domenica 19 settembre 2010

Benedetto XVI è tornato a Roma. Il saluto ai Paesi sorvolati. Il presidente Napolitano: le sue parole hanno toccato il cuore

L'aereo con a bordo il Pontefice di ritorno dal Regno Unito è atterrato all'aeroporto militare di Ciampino verso le 22.15. Ad accogliere Benedetto XVI c'era il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Dopo un breve saluto, il Santo Padre è salito sull'auto che lo ha portato a Castel Gandolfo. Di rientro a Roma, il Papa ha inviato i consueti telegrammi ai capi di Stato dei Paesi sorvolati. Alla Regina Elisabetta ha ribadito la sua gratitudine per la calorosa accoglienza elevando la sua preghiera a Dio perché confermi il Regno Unito “sulla via della libertà, la giustizia e la pace”. Il Pontefice invoca quindi la benedizione di Dio sulla Francia e la Germania, mentre nel telegramma di saluto al presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano ricorda di aver avuto ''la gioia di beatificare il cardinale John Henry Newman, studioso insigne i cui alti meriti e le cui virtù cristiane furono apprezzati anche da qualificate personalità italiane, tra le quali - sottolinea - il caro senatore Francesco Cossiga, Suo predecessore''. "Le parole di Sua Santità hanno toccato il cuore degli uomini" ha scrittoo il Presidente Napolitano nel "cordiale saluto di benvenuto" che gli ha invitato al rientro dal viaggio apostolico nel Regno Unito. "Anche nel corso di questa missione pastorale", si legge nel messaggio, "ha richiamato al rispetto dei valori universali che condividiamo e promuoviamo".

La polizia londinese libera i sei spazzini arrestati per la presunta organizzazione di un attentato al Papa: nessuna minaccia fondata

Alla fine è finito tutto in una bolla di sapone. I sei uomini arrestati a Londra perchè sospettati di voler attentare alla vita del Papa sono stati rilasciati perchè non rappresentavano "una minaccia fondata" per la vita del Pontefice o per il pubblico. Lo ha reso noto la polizia londinese in un comunicato. La mitica Scotland Yard si è cosparsa il capo di cenere: a provocare la straordinaria mobilitazione di ordine pubblico venerdì mattina, con la paura di una trama islamica per assassinare Benedetto XVI a Londra, sarebbe stata uno scambio di battute da mensa, una conversazione ascoltata i tra i sei spazzini, tutti di origine nordafricana, che davanti a una tazza di tè si erano interrogati sulla Papamobile. "Sarebbe difficile sparargli attraverso i vetri antiproiettile?", avrebbe chiesto uno dei sei, secondo il Sunday Mirror. E un altro: "Si, ma forse con un lanciarazzi ci si potrebbe riuscire". I sei avevano ridacchiato e cambiato argomento, ma un altro dipendente della Veolia Environmental Service, la ditta di pulizie al centro della vicenda, giovedì notte aveva passato il dialogo alla polizia. C’era poi stato il giallo, non ancora veramente spiegato, delle uniformi rubate dal deposito della Veolia a Chiltern Street, dove lavoravano i sei spazzini. Sono state ritrovate nella casa di uno dei sei durante le perquisizioni di Scotland Yard nella periferia nord est di Londra, scrive oggi il Sunday Times. Gli arresti erano scattati all’alba di venerdì dopo che la polizia aveva fatto controlli sull’identità dei sospettati. "Ci erano arrivate informazioni che non potevamo ignorare. Sarebbe stato troppo rischioso lasciare questi uomini in liberta", ha detto una fonte al quotidiano londinese. Una clamorosa gaffe della leggendaria polizia della Greater London? Scotland Yard, parlando con il Daily Telegraph che per primo nella frenetica giornata di venerdì aveva lanciato l’allarme sull'"assassinio" del Papa, ha continuato a sostenere che c’era ogni ragione di agire in fretta per prevenire "una enorme, imminente minaccia di intelligence". L’anti-terrorismo ha avuto al massimo sei o sette ore per valutare il pericolo prima di decidere i raid che all’alba di venerdì hanno portato agli arresti, riporta il giornale. I fermati erano tutti musulmani, cinque algerini e un sudanese, almeno uno era già noto alla polizia e il loro stato di immigrazione era "incerto". "Non potevamo rischiare con la sicurezza del Pontefice o del pubblico", ha detto una fonte di sicurezza.

