giovedì 10 febbraio 2011

Gli 80 anni della 'Radio Vaticana'. Il card. Lajolo ricorda le parole di Benedetto XVI: una grande famiglia che non conosce frontiere

Una “grande famiglia che non conosce frontiere”, nella quale, “nella molteplicità delle culture e delle lingue, tutti sono fratelli e sorelle, e così rappresentano una grande forza per la pace”. Il card. Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ha citato queste parole , pronunciate a braccio da Benedetto XVI in occasione del 75° anniversario, per definire Radio Vaticana, in occasione della conferenza per l’80° dell’emittente della Santa Sede, che si è svolta questo pomeriggio presso i Musei Vaticani. Nel 2011, ha ricordato il porporato, “cadono insieme due anniversari importanti: i 150 anni de L’Osservatore Romano e gli 80 anni della Radio Vaticana”. L’Osservatore Romano nasce nel 1961, “insieme all’unità d’Italia e quindi al tramonto del potere temporale dei Papi, e dà voce alle ragioni della Santa Sede di fronte all’opinione pubblica italiana ed europea in tutto il lungo periodo della non risolta ‘questione romana’”. “Ben diverso”, ha fatto notare il card. Lajolo, “il contesto in cui nasce la Radio Vaticana, proprio in concomitanza della fondazione del nuovo Stato della Città del Vaticano”, anzi “proprio come una delle strutture che lo caratterizzeranno nella sua sovranità e libertà di azione internazionale”. “Non basta più andare in onda, pubblicare, scrivere. Oggi bisogna essere presente nei forum, aggiornare le ‘web pages’, per poter raggiungere un mondo sempre più affamato di notizie”. Lo ha detto mons. Peter Bryan Wells, assessore agli Affari sociali della Segreteria di Stato. “Non avere a propria disposizione nuovi mezzi tecnici o non sapere di strumenti all’avanguardia implica che il messaggio comunicato arrivi tardi, male e persino inutilmente”, ha sottolineato mons. Wells, secondo il quale “è indispensabile per Radio Vaticana continuare ad adattarsi a questi nuovi mezzi”. “La globalizzazione mediatica non può farci paura perché ne siamo stati noi i primi artefici”, ha ricordato mons. Wells, secondo il quale è la Chiesa cattolica “ad essere stato il primo network sociale globale”. “I nuovi mezzi di comunicazione – ha detto mons. Wells – intelligentemente impiegati e sapientemente integrati con le strutture esistenti, possono essere importanti veicoli per la trasmissione del messaggio della radio, assicurando ampissima diffusione a costi estremamente contenuti”. “La convergenza fra la radio e i new media non snaturerà l’essenza della comunicazione radiofonica, ma la potenzierà”, ha assicurato, a partire dal “ruolo specifico” di Radio Vaticana come “parte integrante degli strumenti a disposizione della Santa Sede per l’evangelizzazione”.

SIR

Gli 80 anni della 'Radio Vaticana'. Lombardi: nasce 'Vatican Tic', con un clic si richiamano tutti i contributi su un evento dell'agenda del Papa

