mercoledì 2 giugno 2010

Sarà indagato per complicità in un caso di pedofilia degli anni '60 mons. Zollitsch. La diocesi di Friburgo: accuse prive di fondamento

“L’accusa attuale riguardo a un comportamento condannabile” di mons. Robert Zollitsch (nella foto con Benedetto XVI) “in riferimento al monastero di Birnau è priva di fondamento”: è quanto si legge in un comunicato del portavoce della diocesi di Friburgo. La nota si riferisce ad un caso di abuso sessuale da parte di un padre cistercense presso il monastero, avvenuto negli anni ’60 e di cui la diocesi fu messa al corrente solo alla fine del 2006. In particolare si ribadisce che, nel 1987, l’allora responsabile per il personale della diocesi, mons. Zollitsch, non ha mai saputo né delle accuse degli anni ’60, né di un nuovo incarico del padre in questione. Inoltre, non ha fatto assegnare alcun incarico al padre cistercense. La nota evidenzia che l’abbazia di Birnau è “un’abbazia territoriale” e dunque è completamente indipendente dal vescovo diocesano. E’ l’abate perciò che prende decisioni anche sul personale all’interno del suo territorio di competenza e ciò senza dover informare il vescovo. L’accusa che è stata ora diffusa, avverte il comunicato, “è quindi priva di sostanza, sia per motivi di competenza, sia anche di contenuto”. Si rileva inoltre che oltre alla procura, l’accusa è stata comunicata anche ai giornalisti. Questo comportamento, si legge nella nota, “mostra l’intenzione di provocare l’interesse dei media, attraverso l’accusa sensazionalista di ‘collaborazione all’abuso sessuale’ diretta contro un arcivescovo”. Uno sguardo sui fatti, conosciuti e pubblicati già da mesi - conclude il comunicato - rende invece ovvio il fatto che la diocesi di Friburgo, subito dopo che si è conosciuto il caso d’abuso sessuale avvenuto negli anni 60 presso il monastero di Birnau, ha informato l’Ordine cistercense competente. La procura di Friburgo, confermando le indiscrezioni dell’emittente televisiva Ard e del quotidiano Suedkurirer, ha riferito che mons. Zoellitsch sarà indagato per complicità in casi di abusi sessuali su minori. La decisione di procedere con una indagine preliminare segue una denuncia a carico di Zoellitsch ricevuta dalla Procura di Friburgo. La denuncia, secondo i media tedeschi, sarebbe stata presentata da una presunta vittima che negli anni Sessanta sarebbe stata oggetto di violenze sessuali da parte di un sacerdote nel monastero di Birnau dell’arcivescovato di Friburgo (Baden-Wuerttemberg). Secondo la presunta vittima, ha spiegato il procuratore di Friburgo Wolfgang Maier, l’arcidiocesi di Friburgo era a conoscenza di queste violenze e nonostante questo nel 1987 Zoellitsch, che all’epoca era responsabile del personale dell’arcidiocesi, confermò il posto del sacerdote nella comunità di Birnau, sul Lago di Costanza. Nel caso in cui i reati di pedofilia commessi dal padre cistercense fossero già caduti in prescrizione, verrebbe automaticamente archiviata anche l’indagine nei riguardi di Zollitsch.

Radio Vaticana, Il Secolo XIX.it

Anno Sacerdotale. Saranno 15mila i sacerdoti all'Incontro Internazionale. Nella Messa conclusiva il Papa proclamerà il Curato d'Ars Patrono dei preti

