mercoledì 12 maggio 2010

Il Rosario con le fiaccole. Il Papa: la luce ricevuta da Gesù brilli dove quella della fede rischia di spegnersi. Non abbiate paura di parlare di Dio

Un mare di luce intorno ad una semplice cappelletta: il Rosario recitato sulla Spianata del Santuario di Fatima che i pellegrini percorrono in ginocchio nella fredda notte portoghese sono le luci delle fiaccole e delle candele che scaldano i cuori di più di 200mila pellegrini che pregano con il Papa. E’la luce di Maria che guida la preghiera nella notte.
“Non abbiate paura di parlare di Dio e di manifestare senza vergogna i segni della fede, facendo risplendere agli occhi dei vostri contemporanei la luce di Cristo”. “Nel nostro tempo, in cui la fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata, la priorità al di sopra di tutte è rendere Dio presente in questo mondo ed aprire agli uomini l’accesso a Dio”, ha ribadito Benedetto XVI, soffermandosi su quella che è da sempre la “cifra” del suo pontificato. Tracciando un parallelo tra il “mare di luce” formato dalla folla radunata intorno alla “semplice cappella” eretta in onore della Madonna e il “mistero” del roveto ardente, il Santo Padre ha fatto notare che "sia Maria che noi stessi non godiamo di luce propria: la riceviamo da Gesù”. “La presenza di Lui in noi rinnova il mistero e il richiamo del roveto ardente, quello che un tempo sul monte Sinai ha attirato Mosè e non smette di affascinare quanti si rendono conto di una luce speciale in noi che arde però senza consumarci”.
“La terra è donata perché ci sia un luogo dell’obbedienza, affinché ci sia uno spazio aperto a Dio”, ha detto il Pontefice spiegando il senso della “lotta per la liberazione d’Israele” durante l’esodo dall’Egitto, in cui appare evidente “il diritto alla libertà di adorazione, alla libertà di un culto proprio”. "In questo luogo stupisce osservare come tre bambini si sono arresi alla forza interiore che li ha invasi nelle apparizioni dell’Angelo e della Madre del Cielo". Benedetto XVI ha invitato i fedeli alla recita del rosario, che “ci consente di fissare il nostro sguardo e il nostro cuore in Gesù, come faceva sua Madre, modello insuperabile della contemplazione del Figlio”. “Sento che mi accompagnano la devozione e l’affetto dei fedeli qui convenuti e del mondo intero”, le parole del Papa ai piedi della Madonna di Fatima. “Porto con me le preoccupazioni e le attese di questo nostro tempo e le sofferenze dell’umanità ferita, i problemi del mondo”.
La riflessione con la quale il Papa ha introdotto la preghiera del Rosario porta lo sguardo e il cuore in Gesù e così “contempliamo l’intima partecipazione di Maria a questo mistero e la nostra vita in Cristo oggi, che pure si presenta tessuta di momenti di gioia e di dolore, di ombre e di luce, di trepidazione e di speranza. La grazia invade il nostro cuore suscitando il desiderio di un incisivo ed evangelico cambiamento di vita”. Poi la preghiera finale alla Madonna: “Vergine Madre di Dio e nostra Madre carissima, intercedi per noi presso il tuo Figlio perché tutte le famiglie dei popoli, sia quelle che si distinguono con il nome cristiano, sia quelle che ignorano ancora il loro Salvatore, vivano in pace e concordia fino a ricongiungersi in un solo popolo di Dio a gloria della Santissima e indivisibile Trinità”.
Dopo la riflessione al Papa è stato donato il primo rosario ufficiale del Santuario con i grani azzurri, ed è iniziata la recita del Santo Rosario in più lingue intervallata dai canti e dalle riflessioni, che Benedetto XVI ha guidato in ginocchio. Terminata la recita del Rosario, salutato da migliaia di fiaccole, il Papa è rientrato nella casa che lo accoglie dall’altro lato della spiana, Nossa Senhora do Carmo. I fedeli poi si sono trattenuti nella spianata per la Messa della Veglia celebrata dal card. Tarcisio Bertone.