La Stampa

Il Papa saluta il Regno Unito: la vostra diversità sfida e grande opportunità per arricchire l’intera comunità. Grazie per la calorosa accoglienza

La diversità della Gran Bretagna moderna è una “sfida” ma anche una “grande opportunità”: è quanto ha affermato Benedetto XVI durante la cerimonia di congedo dal Regno Unito all'aeroporto internazionale di Birmingham, al termine della suo viaggio apostolico di quattro giorni. Il Papa è stato salutato dal Primo Ministro britannico, David Cameron, al quale ha espresso la propria riconoscenza “per tutto l’impegnativo lavoro di preparazione da parte sia dell’attuale che del precedente Governo, da parte degli impiegati civili, delle autorità locali e della polizia, come pure da parte dei molti volontari che con tanta pazienza son venuti in aiuto per preparare gli eventi di questi quattro giorni”. “Grazie per il calore della vostra accoglienza e per l’ospitalità che ho potuto gustare”, ha esclamato. Il Pontefice ha osservato che nei quattro giorni della sua visita ha potuto incontrare “i rappresentanti delle molte comunità, culture, lingue e religioni che formano la società britannica”. “Proprio la diversità della Gran Bretagna moderna è una sfida per il suo Governo e per il popolo, ma rappresenta anche una grande opportunità per ulteriore dialogo interculturale e interreligioso per l’arricchimento dell’intera comunità”, ha constatato. Ringraziando per l’opportunità di incontrare la Regina Elisabetta II, Cameron e altri politici e di aver potuto discutere “materie di comune interesse”, Benedetto XVI ha confessato di sentirsi “particolarmente onorato di essere invitato a rivolgermi ad entrambe le Camere del Parlamento nello storico ambiente di Westminster Hall”.
“Spero davvero che queste occasioni possano contribuire a confermare e a rafforzare le eccellenti relazioni fra la Santa Sede e il Regno Unito, specialmente nella collaborazione per lo sviluppo internazionale, nella cura per l’ambiente naturale e nella edificazione di una società civile con un rinnovato senso di valori condivisi ed uno scopo comune”, ha auspicato.“È stato inoltre un piacere compiere una visita a Sua Grazia l’Arcivescovo di Canterbury ed ai Vescovi della Chiesa d’Inghilterra, e successivamente pregare con loro e con fedeli cristiani nell’evocativo spazio di Westminster Abbey, un luogo che parla così eloquentemente delle nostre tradizioni religiose e culturali condivise”. “Poiché la Gran Bretagna è casa di moltissime tradizioni religiose, sono stato lieto di aver avuto l’opportunità di incontrare i loro rappresentanti e di condividere con loro qualche pensiero circa il contributo che le religioni possono offrire allo sviluppo di una società sana e pluralistica”, ha aggiunto. Benedetto XVI ha sottolineato che, “naturalmente”, il suo viaggio era rivolto in modo speciale ai cattolici del Regno Unito. “Ricordo con intima gioia il tempo trascorso con i vescovi, il clero, i religiosi ed i laici, come pure quello con gli insegnanti, gli studenti e gli anziani – ha detto –. E’ stato commovente in maniera speciale celebrare con loro, qui a Birmingham, la Beatificazione di un grande figlio dell’Inghilterra, il cardinale John Henry Newman”. “Con la sua vasta eredità di scritti accademici e spirituali, sono certo che egli abbia ancora molto da insegnarci sulla vita e la testimonianza cristiane tra le sfide del mondo contemporaneo, sfide che egli previde con eccezionale chiarezza”, ha concluso.
Nel suo discorso al Papa, il Primo Ministro ha affermato che i quattro giorni dello "storico" viaggio papale sono stati “incredibilmente toccanti”. "La Sua presenza è stata un grande onore per il nostro Paese". “Lei ha parlato a una Nazione di sei milioni di cattolici ma è stato ascoltato da una Nazione di più di 60 milioni di cittadini e da molti altri milioni in tutto il mondo”, ha aggiunto, sottolineando che Benedetto XVI ha offerto “un messaggio non solo alla Chiesa Cattolica, ma a ciascuno di noi, di qualsiasi fede o di nessuna”. Cameron ha quindi ricordato il card. Newman e la sua convinzione che nella società tutti condividano un “legame di unità comune”, e ha sottolineato che questo legame “è stato una parte incredibilmente importante” del messaggio del Papa ai britannici, che vogliono costruire su questa base “una nuova cultura della responsabilità sociale”. “Le persone di fede sono grandi architetti di questa nuova cultura”, ha aggiunto. La fede "fa parte del tessuto di questo Paese, così è sempre stato e sempre sarà". “Lei ha veramente sfidato l'intero Paese a sedersi e pensare, e questo può essere solo un bene”, ha detto. Mettendo in evidenza che, nel Regno Unito, la fede è "per molti" la motivazione ad agire, Cameron ha espresso la necessità che si diffonda una "nuova cultura di responsabilità sociale" ed ha sottolineato che si tratta di un paese "profondamente, ma tranquillamente compassionevole". Una compassione, ha aggiunto il premier britannico, che emerge nell'impegno del Regno Unito in Afghanistan, così come "nei tanti messaggi che ho ricevuto quando è nata mia figlia così come - ha aggiunto in riferimento alla recente morte del papà - quando ho salutato un padre meraviglioso".
L'aereo di Benedetto XVI è decollato dall'aeroporto di Birmingham poco prima delle 19.00, le 20.00 ora italiana. L'arrivo all'aeroporto romano di Ciampino è previsto per le 22.30 circa.