Benedetto XVI proclamerà il prossimo 11 giugno San Giovanni Maria Vianney patrono di tutti i sacerdoti. Lo rende noto la Congregazione per il Clero, che ha diffuso oggi il programma dell'Incontro Internazionale dei sacerdoti a conclusione dell'Anno Sacerdotale, alle quali parteciperanno oltre 15 mila sacerdoti sui 400 mila che operano nei 5 continenti; 9 mila sacerdoti arriveranno da 91 Paesi diversi, gli altri saranno italiani.
Perchè questi appuntamenti? Erano prospettati sin dall’inizio dell’Anno Sacerdotale, indetto da Papa Benedetto XVI con la Lettera del 16 giugno 2009, in occasione del 150° anniversario della morte del Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney. Un Anno “speciale” definito dal Papa “tempo per contribuire a promuovere l’impegno di rinnovamento interiore di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi”. L’invito del Papa a Roma rivolto ai sacerdoti di tutto il mondo è motivato innanzitutto dal desiderio di vivere tre giorni di fraternità, di riflessione e di preghiera in un unico grande “cenacolo sacerdotale”.
L'obiettivo. Le iniziative in programma, come affermato dal card. Hummes, non vorrebbero segnare una “conclusione”, ma un nuovo inizio, una “rinascita spirituale” e una “riscoperta della grandezza del sacramento che configura a Cristo, Sommo Sacerdote”. Questi appuntamenti sono ispirati alle parole di Papa Benedetto XVI che ha invitato tutta la Chiesa “a maggiore radicalità e coerenza” per “offrire al mondo Cristo risorto, affinché ogni situazione di indebolimento e di morte, sia trasformata mediante lo Spirito Santo in occasione di crescita e di vita”.
Proclamazione del Curato d'Ars Patrono dei sacerdoti. Durante la solenne Celebrazione Eucaristica conclusiva dell’Anno Sacerdotale di venerdì 11 giugno, San Giovanni Maria Vianney verrà proclamato dal Papa patrono di tutti i sacerdoti. La sua figura, che ha accompagnato quest’Anno speciale, è infatti di grande attualità per aver vissuto con chiarezza solare l’identità del Sacerdote ed aver esercitato il ministero pastorale in anni particolarmente difficili per la Chiesa, il clima degli anni della Rivoluzione francese. Una vita, quella del Santo Curato, attraversata da molte prove, ma consumata dall’amore di Dio che ha saputo riversare su migliaia di persone attirate ad Ars alla ricerca di perdono e di pace interiore. E’ la testimonianza di una vita che richiama “ai valori essenziali del sacramento dell’ordine in un momento in cui la santità più che mai si mostra con evidenza come l’unica reale possibilità di rinnovamento per la Chiesa e per il mondo” – come ha affermato l’Arcivescovo Piacenza, Segretario della Congregazione per il Clero, in un’intervista a L’Osservatore Romano.
L'adorazione eucaristica. Mercoledì 9 e giovedì 10 giugno nelle Basiliche di San Paolo fuori le Mura e di San Giovanni in Laterano, e a conclusione della Veglia del 10 giugno, viene proposta l’adorazione eucaristica nello spirito della Esortazione Apostolica post-sinodale "Sacramentum Caritatis" (nn. 66-67), che dice: “soltanto nell’adorazione può maturare un’accoglienza profonda e vera, nello ‘stupore per la presenza reale di Gesù’. E proprio in questo atto personale di incontro con il Signore, matura poi anche la missione sociale racchiusa nell’Eucaristia e che vuole rompere le barriere non solo tra il Signore e noi, ma anche e soprattutto le barriere che ci separano gli uni dagli altri”. Alla Veglia in Piazza San Pietro, il momento più solenne sarà proprio quello dell’adorazione eucaristica, per sottolineare che il primo e unico Sacerdote è Gesù da cui deriva ogni ministero nella Chiesa, ogni rinnovamento nella vita personale, ecclesiale e sociale.
Le testimonianze. Durante la Veglia sono vari i collegamenti televisivi: con Ars, dalle favelas di Buenos Aires, dal Cenacolo a Gerusalemme dove Gesù istituì l’Eucarestia, da Hollywood. In questa fase in piazza, si alterneranno alcune significative testimonianze.
La partecipazione delle religiose e dei laici. In questa fase conclusiva dell’Anno Sacerdotale, che vedrà la partecipazione non solo di sacerdoti, seminaristi e diaconi, ma anche di religiose e laici, si vuol mostrare il volto della comunione che lega tutte le componenti della Chiesa e rende ognuno “corresponsabile” della vitalità dell’intero corpo ecclesiale. Alla Veglia prenderà la parola anche una coppia tedesca con 6 figli. Testimonierà come la famiglia sia chiamata a favorire e sviluppare nei figli il progetto di Dio su ciascuno, essendo così semenzaio di tutte le vocazioni: al sacerdozio, alla vita consacrata e al matrimonio. Una monaca di clausura metterà in luce il valore della maternità spirituale, che scaturisce da una vita di preghiera e offerta quotidiana.
Le iniziative dei movimenti e altri organismi ecclesiali. Il contributo dei movimenti e di altri organismi ecclesiali sono una risposta all’invito rivolto ai sacerdoti dal Papa al momento stesso dell’indizione dell’Anno Sacerdotale “a saper cogliere la nuova primavera che lo Spirito sta suscitando ai nostri giorni nella Chiesa, non per ultimo attraverso i Movimenti ecclesiali e le nuove comunità”. E a scoprirne i carismi: “doni che spingono non pochi a una vita spirituale più elevata” e che “possono giovare non solo per i fedeli laici, ma per gli stessi ministri”, e imprimere così “un valido impulso per un rinnovato impegno della Chiesa nell’annuncio e nella testimonianza del Vangelo della speranza e della carità in ogni angolo del mondo”.
Musica e arte. La Veglia in piazza san Pietro sarà accompagnata dal Coro interuniversitario di Roma, insieme ai Cori di alcuni Conservatori e Università italiane, all’Orchestra sinfonica della provincia di Bari e all’Orchestra del Conservatorio della medesima città, per un complesso di più di 600 giovani musicisti. L’appuntamento del pomeriggio del 9 giugno nell’Aula Paolo VI sarà animato da coreografie e dal complesso musicale femminile Gen Verde, sullo sfondo di una significativa scenografia.
Dirette satellitari e internet. La Veglia in Piazza San Pietro di giovedì 10 giugno sarà ripresa da Rai Uno e trasmessa in ampia sintesi nel corso di “A sua Immagine” nel pomeriggio di sabato 12 giugno. La diretta, trasmessa anche da Tv2000, verrà diramata tramite Telepace via satellite in vari Paesi. In diretta satellitare e internet anche il programma che si svolgerà nell’Aula Paolo VI nel pomeriggio del 9 giugno.