Si chiama “Vatican Tic” (foto), ed è “un sistema organizzato in base al calendario delle attività del Papa, grazie a cui con un semplice clic si possono richiamare tutti i contributi pubblicati nel sito che si riferiscono a un determinato evento dell’agenda del Papa”. A parlarne è stato padre Federico Lombardi, direttore di Radio Vaticana, come una delle novità predisposte dall’emittente della Santa Sede in occasione dell’80° anniversario di fondazione, che è stato festeggiato oggi ai Musei Vaticani. “Vatican Tic”, ha annunciato padre Lombardi, “si può estendere facilmente agli altri siti vaticani con cui collaboriamo, cosicché potrà diventare uno strumento molto potente e condiviso per il nuovo portale di informazioni vaticane che il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali sta sviluppando”. Tra i progetti futuri dell’emittente vaticana, proprio all’interno del nuovo portale, c’è anche quello, ha reso noto padre Lombardi, di “superare la nuova frontiera, su cui riflettiamo da tempo ma che non abbiamo ancora veramente superato, del coinvolgimento nel mondo dei social network”. Grazie alla collaborazione con il Centro Televisivo Vaticano, inoltre, Radio Vaticana ha pubblicato nell’ultimo anno, sul nuovo canale vaticano su “You Tube”, oltre 500 videonews sull’attività del Papa in quattro lingue diverse”. “Una grande comunità di comunicatori e tecnici al servizio della missione del Santo Padre, che – coinvolta nelle grandi trasformazioni dell’era digitale - cerca di usare le vie migliori per comunicare, in collaborazione con tutti quelli che possono contribuire a tale missione”. Padre Lombardi ha tracciato in questi termini l’identikit di Radio Vaticana, e ha aggiunto: “Siamo una comunità di lavoro originariamente e appassionatamente internazionale e multiculturale. Siamo più di 300 e veniamo da 60 paesi diversi”, che trasmette in quaranta lingue e quindici alfabeti diversi. Tra le “nuove entrate”, padre Lombardi ha citato una pagina web in lingua macedone, durante il recente Sinodo per il medio Oriente, e una pagina in ebraico moderno, “messaggio molto chiaro di dialogo con il mondo ebraico e ben recepito”, e ora “si studia la possibilità di una pagina coreana, dato che la Chiesa Cattolica in Corea è una delle più dinamiche dell’Asia”. “La difesa della varietà linguistica fa parte del nostro Dna”, ha affermato il direttore di Radio Vaticana. Altro obiettivo di Radio Vaticana, “cercare di raggiungere tutti, in particolare quanti sono in difficoltà, lontani o separati dalle grandi possibilità di comunicazione”: ad esempio, “il servizio per i cattolici in Cina e Vietnam è stato ed è gigantesco, l’equivalente di migliaia e migliaia di pagine”.

SIR

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Presentata la visita: qui per rifondare il Nordest e indicare che lo stile di vita cristiano conviene all'uomo di oggi

"Il nostro desiderio è che il Papa, che è parte interna e integra di ogni Chiesa, venga ad Aquileia e a Venezia (foto), il 7 ed 8 maggio, a sostenere lo stile di vita del cristiano e a indicare che questo stile di vita è conveniente per il cristiano e per l'uomo di oggi e per l'uomo post-moderno''. Non solo, Benedetto XVI è atteso anche per rifondare dalle radici il Nordest. Lo ha detto il card. Angelo Scola, patriarca di Venezia, presentando la visita di Benedetto XVI, con l'arcivescovo di Gorizia, mons. Dino De Antoni, il vescovo di Adria Rovigo, mons. Lucio Soravito, e l'ausiliare di Venezia mons. Beniamino Pizziol. ''Il cristianesimo è sì un'apertura alla vita definitiva, è sì un'apertura all'essere definitivamente amati oltre la morte per poter definitivamente amare, ma proprio per questo - sottolinea Scola - ha un anticipo e una conferma nella vita di quaggiù, e quindi è una gioia questo grande dono che il Santo Padre ci fa perchè viene a provocare la nostra libertà e a sostenerla nella vita di tutti i giorni, a ridirci questa grande speranza affidabile di cui noi tutti, soprattutto in questo tempo di transizione molto rapida che non è più ormai solo crisi economica, ma che è diventata anche crisi mentale, è nella mente di ciascuno di noi''. Scola ha specificato di pensare ''soprattutto alla tragedia della disoccupazione giovanile per fare un esempio clamoroso, quindi questo e' il suo significato fondamentale a cui si legano poi altre implicazioni molto molto importanti per tutto il popolo del Nordest, credenti, non credenti, diversamente credenti, soprattutto in vista della prospettiva geopolitica che si va profilando di fronte a noi, a partire dagli eventi del Maghreb, dagli eventi del medioriente e che chiamano il Nordest a ripensare che qui noi abbiamo una grande carta''. E la carta, ha spiegato Scola, si chiama Aquileia. ''Cinquantasette chiese della Croazia, Slovenia, Ungheria, Austria, Baviera sono nate ad Aquileia. Si è creata questa fusione di popoli slavi, germanici e italiani che ha accompagnato per secoli il nostro cammino. Ora - ha concluso Scola - è necessario che il Nordest giochi ancora un altro ruolo sull'asse nord-sud e sia realmente per la fusione di queste culture un punto di cerniera per svegliare l'Europa ai fini di creare un effettivo giusto ordine mondiale''. Il programma della visita, ancora provvisorio, prevede l’arrivo del Papa ad Aquileia nel pomeriggio di sabato 7, con la visita alla Basilica per l’Assemblea in preparazione del Convegno ecclesiale che si terrà nella città nel 2012. Intorno alle 19.00 il Pontefice raggiungerà Venezia in elicottero; poi, in barca, arriverà a Piazza San Marco e l'attraverserà a piedi fino alla Basilica, collegata alla sede del Patriarcato, dove alloggerà, salutando fedeli e turisti nel suo passaggio. L’indomani mattina, domenica 8, presiederà la celebrazione eucaristica per tutte le Chiese del Nordest nel Parco di San Giuliano di Mestre, seguita dalla recita del Regina Caeli. Sono attese tra le 100mila e le 150mila persone, ma gli organizzatori si aspettano un'affluenza straordinaria. Il Papa tornerà a San Marco in motoscafo lungo il Canal Grande con un corteo di barche al seguito. Tre, invece, gli appuntamenti previsti nel pomeriggio: nella Basilica di San Marco, l’incontro del Papa con l’Assemblea ecclesiale per la chiusura della visita pastorale; nella Basilica della Salute, l’incontro con il mondo della cultura, dell’arte e dell’economia e infine, nella Cappella della Santissima Trinità, Benedetto XVI benedirà ed inaugurerà la rinnovata Biblioteca dello Studium Generale Marcianum.

