risorse su cui conta la Santa Sede per essere presente su internet, il che ha promosso negli ultimi tempi l'uso delle reti sociali (Facebook, Twitter...), risorse che vengono usate in modo particolarmente efficace dall'organizzazione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, come si è constatato. Questo incontro di breve durata è stato presentato da mons. Celli come la prima di altre possibili iniziative di maggior consistenza. Alla Santa Sede, ha riconosciuto, è servito per promuovere “una presa di coscienza ufficiale dell’esistenza e della importanza nella vita di oggi della 'blogosfera'”. Nel volto dei bloggers, dall'altro lato, si è potuta constatare la gioia suscitata dall'incontro con colleghi di altri luoghi del pianeta con passioni comuni. Un punto è emerso chiaramente nelle discussioni: la nascita di un nuovo tipo di presenza pastorale su internet, al punto che secondo il sacerdote Marco Sanavio è oggi necessaria la figura del “web-pastor”. Questa missione è stata sottolineata in vari momenti dell'incontro, venendo presentata chiaramente da François Jeanne-Beylot: “Se Cristo venisse a predicare oggi, non salirebbe su un monte o su una barca, ma andrebbe su Twitter o aprirebbe un blog”.

Stéphane Lemessin, Zenit

Incontro in Vaticano dei bloggers

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Primo test a piazza San Marco per la Papamobile elettrica. Bianca con i vessilli papali, pesa appena 160 chili

Prime prove sui masegni di San Marco per la Papamobile. E’ sbarcato poco dopo le 14.30 di oggi direttamente da Cervia, dallo stabilimento della ditta Focaccia che lo ha realizzato per conto del Comune di Venezia, il mezzo costruito ad hoc per trasportare Benedetto XVI in piazza San Marco, durante la visita pastorale a Venezia sabato e domenica. Centosessanta chili d’auto bianca con i vessili papali, un design molto simile alle caddy usate nei campi da golf, l’auto è alimentata da due batterie elettriche da 15 minuti ciascuna. Il Papa siederà posteriormente in posizione rialzata circondato da una sorta di roll-bar metallico. Il percorso a San Marco prevede il trasporto di Benedetto XVI dalla Colonna del Todaro al Patriarcato e alla Basilica e, infine, all'imbarcadero da dove il Papa attrverserà in Canal Grande in gondola per raggiungere la Punta della Salute. Al volante Francesco Martucci, agente della polizia municipale, che questo pomeriggio ha iniziato a prendere le misure del mezzo con qualche manovra tra le colonne di Todaro e San Marco. Martucci è stato infatti scelto per portare il Papa in mezzo alla folla di fedeli. "Sono un po’ emozionato", ha ammesso l’agente che domenica non guiderà in divisa ma in abiti civili. "Giacca e cravatta, questa l’indicazione che abbiamo ricevuto". La Papamobile attraverserà la piazza in mezzo a un cordone fatto di transenne e uomini della sicurezza. Già alla sua prima comparsata a San Marco, la Papamobile ha richiamato una piccola folla di turisti che prima hanno immortalato il curioso mezzo, ancora tutto incelofanato, poi hanno chiesto ai vigili di che cosa si trattasse. Venerdì le prove ufficiali del percorso. Intanto a San Marco fremono i preparativi, gli operai stanno chiudendo tutti i tombini e montando i due maxischermo che mostreranno al pubblico l’arrivo del Papa.

Corriere del Veneto.it, L'Unico

Le foto

Mons. Bolonek nominato dal Papa nunzio apostolico in Macedonia. Rese note le nomine di alcuni membri dei dicasteri della Curia romana

Papa Benedetto XVI ha nominato nunzio apostolico in Macedonia monsignor Janusz Bolonek, arcivescovo titolare di Madauro, attuale nunzio apostolico in Bulgaria. E' quanto si legge nell'odierno Bollettino della Sala Stampa vaticana. La Santa Sede ha anche reso noto che il Papa ha nominato membri della Congregazione delle Cause dei Santi i cardinali Velasio De Paolis e Kurt Koch e i monsignori Zigmunt Zimowski, Ambrogio Spreafico e Santos Abril y Castelló. Ha anche nominato Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede mons. Joseph Augustine Di Noia, arcivescovo titolare di Oregon City, segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Il 29 aprile, Benedetto XVI ha poi nominato il card. Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, suo Inviato Speciale alle celebrazioni del VI centenario della dedicazione della Cattedrale di Włocławek (Polonia), che avranno luogo il 26 giugno 2011.