Zenit, Apcom


Il Papa: presentate nella sua interezza il messaggio vivificante del Vangelo, compresi gli elementi che sfidano le convinzioni della cultura odierna

Benedetto XVI ha incontrato questo pomeriggio nella Cappella della Francis Martin House presso il Seminario di Oscott a Birmingham i vescovi di Scozia, Inghilterra e Galles, ultimo appuntamento del viaggio nel Regno Unito prima della partenza per Roma. Il Papa è stato introdotto dagli indirizzi di saluto del card. Keith Michael Patrick O’Brien, arcivescovo di Edinburgh e presidente della Conferenza Episcopale della Scozia, e di ,ons. Vincent Gerard Nichols, arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles.
In quello che ha definito “un giorno di grande gioia per la comunità cattolica in queste isole” per la Beatificazione del card. John Henry Newman, “esempio di fedeltà eroica al Vangelo” e “intercessore per la Chiesa” in Gran Bretagna, nel suo discorso il Papa ha ricordato che nel 1852, proprio nella Cappella della Francis Martin House, il porporato “diede voce alla nuova fiducia e vitalità della comunità cattolica in Inghilterra e Galles, dopo la restaurazione della gerarchia”.“Le sue parole possono essere applicate pure alla Scozia, venticinque anni dopo”, ha aggiunto. Per il Papa, la Beatificazione del cardinale è “un ricordo della continua azione dello Spirito Santo nell’elargire doni di santità su tutta la gente della Gran Bretagna, così che da est ad ovest e dal nord al sud, sia elevata una perfetta oblazione di lode e di ringraziamento alla gloria del nome di Dio”. C'è "urgente necessità di proclamare il Vangelo di nuovo in un contesto altamente secolarizzato", secondo il Papa, che ha precisato: "Nel corso della mia visita mi è apparso chiaro come, fra i britannici, sia profonda la sete per la buona novella di Gesù Cristo". “Siete stati scelti da Dio per offrire loro l’acqua viva del Vangelo, incoraggiandoli a porre le proprie speranze non nelle vane lusinghe di questo mondo, bensì nelle solide rassicurazioni del mondo futuro”, ha detto. "Mentre annunciate la venuta del Regno, con le sue promesse di speranza per i poveri ed i bisognosi, i malati e gli anziani, i non ancora nati e gli abbandonati, fate di tutto per presentare nella sua interezza il messaggio vivificante del Vangelo, compresi quegli elementi che sfidano le diffuse convinzioni della cultura odierna", ha detto ancora.
Benedetto XVI ha invitato i presuli britannici ad "avvalervi dei servigi" del neonato Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione dei Paesi di lunga tradizione cristiana di avvalersi del contributo di nuovi movimenti ecclesiali. Il Pontefice ha quindi affrontato alcune delle sfide più pressanti per la società britannica, come le conseguenze della crisi finanziaria, “che ha causato tante privazioni ad innumerevoli persone e tante famiglie”. “Lo spettro della disoccupazione sta stendendo le proprie ombre sulla vita di molta gente, ed il costo a lungo termine di pratiche d’investimento dei tempi recenti, mal consigliate, sta diventando quantomai evidente”. In queste circostanze, ha chiesto ai Vescovi di esortare i cattolici britannici, dalla “caratteristica generosità”, alla solidarietà nei confronti dei bisognosi.