mercoledì 31 agosto 2011

Il Papa: musica sacra invito a dissetarci sempre all’unica acqua che estingue la sete, il Dio vivente, a rigettare il male rinnovando la nostra fede

Questa sera, nel Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, ha avuto luogo un Concerto offerto in onore di Papa Benedetto XVI dal card. Domenico Bartolucci, già direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina. In programma quattro composizioni dello stesso card. Bartolucci: il poema Benedictus, scritto per questo evento, per soprano, coro a 3 voci pari e orchestra, l’Ave Maria, tratta dall’opera lirica "Il Brunellesco", per soprano, coro a 3 voci pari, il poema sacro Baptisma, per soprano, baritono, coro femminile e piccola orchestra e il mottetto Christus circumdedit me, per soprano, coro e orchestra. I solisti Enrica Fabbri, soprano; Lykke Anholm, soprano; Michele Govi, baritono; il "Rossini Chamber Choir" di Pesaro e l’Orchestra Filarmonica Marchigiana "FORM" sono stati diretti dal maestro direttore e concertatore Simone Baiocchi.
"Un momento di meditazione e di preghiera" che porta l’uomo ad "intuire le armonie del Cielo": così il Papa al termine del concerto. La musica, ha affermato Benedetto XVI, ed in particolare la musica sacra che "nasce dalla fede", è "capace di esprimere e comunicare la fede". Un grazie particolare il Papa lo ha rivolto al Maestro “per aver composto il pezzo Benedictus a me dedicato come preghiera e ringraziamento al Signore per il mio Ministero”. Benedetto XVI ha ricordato tre aspetti della sua vita che lo caratterizzano: la fede, il sacerdozio, la musica. "Caro Cardinale Bartolucci, la fede è la luce che ha orientato e guidato sempre la sua vita, che ha aperto il suo cuore per rispondere con generosità alla chiamata del Signore; ed è da essa che è scaturito anche il suo modo di comporre". Il Papa ha ricordato la formazione ricevuta da Domenico Bartolucci a Firenze e a Roma. "Ma la musica - ha continuato - è per lei un linguaggio privilegiato per comunicare la fede della Chiesa e per aiutare il cammino di fede di chi ascolta le sue opere; anche attraverso la musica Lei ha esercitato il suo ministero sacerdotale". Il Papa si è rivolto con affetto al porporato, di cui ha apprezzato "la valorizzazione del prezioso tesoro che è il canto gregoriano e l'uso sapiente della polifonia", nella fedeltà alla tradizione, ma in modo aperto "a nuove sonorità". Tradizione ed innovazione nella musica di Bartolucci ha ricordato il Papa, che ha concluso: “Caro Maestro, questa sera, con la sua musica ci ha fatto rivolgere l'animo a Maria con la preghiera più cara alla tradizione cristiana, ma ci ha fatto andare anche all'inizio del nostro cammino di fede, alla liturgia del Battesimo, il momento in cui siamo divenuti cristiani. Un invito a dissetarci sempre all'unica acqua che estingue la sete, il Dio vivente e ad impegnarci ogni giorno a rigettare il male e rinnovando la nostra fede riaffermando 'Credo'!”.

Radio Vaticana, Korazym.org

CONCERTO IN ONORE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI OFFERTO DAL CARD. DOMENICO BARTOLUCCI - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa in Germania. Magister: le proteste preventive si sciolgono sempre come neve al sole. Ai cattolici dissidenti invita a guardare all'essenziale

Come in Inghilterra e Scozia durante il viaggio di un anno fa. Come in Spagna poche settimane fa. Anche in Germania l’accoglienza che una parte del paese intende riservare a Benedetto XVI, dal 22 al 25 settembre prossimi, non è delle migliori. Ci sono le proteste di gruppi di associazioni organizzate, molte di queste aderenti al movimento gay tedesco, che il 22 settembre sulla Porta di Brandeburgo, quando il Pontefice pronuncerà un discorso ai parlamentari, si concretizzeranno in una sfilata guidata da una falsa Papamobile con a bordo un “antipapa”. L’accusa in fondo è quella disempre: Papa Ratzinger guida una Chiesa oscurantista e anti moderna. E poi ci sono le proteste provenienti da dentro la Chiesa Cattolica: un gruppo di cattolici tedeschi guidato dai sacerdoti Norbert Reicherts e Christoph Schmidt ha fatto proprie le richieste dei 150 preti austriaci che prima dell’estate hanno chiesto a Benedetto XVI l’abolizione del celibato sacerdotale, l’ordinazione femminile, la riammissione all’Eucaristia dei divorziati risposati e il ritorno nella Chiesa dei sacerdoti che si sono sposati e hanno avuto figli. Sandro Magister, vaticanista, parte dal dissenso interno alla Chiesa per dire che “è un fermentotipico del mondo di area tedesca, un fermento che si presenta con una sua caratteristica precisa:l’antiromanità”. Dice a Il Foglio: “In Germania sono forti le spinte protestanti che chiedono alla Chiesa Cattolica riforme e innovazioni. A queste richieste parte del mondo cattolico reagisce rilanciandole, perché le giudica necessarie per restare al passo con la modernità. E’ anche un modo con cui parte del mondo cattolico rivendica una sua autonomia da Roma, dal Papa, dal centro della cattolicità. Sono riforme il cui contenuto è noto da tempo, ma che ciclicamente ritornano. Credo che per valutarle nel modo più giusto però occorra una lettura più distanziata”. Quale? “Mi sembra evidente che coloro che chiedono innovazioni sul piano del celibato, del sacerdozio, della morale sessuale etc., altro non chiedano alla Chiesa che un segno, un miracolo, un po’ come i farisei che chiesero a Gesù un segno dal cielo per metterlo alla prova. Gesù non rispose dando loro ciò che chiedevano, ma rispose tornando all’essenziale e cioè invitando tutti a guardare a lui. Ricordando loro che era lui la risposta che cercavano. Il Papa fa lo stesso. Non reagisce a queste richieste offrendo gesti taumaturgici, che poi tali non sono, ma semplicemente invita tutti a guardare verso Dio, verso il Mistero, verso ciò che è essenziale nella vita dei credenti. Del resto è noto che la vera riforma della Chiesa per Ratzinger non parte da un cambiamento delle strutture o delle norme, quanto anzitutto da una conversione del cuore, da un invito a tutti i fedeli perché guardino verso Dio. Anche in Italia, in questi giorni, in molti alla Chiesa chiedono un segno: rinunci ai benefici dell’8 per mille. Anche questa richiesta in fondo rispecchia quella dei farisei: dacci un segno, fai un miracolo”. Un leitmotiv dei viaggi di Benedetto XVI sembra essere quello delle proteste preventive. Gruppi ostili, alimentati da una efficace campagna mediatica, promettono fuoco e fiamme non appena il Papa metta piede nel loro paese. “Già – dice Magister – ma poi queste proteste si sciolgono come neve al sole. E’ un po’ come Irene. Doveva essere un uragano ed è divenuta una semplice tempesta o quasi. Così le proteste contro il Papa. Prima che Ratzinger arrivi sono uragani. Una volta che Ratzinger atterra e inizia il suo viaggio, dopo i suoi gesti, i suoi discorsi, non c’è quasi più nulla. In Inghilterra e Scozia, anche molti politici che preventivamente avevano attaccato Benedetto XVI hanno poi dovuto dichiara repubblicamente di essersi sbagliati. Così anche in Spagna. Addirittura alcuni colleghi di Zapatero hanno accusato il premier socialista di andare a Canossa, come se il suo incontro col Papa fosse un‘cedimento papista’. In Spagna grande risalto si è dato a queste dichiarazioni e anche ai movimentidi protesta degli indignados in piazza. Ma il viaggio in sé, le migliaia di giovani presenti e le parole del Papa hanno affossato di fatto ogni polemica”.

Paolo Rodari, Il Foglio

Le preghiere di Benedetto XVI per settembre: i docenti sappiano trasmettere l’amore alla verità, i cristiani dell’Asia annuncino il Vangelo con gioia

Nel mese di settembre, Papa Benedetto XVI invita i cristiani a pregare per i docenti e per le comunità cristiane in Asia, informa l'Apostolato della Preghiera. L'intenzione di preghiera universale del Papa per il mese che inizia è la seguente: “Per tutti gli insegnanti, affinché sappiano trasmettere l'amore alla verità ed educare agli autentici valori morali e spirituali”. Il Pontefice propone anche questa intenzione missionaria per la Chiesa in Asia: “Perché le comunità cristiane sparse nel continente asiatico proclamino il Vangelo con fervore, testimoniandone la bellezza con la gioia della fede”. Commentando ai microfoni della Radio Vaticana l'intenzione relativa ai docenti, il Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica, il card. Zenon Grocholewski, ha sottolineato che “di fronte al relativismo circa i valori e le verità fondamentali della vita si postula di trasmettere l’amore della verità”. “Se non si sa cosa sia il bene e che cosa sia il male; se tutto è relativo allora si pone la domanda “a cosa educare?”, ha chiesto. Quanto alla trasmissione dei “valori spirituali”, ha ricordato che “l’educazione non può essere ridotta alla trasmissione delle conoscenze”, perché queste “possono essere usate sia per il bene, sia per il male”. “Si deve educare la persona affinché sappia - ma soprattutto voglia - sfruttare queste conoscenze e capacità per il bene”, ha indicato. Interpellato sulla missione della sua Congregazione, ha spiegato che l'obiettivo è quello di elaborare un “progetto educativo impostato sulla centralità della persona umana, sulla sua integrità”. A suo avviso, la formazione intellettuale “deve formare la persona, rendendola capace di essere critica, di essere in grado di giudicare e di valutare da sola; di non essere schiava di certe propagande o ideologie”. Il porporato ha anche insistito sull'importanza della formazione degli insegnanti, “che non devono avere una formazione unicamente intellettuale e specifica alla materia che insegnano, ma devono avere anche una certa formazione spirituale, che li renda persone affidabili così da rappresentare una certa 'autorità' per i propri studenti”. “Quando, qui in Congregazione, vengono alcuni ambasciatori presso la Santa Sede non cristiani spesso si vantano di aver frequentato la scuola cattolica, l’università cattolica… Io domando sempre come mai pur non essendo cristiani abbiano frequentato la scuola cattolica”, ha commentato. “Mi vengono date sempre due risposte”, ha aggiunto: “La prima, perché sono migliori; la seconda risposta - per me molto importante - perché la scuola cattolica non trasmette soltanto le conoscenze, ma forma la persona”. A pochi giorni dall'inizio del nuovo anno scolastico, il cardinale ha quindi espresso l'auspicio che, “con l’aiuto della scuola, i ragazzi possano formarsi ed essere persone solide, responsabili che - da una parte - sappiano dare un senso alla propria vita e - dall’altra parte - riescano a collaborare con gli altri per il bene dell’umanità”.