Zenit

RINUNCE E NOMINE (4 maggio 2011)

RINUNCE E NOMINE (29 aprile 2011)

Fonti vaticane sullo scontro per i vertici dell'Università Cattolica e Istituto Toniolo: esiste solo il progetto di Benedetto XVI ed è di rinnovamento

"Non esiste alcun progetto bertoniano, esiste solo un progetto di Papa Benedetto XVI ed è un progetto di rinnovamento". E' questa, a quanto apprende l'agenzia Adnkronos da autorevoli fonti, la replica vaticana agli articoli pubblicati oggi, che parlavano di uno scontro tra cardinali, per la scalata romana all'Istituto Toniolo. "Rinnovamento - proseguono le stesse fonti vaticane - già visibile e di cui i più stretti collaboratori del Papa sono ovviamente gli attuatori. Un progetto che evidentemente trova umane resistenze come dimostrano gli articoli di stampa". Una scalata romana arriverà a gestire l’Università Cattolica? La partita per riformare il vertice dell’Università si è spostata ora a Roma, il dossier è arrivato direttamente nelle mani del Papa. In ballo c’è l’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi superiori, l’ente che controlla la Cattolica e anche cinque atenei, 14 facoltà, 1400 docenti, 6mila dipendenti e il policlinico Gemelli. Il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, guida l’istituto dal 2003. Ma qualche cambiamento è in vista e alla successione dell’ente sta lavorando da tempo il card. Tarcisio Bertone. Il segretario di Stato vaticano vorrebbe mettere al vertice l’ex ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick. E nel frattempo ha scritto una lettera dettagliata a Tettamanzi spiegando tutte le sue perplessità sulla gestione del Toniolo, chiedendo infine di favorire la nomina di Flick. Tettamanzi ha riflettuto e ha preferito scrivere a sua volta un memoriale, che però ha consegnato direttamente al Pontefice. Ultime notizie dicono che in Vaticano Tettamanzi sia stato ricevuto una manciata di giorni fa, il 30 aprile. Nel frattempo il Toniolo, il primo aprile scorso, ha confermato il vertice in scadenza, cosa che non ha fatto piacere a Bertone. Entrambi, Tettamanzi e Bertone, hanno parlato con Benedetto XVI e hanno spiegato le rispettive ragioni. L’arcivescovo si è detto disponibile a lasciare la presidenza quando lascerà la guida della diocesi. Il Papa ha deciso quindi di congelare il tutto: la nuova nomina arriverà entro l’estate e a quel punto la questione verrà rimbalzata al successore di Tettamanzi. La partita tra i cardinali, quindi, è ancora aperta.

Adnkronos, Blitz quotidiano

Il Papa ad Aquileia e Venezia. In Papamobile i 18 km dall'aeroporto di Ronchi alla cittadina ex romana. Risparmi destinati ai lavoratori in crisi