“La voce profetica dei cristiani ha un ruolo importante nel mettere in evidenza i bisogni dei poveri e degli svantaggiati, che possono così facilmente essere trascurati nella destinazione di risorse limitate”. Tornado a parlare dei casi di abusi sessuali dei preti, il Papa ha invitato i vescovi a condividere la "lezione appresa" con "la società più ampia", dove, pure fuori dalla Chiesa, si trovano ragazzi che soffrono per gli abusi. "So bene che avete fatto passi molto seri per portare rimedio a questa situazione, per assicurare che i ragazzi siano protetti in maniera efficace da qualsiasi danno, e per affrontare in modo appropriato e trasparente le accuse quando esse sorgono", ha detto Benedetto XVI. "Avete pubblicamente fatto conoscere il vostro profondo dispiacere per quanto accaduto e per i modi spesso inadeguati con i quali, in passato, si è affrontata la questione. La vostra crescente comprensione dell'estensione degli abusi sui ragazzi nella società, dei suoi effetti devastanti, e della necessità di fornire adeguato sostegno alle vittime, dovrebbe servire da incentivo per condividere, con la società più ampia, la lezione da voi appresa". "Quale via migliore potrebbe esserci se non quella di fare riparazione per tali peccati avvicinandovi, in umile spirito di compassione, ai ragazzi che soffrono anche altrove per gli abusi? Il nostro dovere di prenderci cura della gioventù esige proprio questo e niente di meno". “Mentre riflettiamo sulla fragilità umana che questi tragici eventi rivelano in maniera così dura, ci viene ricordato che, per essere guide cristiane efficaci, dobbiamo vivere nella più alta integrità, umiltà e santità”, ha proseguito il Papa. “Prego che fra le grazie di questa visita vi sia un rinnovato impegno da parte delle guide cristiane alla vocazione profetica che hanno ricevuto, e un nuovo apprezzamento da parte del popolo per il grande dono del ministero ordinato”, ha confessato.
“Sgorgheranno così spontaneamente le preghiere per le vocazioni, e possiamo esser fiduciosi che il Signore risponderà inviando operai che raccolgano l’abbondante messe che ha preparato in tutto il Regno Unito”. A questo proposito, il Papa si è detto lieto di incontrare, dopo i vescovi, i seminaristi di Inghilterra, Scozia e Galles, per rassicurarli delle sue preghiere, “mentre si preparano a far la loro parte per raccogliere quella messe”. Un'altra questione affrontata dal Papa nel suo discorso è stata l’imminente pubblicazione della nuova traduzione del Messale Romano. “Desidero ringraziare tutti voi per il contributo dato, con così minuziosa cura, all’esercizio collegiale nella revisione e nell’approvazione dei testi”, ha affermato il Pontefice, sottolineando che “ciò ha fornito un immenso servizio ai cattolici di tutto il mondo anglofono”. “Vi incoraggio a cogliere l’occasione che questa nuova traduzione offre, per una approfondita catechesi sull’Eucaristia e per una rinnovata devozione nei modi in cui essa viene celebrata”. “Quanto più viva è la fede eucaristica nel popolo di Dio, tanto più profonda è la sua partecipazione alla vita ecclesiale che Cristo ha affidato ai suoi discepoli”, ha aggiunto citando l'Esortazione Apostolica "Sacramentum caritatis". Il Papa ha poi risposto indirettamente alle perplessità emerse in seguito alla sua decisione di di aprire le porte della Chiesa Cattolica ai gruppi tradizionalisti anglicani con la Costituzione Apostolica "Anglicanorum coetibus". Questo documento del 2009 "dovrebbe essere considerato un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici", ha detto il Papa. "Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali, serve da arricchimento per noi tutti. Continuiamo a pregare e ad operare incessantemente per affrettare il lieto giorno in cui quel traguardo potrà essere raggiunto".