Zenit

Il Papa prega per gli educatori: sappiano trasmettere l’amore alla verità. La riflessione del card. Grocholewski

Il Papa: l’arte è una porta aperta verso l’infinito, verso una bellezza e una verità che vanno al di là del quotidiano, sospingendoci verso l’alto

Questa mattina, nella Piazza della Libertà antistante il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha incontrato i fedeli ed i pellegrini convenuti per l’Udienza generale del mercoledì. Nella catechesi il Papa, nell’ambito del ciclo sulla preghiera, si è soffermato sul rapporto tra arte e preghiera. Quindi ha rivolto un saluto in varie lingue ai gruppi di pellegrini presenti.
L’arte “è come una porta aperta verso l’infinito, verso una bellezza e una verità che vanno al di là del quotidiano. E un’opera d’arte può aprire gli occhi della mente e del cuore, sospingendoci verso l’alto”, ha detto il Papa richiamando il tema della “via pulchritudinis” (via della bellezza), di cui ha parlato più volte, e che “l’uomo di oggi dovrebbe recuperare nel suo significato più profondo”, in modo ottemperare alla “necessità per ogni cristiano di trovare tempo per Dio, per la preghiera, in mezzo alle tante occupazioni delle nostre giornate”. “Un’opera d’arte – ha spiegato Benedetto XVI - è il frutto della capacità creativa dell’essere umano, che si interroga davanti alla realtà visibile, cerca di scoprirne il senso profondo e di comunicarlo attraverso il linguaggio delle forme, dei colori, dei suoni”. Nella catechesi, il Papa ha fatto riferimento alla concreta esperienza estetica: “Forse – ha detto evocandola - vi è capitato qualche volta davanti ad una scultura, ad un quadro, ad alcuni versi di una poesia, o ad un brano musicale, di provare nell’intimo un’intima emozione, un senso di gioia, di percepire, cioè, chiaramente che di fronte a voi non c’era soltanto materia, ma qualcosa di più grande, qualcosa che ‘parla’, capace di toccare il cuore, di comunicare un messaggio, di elevare l’animo”. “Ma ci sono espressioni artistiche che sono vere strade verso Dio, Bellezza suprema, anzi sono un aiuto a crescere nel rapporto con Lui, nella preghiera”, ha proseguito Benedetto XVI soffermandosi sulle “opere che nascono dalla fede e che esprimono la fede”. Tra gli esempi, il Papa ha citato la cattedrale gotica o la chiesa romanica, “splendidi edifici” entrando nei quali “percepiamo che è come racchiusa la fede di generazioni”. Secondo il Papa, anche “quando ascoltiamo un brano di musica sacra che fa vibrare le corde del nostro cuore, il nostro animo viene come dilatato ed è aiutato a rivolgersi a Dio”. Qui il Santo Padre ha fatto un riferimento autobiografico: “Mi torna ancora alla mente – le sue parole – un concerto di musiche di Johan Sebastian Bach, a Monaco di Baviera, diretto da Leonard Bernstein. Al termine dell’ultimo brano, una delle Cantate, sentii, non per ragionamento, ma nel profondo del cuore, che ciò che avevo ascoltato mi aveva trasmesso qualcosa della verità, della fede del sommo compositore e mi spingeva a lodare e ringraziare il Signore”. “Sentendo questo, si sa che è vero – ha aggiunto il Papa a braccio – è vera la fede che si sente così forte, la fede che esprime così irresistibilmente la forza della verità di Dio”. “Ma quante volte quadri o affreschi, frutto della fede dell’artista, ci spingono a rivolgere il pensiero a Dio e fanno crescere in noi il desiderio di attingere alla sorgente di ogni bellezza”, ha esclamato il Papa, secondo cui “rimane profondamente vero quanto ha scritto un grande artista, Marc Chagall, che i pittori per secoli hanno intinto il loro pennello in quell’alfabeto colorato che è la Bibbia”. In questa prospettiva, le espressioni “artistiche possono essere occasioni per ricordarci di Dio, per aiutare la nostra preghiera o per la conversione del cuore”. Come è successo a Paul Claudel, che “proprio ascoltando il canto del Magnificat durante la Messa di Natale, avvertì la presenza di Dio. Non era entrato in chiesa per motivi di fede, ma per cercare argomenti contro i cristiani, e invece la grazia di Dio operò nel suo cuore”. “Le città e i paesi in tutto il mondo racchiudono tesori d’arte che esprimono la fede e ci richiamano al rapporto con Dio”, ha ricordato il Papa: “La visita ai luoghi d’arte – ha ammonito - non sia solo occasione di arricchimento culturale, ma possa anche diventare un momento di grazia, di stimolo per rafforzare il nostro legame e il nostro dialogo con il Signore”. “Che il Signore ci aiuti a contemplare le cose belle, sia nella natura sia nelle opere d’arte" l’augurio finale di Benedetto XVI pronunciato a braccio.

SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

La linea dura dell'arcivescovo di Boston: sul sito della diocesi pubblica nomi e cognomi dei preti accusati di pedofilia dal 1950 a oggi

Allo scandalo degli abusi sessuali su minori commessi da preti la gerarchia cattolica sta reagendo in modi diversi. Una parte di cardinali e vescovi ritiene sia arrivato il tempo di adottare la linea della totale trasparenza verso il mondo, così da non sembrare parte di una chiesa connivente con il male. Tra questi cardinali c’è l’arcivescovo di Boston Sean Patrick O’Malley il quale, nelle scorse ore, ha preso un’iniziativa dirompente. Sul sito web della propria diocesi ha pubblicato nomi e cognomi dei preti, 159 in tutto, accusati di pedofilia dal 1950 a oggi. L’elenco risparmia soltanto i preti deceduti le cui accuse sono infondate e i preti appartenenti a ordini religiosi perché non dipendono direttamente dalla diocesi. Nell’elenco, però, ci sono anche i nomi di quei sacerdoti accusati di pedofilia ma il cui processo, canonico o civile, si è concluso dimostrandone l’innocenza. Se in futuro altri sacerdoti risulteranno innocenti “l’elenco verrà aggiornato”, ha scritto in una lunga lettera O’Malley. Nel Collegio cardinalizio O’Malley è tra quei cardinali che hanno interpretato in maniera particolarmente dura la linea dettata dal Papa nella lettera che il 19 marzo 2010 ha scritto ai cattolici dell’Irlanda: la chiesa deve capire che la sua più grande tribolazione “non nasce da fuori”, ma dai “peccati commessi dentro” di lei. E quindi la penitenza per i peccati commessi è il suo primo dovere, per aprirsi alla conversione e infine alla grazia rigenerante di Dio. O’Malley fu tra i primi, un anno fa, a uscire allo scoperto contro la vecchia Curia romana rea di aver coperto gli abusi. Assieme al cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn picchiò duro contro il cardinale Angelo Sodano, segretario di stato nell’era Wojtyla, accusandolo di aver ostacolato l’opera di pulizia intrapresa dall’allora card. Ratzinger nei confronti di personalità del peso di Hans Hermann Groër, arcivescovo di Vienna, e di Marcial Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, entrambi accusati di abusi sessuali e infine riconosciuti colpevoli. Sodano nell’atto di omaggio letto a Benedetto XVI in Piazza San Pietro a nome dell’intero Collegio cardinalizio il giorno di Pasqua del 2010 definì “chiacchiericcio” le accuse scagliate dai media contro la Chiesa a motivo della pedofilia. O’Malley rispose che così facendo Sodano commetteva un “danno immenso” alle vittime degli abusi. Che Papa Ratzinger stimi O’Malley è fuori di dubbio. Non è solo per le sue origini irlandesi, infatti, che O’Malley è stato inserito dal Papa nel gruppo di visitatori inviati in Irlanda per fare luce sui casi di pedofilia. E’ anche per le sue doti e probabilmente per le sue idee. O’Malley si è messo da subito dalla parte delle vittime. Lo scorso febbraio in una chiesa di Dublino ha voluto lavare i piedi a un gruppo di persone che da bambini furono abusati dal clero. La particolare liturgia, solitamente riservata ai riti del giovedì santo, è servita, ha detto O’Malley, a “chiedere il perdono di Dio e di tutti i sopravvissuti per l’incapacità dei leader della Chiesa di rispondere con amore, integrità, onestà e comprensione al dolore delle vittime”.

Paolo Rodari, Il Foglio

Il Papa in Germania. Merkel: esorta alla convergenza e alla solidarietà tra i cristiani e la società attuale. L'incontro preparatorio con i vescovi

Il Papa ha voluto dare una dimensione ecumenica al suo prossimo viaggio in Germania. Durante il viaggio, dal 22 al 25 settembre, Benedetto XVI visiterà Erfurt, dove Lutero ha compiuto una parte dei suoi studi. Il Cancelliere tedesco Angela Merkel (foto), figlia di un pastore protestante, ha sottolineato dal canto suo che il viaggio di Benedetto XVI esorta “alla convergenza e alla solidarietà tra i cristiani e la società attuale”. Proprio per preparare il viaggio, il Papa ha avuto il 13 agosto un incontro di più di tre ore con una delegazione ufficiale dell'episcopato tedesco, formata dall'arcivescovo di Monaco e Frisinga, il card. Reinhard Marx, dal presidente della Conferenza Episcopale, mons. Robert Zöllitsch, e dai vescovi di Osnabrück e di Essen, i monsignori Franz-Josef Hermann Bode e Franz-Josef Overbeck. L'incontro si è svolto in un profondo spirito di fraternità, indica la Radio Vaticana. In un comunicato diffuso in occasione dell'incontro, i vescovi tedeschi hanno spiegato di aver informato Benedetto XVI del processo di dialogo nazionale stabilito dalla Chiesa in Germania. I presuli hanno invitato circa 300 cattolici, laici e religiosi, a riflettere insieme nei prossimi quattro anni sulla fede e il futuro della Chiesa Cattolica. Questo processo di dialogo è stato proposto durante l'assemblea plenaria dell'autunno 2010 e la prima edizione si è svolta l'8 e il 9 luglio a Mannheim. Il Papa si è mostrato molto interessato al processo, che a suo avviso potrebbe dare un impulso importante al futuro della Chiesa. Ha anche sottolineato che questo dialogo è un cammino spirituale di rinnovamento e ha esortato i vescovi tedeschi a procedere su questa via, segnalando inoltre il vincolo che dovrebbe stabilirsi con il 50º anniversario del Concilio Vaticano II.

