sabato 5 marzo 2011

Il Papa accetta le dimissioni del vescovo di Orvieto-Todi, dopo il suicidio del diacono a cui era stata negata l'ordinazione sacerdotale

Il Papa ha accettato le dimissioni di mons. Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto-Todi. La vicenda di mons. Scanavino, molto legato a Pavia, dov’è stato per anni priore degli Agostiniani, è legata al suicidio del diacono Luca Seidita, che il primo dicembre scorso si era ucciso lanciandosi da una rupe, dopo essere stato giudicato "non maturo" per diventare sacerdote. Scanavino aveva affermato che a suo giudizio il diacono era "pronto" per il sacerdozio, e di aver avuto "divergenze di valutazione" con i dicasteri vaticani. Proprio ieri a Orvieto circa 400 persone, tra cui il sindaco Antonio Concina, avevano preso parte a una fiaccolata di solidarietà al vescovo nell’imminenza dell’ufficialità della decisione vaticana. E stamattina ha incontrato i fedeli ribadendo che la decisione di dimettersi da vescovo di Orvieto-Todi è legata alla morte di Seidita, "una vicenda che ha mi ha suscitato perplessità". "Sua Santità accetta la disponibilità e apprezza le mie motivazioni ispirate al bene maggiore dell'unità della Chiesa di Orvieto-Todi - ha detto -. Il pensiero preciso del Papa, solo questo pensiero mi rende tranquillo e sereno, mi metto quindi da parte affinché questa ferita sia curata, sia guarita". "Io non sono stato capace di curare la ferita di questa Chiesa, il Papa mi chiede di mettermi da parte e io mi metto da parte". Il suo intervento è stato più volte interrotto dagli applausi. All’incontro, seguito da una conferenza stampa, hanno partecipato circa 150 persone. Le stesse che all’esterno della casa parrocchiale hanno esposto alcuni striscioni. "Obbediamo ma ti amiamo", c’era scritto su uno di questi. Sarà mons. Giovanni Marra, arcivescovo emerito di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, a reggere la diocesi dopo le dimissioni di Scanavino: il Papa lo ha nominato oggi amministratore apostolico ad nutum Sanctae Sedis. "Preghiamo perchè don Luca possa presto riprendersi da questa nuova grande prova", aveva scritto l’ormai ex vescovo Scanavino nel comunicato con il quale, lo scorso novembre, annunciava che l’ordinazione sacerdotale del diacono era stata "sospesa e rimandata per diretto intervento della Santa Sede". Di "divergenze di valutazione, come è logico ci siano in una comunità plurale" aveva parlato mons. Scanavino, 71 anni, 46 dei quali di sacerdozio. Diversità di vedute, aveva spiegato, con i dicasteri romani preposti all’ordinazione del sacerdote che un anno fa avevano fermato il passaggio a diacono del giovane, problema poi però superato. Il presule aveva ricordato gli studi di Seidita nei seminari di Molfetta e Fermo, studi che aveva però dovuto lasciare prima di completare la sua formazione. Problemi legati al "poco amore per lo studio" poi però recuperato per la voglia di "diventare prete", e anche problemi "di carattere e di amicizia", aveva spiegato Scanavino sottolineando con forza che nè nei documenti seminaristici nè nel comportamento dei diacono era mai emerso alcun elemento di omosessualità. "Per me era pronto a diventare prete", aveva ribadito il vescovo che nella sua permanenza nella sua diocesi lo aveva fatto lavorare nella parrocchia di Ficulle, guidata da un sacerdote specializzato in psicologia. Il 17 dicembre scorso, davanti ai presbiteri e ai diaconi della diocesi di Orvieto-Todi riuniti per il ritiro mensile, il vescovo Giovanni Scanavino aveva detto: "Dopo la tragica morte di don Luca sono state dette e scritte tante cose. Per fare chiarezza su tutto mi sono rimesso, nel segno dell’obbedienza, alle decisioni del Santo Padre Benedetto XVI al quale mi sono rivolto rappresentandogli l’intera vicenda". Una mobilitazione era partita nei giorni scorsi a Orvieto, con la petizione di alcuni fedeli al Papa (era stata la stessa diocesi nei giorni scorsi a rendere noto che il Santo Padre aveva preso una decisione). Il vescovo aveva però esortato "ancora una volta all’obbedienza al Santo Padre e alla comunione", dicendosi in "totale dissenso" rispetto ad "iniziative assunte autonomamente e irresponsabilmente" da qualcuno dei suoi fedeli per impedire una sua eventuale rimozione.

La Provincia Pavese, Orvietonews.it

Quaresima 2011. Il 9 marzo la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri a Sant'Anselmo e a Santa Sabina presieduta da Benedetto XVI

In occasione del Mercoledì delle Ceneri, il prossimo 9 marzo, giorno di inizio della Quaresima, Benedetto XVI presiederà la Stazione quaresimale nella Basilica di Santa Sabina all'Aventino. La celebrazione, si legge in una nota dell’Ufficio Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, avrà il seguente svolgimento: alle ore 16.30 nella Chiesa di Sant'Anselmo all'Aventino avrà luogo un momento di preghiera, cui farà seguito la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina. Alla processione prenderanno parte i cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, i monaci Benedettini di Sant'Anselmo, i Padri Domenicani di Santa Sabina e alcuni fedeli. Al termine della processione, nella Basilica di Santa Sabina, avrà luogo la celebrazione dell'Eucaristia con il rito di benedizione e di imposizione delle ceneri. L’uso di celebrare in Quaresima la Messa “stazionale” risale ai secoli VII-VIII, quando il Papa celebrava l’Eucaristia assistito da tutti i preti delle chiese di Roma, in una delle 43 Basiliche stazionali della Città. Dopo una preghiera iniziale si snodava la processione da una chiesa ad un’altra al canto delle Litanie dei Santi, che si concludeva con la celebrazione dell’Eucaristia. Alla fine della Messa i preti prendevano il pane eucaristico (fermentum) e lo portavano ai fedeli che non avevano potuto partecipare, ad indicare la comunione e l’unità fra tutti i membri della Chiesa. L’imposizione delle ceneri era un rito riservato dapprima ai penitenti pubblici, che avevano chiesto di venir riconciliati durante la Quaresima. Tuttavia, per umiltà e riconoscendosi sempre bisognosi di riconciliazione, il Papa, il clero e poi tutti i fedeli vollero successivamente associarsi a quel rito ricevendo anch’essi le ceneri. La Stazione Quaresimale indica la dimensione pellegrinante del popolo di Dio che, in preparazione alla Settimana Santa, intensifica il deserto quaresimale e sperimenta la lontananza dalla “Gerusalemme” verso la quale si dirigerà la Domenica delle Palme, perché il Signore possa completare, nella Pasqua, la sua missione terrena e realizzare il disegno del Padre.

Zenit