Organizzazione tecnico-logistica. All’Opera Romana Pellegrinaggi, dipendente del Cardinale Vicario per la Diocesi di Roma, è stata affidata l’organizzazione tecnico-logistica di questa tre giorni a conclusione dell’Anno Sacerdotale. Durante queste giornate di preghiera, di riflessione e di fraternità, l’Opera Romana Pellegrinaggi proporrà anche alcune esperienze di pellegrinaggio a Roma e all’estero a tutti coloro che prenderanno parte a questo grande evento. Tra essi alcuni hanno già chiesto di usufruire delle proposte di “Roma Cristiana” ed altri hanno invece chiesto di proseguire la “tre giorni” romana con un pellegrinaggio in luoghi sacri come Terra Santa, a Lourdes, ad Assisi e a San Giovanni Rotondo.

Agi, Annus Sacerdotalis.org


Il Papa a Cipro. Benedetto XVI: pregate affinchè ci siano frutti spirituali per i cristiani del Medio Oriente. Lo sfondo politico del viaggio

Il Papa ha chiesto preghiere per il suo imminente viaggio a Cipro che inizierà venerdì. Al termine dell'Udienza generale in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha invitato i fedeli ad "accompagnare con la preghiera" il viaggio nell'Isola "affinché sia ricco di frutti spirituali per le care comunità cristiane del Medio Oriente". Il Papa giunge a Cipro sullo sfondo delle tensioni israelo-palestinesi ravvivate dal sanguinoso blitz israeliano contro la 'flottiglia' turca diretta alla Striscia di Gaza. Sono vari i momenti del viaggio nei quali Benedetto XVI potrebbe affrontare la questione mediorientale, a partire dal colloquio con i giornalisti sull'aereo da Roma a Paphos e dal discorso che rivolgerà nel secondo giorno alle autorità civili e ai membri del corpo diplomatico. Benedetto XVI è il primo Pontefice a recarsi a Cipro. Nemmeno Giovanni Paolo II, il Papa che più volte ha fatto il giro del mondo, era riuscito a fare tappa nell'Isola. Le tensioni politiche della regione fanno anche da sfondo all''Instrumentum laboris', il documento di base per il Sinodo sul Medio oriente che il Papa consegnerà ai vescovi mediorientali nell'ultimo giorno del viaggio. La riunione si terrà a ottobre in Vaticano e permetterà ai vescovi di tutti i Paesi dell'area (Egitto e penisola del Sinai, Eritrea ed Etiopia del Nord, Albania meridionale, Bulgaria, Cipro, Grecia, Iran, Iraq, Libano, Palestina, Israele, Siria, Giordania, Turchia) di affrontare le varie questioni di attualità. La prima preoccupazione è la persecuzione delle minoranze cristiane in questi paesi a maggioranza musulmana. Un elemento che inquieta la comunità ebraica internazionale. Il Comitato ebraico internazionale per le consultazioni interreligiose, ricevuto a marzo in Vaticano, ha espresso al Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, le proprie preoccupazioni per il testo dei 'Lineamenta', il documento preparatorio. "E' comprensibile una certa cautela da parte della Chiesa cattolica, perché si tratta di minoranze cristiane che rischiano con la propria vita", ha avuto a spiegare Lisa Palmieri-Billig, rappresentante dell'American Jewish Committee presso l'Italia e la Santa Sede. "Ma questo non deve trasformarsi in un documento dove si punta il dito contro Israele come causa di tutto, perché non corrisponde alla verità". Durante la trasferta cipriota, inoltre, il Papa non potrà non fare riferimento, nei suoi discorsi, ai rapporti con la Turchia. Cipro è divisa in due da quando, nel 1974, l'esercito turco ha occupato la parte settentrionale dell'isola e vi ha