Asca, Radio Vaticana

Il Papa nomina il nunzio in Slovenia con incarico di delegato apostolico in Kosovo, non di natura diplomatica ma per le esigenze pastorali dei fedeli

Papa Benedetto XVI ha nominato Nnunzio apostolico in Slovenia mons. Juliusz Janusz, arcivescovo titolare di Caorle, finora Nunzio Apostolico in Ungheria, affidandogli anche l'incarico di delegato apostolico in Kosovo. La Sala Stampa vaticana, in una nota, precisa che ''la nomina di un delegato apostolico rientra tra le funzioni di organizzazione della struttura della Chiesa cattolica e, pertanto, assume carattere prettamente intraecclesiale, restando del tutto distinta da considerazioni riguardanti situazioni giuridiche e territoriali o da ogni altra questione inerente all'attività diplomatica della Santa Sede''. ''La missione di un Delegato Apostolico - sottolinea il Vaticano - non è di natura diplomatica, ma risponde all'esigenza di sovvenire in modo adeguato alle esigenze pastorali dei fedeli cattolici''.

Il Papa: ora che la voce di Dio sembra soffocata da 'altre voci' e la proposta di seguirlo appare difficile promuovere con consapevolezza le vocazioni

Messaggio di Papa Benedetto XVI per la 48° Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni che sarà celebrata il 15 maggio 2011, IV domenica di Pasqua, sul tema ''Proporre le vocazioni nella Chiesa locale''.
“L’arte di promuovere e di curare le vocazioni – esordisce il Papa - trova un luminoso punto di riferimento nelle pagine del Vangelo in cui Gesù chiama i suoi discepoli a seguirlo e li educa con amore e premura”. Il Papa ricorda che “le vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata sono primariamente frutto di un costante contatto con il Dio vivente e di un'insistente preghiera che si eleva al ‘Padrone della messe’ sia nelle comunità parrocchiali, sia nelle famiglie cristiane, sia nei cenacoli vocazionali”. Soffermandosi sul “modo in cui Gesù ha chiamato i suoi più stretti collaboratori ad annunciare il Regno di Dio”, Benedetto XVI sottolinea che “il primo atto è stata la preghiera per loro”, perché “la vocazione dei discepoli nasce nel colloquio intimo di Gesù con il Padre”. Quando, all’inizio della sua vita pubblica, Gesù ha chiamato alcuni pescatori, intenti a lavorare sulle rive del lago di Galilea, “li ha educati con la parola e con la vita affinché fossero pronti ad essere continuatori della sua opera di salvezza, ha affidato loro il memoriale della sua morte e risurrezione, e prima di essere elevato al cielo li ha inviati in tutto il mondo”. Quella gli apostoli, in altre parole, per il Papa “è una proposta, impegnativa ed esaltante”, con cui Gesù “li invita ad entrare nella sua amicizia, ad ascoltare da vicino la sua Parola e a vivere con Lui; insegna loro la dedizione totale a Dio e alla diffusione del suo Regno secondo la legge del Vangelo; li invita ad uscire dalla loro volontà chiusa, dalla loro idea di autorealizzazione, per immergersi in un’altra volontà, quella di Dio e lasciarsi guidare da essa; fa vivere loro una fraternità, che nasce da questa disponibilità totale a Dio, e che diventa il tratto distintivo della comunità di Gesù”. “Anche oggi, la sequela di Cristo è impegnativa”, perché “vuol dire imparare a tenere lo sguardo su Gesù” ed “imparare a conformare la propria volontà alla Sua”. Per il Papa, è “una vera e propria scuola di formazione per quanti si preparano al ministero sacerdotale ed alla vita consacrata, sotto la guida delle competenti