Zenit, Apcom

Quasi 600mila persone hanno incontrato il Papa nel Regno Unito. Il portavoce vaticano: il suo messaggio è stato recepito con rispetto e gioia

Sono stati quasi 600mila, su circa 6 milioni di cattolici presenti nel Paese, i fedeli che hanno partecipato ai diversi incontri con il Papa in Gran Bretagna. La tappa di Londra, ovviamente, ha fatto la parte del leone venerdì e sabato, con 280mila fedeli, come ha confermato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, tra Hyde Park, Westminster e la folla che si è assiepata alle transenne lungo il percorso della papamobile. Secondo la Chiesa locale, 125mila erano invece i fedeli che lo hanno acclamato giovedì a Edimburgo. Infine 100mila sono stati i fedeli presenti alla Messa di Glasgow e circa 70mila erano alla Beatificazione di Newman oggi a Birmingham. Una notevole folla ha poi salutato il Papa anche nel centro della città, dove ha visitato l'Oratorio di San Filippo Neri. Ma al di là dei numeri, "che pure ci sono", padre Lombardi ha tenuto a sottolineare "l'ascolto, reale, forte ottenuto dal messaggio del Papa" che "è stato recepito con rispetto e gioia dai fedeli". Conversando con i giornalisti, Lombardi ha rilevato "l'incoraggiamento straordinario per la comunità cattolica di questo Paese", rappresentato dal viaggio nel Regno Unito e dal suo "successo spirituale". Ai microfoni della Radio Vaticana padre Lombardi ha affermato che Benedetto XVI e il card. John Henry Newman sono accomunati dallo stesso tipo di esperienza della fede e dalla ricerca della verità. Secondo il gesuita la figura del neo Beato sintetizza molti dei temi affrontati durante il viaggio dal Papa nel suo incarnare “la bellezza e la gioia della fede in Cristo come fondamento di un servizio positivo per la società in cui si vive, come fondamento di una testimonianza efficace di grande carità per la comunità in cui si vive”. Allo stesso tempo, per Newman la fede cristiana è “un cammino di ricerca della verità sempre più profondo che giunge sempre più pienamente all’incontro con Cristo e quindi alla santità”. “E’ una personalità – ha continuato il direttore della Sala Stampa vaticana – che ha una profonda sintonia con quella del Santo Padre per l’unione fra esperienza di cultura ed esperienza di fede, per la profonda spiritualità per il senso di ricerca della verità”. “Quindi – ha aggiunto –, capiamo anche perché il Papa ha desiderato di fare lui stesso questa Beatificazione. Si è sentita una sintonia profonda di sensibilità, di impostazione dell’esperienza di fede”. Nel ripercorrere poi alcuni dei momenti più toccanti del viaggio papale, il portavoce vaticano ha richiamato l’incontro con le vittime degli abusi, “che è stato significativo del modo in cui il Santo Padre affronta questa questione così delicata per la Chiesa oggi”. In particolare, ha spiegato, in questo viaggio il Papa ha voluto affrontare tale questione in tre modi diversi: “Con le parole dell’omelia, con l’incontro con le vittime e con l’incontro con le persone impegnate nella salvaguardia, nella tutela dei giovani e dei bambini”. “Quest’ultimo aspetto – ha evidenziato – è un po’ una novità rispetto ad altri viaggi e dimostra la completezza degli approcci con cui la Chiesa deve affrontare questa situazione guardando anche in avanti e mettendo proprio tutte le premesse perché la testimonianza sia credibile e ci sia la garanzia di poter evitare per sempre il ripetersi di errori e di crimini”.