installato un governo non riconosciuto dalla comunità internazionale a parte Ankara. Fonte di attriti diplomatici bilaterali per anni, la questione è ora divenuta uno dei principali impedimenti per l'ingresso della Turchia in quell'Unione europea di cui Cipro fa parte dal 2004. Se da cardinale aveva bocciato con nettezza l'ipotesi della Turchia nell'Ue, durante il viaggio in Turchia nel 2006 il Papa sembrò possibilista. Così, almeno, il premier turco Recep Tayyip Erdogan interpretò le parole pronunciate dal Papa in un colloquio privato. "Non è compito del Papa prendere posizioni di carattere politico, ma invitare a rapporti di dialogo e comprensione sulla cui base si possono anche prendere decisioni politiche", si è limitato a puntualizzare oggi Lombardi rispondendo ad una domanda sulla posizione della Santa Sede in merito. Il Papa, ad ogni modo, non si recherà nella parte nord dell'isola, né, ha precisato Lombardi, risulta al momento vi ci si rechi qualcuno del suo entourage.

Apcom

Telegramma di cordoglio del Papa per le vittime della tempesta tropicale in Guatemala: dalla comunità internazionale un'assistenza efficace al Paese

Con un telegramma firmato dal Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, Papa Benedetto XVI ha espresso oggi il suo profondo dolore per le oltre 150 vittime provocate in Guatemala dalla tempesta tropicale 'Agatha'. Nel messaggio, inviato a mons. Paul Richard Gallagher, nunzio apostolico nel Paese, il Pontefice si dice ''profondamente rattristato nell'apprendere dei disastri naturali che hanno colpito quell'amata nazione, producendo vittime, feriti e numerosi danni materiali, e lasciando senza casa molte famiglie'', e lancia un appello alla comunità internazionale e a tutti gli uomini di buona volontà perchè ''mossi dalla solidarietà fraterna, forniscano un'assistenza efficace a questo Paese perchè superi questi momenti difficili''. Il Pontificio Consiglio "Cor Unum", inoltre, come segno del concreto amore del Papa per i guatemaltechi, invierà presto aiuti alla popolazione del piccolo Paese centroamericano.

Asca, Radio Vaticana

Appello di Benedetto XVI per la Striscia di Gaza: la violenza non risolve le controversie. Cercare incessantemente soluzioni giuste tramite il dialogo

''Con profonda trepidazione seguo le tragiche vicende avenute in prossimità della Striscia di Gaza'': lo ha detto Papa Benedetto XVI, in un appello lanciato al termine dell'Udienza generale in Piazza San Pietro, dopo l'attacco israeliano contro la flottiglia pacifista che voleva portare aiuti agli abitanti della Striscia di Gaza. ''Sento il bisogno - ha detto il Pontefice - di esprimere il mio sentito cordoglio per le vittime di questi dolorosissimi eventi, che preoccupano quanti hanno a cuore la pace nella regione''. ''Ancora una volta - ha detto il Pontefice - ripeto con animo accorato che la violenza non risolve le controversie, ma ne accresce le drammatiche conseguenze e genera altra violenza. Faccio appello a quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e internazionale affinchè ricerchino incessantemente soluzioni giuste attraverso il dialogo, in modo da garantire alle popolazioni dell'area migliori condizioni di vita, in concordia e serenità''. ''Vi invito - ha quindi concluso - ad unirvi a me nella preghiera per le vittime, per i loro familiari e per quanti soffrono. Il Signore sostenga gli sforzi di coloro che non si stancano di operare per la riconciliazione e la pace''.