Korazym.org, SIR

L'affidamento del Papa al Cuore di Maria: vogliamo essere pastori che non pascolano se stessi ma si donano a Dio per i fratelli trovando la felicità

E’ la solenne celebrazione dei Vespri nella Chiesa della Santissima Trinità di Fatima l’occasione in cui il Papa si rivolge alla Vergine per l’atto di affidamento e di consacrazione dei sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria. “In questo luogo di grazia, convocati dall'amore del Figlio tuo Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote, noi, figli nel Figlio e suoi sacerdoti, ci consacriamo al tuo Cuore materno, per compiere con fedeltà la Volontà del Padre”, ha detto il Papa nella preghiera alla Vergine. Ed ha aggiunto: “Sposa dello Spirito Santo, ottienici l'inestimabile dono della trasformazione in Cristo". “Possa la Chiesa essere rinnovata da santi sacerdoti, trasfigurati dalla grazia di Colui che fa nuove tutte le cose”. “Siamo consapevoli che, senza Gesù, non possiamo fare nulla di buono – ha detto Benedetto XVI - e che, solo per Lui, con Lui ed in Lui, saremo per il mondo strumenti di salvezza”. "Aiutaci, con la tua potente intercessione, a non venir mai meno a questa sublime vocazione, a non cedere ai nostri egoismi, alle lusinghe del mondo ed alle suggestioni del Maligno”. “Vogliamo essere pastori che non pascolano se stessi, ma si donano a Dio per i fratelli, trovando in questo la loro felicità. Non solo a parole, ma con la vita”, le parole del Santo Padre: “Guidati da te, vogliamo essere Apostoli della Divina Misericordia, lieti di celebrare ogni giorno il Santo Sacrificio dell'Altare e di offrire a quanti ce lo chiedono il sacramento della Riconciliazione”. “Con questo atto di affidamento e di consacrazione – l’impegno assunto da Benedetto XVI a nome di tutti i sacerdoti - vogliamo accoglierti in modo più profondo e radicale, per sempre e totalmente, nella nostra esistenza umana e sacerdotale”. “Preservaci con la tua purezza - ha continuato -, custodiscici con la tua umiltà, e avvolgici col tuo amore materno, che si riflette in tante anime a te consacrate diventate per noi autentiche madri spirituali”. “Madre nostra da sempre, non ti stancare di ‘visitarci’, di consolarci, di sostenerci”, ha detto ancora, “la tua presenza faccia rifiorire il deserto delle nostre solitudini e brillare il sole sulle nostre oscurità, faccia tornare la calma dopo la tempesta, affinché ogni uomo veda la salvezza del Signore, che ha il nome e il volto di Gesù, riflesso nei nostri cuori, per sempre uniti al tuo!”.

Korazym.org, SIR

I Vespri a Fatima. Il Papa: dai cristiani, specialmente dai consacrati, lealtà alla vocazione e amore coerente, vero e profondo a Cristo Sacerdote