Zenit

Il Papa ad Ancona. Gli orafi della città doneranno a Benedetto XVI l'opera vincitrice del concorso 'Eucarestia e Vita', in corso durante il Congresso

Gli artigiani orafi di Ancona, aderenti a Cna, Confartigianato e Confcommercio, doneranno al Santo Padre, in occasione della sua visita ad Ancona per la conclusione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, l'opera vincitrice del concorso artistico "Eucarestia e Vita", che si svolgerà nei giorni dell'evento. Papa Benedetto XVI riceverà il dono nel corso di un'udienza privata. Le opere seconda e terza classificata andranno, rispettivamente, al presidente della CEI, card. Angelo Bagnasco, e all'arcivescovo di Ancona-Loreto, Edoardo Menichelli. Per il concorso sono state realizzate 19 opere, che saranno valutate da una commissione tecnico-scientifica. La cerimonia di premiazione si svolgerà venerdì 9 settembre presso la Sala degli Arazzi del Museo Diocesano. Secondo Vladimiro Belvedersi, presidente di Confartigianato Ancona, "il Congresso Eucaristico sarà un'occasione per lanciare un forte segnale di fiducia, una vetrina anche per i nostri artigiani orafi, che hanno realizzato delle vere e proprio opere d'arte". "I giovani capiranno - ha spiegato Massimiliano Polacco, direttore di Confcommercio Ancona - che le nostre piccole realtà economiche possono diventare un grande sistema se imparano a collaborare".

Agi

martedì 30 agosto 2011

Bagnasco: a Madrid i giovani hanno rinnovato la speranza in Cristo ascoltando il Papa. Rylko: abbiamo già cominciato a lavorare per Rio de Janeiro

È un "gracias" in tutte le lingue quello che viene diffuso dal sito della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid. Giunge a conclusione di un cammino intenso, e di un'esperienza altrettanto forte vissuta dai quasi due milioni di giovani che hanno affollato la capitale spagnola. Il testimone ora passa a Rio de Janeiro, che ospiterà la GMG dal 23 al 28 luglio 2013. Tanti i commenti illustri registrati in questi giorni, tutti orientati a dire il loro "gracias", personale e comunitario. Come quello del card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale italiana. “I due milioni di giovani giunti a Madrid per la Giornata Mondiale della Gioventù, sono una buona notizia per il mondo”, ha detto ieri durante la Messa al Santuario della Madonna della Guardia. “Provenienti da ogni punto della Terra – ha continuato - stretti attorno a Benedetto XVI, in un intreccio d’anime tanto più cordiale ed vibrante quanto più battente era la pioggia, hanno manifestato a tutti il loro desiderio di esserci e di crescere nella verità esigente e nell’amore serio”. Per loro, Benedetto XVI è stato “il punto affidabile e vero, e hanno detto ai Potenti delle Nazioni di non avere pura di quell’uomo schivo, dalla parola mite, chiara e profonda”. Perché i giovani, ha spiegato il presidente della CEI, “ben consapevoli delle difficoltà dell’ora”, “non hanno ceduto alla sfiducia né alla rabbia che distrugge, ma hanno rinnovato la speranza in Cristo ascoltando il Papa, e vivendo la gioiosa appartenenza alla Chiesa”. Da Madrid viene ancora una volta una lezione forte: “I giovani non vogliono essere ingannati: sanno che la vita non è di chi se la gode, di chi è più scaltro e forte, di chi ha la strada spianata; e che il successo del potere e dell’affermazione personale – anche a prezzo della propria onestà – non porta lontano. Nonostante turbolenze e cadute, il giovane sa che la strada della realizzazione e della gioia sta da un’altra parte, quella del dovere e del sacrificio, della famiglia stabile e feconda, di rapporti veri. Intuisce che nulla è così triste quanto una vita vuota e priva di senso. Di fronte a queste attese, il mondo degli adulti non può rimanere indifferente e inerte, tanto meno lo possiamo noi cristiani”. Ora la strada da percorrere è tutta verso Rio de Janeiro. “Il tempo stringe”, ha spiegato il card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. “Per questo abbiamo già cominciato a lavorare a Madrid. Ho avuto un primo incontro con l’arcivescovo della città carioca e con una rappresentanza della Conferenza Episcopale nazionale”, ha detto a L’Osservatore Romano il capo del dicastero che organizza le GMG. “Abbiamo fissato una scaletta per i prossimi appuntamenti. Intanto parte per il Brasile la grande croce di legno che sempre precede le GMG, come un aratro che prepara il terreno per la seminagione. Giungerà nell’arcidiocesi di San Paolo e dà qui inizierà il pellegrinaggio nelle 274 diocesi del Paese, nell’arco dei due anni di preparazione all’avvenimento”.

Salvatore Scolozzi, Korazym.org

Primi contatti del card. Rylko con i responsabili brasiliani: già al lavoro per Rio 2013

Il card. Bartolucci offre domani a Benedetto XVI un concerto dell'Orchestra Filarmonica Marchigiana, con musiche da lui composte per l'occasione

Ancora un regalo musicale per Benedetto XVI. Il card. Domenico Bartolucci (foto) offre domani al Papa a Castelgandolfo un concerto diretto dal maestro direttore e concertatore Simone Baiocchi, musicista pesarese con lunga esperienza in materia di musica sacra, di vocalità e competenza liturgica. Simone Baiocchi, per anni assistente di Bartolucci, è l’attuale direttore della Cappella musicale dell'Opera San Gregorio e del Priorato di Roma dell’Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote, che officia le proprie liturgie presso la Chiesa dei Santissimi Nomi di Gesù e Maria al Corso in Roma. Si tratterà di una esecuzione filologica dell'antico repertorio sacro, sia vocale che strumentale, che spazia dal canto gregoriano alla polifonia palestriniana, passando per il barocco romano fino agli autori contemporanei. Il concerto verrà trasmesso in diretta dal Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo alle ore 18.00. Le musiche eseguite durante il concerto sono del maestro Domenico Bartolucci, alcune musiche sono state composte dal Maestro per questo evento straordinario: “A Sua Santità Papa Benedetto XVI Benedictus per soprano, coro a 3 voci pari e orchestra”. Altri brani (Ave Maria per soprano, coro a 3 voci pari, dall'opera lirico in 3 atti "Il Brunellesco" - Baptista - poemo sacro per soprano, baritono, coro femminile e piccola orchestra, sulla antica liturgia latina del battesimo, prima esecuzione a Roma nella Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra il 2 maggio 1947 - Christus circumdedit me per soprano, coro e orchestro) sono composizioni più lontane nel tempo. L'attenzione del Papa per la musica liturgica è stata messa in luce anche nella Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid dove è stato eseguito “l'Ave Verum Corpus” di Mozart e per la prima volta in un GMG musiche del maestro Bartolucci. Nel concerto in onore del Papa, Simone Baiocchi dirigerà i solisti Enrica Fabbri (soprano), Lykke Anholm (soprano) e Michele Govi (baritono), il Rossini Chamber Choir e l’Orchestra Filarmonica Marchigiana. Il Rossini Chamber Choir, da lui formato a Pesaro nel 2006, ha collaborato col Maestro Bartolucci in numerosi concerti. Il complesso altamente specializzato ha in repertorio pagine a cappella e con orchestra di autori come: Palestrina, Allegri, Bach, Haydn, Mozart, Vivaldi, Haendel e Rossini. L’Orchestra Filarmonica Marchigiana, fondata nell’anno 1985 ed oggi gestita dalla Fondazione Orchestra Regionale delle Marche - FORM, che è una delle tredici istituzioni Concertistiche Orchestrali Italiane - ICO riconosciute dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’Orchestra Filarmonica Marchigiana è formata da valenti musicisti marchigiani, fra cui molti giovani ad affronta il repertorio sia lirico che sinfonico, distinguendosi per la particolare duttilità sul piano artistico-interpretativo. Collabora da tempo col maestro Baiocchi.

Korazym.org

GMG 2011-Il Papa a Madrid. Vargas Llosa: tutti come ragazzi buoni abbiamo camminato, presi per mano dal Santo Padre, verso il regno dei cieli

“Credenti e non credenti, tutti dobbiamo rallegrarci di quanto è accaduto a Madrid in quei giorni in cui Dio sembrava esistere e il cattolicesimo sembrava essere la religione unica e vera, e tutti come ragazzi buoni abbiamo camminato, presi per mano dal Santo Padre, verso il regno dei cieli”. Così lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura nel 2010, commenta l’evento spagnolo della Giornata Mondiale della Gioventù, in un articolo apparso su El Paìs, e pubblicato da L’Osservatore Romano. Secondo lo scrittore, l’evento madrileno si manifesta come “la prova che la Chiesa di Cristo conserva la sua forza e la sua vitalità, che la barca di San Pietro attraversa, senza correre pericoli, le tempeste che volevano farla affondare”. L’unità del cattolicesimo “è un bene” per lo Stato laico, continua Vargas Llosa, “perché una società democratica non può combattere efficacemente i propri nemici se le sue istituzioni non sono saldamente sostenute da valori etici, se al suo interno non fiorisce una ricca vita spirituale come antidoto permanente contro le forze distruttrici, dissocianti e anarchiche che sono solite guidare la condotta individuale quando l’essere umano si sente libero da ogni responsabilità”.