autorità ecclesiali”. “Il Signore non manca di chiamare, in tutte le stagioni della vita, a condividere la sua missione e a servire la Chiesa nel ministero ordinato e nella vita consacrata” – ribadisce il Santo Padre - e la Chiesa “è chiamata a custodire questo dono, a stimarlo e ad amarlo”, poiché “è responsabile della nascita e della maturazione delle vocazioni sacerdotali”. n questo nostro tempo ''in cui la voce del Signore sembra soffocata da altre voci e la proposta di seguirlo donando la propria vita può apparire troppo difficile, ogni comunità cristiana ogni fedele, dovrebbe assumere con consapevolezza l'impegno di promuovere le vocazioni. E' importante incoraggiare e sostenere coloro che mostrano chiari segni della chiamata alla vita sacerdotale e alla consacrazione religiosa - prosegue il Pontefice -, perchè sentano il calore dell'intera comunità nel dire il loro sì a Dio e alla Chiesa. Io stesso li incoraggio come ho fatto con coloro che si sono decisi ad entrare in Seminario e ai quali ho scritto - Avete fatto bene a farlo. Perchè gli uomini avranno sempre bisogno di Dio, anche nell'epoca del dominio tecnico del mondo e della globalizzazione - del Dio che ci si è mostrato in Gesù Cristo e che ci raduna nella Chiesa universale, per imparare con Lui e per mezzo di Lui la vera vita e per tenere presenti e rendere efficaci i criteri della vera umanità''. Per questo “occorre che ogni Chiesa locale si renda sempre più sensibile e attenta alla pastorale vocazionale, educando ai vari livelli, familiare, parrocchiale, associativo, soprattutto i ragazzi, le ragazze e i giovani - come Gesù fece con i discepoli – a maturare una genuina e affettuosa amicizia con il Signore; ad imparare l’ascolto attento e fruttuoso della Parola di Dio; a comprendere che entrare nella volontà di Dio non annienta e non distrugge la persona, ma permette di scoprire e seguire la verità più profonda su se stessi; a vivere la gratuità e la fraternità nei rapporti con gli altri”, per trovare “la vera gioia e la piena realizzazione delle proprie aspirazioni”. “Proporre le vocazioni nella Chiesa locale - scrive il Papa nel messaggio - significa avere il coraggio di indicare, attraverso una pastorale vocazionale attenta e adeguata, questa via impegnativa della sequela di Cristo, che è capace di coinvolgere tutta la vita”. Di qui l’appello ai vescovi ad “incrementare il più che sia possibile le vocazioni sacerdotali e religiose, e in modo particolare quelle missionarie”, anche tramite la “cura nella scelta degli operatori per il Centro Diocesano Vocazioni, strumento prezioso di promozione e organizzazione della pastorale vocazionale”. Ai vescovi, il Papa raccomanda inoltre “un’equa distribuzione dei sacerdoti nel mondo”: “La vostra disponibilità verso diocesi con scarsità di vocazioni – spiega - diventa una benedizione di Dio per le vostre comunità ed è per i fedeli la testimonianza di un servizio sacerdotale che si apre generosamente alle necessità dell’intera Chiesa”. Benedetto XVI rivolge infine un appello a tutti coloro che, nelle parrocchie, “possono offrire il proprio contributo alla pastorale delle vocazioni: i sacerdoti, le famiglie, i catechisti, gli animatori”: “ogni momento della vita della comunità ecclesiale è una preziosa opportunità per suscitare, in particolare nei più piccoli e nei giovani, il senso di appartenenza alla Chiesa e la responsabilità della risposta alla chiamata al sacerdozio ed alla vita consacrata”.

