giovedì 17 giugno 2010

Il Papa riceve il superiore dei Legionari di Cristo che lo ringrazia per la sua cura paterna e gli esprime incondizionata lealtà della congregazione

Il superiore generale dei Legionari di Cristo, Alvaro Corcuera Martinez del Rio, ha incontrato questa mattina Papa Benedetto XVI. L’incontro, privato e a porte chiuse come fa sapere la Sala Stampa vaticana, è stato programmato proprio mentre sembra ormai imminente la nomina di un delegato apostolico. Questa figura, una sorta di commissario, avrà il compito di aiutare la Congregazione a ritrovare la sua identità e ricostruire la sua immagine lesa dopo gli scandali di pedofilia, e non solo, legati al fondatore Marcial Maciel Degollado. I Legionari di Cristo assicurano al Papa "lealtà incondizionata" in vista di questa nomina: lo afferma una nota della congregazione. "In questo incontro, tenuto dopo la visita apostolica alla congregazione - si legge nella nota - padre Alvaro Corcuera ha voluto esprimere un personale ringraziamento al Santo Padre per la sua cura paterna e confermare l'incondizionata lealtà al Papa da parte dei membri della congregazione e del movimento. Il Santo Padre ha assicurato padre Alvaro Corcuera del fatto che egli continua ad accompagnare da vicino la Legione di Cristo e il Regnum Christi con le sue preghiere. Egli - conclude la nota dei Legionari - ha indirizzato il suo saluto a tutti i membri e, con grande affetto, la sua benedizione apostolica".

Blitz quotidiano, Apcom

Le nomine del Papa. Sarà quasi sicuramente il card. Ouellet il nuovo prefetto della Congregazione dei vescovi, dopo la rinuncia all'incarico di Pell

Finalmente deciso il cambio ai vertici della Congregazione dei vescovi: nelle prossime settimane sarà annunciato il nome del successore del cardinale bresciano Giovanni Battista Re, alla guida della "fabbrica" dei vescovi da un decennio. Salvo improbabili, ma sempre possibili, sorprese dell’ultima ora, la scelta del Papa è caduta sul cardinale canadese Marc Ouellet (foto), arcivescovo di Québec. Ouellet, 66 anni, religioso sulpiziano originario di La Motte, piccolo centro nei pressi della città canadese francofona di Amos, prete dal 1968, vescovo dal 2001, è stato per poco più di un anno Segretario del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani prima di essere inviato, nel novembre 2002, da Papa Wojtyla in Québec, diventando così primate del Canada. Il cardinale parla sei lingue ed è membro della redazione di Communio, la rivista fondata da Joseph Ratzinger e Hans Urs von Balthasar. Conosce la Curia, è un ratzingeriano, ed è punto di riferimento importante per la Chiesa canadese. L’annuncio della nomina è atteso prima dell’inizio delle vacanze estive, il nuovo Prefetto potrebbe insediarsi ai vertici dell’importante "ministero" vaticano a partire da settembre. Quella del capo della Congregazione dei vescovi è una nomina cruciale per il pontificato di Benedetto XVI, dato che il Prefetto collaborerà con lui nella scelta della leadership della Chiesa Cattolica, con le nomine dei pastori per i prossimi dieci-vent’anni. La nomina del successore di Re è stata molto travagliata. Da tempo ormai la scelta del Papa era caduta su un altro candidato, il card. George Pell, arcivescovo di Sydney. Il 30 aprile scorso Pell era stato ricevuto in udienza da Benedetto XVI, che gli aveva comunicato la volontà di nominarlo Prefetto dei vescovi. Dopo l’udienza, il porporato australiano si era intrattenuto a lungo con il cardinale Re. La Santa Sede gli aveva già assegnato un appartamento in via Rusticucci. Poi, improvvisamente, tutto è stato rimesso in discussione. A pesare sembra siano state soprattutto le riserve dello stesso Pell, che avrebbe lasciato malvolentieri l’Australia, ma anche le pubbliche proteste di un’associazione di vittime della pedofilia irlandese che ha contestato al cardinale la gestione di vecchi casi di abusi. La Santa Sede ritiene che il cardinale, molto apprezzato da Joseph Ratzinger che lo ha conosciuto come collaboratore dell’ex Sant’Uffizio, non abbia alcuna responsabilità, come peraltro a suo tempo è stato già accertato anche in sede giudiziaria civile. Ma visti i tempi difficili e le campagne mediatiche sugli scandali, alla fine Oltretevere si è deciso a malincuore di cambiare candidato per evitare di esporre il nuovo Prefetto alle polemiche prima ancora che iniziasse il suo lavoro. È rimasta però la scelta di non designare a capo della "fabbrica" dei vescovi un italiano, e così, invece dell’Australia, ci si è indirizzati in Canada. Nel corso del pontificato wojtyliano la Congregazione dei vescovi ha visto alternarsi, oltre agli italiani Sebastiano Baggio, nominato già da Paolo VI, e Re, anche l’africano Bernardin Gantin e il brasiliano Lucas Moreira Neves.