SIR

La Giornata Mondiale della Gioventù secondo lo scrittore peruviano premio Nobel per la letteratura: Dio a Madrid

L'11 novembre il Papa incontra le associazioni cattoliche di volontariato: testimoni della fede dalla quale nasce il bisogno di aiutare gli altri

Il summit è fissato per l’11 novembre, giorno in cui la Chiesa ricorda San Martino di Tours. In Vaticano sono stati convocati gli Stati Generali della carità. Benedetto XVI ha deciso di chiamarli a raccolta per tirare le somme e raddrizzare un po’ il settore. Le cose non sempre vanno come dovrebbero andare. Tanto per cominciare le associazioni umanitarie cattoliche non devono comportarsi come semplici organismi filantropici dediti solo a fare del bene al prossimo, perchè sono molto, molto di più: sono, infatti, istituzioni che manifestano Dio attraverso la carità. Il concetto dovrebbe essere ben chiaro all’interno del vastissimo arcipelago delle ong e degli organismi che in nome del Signore operano in tutta Europa, soccorrendo i poveri, curando ammalati, assistendo gli anziani, dalle associazioni più grosse e potenti, come le Caritas e la tedesca Misereor, alle più piccole. Peccato che non tutti afferrano il concetto. Papa Ratzinger che sulla carità ha scritto pure una Enciclica, è preoccupato. La questione non è da poco. In ballo c’è l’identità stessa degli organismi che spesso, operando in contesti totalmente 'laici', tendono a dimenticare la loro essenza più profonda, direttamente connessa con una visione di fede. Il card. Robert Sarah, l’africano alla guida del Pontificio Consiglio Cor Unum dal quale dipende il coordinamento dell’intero settore umanitario, condivide i timori e ha bene in mente il problema. E’ lui che materialmente sta preparando l’incontro. "Su questo versante si gioca la vera sfida, di fronte alla quale non possiamo non porci anche oggi. Per questo è fondamentale per un volontariato cattolico riscoprire la sua dipendenza dalla grazia perchè solo così la nostra testimonianza può continuare". La riflessione che proporrà il Papa nel giorno di San Martino riguarderà la politica da seguire. Il volontariato dovrà essere un luogo di testimonianza cristiana e di crescita della fede. Senza questi presupposti tutta l’attività benefica della Chiesa finirebbe per essere solo filantropica, depotenziata della sua dimensione spirituale. Il Papa al summit ripeterà ciò che ha affermato anche in altre occasioni, mettendo in guardia dalla deriva "materialista" che sta contagiando l’area caritativa. "Il volontariato deve tornare a essere un testimone della fede dalla quale nasce il bisogno di aiutare gli altri". Non importa, dunque, la molteplicità delle attività previste o la quantità del tempo libero che i volontari dedicano ai poveri. Ciò che conta è l’essere strumento di Dio per evangelizzare i popoli. Nell’Enciclica "Deus Caritas Est", Benedetto XVI scrive: "Spesso è proprio l’assenza di Dio la radice più profonda della sofferenza umana". In pratica per la Chiesa la carità non può essere né confusa né tanto meno sostituita con la nozione cristiana di solidarietà che trova radici nel passo di Giovanni, "questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri" (Gv 3, 11-12) per portare avanti l’evangelizzazione secondo la missione che Cristo ha affidato ai cristiani. Anche il cardinale tedesco Paul Josef Cordes, presidente emerito del Pontificio Consiglio Cor Unum, ha più volte espresso timori per la "tentazione del secolarismo" che colpisce le istituzioni caritative a causa della "professionalizzazione che tende a separare queste attività dalla missione ecclesiale". Fare carità significa evangelizzare e convertire il cuore di chi non crede.

Franca Giansoldati, Il Messaggero.it

Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. Stanizzo: come Madrid aumenterà la lucentezza della fede e il coraggio per annunciare senza timore Cristo

Grande festa di fede e di comunione per i giovani lametini che hanno partecipato alla XXVI Giornata Mondiale della Gioventù Madrid. Nella capitale spagnola i ragazzi guidati da Fabio Stanizzo, direttore diocesano del servizio di pastorale giovanile, hanno fatto gruppo con i coetanei della diocesi di Catanzaro-Squillace. Circa cento giovanissimi calabresi che hanno voluto essere protagonisti della GMG "per essere testimoni di speranza nelle nostre case e nelle nostre comunità. Quello che abbiamo vissuto - racconta don Stanizzo - non è una giornata o una settimana, è la festa della fede, è lo specchio della vita di ogni cristiano: vivere in comunione con gli altri nel nome di Cristo Gesù. Madrid è stata la capitale cattolica dalla quale è partita una nuova ondata d'entusiasmo, dalla quale è giunta ad ogni angolo della terra la buona notizia dell'evangelo di Cristo". Per il direttore diocesano della pastorale giovanile "non si può tacere la grandiosità di ciò che s'è visto e vissuto a Madrid. L'amore che si respirava nell'aria e la felicità che colorava i volti di tutti coloro che si incontravano sono un tesoro che non può essere custodito ma che deve essere annunciato al mondo". Emozioni forti, momenti di condivisione materiale e spirituale che per i pellegrini calabresi ed in particolare per quelli lametini hanno avuto un significato ancora più intenso e marcato. "Per noi - rimarca ancora il sacerdote - la GMG è stata una straordinaria anticipazione di ciò che vivremo il 9 ottobre prossimo quando Papa Benedetto XVI sarà in visita a Lamezia. Un vero e proprio preludio al grande incontro che ci attende tra poco più di un mese. Abbiamo compreso che ciò che vivremo a breve nella nostra terra, così come ciò che abbiamo vissuto a Madrid, non è un semplice evento, non è una sola giornata di eccezionalità ma aprirà le porte a qualcosa di più grande e di più bello: la visita pontificia aumenterà la lucentezza della nostra fede, sveglierà gli animi e riaccenderà il coraggio per annunciare senza timore Cristo, per lavorare con più zelo a servizio della Chiesa e per costruire una società più giusta e cristiana". Il responsabile della pastorale giovanile evidenzia: "Quello che abbiamo potuto sperimentare è che la Chiesa è giovane e forte, nonostante le avversità che le sono poste dinanzi". Inoltre il pellegrinaggio nella capitale madrilena ha visto nascere un incontro molto significativo con i volontari spagnoli che hanno accompagnato il gruppo dei lametini uniti ai catanzaresi. "Giovani spagnoli - ricorda Stanizzo - che hanno saputo aprirci il loro cuore e quello della loro terra, mostrando la prossimità che trasuda dagli insegnamenti di Gesù. Possiamo dire che il gemellaggio iniziato qui con la Chiesa catanzarese si è esteso a quella spagnola e non si è concluso. Nella prossima Settimana Santa avremo ospiti i nostri volontari per ricambiare, grati, ciò che loro ci hanno offerto". La XXVI GMG è stata quindi per i giovani una banco di prova molto importante in preparazione all'imminente visita papale per cui mancano ormai solo poche settimane. La pastorale giovanile diocesana si sta preparando da mesi a questo appuntamento eccezionale col Vicario di Cristo. In particolare per il 23 settembre è in programma un convegno in città col responsabile nazionale del servizio di pastorale giovanile, Nicolò Anselmi". In pratica un incontro che porterà a compimento tutto il percorso di preparazione approntato da don Stanizzo con i suoi collaboratori. Inoltre i ragazzi della pastorale giovanile saranno anche in prima fila fra i volontari addetti all'accoglienza dei pellegrini che assisteranno alla Messa celebrata dal Pontefice nell'area industriale, la mattina del 9 ottobre. Un servizio di carità e di vicinanza alla Chiesa lametina e calabrese che, per l'occasione, sarà rappresentata da fedeli provenienti da tutte le diocesi della regione, oltre che da pellegrini della Basilicata, della Puglia, della Sicilia e della Campania. "Abbiamo voluto vivere la GMG a piene mani - conclude Stanizzo - cercando di cogliere in ogni gesto e in ogni pensiero la presenza di Cristo fra noi. Così faremo anche per la visita di Papa Ratzinger che presto verrà a visitarci".

Lamezia Web

sabato 27 agosto 2011

Benedetto XVI: senza l’Eucaristia non possiamo essere veri cristiani e la stessa Chiesa non può edificarsi per la salvezza degli uomini

Una benedizione del Papa alla “diletta nazione croata”, che tra pochi giorni festeggia un importante anniversario religioso. È quanto si evince dalla lettera con la quale Benedetto XVI nomina il cardinale Josef Tomko suo inviato speciale per le celebrazioni che ricorderanno, il 4 settembre prossimo, i 600 anni del miracolo eucaristico di Ludberg. E simile nei contenuti è anche la lettera di nomina pontificia per il card. Giovanni Battista Re, che rappresenterà il Papa al Congresso eucaristico nazionale di Ancona, in programma dal 3 all’11 settembre. “Senza l’Eucaristia non possiamo essere veri cristiani e la stessa Chiesa non può edificarsi per la salvezza degli uomini”, afferma Benedetto XVI in un passaggio in latino della lettera al card. Tomko e certamente deve averlo ben compreso, con l’impatto che solo un tale prodigio può esercitare, il sacerdote che 600 anni fa, mentre celebrava Messa dubitando in cuor suo sulla verità della transustanziazione, si vide trasformare quello che stringeva tra le mani in un calice colmo di sangue. Da quel lontano 1411, il “miracolo eucaristico di Ludbreg” è oggetto di venerazione per i fedeli croati, che nel corso dei secoli sono stati testimoni di innumerevoli guarigioni ottenute mentre erano in preghiera davanti alla reliquia. Lo stesso Benedetto XVI vi aveva fatto cenno tre mesi fa, il 5 giugno, durante la Messa celebrata a Zagabria davanti a migliaia di famiglie cristiane. “Cari genitori, - aveva detto in quella circostanza – impegnatevi sempre ad insegnare ai vostri figli a pregare, e pregate con essi”. “Avvicinateli ai Sacramenti, specie all’Eucaristia – quest’anno celebrate i 600 anni del ‘miracolo eucaristico di Ludbreg’; introduceteli nella vita della Chiesa; nell’intimità domestica non abbiate paura di leggere la Sacra Scrittura, illuminando la vita familiare con la luce della fede e lodando Dio come Padre”. Mentre in Croazia, il 4 settembre prossimo, si festeggerà questo importante anniversario, il giorno prima, ad Ancona, avrà avuto inizio il XXV Congresso Eucaristico Nazionale italiano. Vi sarà dunque una stretta correlazione fra le due sponde dell’Adriatico, con i partecipanti all’importante raduno marchigiano invitati, al pari di quelli croati, a riflettere con chiarezza sul “peso peculiare del Sacramento della Carità nella vita e nell’opera di ogni credente”, secondo quanto scrive Benedetto XVI nella lettera al card. Re. Congresso Eucaristico che sarà concluso dal Papa stesso, l’11 settembre, quando si recherà in visita ad Ancona.
Una storia antica ritorna anche in una terza lettera del Pontefice, che nomina il card. Renato Raffaele Martino suo rappresentante alla celebrazione del Millenario dell’Abbazia della Santissima Trinità di Cava, anch’essa in programma il 4 settembre. L’Abbazia fu fondata da Sant’Alferio, un nobile salernitano, che nel 1011 si diede alla vita eremitica nella grotta Arsicia. L’afflusso di molti discepoli rese necessaria la costruzione di un monastero, che nei secoli successivi custodì le vite di numerosi Santi e Beati. A costoro fa riferimento Benedetto XVI nella lettera al card. Martino, auspicando che il loro esempio serva a “suscitare nei fedeli un più fervente senso religioso, una fede più salda e più certi propositi”.