Uno dei più lunghi percorsi in papamobile Benedetto XVI lo compirà sabato 7 maggio fra l'aeroporto di Ronchi dei Legionari, in provincia di Gorizia, ed Aquileia, in provincia di Udine. Il tracciato misura 18 chilometri e l'arcivescovo di Gorizia, mons. Dino De Antoni, assicura che lungo la strada Benedetto XVI sarà accolto da migliaia di persone. Almeno 10 mila sono attese soltanto ad Aquileia, intorno all'antica Basilica d(foto), dove il Papa aprirà l'anno di preparazione al Convegno Ecclesiale di Aquileia del 2012. Nella Basilica dei mosaici saranno presenti, fra gli altri, 40 vescovi, provenienti anche da Croazia, Slovenia, Ungheria ed Austria. In aeroporto il Pontefice sarà accolto per il governo dal ministro Giulio Tremonti, dal card. Angelo Scola, Patriarca di Venezia, dallo stesso arcivescovo di Gorizia De Antoni, dal nunzio apostolico in Italia, mons. Giuseppe Bertello e dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo. ''Ma i vips - ha specificato l'arcivescovo - saranno soprattutto i bambini di diversi istituti di accoglienza delle diocesi di Gorizia ed Aquileia''. ''Siamo molto preoccupati per la crisi che colpisce tanti lavoratori e le loro famiglie, tanto che i nostri preti hanno rinunciato a due mesi di stipendio per incrementare il fondo di solidarietà diocesano'', ha detto mons. De Antoni, informando che la sua Chiesa ha tirato al risparmio per la visita del Papa, rinunciando agli addobbi più costosi e perfino a migliaia di bandierine da distribure ai pellegrini lungo i 18 km tra l'aeroporto di Ronchi ed Aquileia, nonchè nella stessa cittadina ex romana. ''Questi risparmi - ha precisato l'arcivescovo - li abbiamo destinati agli impoveriti dalla crisi''. Il Papa stesso ne dovrebbe parlare, sabato ad Aquileia e domenica a Venezia, soffermandosi sulle difficoltà attraversate anche da un'economia forte come quella del Nordest. ''Ho visitato alcune fabbriche di Monfalcone in occasione della Pasqua - informa De Antoni - ed ho colto numerosi motivi di preoccupazione. Ed ecco perchè, come cristiani, ci siamo impegnati nella solidarietà attiva. Le richieste di aiuto sono in aumento''. L'arcivescovo di Gorizia ha riferito che ''queste situazioni sono a conoscenza anche del Santo Padre e, in ogni caso, gliene parlerò durante il trasferimento in Papamobile dall'areoporto di Ronchi ad Aquileia''. Proprio per non pesare sui bilanci pubblici, anch'essi in difficoltà, le diocesi del Nordest hanno pagato le spese della visita con una colletta tra i fedeli, attraverso la quale contribuiranno anche alla 'carità del Papa'.

Asca, Ansa

Il Papa: la Rivelazione purifica e porta alla sua pienezza l’anelito originario dell’uomo a Dio offrendogli nella preghiera un rapporto più profondo