Al termine della preghiera nella Cappellina delle Apparizioni, Benedetto XVI si è recato in Papamobile nell'adiaciente Chiesa della Santissima Trinità di Fatima, consacrata nel 2007, per presiedere la celebrazione dei Vespri con i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, i seminaristi e i laici impegnati nei movimenti ecclesiali. Dopo il saluto di mons. António Francisco dos Santos, vescovo di Aveiro e Presidente della Commissione episcopale per il Clero, e prima del canto della preghiera serale, è stato esposto il Santissimo Sacramento sull'altare, che ha accompagnato l'intera celebrazione.
“La principale preoccupazione di ogni cristiano, specialmente della persona consacrata e del ministro dell’altare, dev’essere la fedeltà, la lealtà alla propria vocazione, come discepolo che vuole seguire il Signore”. “La fedeltà nel tempo – le parole di Benedetto XVI, che ha esordito con un “grazie per la vostra testimonianza spesso silenziosa e per niente facile, per la vostra fedeltà al Vangelo e alla Chiesa” – è il nome dell’amore; di un amore coerente, vero e profondo a Cristo sacerdote”. “Sarebbe un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all’insegna di un’etica minimalista e di una religiosità superficiale”, ha affermato il Pontefice citando la “Novo millennio ineunte” di Giovanni Paolo II, e nell’Anno Sacerdotale che volge al termine ha esortato i preti a vivere la “gioia della consacrazione” e a testimoniare la “fedeltà sacerdotale fondata sulla fedeltà di Cristo”, attraverso “una vera intimità con Cristo nella preghiera”.
In un mondo in cui “molti dei nostri fratelli vivono come se non ci fosse un Aldilà, senza preoccuparsi della propria salvezza eterna”, per il Papa è “grande il bisogno” della “testimonianza” delle persone consacrate, perché “gli uomini sono chiamati ad aderire alla conoscenza e all’amore di Dio, e la Chiesa ha la missione di aiutarli in questa vocazione”. Di qui la necessità della “solidarietà profonda fra tutti i membri del Corpo di Cristo”. “La fedeltà alla propria vocazione – ha spiegato infatti il Santo Padre - esige coraggio e fiducia”, ma anche la capacità di “unire le vostre forze; siate solleciti gli uni verso gli altri, sostenendovi fraternamente”. Non solo attraverso “i momenti di preghiera e di studio in comune, la condivisione delle esigenze della vita e del lavoro sacerdotale”, ma anche sapendo “aiutarvi a vicenda per mezzo della preghiera e con utili consigli e discernimenti”. Soprattutto, Benedetto XVI ha invitato i preti a riservare “particolare attenzione alle situazioni di un certo indebolimento degli ideali sacerdotali oppure al fatto di dedicarsi ad attività che non si accordano integralmente con ciò che è proprio di un ministro di Gesù Cristo”. Per il Papa “è il momento di assumere, insieme con il calore della fraternità, il fermo atteggiamento del fratello che aiuta il proprio fratello a restare in piedi”.
Ai sacerdoti Benedetto XVI ha inoltre raccomandato “l’ansia di suscitare – assecondando la grazia dello Spirito Santo – nuove vocazioni sacerdotali tra i fedeli”, tramite “la preghiera fiduciosa e perseverante, l’amore gioioso alla propria vocazione e un dedicato lavoro di direzione spirituale”, in modo da “discernere il carisma vocazionale in coloro che sono chiamati da Dio”. Non sono mancate speciali parole rivolte ai seminaristi: “Verificate bene le intenzioni e le motivazioni; dedicatevi con animo forte e spirito generoso alla vostra formazione”, l’esortazione del Papa, che ha chiesto inoltre ai futuri sacerdoti di fare dell’Eucaristia, “centro della vita del cristiano e scuola di umiltà e di servizio, l’oggetto principale del vostro amore”. In questo “cammino di fedeltà”, Benedetto XVI ha esortato infine sacerdoti e diaconi, consacrati e consacrate, seminaristi e “laici impegnati”, seguendo l’esempio di Maria, ad essere “liberi per essere santi; liberi per essere poveri, casti e obbedienti; liberi per tutti, perché staccati da tutto; liberi da noi stessi affinché in ognuno cresca Cristo, il vero consacrato del Padre e il Pastore al quale i sacerdoti prestano la voce e i gesti, essendo sua presenza; liberi per portare all’odierna società Gesù morto e risorto, che rimane con noi sino alla fine dei secoli e a tutti si dona nella Santissima Eucaristia”.

SIR

L'arrivo a Fatima. La preghiera del Papa a Maria: come un figlio ti presento gioie, speranze, problemi e sofferenze di tutti con cui sei coronata