Radio Vaticana

Terzo giorno di lavori del Ratzinger Schülerkreis, alla presenza del Papa. Due generazioni a confronto sulla fede. La testimonianza di Schönborn

Sono ripresi questa mattina alla presenza di Benedetto XVI, i lavori del tradizionale seminario estivo del cosiddetto Ratzinger Schülerkreis, il gruppo degli ex allievi di Joseph Ratzinger, riuniti da giovedì scorso nel centro Mariapoli di Castel Gandolfo. L’incontro si è svolto oggi nella Sala della Rocca, del Palazzo pontificio della cittadina laziale. È stata la sofferenza di un’intera generazione a emergere sin dalle prime battute di questo annuale incontro. "La sofferenza della generazione degli anziani - spiega a L’Osservatore Romano il cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn durante una pausa dei lavori - testimoni di un tempo florido per la Chiesa e costretti oggi a vivere lo spopolamento delle parrocchie. Una vera iniezione di rinnovata speranza è venuta, anche per noi, dalla recente Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid. Abbiamo riflettuto su questo evento, soprattutto su quanto questi giovani hanno dimostrato". A colpire di più i 40 studiosi, ex allievi di Papa Ratzinger, è stata soprattutto la sensazione di aver colto in questi ragazzi la consapevolezza di essere addirittura "una minoranza rispetto all’universo giovanile - ha detto il cardinale - immerso oggi in un clima relativista e poco incline alla dimensione spirituale. L’aspetto positivo è che essi hanno però mostrato la tenace volontà di testimoniare la loro fede proprio in questo ambiente, tra i loro coetanei". Definiti ormai "la generazione di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI", essi sono visti come l’espressione della "nuova tappa del cammino della Chiesa. Questo - aggiunge il porporato - è stato sottolineato durante i nostri lavori: il loro essersi messi senza esitazione al fianco del Papa. Soprattutto da quando lo hanno visto mettersi al centro del 'Cortile dei gentili' e mostrare una straordinaria apertura, molto più di quanto si pensasse". Tra gli obiettivi dell’incontro degli ex allievi, il cardinale ha citato la riflessione sulle modalità di diffusione della fede "in una società secolarizzata ma che si mostra in attesa di ricevere di nuovo il messaggio del Vangelo".

L'Osservatore Romano

XXV Congresso Eucaristico Nazionale. Non solo aspetti teologici e pastorali: la crisi economica, la mancanza di lavoro, i temi etici e la famiglia

A Madrid gli "indignados" hanno rimproverato al Papa di non aver incontrato una loro delegazione e i cristiani di base di aver trascurato nei suoi discorsi la piaga della disoccupazione giovanile. Al XXV Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona (foto) che ha come tema "Signore da chi andremo?" Benedetto XVI ovvierà alla "lacuna" ricevendo nel cantiere navale dove si svolgerà la concelebrazione eucaristica una rappresentanza di operai in cassa integrazione e un gruppo di poveri assistiti dalla Caritas nel centro pastorale di Colle Ameno. Inoltre, nella Cattedrale di San Ciriaco, Benedetto XVI vedrà le famiglie e i sacerdoti, mentre in piazza del Plebiscito è previsto, per la prima volta, un momento dedicato ai giovani fidanzati. Dal 3 settembre, per una settimana e in attesa dell’arrivo del Pontefice, il capoluogo marchigiano ospiterà celebrazioni, incontri, approfondimenti. Il Congresso Eucaristico riunirà le delegazioni di 225 diocesi, prelature e abbazie d’Italia. L'evento richiamerà almeno 250mila fedeli provenienti da tutta Italia e rappresentanze dei Paesi che si affacciano sull’Adriatico. Per l'occasione saranno presenti anche decina di migliaia di giovani provenienti dalle diocesi che saranno ospitati dalle famiglie del territorio. Oltre al capoluogo marchigiano, il Congresso coinvolgerà le altre diocesi della metropolia di Ancona (Fabriano, Jesi, Loreto e Senigallia). "L’Eucaristia riguarda la vita quotidiana, quindi gli affetti, il lavoro e la festa, la fragilità, la tradizione e la cittadinanza - spiega l’arcivescovo di Ancona, Edoardo Menichelli, presidente del Comitato organizzatore del CEN -. Il Congresso Eucaristico è un convenire di popolo, un appuntamento a cui tutti sono invitati, non semplicemente a guardare, ma a partecipare". E aggiunge: "Come cristiani siamo chiamati a sciogliere i legacci di un egoismo gaudente, che ammette al banchetto i pochi Epuloni senza curarsi dei molti Lazzaro, redimere le ingiustizie e i procaci scandali che deturpano la dignità dell’uomo, figlio di Dio". Tra gli appuntamenti in programma, la mostra "Alla Mensa del Signore. Capolavori dell’arte europea da Raffaello a Tiepolo", il concerto del maestro Giovanni Allevi e dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, la Via Crucis animata dall’Associazione Europassione per l’Italia e la processione eucaristica. Come già alla vigilia della Giornata Mondiale della Gioventù, non mancano le polemiche sui costi dell’evento, ma in realtà anche ad Ancona come a Madrid le spese vengono interamente coperte dalla Chiesa e dagli sponsor. Benedetto XVI parteciperà alla giornata conclusiva del Congresso Eeucaristico, "un’occasione per verificare se si crede veramente nel Cristo Signore, coltivare una speranza efficace liberandosi dai nodi pericolosi del peccato,amare questa umanità facendole riscoprire lo stupore del bene", evidenzia l’arcivescovo Menichelli, che invita a "interpretare i grandi interrogativi dell’esistenza, inserendoli nella dimensione del mistero dove la vita, la morte, la croce, la fatica, la gioia, l’amore trovano beatificante spiegazione" e a "sostenere, come nuovi uomini di Cirene, i passi lenti e fragili dei poveri, dei deboli, degli ultimi". Il Congresso Eucaristico servirà anche alla Chiesa italiana per fare il punto sull’impegno concreto delle diocesi in un momento di crisi economica del Paese per "accogliere il grido e lo smarrimento della società contemporanea, l'inquietudine, la solitudine della nostra affaticata generazione e offrire, testimoniandolo, Cristo come via verità e vita", sottolinea Menichelli. E al tempo stesso un ponte verso i lontani "una porta aperta per ogni uomo e donna di buona volontà, che, seppur lontani dal mistero di Dio, debbono sapere che Dio li ama e li convoca al Suo banchetto d'amore: Dio, svelatosi in Cristo non è il Dio della paura, ma della misericordia». Nei prossimi dieci anni la Conferenza Episcopale italiana sarà orientata a "pensare e vivere una pastorale per l’uomo e con l’uomo dentro la trama delle relazioni quotidiane e capace di far crescere l’identità della persona e la sua dimensione vocazionale", puntualizza il segretario generale della CEI, Mariano Crociata: "Il Congresso Eucaristico fa risaltare il carattere interiore e pubblico del mistero che sta al centro della Chiesa, nessuno deve sentirsi escluso perché tutti sono invitati alla salvezza della Chiesa". L’intimità spirituale non comporta segretezza o nascondimento. "Il Congresso eucaristico vuol essere una pubblica attestazione del conto con cui la Chiesa italiana tiene il suo tesoro più prezioso", ribadisce il portavoce e sottosegretario CEI, mons. Domenico Pompili che esorta a "rileggere e interpretare i diversi ambiti della vita come la famiglia, il lavoro, la malattia, l'immigrazione come luoghi di testimonianza cristiana". Insomma un’occasione che consente all’Italia di "ritrovare la sua 'anima' profonda e venga alla luce una nuova spiritualità della vita quotidiana".

Giacomo Galeazzi, Vatican Insider

Il cordoglio di Benedetto XVI per la morte del card. Aloysius Matthew Ambrozic: gratitudine per la dedizione e il servizio alla Chiesa in Canada

Il Papa ha espresso il suo profondo cordoglio per la morte del card. Aloysius Matthew Ambrozic (foto), avvenuta ieri a Toronto, in Canada, dopo una lunga malattia. Arcivescovo emerito di Toronto, il porporato aveva 81 anni. Benedetto XVI, in un telegramma inviato all’attuale arcivescovo della città canadese, mons. Thomas Collins, assicura le sue preghiere per la “nobile anima” del card. Ambrozic ricordandone “con gratitudine” la “dedizione e il servizio” alla Chiesa in Canada. Lo affida quindi “alla misericordia infinita di Dio, nostro Padre amorevole” invocando “pace e consolazione nel Signore” a quanti lo piangono.

Radio Vaticana

Attentato alla sede Onu di Abuja. Il Papa: addolorato per la terribile perdita di vite, quanti hanno scelto la morte abbraccino la vita e il dialogo

Profondo cordoglio di Papa Benedetto XVI per le vittime dell'attentato kamikaze alla sede Onu di Abuja in Nigeria, che ieri ha provocato almeno 18 morti e decine di feriti. In un duplice telegramma indirizzato al presidente nigeriano, Goodluck Jonathan, e al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, il Pontefice si dice addolorato per la ''terribile perdita di vite sia tra i cittadini che tra gli impiegati delle Nazioni Unite'' e rinnova l'appello ''a quanti hanno scelto la morte e la violenza'' ad ''abbracciare invece la vita e il dialogo''. Nei telegrammi, a firma del segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, il Pontefice assicura infine le sue preghiere per quanti hanno perso la vita così drammaticamente e prega Dio affinchè dia forza e coraggio ai feriti e a quanti piangono i propri cari.