Udienza Generale questa mattina in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Il Papa ha iniziato il nuovo ciclo di catechesi sul tema della preghiera.
“Il tema della preghiera, in modo specifico di quella cristiana, la preghiera, cioè, che ci ha insegnato Gesù e che continua ad insegnarci la Chiesa”. “Nelle prossime catechesi – ha annunciato il Papa -, accostando la Sacra Scrittura, la grande tradizione dei Padri della Chiesa, dei maestri di spiritualità, della liturgia vogliamo imparare a vivere ancora più intensamente il nostro rapporto con il Signore, quasi una ‘Scuola della preghiera’”. La preghiera, ha detto il Pontefice, “non va data per scontata: occorre imparare a pregare, quasi acquisendo sempre di nuovo quest’arte; anche coloro che sono molto avanzati nella vita spirituale sentono sempre il bisogno di mettersi alla scuola di Gesù per apprendere a pregare con autenticità. Riceviamo la prima lezione dal Signore attraverso il suo esempio. I Vangeli ci descrivono Gesù in dialogo intimo e costante con il Padre: è una comunione profonda di colui che è venuto nel mondo non per fare la sua volontà, ma quella del Padre che lo ha inviato per la salvezza dell’uomo”. In questa prima catechesi il Santo Padre ha proposto "esempi di preghiera nelle antiche culture, per rilevare come, praticamente sempre e dappertutto, si siano rivolti a Dio". Benedetto XVI ha ricordato una preghiera di un uomo cieco nell’antico Egitto, che “attesta qualcosa di universalmente umano, qual è la pura e semplice preghiera di domanda da parte di chi si trova nella sofferenza”, come pure che “presso le religioni della Mesopotamia dominava un senso di colpa arcano e paralizzante, non privo, però, della speranza di riscatto e liberazione da parte di Dio”. All’interno della religione pagana dell’antica Grecia le preghiere “si orientano progressivamente verso le richieste più disinteressate, che consentono all’uomo credente di approfondire il suo rapporto con Dio e di diventare migliore”. Anche nelle tragedie greche “sono contenute delle preghiere che esprimono il desiderio di conoscere Dio e di adorare la sua maestà”. “Anche presso i Romani, che costituirono quel grande Impero in cui nacque e si diffuse in gran parte il Cristianesimo delle origini – ha rammentato il Papa -, la preghiera, anche se associata a una concezione utilitaristica e fondamentalmente legata alla richiesta della protezione divina sulla vita della comunità civile, si apre talvolta a invocazioni ammirevoli per il fervore della pietà personale, che si trasforma in lode e ringraziamento”. L’imperatore Marco Aurelio “afferma la necessità di pregare per stabilire una cooperazione fruttuosa tra azione divina e azione umana”. “Questo consiglio dell’imperatore filosofo – ha chiarito Benedetto XVI - è stato effettivamente messo in pratica da innumerevoli generazioni di uomini prima di Cristo, dimostrando così che la vita umana senza la preghiera, che apre la nostra esistenza al mistero di Dio, diventa priva di senso e di riferimento. In ogni preghiera, infatti, si esprime sempre la verità della creatura umana, che da una parte sperimenta debolezza e indigenza, e perciò chiede aiuto al Cielo, e dall’altra è dotata di una straordinaria dignità, perché, preparandosi ad accogliere la Rivelazione divina, si scopre capace di entrare in comunione con Dio”. Secondo il Papa, “in questi esempi di preghiere delle diverse epoche e civiltà emerge la consapevolezza che l’essere umano ha della sua condizione di creatura e della sua dipendenza da un Altro a lui superiore e fonte di ogni bene”. L’uomo di tutti i tempi prega “perché non può fare a meno di chiedersi quale sia il senso della sua esistenza, che rimane oscuro e sconfortante, se non viene messo in rapporto con il mistero di Dio e del suo disegno sul mondo”. La vita umana, ha sottolineato Benedetto XVI, “è un intreccio di bene e male, di sofferenza immeritata e di gioia e bellezza, che spontaneamente e irresistibilmente ci spinge a chiedere a Dio quella luce e quella forza interiori che ci soccorrano sulla terra e dischiudano una speranza che vada oltre i confini della morte”. “Le religioni pagane – ha osservato il Papa - rimangono un’invocazione che dalla terra attende una parola dal Cielo”. “Negli esempi di preghiera delle varie culture, che abbiamo considerato – ha continuato -, possiamo vedere una testimonianza della dimensione religiosa e del desiderio di Dio iscritto nel cuore di ogni uomo, che ricevono compimento e piena espressione nell’Antico e nel Nuovo Testamento. La Rivelazione, infatti, purifica e porta alla sua pienezza l’anelito originario dell’uomo a Dio, offrendogli, nella preghiera, la possibilità di un rapporto più profondo con il Padre celeste”. “All’inizio di questo nostro cammino – ha concluso il Pontefice - vogliamo allora chiedere al Signore che illumini la nostra mente e il nostro cuore perché il rapporto con Lui nella preghiera sia sempre più intenso, affettuoso costante. Ancora una volta diciamogli: ‘Signore, insegnaci a pregare’”.
Al momento dei saluti, rivolgendosi ai pellegrini di lingua polacca il Pontefice ha ricordato con gioia la Beatificazione di Giovanni Paolo II di domenicao: “Il suo affidarsi alla Madre di Dio, contenuto nell’invocazione 'Totus Tuus' – ha detto – sia un incoraggiamento per ognuno di voi e per tutto il popolo polacco, per il quale Maria è Regina”. Dal Papa anche un saluto alle nuove guardie svizzere che giureranno il 6 maggio. Infine, Benedetto XVI ha rivolto un pensiero particolare alla Vergine, all’inizio del mese a Lei dedicato: “Cari giovani, mettetevi ogni giorno alla scuola di Maria Santissima per imparare da Lei a compiere la volontà di Dio. Contemplando la Madre di Cristo crocifisso, voi, cari malati, sappiate cogliere il valore salvifico di ogni sofferenza vissuta insieme con Gesù. E voi, cari sposi novelli, invocate la sua protezione materna, perché nella vostra famiglia regni sempre il clima della casa di Nazareth”.

SIR, Radio Vaticana

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

Il Papa: la libertà religiosa, oggi minacciata, permette alla persona umana di realizzarsi pienamente e contribuire al bene comune della società