L'elicottero con a bordo il Papa è atterrato allo stadio municipale di Fatima, proveniente da Lisbona, alle 18.15 ora italiana. Poco prima di atterrare il velivolo ha sorvolato la Cova da Iria, fra le due Basiliche di Fatima, salutato dalle grida di gioia delle migliaia di fedeli già presenti. Le campane del santuario di Fatima e quelle di tutte le chiese della diocesi hanno suonato a distesa per salutare l'arrivo del Papa. Ai piedi dell'elicottero il Papa ha posato con l'equipaggio militare che lo ha accompaagnato e ha poi salutato le autorità locali che lo attendevano. Salito sulla "Papamobile" sta ora percorrendo i circa 5 knm che sperano l'aeroporto dal Santuario. Come a Lisbona, ai bordi delle strade attraversate dal corteo, c'è una fila ininterrotta di fedeli. Arrivato al Santuariosi è raccolto subito nella 'Capelinhà', la piccola cappella eretta nel luogo dove la Madonna apparve per la prima volta ai pastorelli il 13 maggio 1917. E’ qui che si compie il gesto più atteso di questo secondo giorno del viaggio apostolico in Portogallo.
Benedetto XVI ha recitato una preghiera a Maria, inginocchiato di fronte alla effige della Vergine apparsa ai pastorelli Giacinta e Francesco “che ci accompagnano in quest’ora di supplica e di giubilo”, circondato da una corona di ragazzi e da tanti fedeli che accompagnano il Papa nella preghiera. E’ accorata la preghiera del Papa, che molto spesso, si ferma a pregare in silenzio, anche ad occhi chiusi. "Il venerabile Papa Giovanni Paolo II, che ti ha visitato per tre volte, qui a Fatima, e ha ringraziato quella 'mano invisibile' che lo ha liberato dalla morte nell'attentato del tredici maggio, in Piazza San Pietro, quasi trenta anni fa, ha voluto offrire al Santuario di Fatima un proiettile che lo ha ferito gravemente e fu posto nella tua corona di Regina della Pace", ha detto Benedetto XVI rivolgendosi alla Vergine in una preghiera nella cappellina delle apparizioni.
"E' di profonda consolazione - ha poi proseguito Papa Ratzinger - sapere che tu sei coronata non soltanto con l'argento e l'oro delle nostre gioie e speranze, ma anche con il 'proiettile' delle nostre preoccupazioni e sofferenze". "Signora nostra e madre di tutti gli uomini e le donne - ha detto il Papa - eccomi come un figlio che viene a visitare sua Madre e lo fa in compagnia di una moltitudine di fratelli e sorelle. Come successore di Pietro, a cui fu affidata la missione di presiedere al servizio della carità nella Chiesa di Cristo e di confermare tutti nella fede e nella speranza, voglio presentare al tuo cuore immacolato le gioie e le speranze nonché i problemi e le sofferenze di ognuno di questi tuoi figli e figlie che si trovano nella Cova di Iria oppure ci accompagnano da lontano", ha detto Benedetto XVI, che ha ringraziato "tutti coloro che, ogni giorno, pregano per il Successore di Pietro e per le sue intenzioni affinché il Papa sia forte nella fede, audace nella speranza e zelante nell'amore". L’omaggio di Benedetto XVI è la Rosa d’oro, come “gratitudine del Papa per le meraviglie che l’Onnipotente ha compiuto per mezzo di te nei cuori di tanti che vengono pellegrini a questa tua casa materna”. La rosa, completamente dorata, ha inserito al centro un cuore e intrecciato un rosario in oro e madreperla, entrambi tipici simboli della Madonna di Fatima. Il vaso di colore argento finemente cesellato ha al centro lo Stemma del Santo Padre e la data del dono.

Agi, Apcom, Korazym.org


Il congedo dalla Nunziatura e il saluto a Lisbona. La capitale portoghese accompagna il Papa che in elicottero sorvola la statua di Cristo Re

Ultimo bagno di folla a Lisbona per Benedetto XVI che è stato salutato da una grande folla al momento del congedo dalla Nunziatura Apostolica, sua residenza in questa prima parte del viaggio apostolico in Portogallo. Il Papa si è prima affacciato dal balcone per ringraziare e benedire i presenti, che hanno risposto con incontenibile entusiasmo. Poi, nuovamente accolto da applausi e cori affettuosi, è sceso in strada dove ha stretto la mano ai dipendenti della Nunziatura prima di salire sulla Papamobile che lo ha condotto all'aeroporto Portela, dove lo ha atteso un elicottero militare con il quale volerà fino a Fatima. Lungo le strade del centro lo salutano ancora migliaia di fedeli da ore in attesa di vederlo passare. La popolazione di Lisbona si è confermata straordinariamente legata al Pontefice: praticamente per tutti i sei km che separano il centro città dall'aeroporto la "Papamobile" è passata tra due ali di folla. Sono impressionanti le immagini riprese dall'alto da un elicottero dell'emittente televisiva RTP, che hanno documentato la presenza di decine di migliaia di persone lungo il percorso. Benedetto XVI ha voluto sorvolare in elicottero la statua di Cristo Re che domina Lisbona da 50 anni, costruita sul modello di quella più nota di Rio de Janeiro. Il Santuario di Cristo Rei de Almada, dove sorge la grande statua, è nel territorio della diocesi limitrofa di Setubal e una grande folla si era radunata nello spiazzo esterno alla chiesa per per salutare il passaggio dell'elicottero militare diretto a Fatima. Sulla base della statua era stato issato uno striscione con la foto del Papa e la scritta a caratteri cubitali "Obrigado", "Grazie".