Zenit, Agi

L'Angelus. Il Papa: in moltissimi modi il card. Newman visse il proprio ministero sacerdotale in spirito di devozione filiale alla Madre di Dio

Alla termine della Messa e prima della preghiera mariana dell'Angelus, il Pontefice ha approfondito il rapporto filiale che legava il neo beato alla Vergine Maria, ricordando che quando Newman venne a vivere a Birmingham, diede il nome di “Maryvale” alla sua prima casa, mentre l’Oratorio da lui fondato venne dedicato all’Immacolata Concezione. "In moltissimi modi egli visse il proprio ministero sacerdotale in spirito di devozione filiale alla Madre di Dio", ha detto Benedetto XVI, che ha ricordato le parole del card. Newman: “Chi può valutare la santità e la perfezione di lei, che fu scelta per essere la Madre di Cristo? Quali avrebbero dovuto essere i suoi doni, lei che fu scelta per essere l’unica familiare terrena del Figlio di Dio, l’unica che egli fu obbligato per natura a riverire e alla quale rivolgersi; l’unica incaricata di guidarlo ed educarlo, di istruirlo giorno dopo giorno, mentre cresceva in sapienza e grandezza?”. “È sulla base di questi doni abbondanti di grazia che noi l’onoriamo, ed è sulla base del suo intimo legame con il suo Figlio divino che noi in maniera naturale ricerchiamo la sua intercessione per le nostre necessità e quelle del mondo intero”, ha concluso. Il Papa ha anche salutato i fedeli di Siviglia, dove ieri è stata beatificata Madre Maria Purisma de la Cruz: che la nuova Beata, ha detto, sia “di ispirazione per le giovani donne a seguire il suo esempio di amore totale a Dio e al prossimo”.

Zenit, Radio Vaticana

La visita privata nell’Oratorio di San Filippo Neri fondato dal card. Newman. Benedetto XVI saluta personalmente la folla festante

Dopo la Messa di Beatificazione, il Papa si è recato nell’Oratorio di San Filippo Neri fondato da John Henry Newman. Il tragitto in papamobile nelle strade del centro di Birmingham è stato seguito da due ali di folla festante. Lungo le transenne gruppi di studenti hanno agitato bandierine bianco-gialle e intonano canti in onore del Papa. Benedetto XVI ha offerto un nuovo fuori programma per rispondere a tanto affetto, andando a salutare personalmente i tanti, soprattutto giovani, giunti per vederlo, e benedicendo dei bambini. La visita nell'Oratorio ha avuto carattere privato, ma nondimeno è stata di grande significato. Quando si convertì al cattolicesimo nel 1845, infatti, il nuovo Beato scelse proprio la famiglia degli oratoriani. Oggi, è dunque un giorno di grande gioia per tutti i seguaci di San Filippo Neri. Al Suo arrivo, il Papa è stato accolto dal rettore dell’Oratorio, mons. Richard Duffield, che è anche Postulatore della Causa di Beatificazione del card. Newman. Nella Cappella dedicata al Beato, dove si trovavano riuniti i componenti della Comunità dell’Oratorio, il Santo Padre si è raccolto per un breve momento di preghiera, quindi ha visitato al primo piano la camera-museo del Card. Newman e la Cappella privata, dedicata a San Francesco di Sales. Lasciato l’Oratorio, il Papa si è recato in auto all’Oscott College di Birmingham dove ha pranzato con i vescovi di Inghilterra e Galles, di Scozia, e con i membri del Seguito Papale.

Radio Vaticana, Agi

Il Papa: la vita cristiana una chiamata alla santità, sperimentata nel desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio

Benedetto XVI ha celebrato questa mattina la Messa di Beatificazione del cardinale John Henry Newman, momento culminante del viaggio apostolico nel Regno Unito. Davanti a decine di migliaia di fedeli giunti dall’Inghilterra e dall’Irlanda, raccolti al Cofton Park di Birmingham, il Papa ha letto la dichiarazione di Beatificazione, annunciando che la festa del Beato John Henry Newman sarà celebrata il 9 ottobre. Quindi, è stato svelato il ritratto del nuovo Beato, accolto da uno scrosciante applauso dei fedeli. Subito dopo un gruppo composto per la maggior parte da laici ha consegnato al Papa le reliquie del card. Newman. Tra questi erano presenti il postulatore della Causa, l'avvocato Andrea Ambrosi, così come John (Jack) Sullivan, il diacono che ha ricevuto il miracolo decisivo per la beatificazione.
All'inizio della sua omelia, Benedetto XVI ha ricordato che "oggi è il giorno prescelto per commemorare il 70mo anniversario della 'Battle of Britain'. Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna". "Il mio pensiero - ha proseguito Papa Ratzinger - va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940. Settant'anni dopo, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e - ha detto il Papa - rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti".
Benedetto XVI, dedicando il resto dell'omelia al card. Newman, ha sottolineato che in lui possiamo riconoscere “la santità di un confessore” che ha dato “testimonianza eloquente” nel suo ministero sacerdotale attraverso la predicazione, gli insegnamenti e gli scritti. Nel nuovo Beato, ha detto, ritroviamo quella gentile tradizione britannica di “insegnamento, di profonda saggezza umana e di intenso amore per il Signore” che ha fatto emergere abbondanti doni di santità: “Il motto del Cardinale Newman, Cor ad cor loquitur, ‘il cuore parla al cuore’ ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio”. Egli, ha soggiunto, ci rammenta che “la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina”. L’insegnamento di Newman, dunque, “spiega come il fedele cristiano si sia posto in maniera definitiva al servizio dell’unico vero Maestro”, che ha “assegnato un compito specifico a ciascuno di noi, un "servizio ben definito", affidato unicamente ad ogni singolo: "io ho la mia missione – scrisse – sono un anello in una catena, un vincolo di connessione fra persone. Egli non mi ha creato per niente. Farò il bene, compirò la sua opera; sarò un angelo di pace, un predicatore di verità proprio nel mio posto… se lo faccio obbedirò ai suoi comandamenti e lo servirò nella mia vocazione"". Benedetto XVI ha quindi rivolto l’attenzione alla grande opera intellettuale di Newman: “Le sue intuizioni sulla relazione fra fede e ragione, sullo spazio vitale della religione rivelata nella società civilizzata, e sulla necessità di un approccio all’educazione ampiamente fondato e a lungo raggio, non furono soltanto di importanza profonda per l’Inghilterra vittoriana, ma continuano ancora oggi ad ispirare e ad illuminare molti in tutto il mondo”. Il Papa ha così reso onore alla visione dell’educazione di Newman alla base delle scuole e degli istituti universitari cattolici di oggi: “Fermamente contrario ad ogni approccio riduttivo o utilitaristico egli cercò di raggiungere un ambiente educativo nel quale la formazione intellettuale, la disciplina morale e l’impegno religioso procedessero assieme”.
"Il progetto di fondare un’università cattolica in Irlanda gli diede l’opportunità di sviluppare le proprie idee su tale argomento e la raccolta di discorsi da lui pubblicati come "The Idea of a University" contiene un ideale dal quale possono imparare quanti sono impegnati nella formazione accademica". Ed ha richiamato il famoso appello del nuovo Beato per un laicato intelligente e ben istruito, “un laicato non arrogante, non precipitoso nei discorsi, non polemico, ma uomini che conoscono la propria religione, che in essa vi entrino, che sappiano bene dove si ergono, che sanno cosa credono e cosa non credono, che conoscono il proprio credo così bene da dare conto di esso, che conoscono così bene la storia da poterlo difendere". Una visione, ha auspicato, che possa ispirare quanti oggi sono impegnati nel compito dell’insegnamento e della catechesi. “Il calore e l’umanità che sottostanno al suo apprezzamento del ministero pastorale - ha detto il Papa - vengono magnificamente espressi da un altro dei suoi famosi discorsi: “Se gli angeli fossero stati i vostri sacerdoti, cari fratelli, non avrebbero potuto partecipare alle vostre sofferenze, né compatirvi, né aver compassione per voi, né provare tenerezza nei vostri confronti e trovare motivi per giustificarvi, come possiamo noi; non avrebbero potuto essere modelli e guide per voi, ed avervi condotto dal vostro uomo vecchio a vita nuova, come lo possono quanti vengono dal vostro stesso ambiente"". Il Papa non ha poi mancato di soffermarsi sulla dimensione pastorale della vita e dell’opera di Newman: “Egli visse quella visione profondamente umana del ministero sacerdotale” durante gli anni spesi nell’Oratorio da lui fondato a Birmingham, in particolare “visitando i malati ed i poveri” e “prendendosi cura di quanti erano in prigione”. Alla sua morte, ha detto, “molte migliaia di persone si posero in fila per le strade del luogo mentre il suo corpo veniva portato alla sepoltura a mezzo miglio da qui”. E’ bello allora, centoventi anni dopo, vedere “grandi folle” nuovamente riunirsi qui per il riconoscimento di santità di “questo amatissimo padre di anime”.