“La sfida” di difendere e promuovere il diritto alla libertà di religione “deve essere raccolta una volta di più ai nostri giorni”, quando ci sono ancora Stati che non la proteggono e minoranze religiose non tutelate. Lo scrive Benedetto XVI nel Messaggio inviato oggi alla XVII Assemblea plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, riunita dal 29 aprile al 3 maggio in Vaticano, sul tema “Diritti universali in un mondo diversificato. La questione delle libertà religiosa”. Nel testo, il Papa, che al tema della libertà religiosa ha dedicato il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest'anno, scrive che “come ho osservato in varie occasioni le radici della cultura cristiana dell’Occidente restano profonde. Era quella cultura che ha dato vita e spazio alla libertà religiosa e continua a nutrire la libertà religiosa e la libertà di culto costituzionalmente garantite di cui molti popoli godono oggi”. “Dovuto in non piccola parte alla loro sistematica negazione da parte dei regimi ateistici del ventesimo secolo, queste libertà furono riconosciute e custodite gelosamente dalla comunità internazionale nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite. Oggi questi diritti umani fondamentali sono di nuovo sotto la minaccia di tendenze ed ideologie che vorrebbero impedire la libera espressione religiosa”. “Profondamente iscritti nella nostra natura umana sono il desiderio di verità e di significato e un’apertura al trascendente; noi siamo portati dalla nostra natura a porci domande della massima importanza per la nostra esistenza. Diversi secoli or sono, Tertulliano coniò il termine 'libertas religionis'. Sottolineava che Dio deve essere adorato liberamente e che è nella natura della religione il non ammettere coercizione”. “Finché l’uomo gode della capacità di una personale libera scelta nella verità e finchè Dio attende dall’uomo una libera risposta alla sua chiamata, il diritto alla libertà religiosa va visto come innato nella fondamentale dignità di ogni persona umana, con la naturale apertura del cuore umano a Dio. Di fatto, l’autentica libertà religiosa permetterà alla persona umana di realizzarsi pienamente e in tal modo contribuire al bene comune della società”. “Naturalmente, ogni Stato ha il diritto sovrano di promulgare la sua legislazione e di esprimere diverse attitudini verso la religione nella legge. Cosicché vi sono alcuni Stati che permettono ampia libertà religiosa nella nostra comprensione del termine, mentre altri la limitano per una serie di ragioni, inclusa la diffidenza per la religione stessa”. Per questo, conclude il messaggio “la Santa Sede continua a reclamare il riconoscimento del fondamentale diritto alla libertà religiosa da parte di tutti gli Stati, richiamandoli a rispettare, e se necessario proteggere, le minoranze religiose che, sebbene legate ad una fede diversa da quella della maggioranza, aspirano a vivere con i loro concittadini pacificamente, e a partecipare in pieno alla vita civile e politica della nazione, a beneficio di tutti”.

AsiaNews

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Un 'razionale' in argento raffigurante Pietro che approva il Vangelo di Marco il dono della regione Veneto

Un prezioso e significativo “razionale”in argento (foto), l’ornamento che chiude sul petto il Piviale del Sommo Pontefice, appositamente realizzato a mano dagli Argentieri Calegaro di Padova in forma totalmente gratuita. E’ questo il dono della Regione del Veneto che il presidente Luca Zaia farà pervenire al Papa Benedetto XVI in visita pastorale ad Aquileia e Venezia sabato e domenica. L’opera sarà consegnata venerdì nelle mani del Patriarca di Venezia Angelo Scola. Il fermaglio raffigura l’Apostolo Pietro che approva il Vangelo di Marco, secondo un’iconografia riprodotta nella Basilica Marciana, in un mosaico del XIII secolo nella cappella Zen e in un paliotto argenteo del XIV secolo, ed il soggetto risale al testo “Gli uomini illustri, VIII, 1” del Padre della Chiesa Girolamo. La scena illustra il legame antico e profondo tra la Chiesa di Roma, quella di Aquileia, che secondo la leggenda altomedievale faceva risalire i suoi inizi a Marco stesso, e quella di Venezia, che continua l’eredità di Aquileia e custodisce da secoli le spoglie dell’Evangelista. Sulla parte alta del razionale è incisa la frase “Allora San Pietro approva il Vangelo di San Marco e lo consegna perché sia letto”. Il prezioso ornamento è stato realizzato utilizzando tecniche estremamente sofisticate: le forme, la prospettiva, i singoli particolari sin nei minimi dettagli sono stati definiti attraverso un’analisi preliminare su carta. La mano di un esperto incisore ha quindi disegnato con una punta d’acciaio su lastra le forme del soggetto, riproponendone i contorni, le parti in luce e quelle in ombra. Il metallo è stato quindi cesellato su entrambi i lati: così, quelli che su una foto erano particolari, sono divenuti sporgenze e rientranze e sono nate forme, spessori e volumi. Un semplice pennino ha quindi contornato queste forme, creando suggestivi effetti chiaroscurali. Il tocco finale è stato dato utilizzando i colori ad olio, che hanno perfezionato l’oggetto dandogli vita.

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