Agi

Questo pomeriggio il Papa a Fatima. Ad accoglierlo i bambini e i giovani della parrocchia dei tre pastorelli. Consacrerà i sacerdoti al Cuore di Maria

Su invito del Santuario di Fatima (foto), i bambini e i giovani che frequentano la catechesi nella parrocchia locale, di cui sono originari i pastorelli veggenti Lucia, Francesco e Giacinta, si stanno preparando ad accogliere Benedetto XVI, oggi pomeriggio. “Sono passati dieci anni da quando Giovanni Paolo II è venuto a visitarci e ha dichiarato Beati i nostri cari Francesco e Giacinta Marto, di Aljustrel”, afferma don Rui Marto, parroco di Fatima. L’organizzazione dell’accoglienza del Papa è complessa ed è a carico della parrocchia di Fatima, in stretta collaborazione col Santuario. Coinvolge sacerdoti, catechisti e adolescenti. In questa cerimonia di accoglienza, di benvenuto e di ringraziamento a Benedetto XVI a Fatima, i bambini saranno accompagnati oltre che dai loro catechisti anche da un medico. A Fatima, dove arriverà in elicottero nel tardo pomeriggio, Benedetto XVI visiterà la cappellina delle apparizioni e celebrerà i Vespri con il clero ed i religiosi; al termine compirà un atto di affidamento e consacrazione dei sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria. In serata benedirà le fiaccole nella spianata del Santuario e reciterà il Rosario. Domani, 13 maggio, presiederà la celebrazione del mattino, salutando al termine gli ammalati e i pellegrini convenuti per l'anniversario della prima apparizione. Nel pomeriggio incontrerà prima gli operatori della Pastorale Sociale e successivamente i vescovi del Portogallo. La mattina del 14 partenza da Fatima, in elicottero, in direzione di Porto, ultima tappa del viaggio in Portogallo.

SIR

L'incontro del Papa con il primo ministro portoghese. Nel colloquio il contributo della Chiesa nella vita sociale ed educativa del Paese

Il Papa, dopo l'incontro col mondo della cultura, ha avuto un colloquio nella Nunziatura apostolica com il primo ministro del Portogallo José Socrates (foto). Si è trattato un incontro di cortesia, durato mezz'ora; il dialogo è stato cordiale. Da parte vaticana, con il Papa, erano presenti il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il sostituto della Segreteria di Stato mons. Fernando Filoni ed il nunzio apostolico in Portogallo mons. Rino Passigato. Hanno accompagnato il premier Socrates il ministro degli Esteri Luis Amado, il ministro della Repubblica e l'ambasciatore presso la Santa Sede Rochas de Paris. Tra gli argomenti al centro dei colloqui, il grande contributo della Chiesa in campo sociale ed educativo nella vita portoghese, i buoni rapporti Stato-Chiesa, il dialogo con la Conferenza Episcopale portoghese. E’ stata inoltre ricordata l'importanza della religione cattolica anche come elemento unificatore nei Paesi di lingua portoghese nel mondo. Intervistato dalla televisione portoghese, Socrates, che ha chiamato Benedetto XVI 'Sua Eminenza', ha assicurato che i rapporti tra lo Stato e la Chiesa sono "eccellenti".