SIR, Asca

GMG 2011-Il Papa a Madrid. Il programma di Benedetto: l'incontro con giovani universitari, disabili, religiosi e volontari, la Messa per i seminaristi

Incontri nella prima parte della mattinata e poi verso sera, mentre le ore più calde della giornata saranno dedicate alla “siesta”. Saranno scanditi così i quattro giorni che Papa Benedetto XVI trascorrerà a Madrid, in pieno agosto, in occasione della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù. Il Comitato promotore ha diffuso oggi l’agenda degli appuntamenti del Papa, tra cui spicca l’appuntamento con un migliaio di giovani professori universitari, a conferma della sua predilezione per questo ambito. È la prima volta che un appuntamento con il mondo della cultura avviene nel corso della GMG. Durante la presentazione del programma, a Madrid, il vescovo ausiliare e coordinatore dell’evento, mons. Cesar Franco, ha sottolineato che Benedetto XVI “ha accettato con generosità tutte le nostre proposte di incontro a cui parteciperanno i giovani”. Il Papa arriverà nella capitale spagnola (è per la prima volta a Madrid, ma è il terzo viaggio in Spagna) giovedì 18 agosto alle 12.00. Dopo la cerimonia di benvenuto all’aeroporto di Barajas, si trasferirà alla nunziatura. Alle 19.00 saranno i giovani a dare il benvenuto al Pontefice nella piazza della Independencia. Benedetto XVI attraverserà la Puerta de Alcalá con giovani dei cinque continenti, quindi in papamobile arriverà fino a piazza Cibeles. Il giorno successivo, venerdì 19, il Papa si trasferirà al Monastero de El Escorial, complesso agostiniano del XVI secolo, a circa 45 chilometri da Madrid. Qui, alle 11.30, incontrerà le giovani religiose nel Patio de los Reyes. Seguirà l’incontro con mille giovani professori universitari all’interno della Basilica. Benedetto XVI è solito incontare rapprese ntanti del mondo accademico nelle sue visite pastorali, ma è la prima volta che lo farà nel contesto della Giornata Mondiale della Gioventù. Carla Diez de Rivera, direttore del Dipartimento della Cultura per la GMG, ha sottolineato che "questo incontro dimostra la predilezione che ha il Papa per il mondo universitario e della cultura, come dimostrato con eventi simili in Germania, Francia e Inghilterra". La sera alle 19.30 si terrà la Via Crucis nel Paseo de Recoletos, tra piazza Cibeles e piazza Colon. Le 14 stazioni saranno raffigurate in altrettanti manufatti di grande valore artistico e devozionale provenienti da tutto il Paese.
Sabato 20 agosto la giornata inizierà alle 10.00 con la Santa Messa per i seminaristi nella Cattedrale della Almudena. In serata, alle 19.40 il Papa visiterà la Fondazione “Istituto San Jose”, un centro fondato nel 1899 che aiuta persone con disabilità mentali e fisiche, tenuto dai Frati di San Giovanni di Dio. Durante questo appuntamento il Papa incontrerà una rappresentanza dei diversamente abili che assisteranno la Giornata Mondiale della Gioventù, oltre ai residenti del centro. L'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio è presente nei cinque continenti, con circa 320 centri, occupandosi di varie attività assistenziali. María José González-Iglesias, coordinatore della ezione disabilità, ha ringraziato il Papa per l’incontro con i giovani con diverse disabilità sottolineando che è "un bellissimo gesto del Santo Padre per le persone con disabilità". Successivamente si recherà all’aerodromo Cuatro Vientos, a otto chilometri a sud ovest del centro cittadino. Alle 20.30 inizia la Veglia di preghiera con i giovani di tutto il mondo, che trascorreranno qui la notte, in attesa della Messa conclusiva del giorno seguente. La domenica mattina il Papa arriva alle 9.00, e percorre in papamobile l’area di Cuatro Vientos. Alle 9.30 inizia la Messa. Prima di ripartire per Roma, Benedetto XVI incontra i volontari della GMG a Ifema alle 17.30. Alle 18.30 è previsto il congedo ufficiale all’aeroporto di Barajas, quindi la partenza per Roma.

Il Velino, GMG 2011 - Sito ufficiale