Radio Vaticana, Apcom, AsiaNews


Nel Cofton Park di Birmingham 70mila fedeli accolgono Benedetto XVI che ha proclamato Beato John Henry Newman

Alle ore 8 di questa mattina, in Italia erano le 9, Benedetto XVI ha lasciato la Nunziatura Apostolica di Londra per raggiungere in auto Wimbledon Park, da dove si è imbarcato su un elicottero alla volta di Birmingham, dove è giunto intorno alle 10.30, 9.30 ora locale. L'elicottero, è atterrato poco lontano dal Cofton Park, dove lo attendevano più di 70mila fedeli. Nel corso della Santa Messa, il Papa ha proclamato Beato John Henry Newman (1801-1890), pensatore, teologo e scrittore inglese nato anglicano, convertitosi al cattolicesimo e morto cardinale cattolico. Newman nacque a Londra nel 1801 in una famiglia anglicana. Nel 1817 entrò nel Trinity College di Oxford e, dopo un periodo di studi, divenne diacono della Chiesa anglicana nel 1824. Nel 1828 divenne parroco della chiesa universitaria di St. Mary. In questo periodo, mentre proseguiva negli studi filosofici e teologici, fu i principale fondatore del Movimento di Oxford, il cui scopo precipuo fu quello di contrastare quella componente dell'anglicanesimo, favorevole alle posizioni illuministiche e razionalistiche. Nel 1832, nel corso di un viaggio in Italia, si ammalò gravemente e cominciò una profonda riflessione sulle sue convinzioni religiose. Dal 1833 al 1841 Newman e altri compagni del movimento pubblicarono i cosiddetti "Tracts for the Times", 90 saggi riguardanti la situazione della Chiesa anglicana, ma anche diverse questioni sulla religione cristiana in generale. Nell'ultimo di questi saggi, "Tract 90", Newman propose una interpretazione dei Trentanove articoli di religione che si accordasse con la dottrina cattolica del Concilio di Trento: ciò gli costò una condanna da parte dell'Università di Oxford e di 42 vescovi anglicani. Ciò lo spinse a rinunciare al suo ufficio di parroco universitario e nel 1842 si ritirò a Littlemore, dove iniziò a scrivere la sua opera Sviluppo della dottrina cristiana. In questo studio sulle origini del cristianesimo, che fu pubblicato nel 1845, arrivò alla conclusione che "la Chiesa Cattolica era formalmente dalla parte della ragione". Il 9 ottobre di quello stesso anno fu accolto nella Chiesa Cattolica. Se ne andò da Oxford e si stabilì a Birmingham. Dopo un periodo di riflessione, decise di entrare nell'Oratorio di san Filippo Neri e fu ordinato sacerdote cattolico nel 1847 a Roma; fondò quindi a Edgbaston, allora presso Birmingham i primi Oratori di san Filippo in Inghilterra. Promotore e primo rettore nel 1851 della Università cattolica di Dublino, nel 1858 ritornò in Inghilterra per dedicarsi sia agli studi che all'attività pastorale. Nel 1879, Leone XIII lo creò cardinale. Morì nel 1890 nell'Oratorio di Edgbaston. La ricorrenza liturgica del nuovo Beato sarà il 9 ottobre, che corrisponde non già alla data di nascita o di morte di Newman, 'caselle' già occupate da altri Santi e Beati, ma la data della sua conversione al cattolicesimo.

Agi, Apcom, AsiaNews