Radio Vaticana, Apcom

Il Papa al mondo della cultura: tenere sveglia la ricerca della verità missione prioritaria della Chiesa. Dialogo non ambiguo e rispettoso delle parti

La seconda giornata del viaggio apostolico del Papa in Portogallo si è aperta con l'incontro con il mondo della cultura nel Centro Culturale di Belém a Lisbona. Un grande e caloroso applauso ha accolto l'ingresso del Papa. Presenti oltre mille esponenti delle scienze e delle arti del Paese. All’incontro hanno partecipato anche il Corpo diplomatico accreditato presso il Portogallo e i rappresentanti di cinque comunità religiose: ebraica, indù, evangelica, musulmana e ismaelita.
“Oggi la cultura riflette una "tensione", che alle volte prende forme di "conflitto", fra il presente e la tradizione”. “La dinamica della società – ha spiegato Benedetto XVI nel suo intervento - assolutizza il presente, staccandolo dal patrimonio culturale del passato e senza l’intenzione di delineare un futuro”. Ciò tuttavia “si scontra con la forte tradizione culturale del Popolo portoghese, profondamente segnata dal millenario influsso del cristianesimo e con un senso di responsabilità globale”. Una tradizione che “ha dato origine a ciò che possiamo chiamare una "sapienza", cioè, un senso della vita e della storia di cui facevano parte un universo etico e un "ideale" da adempiere da parte del Portogallo”. Secondo il Pontefice “la Chiesa appare come la grande paladina di una sana ed alta tradizione, il cui ricco contributo colloca al servizio della società; questa continua a rispettarne e apprezzarne il servizio per il bene comune, ma si allontana dalla citata "sapienza" che fa parte del suo patrimonio”. “Questo "conflitto" fra la tradizione e il presente si esprime nella crisi della verità, ma unicamente questa - ha detto Benedetto XVI - può orientare e tracciare il sentiero di una esistenza riuscita, sia come individuo che come popolo. Infatti un popolo, che smette di sapere quale sia la propria verità, finisce perduto nei labirinti del tempo e della storia”.
Secondo il Papa “c’è tutto uno sforzo di apprendimento da fare circa la forma in cui la Chiesa si situa nel mondo, aiutando la società a capire che l’annuncio della verità è un servizio che Essa offre alla società, aprendo nuovi orizzonti di futuro, di grandezza e dignità”. In effetti, ha osservato Benedetto XVI citando la “Caritas in veritate”, la Chiesa ha “una missione di verità da compiere, in ogni tempo ed evenienza, per una società a misura dell’uomo, della sua dignità, della sua vocazione”. “Per una società formata in maggioranza da cattolici e la cui cultura è stata profondamente segnata dal cristianesimo – ha detto ancora il Papa -, si rivela drammatico il tentativo di trovare la verità al di fuori di Gesù Cristo”. Per questo “la convivenza della Chiesa, nella sua ferma adesione al carattere perenne della verità, con il rispetto per altre "verità", o con la verità degli altri, è un apprendistato che la Chiesa stessa sta facendo. In questo rispetto dialogante si possono aprire nuove porte alla trasmissione della verità”. “Il dialogo senza ambiguità e rispettoso delle parti in esso coinvolte è oggi una priorità nel mondo, alla quale la Chiesa non intende sottrarsi” ha proseguito il Papa citando a testimonianza di tale impegno la presenza della Santa Sede nel Centro Nordsud del Consiglio dell’Europa, istituito 20 anni fa a Lisbona per promuovere la cooperazione fra Europa, sud del Mediterraneo e Africa. “Questa è un’ora che richiede il meglio delle nostre forze, audacia profetica, rinnovata capacità per "additare nuovi mondi al mondo", come direbbe il vostro poeta nazionale Luigi di Camões” ha aggiunto il Pontefice. Richiamando il Concilio Vaticano II, con il quale la Chiesa ha accolto e ricreato “il meglio delle istanze della modernità, da un lato superandole, e dall’altro evitando i suoi errori e vicoli senza uscita”, Benedetto XVI ha ribadito: “La Chiesa ritiene come sua missione prioritaria, nella cultura attuale, tenere sveglia la ricerca della verità e, conseguentemente, di Dio; portare le persone a guardare oltre le cose penultime e mettersi alla ricerca delle ultime”.
Di qui l’invito ad “approfondire la conoscenza di Dio così come Egli si è rivelato in Gesù Cristo”. “Fate cose belle – è l’esortazione conclusiva del Pontefice -, ma soprattutto fate diventare le vostre vite luoghi di bellezza”.
Intenso il discorso di saluto rivolto al Papa dal grande regista portoghese Manoel de Oliveira, 102 anni, considerato il più grande cineasta portoghese vivente ed uno dei più significativi della storia del cinema europeo: nel suo breve indirizzo di saluto, ha detto che Religione ed Arte sono intimamente diretti all’uomo e all’universo e che il cristianesimo è stato prodigo di espressioni artistiche. “Le radici della nazione portoghese e di tutta l’Europa – ha osservato de Oliveira – lo vogliano o no, sono cristiane”. Un “uovo” d’argento e porcellana opaca (biscuit), che rappresenta l’ispirazione e lo Spirito Santo, è il regalo che è stato offerto a Benedetto XVI dai rappresentanti del mondo della cultura. Disegnato dall’architetto Siza Vieira e realizzato dall’orafo Manuel Alcino, il dono, secondo quanto riferito all’agenzia Ecclesia dal coordinatore generale del viaggio di Benedetto XVI in Portogallo, mons. Carlos Azevedo, è stato donato al Pontefice da mons. Manuel Clemente, presidente della Commissione Episcopale responsabile per l’area della cultura. Alludendo alla forma di un uovo, il coordinatore del viaggio ha parlato di “segno di rinascita” ed ha confessato di “essere stato molto colpito dal risultato del lavoro, nel quale intravede l’energia della semplicità”.

Radio Vaticana, SIR


Lombardi: l'accoglienza al Papa a Lisbona più che all'altezza della situazione. E' in ottima forma. Sulla pedofilia e i media nessun cambio di rotta

Con le parole pronunciate sullo scandalo pedofilia, sulle "sofferenze" che vengono dall'interno della Chiesa a causa degli abusi, mettendo questo in relazione con la profezia di Fatima, Benedetto XVI "non ha cambiato rotta", anzi "ha posto ulteriormente l'accento su quella che una sua linea molto precisa, quella nella direzione della purificazione e della penitenza". Lo ha affermato il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, al termine della prima giornata del viaggio del Papa in Portogallo. "Il Papa non ha mai detto me la prendo con i media, dunque non c'è nessun cambio di rotta. Anche nell'omelia alla commissione biblica parlava della penitenza e trovo che ci sia una bella continuita' nella lettura che il Papa fa di questo tema". "Credo che tutti abbiate visto che il Papa sta bene, anzi è in ottima forma". "Bisogna chiedere ai portoghesi - ha aggiunto - come ha pronunciato i discorsi di oggi, a me sembra che lo abbia fatto bene e con decisione. Anzi nell'omelia ha messo particolare espressività e ha accettato anche un po' di applausi, cosa che non avviene sempre. In genere il Papa tira diritto senza lasciare spazio alle manifestazioni di entusiasmo dei fedeli". "A Lisbona il Papa ha ricevuto un'accoglienza ottima e gentile da parte del presidente Cavaco Silva e signora, e delle autorità presenti. C'era molta gente lungo le strade e poi tantissima alla Messa. Parlare di 200mila, come stima complessiva, mi sembra del tutto realistico". "Pensando ai viaggi di questo mese, questo è il terzo, posso dire - ha aggiunto - che in questo senso sono andati uno meglio dell'altro: a Malta l'accoglienza è stata splendida, a Torino anche e oggi Lisbona è stata all'altezza della situazione, anzi forse ancora di più". "Ciò che il Papa sta comunicando - ha spiegato padre Lombardi ai giornalisti - è un messaggio positivo sul popolo portoghese e sulla storia della sua Chiesa. Ha ricordato la fede profonda intelligente e creativa di questo popolo cristiano. Ed anche il tema del rapporto tra fede e secolarizzazione e' stato impostato in un modo costruttivo, che permette il dialogo tra le culture". Padre Lombardi ha risposto anche a una domanda sulle polemiche innescate da dichiarazioni del Gran Maestro della Massoneria contro la presenza del premier Socrates alla Messa a Lisbona. "In un Paese libero ognuno può partecipare agli avvenimenti che vuole. Mi stupisce che si facciano obiezioni al fatto che autorità partecipino a una Messa dove c'erano 200mila portghesi".

Tgcom, Agi