Asca

venerdì 26 agosto 2011

Presentato il libro 'Una nuova cultura per un nuovo umanesimo - I grandi discorsi di Benedetto XVI': invita ad avere un ruolo dinamico e attivo

“Pubblichiamo delle grandi testimonianze!”. Don Giuseppe Costa direttore della Libreria Editrice Vaticana interviene al Meeting di Rimini per presentare un libro che raccoglie tre dei discorsi più significativi che Papa Benedetto XVI ha rivolto al mondo della cultura. Ratisbona, Parigi, Londra, tre tappe di un unico cammino. “I libri pubblicati dalla Libreria Editrice Vaticana vogliono essere un’iniziativa di sostegno e di diffusione del ricco patrimonio culturale di Benedetto XVI”, ha spiegato don Costa. Il libro “Una nuova cultura per un nuovo umanesimo - I grandi discorsi di Benedetto XVI” (foto) è curato da mons. Lorenzo Leuzzi, cappellano di Montecitorio. A riflettere sui tre grandi discorso che il Papa ha pronunciato è stato dapprima padre Edmondo Caruana, direttore editoriale della Libreria Editrice Vaticana: “I tre discorsi del Santo Padre mostrano i tre problemi d’oggi: la difficoltà di credere in qualcosa, la richiesta di un’autorevolezza per la vita e il bisogno di appoggiarsi a qualcosa di veramente saldo”. E c’è una attenzione del Papa al dialogo con le altre religioni e anche con il laicismo. Si deve puntare ad un cammino comune per la soluzione dei problemi della modernità. “Questo volume è rivolto a tutti”, ricorda padre Caruana “non è solo per i credenti, proprio perché invita ciascuno ad avere nella vita e nel mondo un ruolo dinamico e attivo”. Pierluca Azzaro, professore di storia del pensiero politico all’Università Cattolica di Milano nel suo intervento ha spiegato cos’è la vera cultura, basata sulla sapienza intesa come incontro creativo tra il Dio e la sua creatura, “mentre al giorno d’oggi c’è un sistematico tentativo di impedire che il Creatore possa incontrare la sua creatura” e ha concluso con una citazione del bellissimo discorso che il Papa ha rivolto ai giovani professori universitari a El Escorial durante la GMG. Fabrice Hadjadj, filosofo e scrittore ha proposto una rilettura del discorso di Benedetto XVI all’Università di Ratisbona: “Bisogna avere il coraggio di aprirsi all’ampiezza della ragione”. La crisi dell’uomo di oggi, secondo Hadjadj non consiste tanto nella crisi della fede quanto nella crisi della ragione, poiché questa oggi è ridotta a sola tecnica. “La ragione invece è anche un’apertura metafisica, un’apertura poetica e un’apertura politica”. La fede quindi viene ridotta a morale o ad un sistema relativistico di valori se non si ha il coraggio di aprirsi a tutta l’ampiezza della ragione. Cos’ è allora nel profondo la ragione? “Apertura verso l’obiettività, verso il dramma, comunione perché unione con gli altri, celebrazione e apertura verso un’altra Ragione che ci salva e ci meraviglia”. A concludere l’incontro mons. Leuzzi: “Per il Papa l’uomo può incontrare storicamente Cristo. E questa è la sfida per la Chiesa e per ognuno di noi”. Il libro “Una nuova cultura per un nuovo umanesimo - I grandi discorsi di Benedetto XVI”, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana (170 pagine, 15 euro), raccoglie i tre grandi discorsi pronunciati dal Papa a Ratisbona, a Parigi e a Londra insieme agli approfondimenti di illustri docenti che hanno animato nei mesi scorsi il primo ciclo di “Letture teologiche, prospettive culturali per la ricerca, la formazione e l’impegno socio-politico ed economico” ospitato dall’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense a Roma.

Angela Ambrogetti, Korazym.org

Il card. Koch: una dichiarazione comune della Chiesa cattolica e della Federazione luterana mondiale in vista del 500° anniversario della Riforma

La Chiesa Cattolica e la Federazione luterana mondiale stanno preparando una dichiarazione comune sulla Riforma in vista del 500° anniversario delle 95 tesi di Martin Lutero nel 2017. Lo ha anticipato il cardinale svizzero Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei Cristiani, in una intervista all'agenzia cattolica tedesca Kna. Il documento dovrebbe leggere l'evento della Riforma alla luce dei 2000 anni di storia cristiana, di cui 1500 prima della divisione tra cattolici e protestanti. La commemorazione comune della Riforma potrebbe essere l'occasione, secondo il porporato, di arrivare ad una comune ammissione di colpa da parte delle due parti, sulla scia della richiesta di perdono fatta da Papa Giovanni Paolo II nel 2000 per il ruolo cattolico nelle ''divisioni della Chiesa''. ''Senza una consapevolezza comune - ha detto il card. Koch -, senza una purificazione comune della memoria e senza una ammissione di colpa da entrambe le parti, secondo me non ci può essere una sincera commemorazione della Riforma''. Il porporato ha anche sottolineato che Papa Benedetto XVI ha chiesto personalmente che il dialogo ecumenico avesse un ruolo più centrale nel suo viaggio apostolico in Germania del prossimo settembre.

Asca

GMG 2011-Il Papa a Madrid. Cañizares: i riti hanno evidenziato un sentimento religioso profondo, un modello per le grandi concelebrazioni di massa

"Le celebrazioni presiedute dal Pontefice alla Giornata Mondiale della gioventù di Madrid hanno evidenziato un sentimento religioso profondo". Ne è convinto il cardinale spagnolo Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Chiamato due anni e mezzo fa da Benedetto XVI alla guida del dicastero vaticano che cura "la promozione e la regolamentazione della Liturgia", il porporato spagnolo ha partecipato alle giornate madrilene da un osservatorio privilegiato, membro del seguito papale. Durante le quattro giornate in cui Benedetto XVI ha soggiornato nella sua patria, Cañizares Llovera è infatti nato a Utiel, nell'arcidiocesi di Valencia, ed è stato vescovo di Ávila, arcivescovo di Granada, metropolita di Toledo e primate di Spagna, prima di iniziare il suo servizio nella Curia romana, gli è stato accanto in tutti i momenti, soprattutto in quelli di carattere liturgico, caratterizzati soprattutto, ha detto a L'Osservatore Romano, da "canti appropriati e dal giusto raccoglimento". Dalla festa di accoglienza dei giovani in Plaza de Cibeles alla Via Crucis nello stesso luogo, dalla messa con i seminaristi nella cattedrale dell'Almudena alla veglia, nonostante i problemi causati dal maltempo, e alla successiva concelebrazione eucaristica sulla spianata di Cuatro Vientos: tutti questi avvenimenti hanno suscitato nel cardinale iberico un sentimento positivo. "Credo - ha commentato - che i riti di questa GMG siano stati un modello di come debbano essere le grandi concelebrazioni di massa con i giovani, per sentire il vero significato della Liturgia della Chiesa e come deve essere l'anima di tutta la vita della Chiesa".

L'Osservatore Romano

A inizio 2012 il Papa dovrà nominare il nuovo prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Numerosi i candidati, italiani e stranieri

All’inizio del 2012 Benedetto XVI dovrà decidere una nomina chiave per il suo pontificato: quella del prefetto della Congregazione per la Dottrina della Ffede, il capo del dicastero più delicato della Curia romana, incarico che Joseph Ratzinger ha ricoperto per 24 anni prima di essere eletto Papa. La scelta del suo successore all’ex Sant’Uffizio fu la prima impegnativa nomina del pontificato. Benedetto XVI scelse, il 13 maggio nel 2005,l’arcivescovo di San Francisco, William Joseph Levada (foto), che da sacerdote aveva lavorato nella Congregazione e che lui aveva avuto modo di conoscere non appena arrivato a Roma. Levada ha compiuto 75 anni, l’età canonica delle dimissioni, lo scorso giugno. Come avvenuto per altri capi dicastero, una proroga sarebbe stata naturale, ma lo stesso cardinale avrebbe fatto sapere che non intende continuare nell’incarico oltre la fine del 2011, quando festeggerà i 50 anni di sacerdozio, il prossimo 20 dicembre. La scelta del suo successore non è certo facile. La Congregazione per la Dottrina è cruciale e non si deve dimenticare come negli ultimi anni lo sia diventato ancora di più, a motivo della gestione dei casi di abusi sessuali che vedono implicati dei chierici. Sotto la responsabilità dell’ex Sant’Uffizio, a motivo della recente riforma voluta da Benedetto XVI, ricadono anche altri dossier scottanti: quello del rapporto con la Fraternità San Pio X fondata da mons. Lefebvre, come pure quello degli ordinariati per gli anglicani che desiderano rientrare nella comunione con Roma. Il lavoro di Levada in questi anni non è stato sempre facile. La Congregazione, dopo oltre un ventennio di gestione Ratzinger, era abituata a lavorare in un certo modo e con certi ritmi, nel rispetto delle competenze di ciascuno e della collegialità. Non è un mistero che nel primo periodo di Levada vi sia stata qualche incomprensione con l’allora segretario del dicastero, l’arcivescovo salesiano Angelo Amato, poi promosso alla guida della Congregazione dei Santi. Di fatto, nonostante gli impegni incombenti, a motivo dei rapporti di lunga data con molti di coloro che lavorano all’ex Sant’Uffizio, il Pontefice ha continuato ad avere un occhio particolare di riguardo e attenzione per quello che era stato il suo dicastero. Al card. Levada, originario di Long Beach, nel momento in cui verranno accolte le dimissioni, potrebbe essere assegnato un incarico finora ricoperto da un altro porporato statunitense, John Patrick Foley, quello di Gran maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro. Chi sarà il nuovo custode dell’ortodossia cattolica? È ancora presto per dirlo. Un candidato forte sarebbe stato lo stesso card. Angelo Amato, che conosce molto bene sia la Congregazione, per avervi lavorato, e sia Papa Ratzinger, per essere stato il suo numero due. Amato però ha già compiuto 73 anni, e in caso di eventuale nomina all’ex Sant’Uffizio significherebbe per lui avere davanti un anno e mezzo prima di compiere l’età canonica delle dimissioni. Inoltre, è fuori dubbio che negli ultimi tempi si sia molto rinforzata la pattuglia degli italiani che sono a capo dei dicasteri curiali: è italiano il Segretario di Stato Tarcisio Bertone, il prefetto dei Santi Angelo Amato, il prefetto del clero Mauro Piacenza, il prefetto di Propaganda Fide Fernando Filoni, il cardinale bibliotecario Raffaele Farina, il “ministro della cultura” Gianfranco Ravasi, il penitenziere maggiore Fortunato Baldelli, il presidente della Prefettura per gli affari economici Velasio De Paolis, il presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, Claudio Maria Celli, il presidente dell’Apsa Domenico Calcagno, il presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione Rino Fisichella, il presidente del Pontificio Consiglio per i migranti Antonio Maria Vegliò, il presidente del Governatorato vaticano Giovanni Lajolo. Nella lista ci sono anche il presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, Ennio Antonelli, il presidente del Pontificio Consiglio per l'interpretazione dei testi legislativi, Francesco Coccopalmerio. Non è dunque semplice ipotizzare che anche l’importante congregazione per la dottrina della fede venga affidata a un italiano. Un candidato di cui si parla e che gode della stima di Benedetto XVI, è Gehrardt Ludwig Muller, 64 anni il prossimo dicembre, dal 2002 vescovo di Regensburg, la diocesi dove vive il fratello del Papa, Georg Ratzinger. Un altro possibile candidato, sebbene più defilato, è il francese Roland Minnerath, vescovo di Digione, membro della Commissione teologica internazionale. Molto meno probabili sono altre due possibili candidature: quella dell’attuale segretario del dicastero, il gesuita spagnolo Luis Francisco Ladaria Ferrer, e quella dell’attuale segretario della Congregazione del Culto Divino, il domenicano statunitense Joseph Augustine Di Noia. Anche se in tempi recenti la Congregazione per la Dottrina della Fede, un tempo chiamata la Suprema, è stata spesso alla ribalta internazionale per la gestione dei casi di pedofilia del clero, il dicastero ha il compito di custodire l’ortodossia cattolica e di promuovere la fede: il 2012 sarà un anno importante, in quanto si ricorderà il ventennale della pubblicazione del nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