Andrea Tornielli, Il Giornale

Al Papa il dossier sulla gestione 'non esemplare' delle case di Propaganda Fide. Dalla nomina del card. Dias si punta a trasparenza e più controlli

Non si può dire che la bufera intorno a Propaganda Fide e al suo patrimonio immobiliare abbia colto di sorpresa i piani alti Oltretevere, in Vaticano si ostenta tranquillità, "la giustizia civile faccia il suo corso". Certo, "si leggono tante cose non vere", considerano più fonti nel giorno in cui le cronache riportano le dichiarazioni di Guido Bertolaso ai magistrati di Perugia: che il capo della Protezione civile potesse essere ospite dell’appartamento in via Giulia, senza che nessuno pagasse un affitto alla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, "è escluso", si dice in Vaticano, "qualcuno deve averlo fatto". Che qualcosa non funzionasse, tuttavia, era già chiaro ben prima che intercettazioni e indagini rivelassero il giro vischioso di assegnazioni e vendite immobiliari di favore. Oltretevere si usa una parola dura: "Rimozione". Quattro anni fa, nel 2006, il card. Crescenzio Sepe (nella foto con Benedetto XVI), allora prefetto di Propaganda Fide, fu allontanato dal Papa alla scadenza del primo quinquennio: una cosa "inconsueta", si fa notare, visto che il predecessore era rimasto sedici anni e tutti gli altri prefetti del Novecento andarono ben oltre il primo mandato, salvo un caso di morte prematura. Altrettanto strano è che un capo congregazione, addirittura il potentissimo "Papa rosso" di Propaganda Fide, passasse a guidare una diocesi, per quanto illustre come Napoli: semmai accade il contrario. No, qualcosa non ha funzionato, "la gestione non è stata esemplare", si considera con un eufemismo curiale: e la "riforma gentile" della Curia avviata da Papa Ratzinger nel 2005, gradualmente, senza scossoni, aveva già iniziato a porvi rimedio. In questi mesi l’attenzione è ovviamente aumentata, si è già deciso di cancellare il nome del "consultore" e "gentiluomo di Sua Santità" Angelo Balducci dall’Annuario Pontificio 2011, e in Segreteria di Stato si sono fatti mandare tutte le carte e i documenti sulla faccenda, il card. Tarcisio Bertone si consulta "come per ogni questione" con Benedetto XVI, ci sono novità in vista. Anche se "non ci sarà alcun commissariamento della Congregazione", spiegano Oltretevere, smentendo voci circolate nelle scorse settimane. Le cose sono però destinate a cambiare. I beni di Propaganda Fide, un patrimonio immenso (si stimano oltre 9 miliardi di euro) frutto di proprietà e donazioni secolari, sono gestiti in perfetta autonomia dalla Congregazione e servono a sostenere le terre di missione, Africa e Asia in testa: per questo il prefetto viene definito "Papa rosso". La gestione è distinta da quella dell’Apsa, l’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica presieduta dal card. Attilio Nicora. Il problema è che la divisione è eccessiva, nel senso che le due gestioni procedono a compartimenti stagni: è quindi "auspicabile", spiegano fonti vicine alla Segreteria di Stato, che "si arrivi a un maggiore coordinamento e una maggiore vigilanza" sulla gestione della Congregazione. Non si tratta di trasferire competenze o beni immobiliari, ma di "garantire maggiore trasparenza interna": se non altro per evitare che atti e vendite del patrimonio immobiliare, com’è accaduto con la vecchia gestione, possano restare ignoti nella stessa Santa Sede, al di fuori del palazzo della Congregazione. Del resto l’attuale prefetto di Propaganda Fide, il card. Ivan Dias, venne nominato nel 2006 proprio per "avviare una gestione più trasparente": figura di grande spiritualità, indiano e già arcivescovo di Bombay, garantiva e garantisce una serena estraneità ai giri di amicizie romani. Il card. Dias, dicono Oltretevere, ha però chiesto a Benedetto XVI di poter lasciare l’incarico: è noto da tempo che abbia problemi di salute, anche se il desiderio sarebbe di mantenerlo al suo posto fino alla scadenza, a primavera 2011. In ogni caso, la questione andrà affrontata nei prossimi mesi. Di certo il successore sarà un uomo di fiducia del Papa e del segretario di Stato, e una personalità di altissimo livello: difatti si fa il nome dell’arcivescovo Fernando Filoni, finissimo diplomatico e Sostituto per gli Affari Generali; in questo caso il problema sarebbe trovare una figura capace di prendere il suo posto ai vertici (è il numero due, assieme all’arcivescovo Dominique Mamberti) della Segreteria di Stato.

Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera

Le nomine del Papa. Versaldi, Bertello, Nosiglia: ecco la terna di nomi per la successione del card. Poletto a Torino. Il ruolo del card. Bertone

Versaldi, Bertello, Nosiglia. Ecco la terna all’interno della quale il Papa sceglierà il nuovo capo della Chiesa torinese. Il "dossier Torino" è sulla scrivania di Benedetto XVI che intende risolvere la questione prima della pausa estiva. Dalla nunziatura apostolica l’istruttoria è arrivata in Vaticano dove Giovanni Battista Re, ministro dei vescovi, ha predisposto per il Papa la lista che La Stampa è in grado di anticipare. I tempi per la designazione sono stretti. Dopo mesi il complesso meccanismo è finalmente arrivato alla fase decisiva. "Nessun ritardo o slittamento della decisione è all’ordine del giorno", precisano al Palazzo Apostolico. Nel passaggio degli incartamenti dalla nunziatura all’apposito dicastero della Santa Sede, nella terna sono affiorate una conferma e una novità. La conferma è che con nella città della Sindone arriverà probabilmente un bertoniano "doc": il Segretario di Stato resta saldamente al comando della Curia romana e i tentativi di ridimensionarne il potere sono falliti uno dopo l’altro. Le voci circolate due mesi fa sui mass media francesi di una "cordata" diplomatica guidata da Sodano e Sandri per avvicendare il porporato piemontese al vertice della piramide vaticana si sono dimostrate infondate e la fiducia del Papa per il suo primo collaboratore "non è mai stata in discussione", assicurano in Vaticano. La novità dell’ultim’ora però, è che il fedelissimo del card. Bertone che verrà promosso a Torino non sarà necessariamente Giuseppe Versaldi, vescovo di Alessandria, ma potrebbe anche essere, a sorpresa, l’ambasciatore vaticano in Italia Giuseppe Bertello, anch’egli molto vicino al Segretario di Stato. Bertello ha condotto in prima persona l’intera fase delle consultazioni e la sua candidatura si è progressivamente rafforzata. All’inizio sembrò "dietro le quinte" il favorito "in pectore", malgrado emergessero pubblicamente altre ipotesi (Forte, Migliore) che in realtà, "non hanno mai avuto reali possibilità perché non gradite a Bertone", assicurano Oltretevere. Adesso la terna, con 2 bertoniani su 3, ufficializza l’impronta del Segretario di Stato sulla sede più importante del Piemonte. Con due precisazioni. La prima è che in Curia il presidente della CEI Bagnasco e il suo predecessore Ruini hanno sponsorizzato Nosiglia, attuale "numero due" dell’episcopato italiano con delega per il Settentrione, anche per cercare di arginare la supremazia di Bertone. La seconda è che Bertello sarebbe per Poletto una soluzione preferibile rispetto a Versaldi. Undici mesi fa Benedetto XVI mise piede per la prima volta nella provincia di Torino, a Romano Canavese, e nel paese natale, assicurò al braccio destro che il suo parere sarebbe stato decisivo anche nell’investitura del successore di Poletto (nella foto con Benedetto XVI). Joseph Ratzinger è uomo di parola e così sta effettivamente avvenendo. La linea-Bertone, quindi, avrà la meglio anche a Torino, dove uscirà di scena il sodaniano Poletto, sia che arrivi Versaldi al quale è stata affidata l’indagine sui Legionari di Cristo e la spiegazione ufficiale su L’Osservatore Romano della linea di rigore di Benedetto XVI contro la "sporcizia" nella Chiesa. Sia che, all’ultimo momento, il defilato ma sempre "in pole position" Bertello prevalga sull’interprete ufficiale della "tolleranza zero" contro gli abusi sessuali del clero. Ed è possibile che il prossimo arcivescovo non divenga subito cardinale al primo concistoro, anche perché Poletto ha meno di 80 anni ed entrerebbe ancora da elettore in un eventuale conclave.

Giacomo Galeazzi, La Stampa