Asca

Il Papa: Tommaso d'Aquino mostrò la naturale armonia tra fede e ragione. Una grazia quando i teologi sanno parlare ai fedeli con semplicità e fervore

All’Udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro, il Papa ha ripreso le catechesi sui grandi teologi del periodo medioevale presentando la vita di un Santo teologo che la Chiesa chiama il Doctor communis: San Tommaso d’Aquino. Giovanni Paolo II, ha ricordato, nella sua Enciclica "Fides et ratio" ha sottolineato che San Tommaso “è sempre stato proposto dalla Chiesa come maestro di pensiero e modello del retto modo di fare teologia”. “Non sorprende – ha rilevato - che, dopo Sant’Agostino, tra gli scrittori ecclesiastici menzionati nel Catechismo della Chiesa Cattolica, San Tommaso venga citato più di ogni altro, per ben sessantuno volte! Egli è stato chiamato anche il Doctor Angelicus, forse per le sue virtù, in particolare la sublimità del pensiero e la purezza della vita”. Dopo aver ricordato che Tommaso nacque tra il 1224 e il 1225 nel castello che la sua famiglia, nobile e facoltosa, possedeva a Roccasecca, nei pressi di Aquino, vicino alla celebre abbazia di Montecassino, dove fu inviato dai genitori per ricevere i primi elementi della sua istruzione, ha sottolineato come qualche anno dopo si trasferì nella capitale del Regno di Sicilia, Napoli, dove Federico II aveva fondato una prestigiosa Università. Qui, ha proseguito il Papa, “veniva insegnato, senza le limitazioni vigenti altrove, il pensiero del filosofo greco Aristotele, al quale il giovane Tommaso venne introdotto, e di cui intuì subito il grande valore. Ma soprattutto, in quegli anni trascorsi a Napoli, nacque la sua vocazione domenicana. Tommaso fu infatti attratto dall’ideale dell’Ordine fondato non molti anni prima da san Domenico. Tuttavia, quando rivestì l’abito domenicano, la sua famiglia si oppose a questa scelta, ed egli fu costretto a lasciare il convento e a trascorrere qualche tempo in famiglia”. Il Papa ha quindi ricordato che nel 1245, “ormai maggiorenne, poté riprendere il suo cammino di risposta alla chiamata di Dio. Fu inviato a Parigi per studiare teologia sotto la guida di un altro Santo, Alberto Magno”. I due “strinsero una vera e profonda amicizia e impararono a stimarsi e a volersi bene, al punto che Alberto volle che il suo discepolo lo seguisse anche a Colonia, dove egli era stato inviato dai Superiori dell’Ordine a fondare uno studio teologico. Tommaso prese allora contatto con tutte le opere di Aristotele e dei suoi commentatori arabi, che Alberto illustrava e spiegava. In quel periodo – ha proseguito Benedetto XVI - la cultura del mondo latino era stata profondamente stimolata dall’incontro con le opere di Aristotele, che erano rimaste ignote per molto tempo. Si trattava di scritti sulla natura della conoscenza, sulle scienze naturali, sulla metafisica, sull’anima e sull’etica, ricchi di informazioni e di intuizioni che apparivano valide e convincenti”. Il Papa ha rilevato come “alcuni accolsero con entusiasmo acritico questo enorme bagaglio del sapere antico, che sembrava poter rinnovare vantaggiosamente la cultura”. Altri, invece temevano che il pensiero pagano di Aristotele “fosse in opposizione alla fede cristiana, e si rifiutavano di studiarlo” a ciò condotti “anche dalla presentazione che di Aristotele era stata fatta dai commentatori arabi Avicenna e Averroè”. Questi avevano insegnato che “gli uomini non dispongono di un’intelligenza personale, ma che vi è un unico intelletto universale”, una sostanza spirituale comune a tutti. “Un altro punto discutibile veicolato dai commentatori arabi – ha aggiunto - era quello secondo il quale il mondo è eterno come Dio”. Queste tesi scatenarono grandi dispute nel mondo universitario e in quello ecclesiastico mentre la filosofia aristotelica si andava diffondendo addirittura tra la gente semplice. Il Papa ha ricordato che “Tommaso d’Aquino, alla scuola di Alberto Magno, svolse un’operazione di fondamentale importanza per la storia della filosofia e della teologia” studiando a fondo Aristotele e i suoi interpreti, procurandosi nuove