giovedì 25 agosto 2011

Da oggi fino a domenica a Castel Gandolfo il tradizionale seminario estivo degli ex allievi di Benedetto XVI, quest'anno sulla nuova evangelizzazione

Il tema della nuova evangelizzazione fa da sfondo al tradizionale seminario estivo degli ex allievi di Benedetto XVI, riuniti nel cosiddetto Ratzinger Schülerkreis, apertosi questa mattina a Castel Gandolfo. All’incontro, che si tiene fino a domenica 28 nel centro congressi Mariapoli, partecipano una quarantina di persone provenienti da diversi Paesi. Tra loro il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn, il vescovo ausiliare di Amburgo, Hans-Jochen Jaschke, il segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, mons. Barthélémy Adoukonou, docenti, parroci, religiosi, religiose e laici: tutti ex allievi del professor Joseph Ratzinger, che hanno discusso le loro tesi con lui negli anni in cui era docente in Germania. Quest’anno sono due i relatori che interverranno durante i lavori della mattina e del pomeriggio di sabato 27: Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz, docente di filosofia della religione all’università di Dresda, che approfondirà il tema "In Athen von Jerusalem sprechen. Gott rede in einerwiderständigen Welt" ("Parlare ad Atene di Gerusalemme. Parole di Dio in un mondo che resiste"), e Otto Neubauer, direttore dell’Accademia per l’Evangelizzazione della Comunità Emmanuel a Vienna, che parlerà su "Eine immer neue Evangelisation – wo die Armut zur Brücke zu den Menschen wird" ("Una evangelizzazione sempre nuova – dove la povertà diventa un ponte verso gli uomini"). Alla sessione di sabato sarà presente Benedetto XVI, che terrà una breve relazione introduttiva. Dalla giornata di venerdì 26 si uniranno ai partecipanti anche i membri del "nuovo" Schülerkreis, il circolo, costituitosi quattro anni fa, composto da studenti che hanno svolto la tesi di laurea su testi di Joseph Ratzinger, i quali parteciperanno anche alla Messa e all’Angelus del Papa nella mattina di domenica 28. Nel pomeriggio, a conclusione dei lavori, avrà luogo una libera discussione fra "vecchi" e "nuovi" ex allievi sull’argomento oggetto del seminario di quest’anno. Gli incontri, che come di consueto si svolgono a porte chiuse, sono curati sotto l’aspetto organizzativo dal religioso salvatoriano Stephan Horn, presidente della Joseph Ratzinger-Papst Benedict XVI.-Stiftung, la fondazione intitolata a Papa Ratzinger con sede a Monaco di Baviera. Approvata il 21 dicembre 2007 come fondazione civile, essa ha tra i suoi scopi la preparazione e l’organizzazione dell’incontro annuale, la promozione degli studi intrapresi da Joseph Ratzinger quando era docente, la diffusione del suo insegnamento teologico e della sua spiritualità, oltre che la pubblicazione dei libri di Benedetto XVI. Obiettivi che, nella sostanza, coincidono con quelli della omonima fondazione vaticana nata il 1° marzo 2010. Il primo incontro di Joseph Ratzinger con i suoi dottorandi e i candidati alla libera docenza nel periodo in cui egli insegnava a Bonn, Münster, Tubinga e Ratisbona, ebbe luogo dopo la sua nomina ad arcivescovo di Monaco e Frisinga, avvenuta il 24 marzo 1977. Ben presto furono organizzate riunioni annuali alle quali il cardinale Ratzinger partecipò sempre. Questa tradizione è proseguita anche dopo la sua elezione al soglio pontificio. L’appuntamento si ripete ogni anno su un tema particolare, che lo stesso Pontefice sceglie da una terna di proposte. Particolarmente significativa la scelta di quest’anno, anche in vista dell’incontro del Papa con i rappresentanti delle realtà ecclesiali impegnate nell’ambito della nuova evangelizzazione in Occidente, che si svolgerà il 15 e il 16 ottobre prossimi in Vaticano, e soprattutto nella prospettiva della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi su "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana", in programma dal 7 al 28 ottobre 2012.

L'Osservatore Romano

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. Raposo de Souza: come il Cristo Redentore accoglieremo tutti a braccia aperte. Promuoverà economia e turismo

La Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro nel 2013 non solo porterà Papa Benedetto XVI in Brasile per la seconda volta, ma lascerà anche un'importante eredità alla città. “L'emozione di sapere che Rio è stata scelta per un altro grande evento è totale, siamo in festa. Il Papa e i milioni di giovani delle varie parti del mondo sono i benvenuti”, ha affermato padre Omar Raposo de Souza, consulente arcidiocesano per i grandi eventi, secondo quanto ha reso noto l'arcidiocesi di Rio. “Prepareremo la città, le chiese, le famiglie e i cuori perché possiamo accogliere tutti a braccia aperte, come il Cristo Redentore. Avremo l'opportunità di vivere un meraviglioso momento di fede, cultura e allegria”, ha detto. Il sacerdote, che ha condotto a Rio de Janeiro la veglia GMG Madrid-Rio al Maracanãzinho, ha anche sottolineato in che modo una Giornata Mondiale della Gioventù è un beneficio per la città che la ospita. “Come gli eventi sportivi riuniscono valori e una possibile eredità per la città di Rio, senza alcun dubbio la visita del Papa non lascerà solo un'eredità spirituale, ma anche un legato materiale. Le parrocchie saranno più organizzate e aumenterà anche la visibilità delle azioni culturali e sociali della Chiesa”, ha indicato. Il sacerdote ha citato l'esempio di Sydney, che ha accolto la GMG 2008 e dopo l'evento ha vissuto un rafforzamento della Chiesa Cattolica. “Ciò avverrà anche in Brasile. Questa mobilitazione mostrerà il volto della gioventù cattolica brasiliana. La Giornata è un invito a maturare la capacità di essere giovani e quella di articolarsi come giovani cattolici nel mondo in cui viviamo oggi”, ha segnalato. Secondo il sacerdote, la comunità cattolica e le autorità di Rio de Janeiro stanno vivendo un momento di grande aspettativa per il numero di visitatori che la GMG porterà in città, movimentando l'economia e incentivando il turismo. “Ci aspettiamo di battere il record di tutte le Giornate. Rio de Janeiro ha le condizioni per accogliere un evento come questo perché è una città turistica che molte persone sognano di conoscere, oltre ad avere una buona localizzazione, al centro dell'America del Sud, il che faciliterà molto la presenza dei pellegrini”. “La Giornata, come ogni grande evento, genera un'economia per la città, un'immensa partecipazione dello Stato, del commercio locale, dell'imprenditoria. E sarà un'altra opportunità per far conoscere la città di Rio de Janeiro come destinazione non solo per il turismo di intrattenimento, ma anche per quello religioso”, ha indicato il sacerdote.

Zenit

Mons. Carlo Maria Viganò sarà il nuovo nunzio apostolico negli Stati Uniti. ll braccio di ferro sul Governatorato, che sarà guidato da mons. Bertello

Il nuovo nunzio apostolico negli Stati Uniti, dopo la morte di Pietro Sambi, avvenuta qualche settimana fa, sarà Carlo Maria Viganò, finora segretario generale del Governatorato, l'ente che gestisce lo Stato della Città del Vaticano. Il 13 agosto la Segreteria di Stato gli ha comunicato con una lettera personale che era desiderio di Benedetto XVI che andasse a rappresentare la Santa Sede a Washington. La lettera, in cui si metteva in rilievo come la scelta del Papa fosse motivata dalla necessità di avere una persona di valore in una delle nunziature certamente più importanti e delicate, nel momento in cui negli Stati Uniti parte la rincorsa per le elezioni presidenziali, era di risposta a una lettera di Viganò stesso, in cui il presule di origine lombarda metteva in rilievo invece perché non era suo desiderio andare oltreoceano. Lo scambio epistolare è l’ultimo atto di un braccio di ferro che dura da mesi. Quando si è cominciata a ventilare l’ipotesi che Viganò dovesse sostituire il card. Giovanni Lajolo come presidente dell’ente che gestisce il piccolo stato-città, si sono sentite voci molto critiche da diversi uffici della Curia. E interrogato, anche il card. Lajolo ha dovuto ammettere di avere alcune riserve di tipo caratteriale sul suo collaboratore più stretto. Le critiche hanno fatto breccia, a quanto pare, nel giudizio del Papa. Allora è stato proposto a Viganò, secondo fonti molto informate, di abbandonare l’idea del Governatorato, e di diventare responsabile degli Affari Economici, alla cui guida c’è, in scadenza imminente, il card. Velasio De Paolis. Ma sembra che il presule varesino, che viene dalle fila della diplomazia (ha servito in diverse nunziature) abbia opposto un rifiuto netto: o il Governatorato o niente. Il Segretario di Stato, il card. Tarcisio Bertone, che inizialmente ha cercato di aiutarlo, di fronte a questo irrigidimento ha mutato posizione, causando, fra l’altro, l’ira, non nascosta, di Viganò nei suoi confronti. E a questo punto è nata e si è concretizzata l’ipotesi Washington. Mentre presidente del Governatorato diventerà, alla fine di settembre, se le previsioni saranno confermate, l’attuale nunzio apostolico in Italia, Giuseppe Bertello. La nomina dovrebbe avvenire il 29 settembre. Sembra che il Pontefice però sia rimasto molto colpito, in maniera negativa, da tutta questa storia; così come dagli sviluppi del contenzioso vescovi-Stato-benedettini in Croazia.

Marco Tosatti, San Pietro e dintorni

Il Papa: la carità deve penetrare profondamente nella vita del cristiano, conformandolo al Dio dell'amore di cui siamo chiamati ad essere immagine

Benedetto XVI ha esortato a “una risposta generosa” nei confronti della colletta argentina Más por Menos, che si realizzerà domenica 11 settembre in tutte le chiese del Paese sul tema “Con il tuo aiuto scegli la vita”. “Come ci insegna il Signore nel Vangelo, per Dio conta anche la donazione più piccola”, ha sottolineato in un messaggio inviato a mons. Adolfo Uriona, vescovo di Añatuya e presidente della Commissione Episcopale di Aiuto alla Regioni più bisognose, responsabile di questa campagna. Il Pontefice ha indicato che in questa donazione deve trovarsi “quella carità divina che è capace di staccarsi anche dal necessario per soccorrere il fratello, quella carità che non si mostra solo in alcune occasioni isolate, ma deve penetrare profondamente nella vita del cristiano, conformandolo al Dio dell'amore di cui siamo chiamati ad essere immagine e testimonianza”. “Una carità che nell'intima unione con Dio ci chiama inesorabilmente all'unione dei fratelli”, ha aggiunto. Il Papa ha poi raccomandato a “Nostra Signora di Luján, celeste patrona del popolo argentino, questa benemerita iniziativa, supplicandola di sostenere con la sua amorosa protezione tutti coloro che vi partecipano con risposte concrete ed efficaci”, e ha impartito una speciale benedizione apostolica. I frutti della 42° edizione della colletta verranno distribuiti tra 25 Diocesi argentine bisognose per costruire alloggi per aiuto reciproco, microimprese e mense comunitarie, tra gli altri progetti. Le opere sostenute da Más por Menos aiutano ad alleviare le difficoltà di gran parte della popolazione delle zone interne dell'Argentina, soprattutto gli emarginati nelle aree più povere del Paese. I vescovi definiscono l'iniziativa “uno spazio creato per compensare la mancanza di equità sociale”.

Zenit

Il Papa ad Ancona. In arrivo 300mila fedeli, solo 65mila parteciperanno alla Messa. La nave Adria ospiterà le famiglie che incontreranno Benedetto XVI

Per il prefetto di Ancona, Paolo Orrei, impegnato da mesi nell'organizzazione dell'evento, il Congresso Eucaristico Nazionale “sarà una grande festa religiosa, che culminerà nell’incontro di Papa Benedetto XVI con i fedeli, l’11 settembre. Ancona si sta preparando al meglio per garantire accoglienza e sicurezza, in una città che non sarà certo militarizzata". Nel capoluogo di regione e nelle città vicine arriveranno circa 300 mila persone (questa la stima delle autorità ecclesiastiche), di cui non più di 60-65 mila, capienza massima, per la Santa Messa che il Pontefice celebrerà nell’area della Fincantieri. Un evento che porterà Ancona e le Marche “all’attenzione del mondo, e che senz’altro si svolgerà in una cornice di serenità e partecipazione”. “Nulla turberà la festa”, sostiene il prefetto. Inoltre, le opere realizzate ad Ancona per il Congresso rimarranno: “dalle ripavimentazioni stradali all’installazione delle telecamere di sicurezza”, sessantacinque, in varie zone della città. Tre megaschermi diffonderanno la Messa che il Papa celebrerà sul palco, ancora in fase di allestimento, nell'area Fincantieri. La struttura portante del palco, 800 metri quadrati complessivi, 40 metri di larghezza e 12 d’altezza, è stata praticamente completata. Altri dieci giorni saranno necessari per montare la scenografia. Altre quattro ditte con 130 operai lavoreranno insieme all’azienda già attiva con 20 unità. In porto attraccheranno una nave della Costa Crociere, alle 7.30, e una della Minoan Lines verso le 21.30 a Congresso concluso. Per il resto le banchine rimarranno off limits come misure di sicurezza. Quel giorno sosterrà nello scalo solo il traghetto dell’Adria Ferries ‘Riviera del Conero’, che di solito collega Ancona a Durazzo e che attraccherà la sera del 10 settembre. Ci saranno anche alcune delle famiglie numerose che parteciperanno l'11 settembre all'incontro con Benedetto XVI presso il Duomo di San Ciriaco in conclusione del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, tra i 300 ospiti della nave. Il traghetto fungerà da nave alloggio per 200 vescovi in arrivo, ospiterà staff e uffici della CEI oltre all'ufficio liturgico. I dettagli sono stati illustrati ad Ancona presso la sede del Gruppo Frittelli Maritime, agente generale dell'Adria Ferries e della Minoan Lines, presieduto da Alberto Rossi. Tra le persone che alloggeranno nelle 170 cabine disponibili, ha riferito il segretario generale del CEN Marcello Bedeschi, vi saranno anche famiglie numerose scelte mediante le diocesi. La nave fungerà anche da garage, permettendo così, secondo Roberto Oreficini, direttore dipartimento regionale di protezione civile, ''una notevole semplificazione logistica e una riduzione drastica degli spostamenti di mezzi al porto''.

Il Resto del Carlino.it, Ansa

'Vegliate perché non sapete quando il Signore verrà'. Benedetto XVI: ciascuno sarà chiamato a rendere conto della propria esistenza

Il Vangelo della liturgia di oggi propone uno spunto di riflessione molte volte affrontato da Benedetto XVI nelle sue meditazioni: quello dell’attesa di Cristo e della “veglia” con la quale l’uomo è chiamato ad aspettarlo. “Vegliate – si legge nel brano evangelico di Matteo – perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà...Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”. C’è un momento altamente drammatico nel Vangelo, leggendo il quale è difficile trattenere, anche nutrendo una benevola disposizione di fede, un moto di riprovazione: è quando Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre discepoli “fidati”, quelli più vicini a Gesù, si addormentano nel Getsemani a pochi metri dal Maestro, attanagliato da un’indicibile angoscia. Ci si attenderebbe in quel caso la manifestazione della più stretta e affettuosa solidarietà da parte degli amici più vicini. E invece disturba e stride con l’istintivo sentimento della pietà quell’immagine di umana debolezza, la visione di quelle palpebre tanto pesanti da non riuscire “a vegliare neppure un’ora” con l’amico e Maestro che sta presagendo l’orrore di uno strazio terribile. Quel sonno che si dimentica di Cristo simboleggia bene il rischio che corre chi pure a Lui ha donato la vita. Un oblio involontario eppure insidioso, che richiede un atto di volontà uguale e contrario: rimanere svegli. Non solo, come per i discepoli di duemila anni fa, per non abbandonare Gesù che sta terminando la vita sulla terra. Ma soprattutto per non mancare all’appuntamento con il suo nuovo ritorno, che non ha né data né ora: “Vegliate!, dice Gesù, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà. La breve parabola del padrone partito per un viaggio e dei servi incaricati di farne le veci pone in evidenza quanto sia importante essere pronti ad accogliere il Signore quando, all’improvviso, arriverà” (Angelus, 27 novembre 2005).
La veglia intesa come attenzione dell’anima alle cose della fede è tipicamente cristiana. E non è che essa vieti il sonno. La parabola delle Vergini sapienti dimostra che ci si può tranquillamente addormentare senza per questo annaspare impreparati al risveglio. La questione è un’altra, riguarda l’impegno che questo tipo di “veglia” richiede. Ciò rende il tema uno dei meno “addomesticabili”, perché mette il cristiano – anche quello che vorrebbe non pensarci – davanti alla serietà di un inevitabile momento: “'Vegliate!' E’ rivolto ai discepoli, ma anche ‘a tutti’, perché ciascuno, nell’ora che solo Dio conosce, sarà chiamato a rendere conto della propria esistenza" (Angelus, 30 novembre 2008).
Ogni singola Santa e ogni singolo Santo sono esempi di una vita trascorsa vegliando, per cui la soglia di attenzione della fede di queste grandi anime ha permesso alla fantasia della carità di trovare mille strade per amare Dio e l’umanità che avevano accanto. Il loro essere desti, attenti al loro Maestro, riporta allora al Getsemani, a quella lotta fra oblio e veglia che coinvolge ogni battezzato.
“Ancora oggi il Signore dice a noi: ‘Restate e vegliate con me e vediamo come anche noi, i discepoli, dormiamo spesso’. Sentiamo in questo giorno la Parola del Signore: ‘Restate e vegliate con me’” (Udienza generale, 12 aprile 2006).

Radio Vaticana