traduzioni latine dei testi originali in greco; commentò gran parte delle opere aristoteliche, “distinguendovi ciò che era valido da ciò che era dubbio o da rifiutare del tutto, mostrando la consonanza con i dati della Rivelazione cristiana e utilizzando largamente e acutamente il pensiero aristotelico nell’esposizione degli scritti teologici che compose. In definitiva – ha spiegato - Tommaso d’Aquino mostrò che tra fede cristiana e ragione sussiste una naturale armonia”. Nella elaborazione delle sue opere, ha proseguito, “tra cui eccelle la Summa Theologiae”, Tommaso era coadiuvato da alcuni segretari, tra i quali il confratello Reginaldo di Piperno, che lo seguì fedelmente e al quale fu legato da fraterna e sincera amicizia, caratterizzata da una grande confidenza e fiducia. “È questa una caratteristica dei Santi: coltivano l’amicizia, perché essa è una delle manifestazioni più nobili del cuore umano e ha in sé qualche cosa di divino”. Benedetto XVI ha poi ricordato che Papa Urbano IV, che nutriva per lui una grande stima, gli commissionò la composizione dei testi liturgici per la festa del Corpus Domini, istituita in seguito al miracolo eucaristico di Bolsena. “Tommaso ebbe un’anima squisitamente eucaristica. I bellissimi inni che la liturgia della Chiesa canta per celebrare il mistero della presenza reale del Corpo e del Sangue del Signore nell’Eucaristia sono attribuiti alla sua fede e alla sua sapienza teologica”. Il Papa ha poi sottolineato come alle lezioni di Tommaso all’università di Parigi partecipavano con entusiasmo tanti studenti. Ma oltre che allo studio e all’insegnamento, ha notato, Tommaso si dedicò anche alla predicazione al popolo, che volentieri andava ad ascoltarlo. “È veramente una grande grazia – ha aggiunto - quando i teologi sanno parlare con semplicità e fervore ai fedeli. Il ministero della predicazione, d’altra parte, aiuta gli stessi studiosi di teologia a un sano realismo pastorale, e arricchisce di vivaci stimoli la loro ricerca”. Gli ultimi mesi della vita terrena di Tommaso, ha osservato, restano circondati da un’atmosfera particolare. Nel dicembre del 1273 “chiamò il suo amico e segretario Reginaldo per comunicargli la decisione di interrompere ogni lavoro, perché, durante la celebrazione della Messa, aveva compreso, in seguito a una rivelazione soprannaturale, che quanto aveva scritto fino ad allora era solo ‘un mucchio di paglia’. È un episodio misterioso, che ci aiuta a comprendere non solo l’umiltà personale di Tommaso, ma anche il fatto che tutto ciò che riusciamo a pensare e a dire sulla fede, per quanto elevato e puro, è infinitamente superato dalla grandezza e dalla bellezza di Dio, che ci sarà rivelata in pienezza nel Paradiso”. Qualche mese dopo, sempre più assorto in una pensosa meditazione, Tommaso morì mentre era in viaggio verso Lione, dove si stava recando per prendere parte al Concilio Ecumenico indetto dal Papa Gregorio X. Si spense nell’Abbazia cistercense di Fossanova, dopo aver ricevuto il Viatico con sentimenti di grande pietà. “La vita e l’insegnamento di San Tommaso d’Aquino – ha concluso il Papa – si potrebbero riassumere in un episodio tramandato dagli antichi biografi. Mentre il Santo, come suo solito, era in preghiera davanti al Crocifisso, al mattino presto nella Cappella di San Nicola, a Napoli, Domenico da Caserta, il sacrestano della chiesa, sentì svolgersi un dialogo. Tommaso chiedeva, preoccupato, se quanto aveva scritto sui misteri della fede cristiana era giusto”. E il Crocifisso rispose: “Tu hai parlato bene di me, Tommaso. Quale sarà la tua ricompensa?”. E la risposta che Tommaso diede è quella che anche noi, amici e discepoli di Gesù, vorremmo sempre dirgli: “Nient’altro che Te, Signore!”. Mentre era in corso l'Udienza generale, le Frecce Tricolori hanno sorvolato anche Piazza San Pietro, lasciando alle loro spalle la tradizionale scia verde, bianca e rossa. Il Pontefice, brevemente interrotto dal rombo degli aerei, ha alzato gli occhi al cielo e ha sorriso al passaggio delle Frecce.

Radio Vaticana, Asca

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa