martedì 20 aprile 2010

Verso la Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Il Papa riceve e indossa un cappellino della GMG: è stato molto dolce, veramente un padre

Alcune settimane fa, un'officina di Oviedo, città del nord della Spagna, riceve un incarico molto speciale. Si tratta di ricamare, su dei cappellini rossi, un logo, quello della GMG di Madrid 2011. Le prime persone che li hanno indossati sono i 50 giovani che hanno rappresentato la GMG spagnola nella celebrazione del XXV Giornata Mondiale della Gioventù a Roma con il Papa, lo scorso 25 marzo. Poco meno di una settimana dopo, Mercoledì Santo, ne ha ricevuto uno il Santo Padre. Il cappellino ha viaggiato da Madrid a Roma nella valigia di Paula Rodríguez, la persona che gliel'ha consegnato (foto). La sua missione non era semplice: doveva riuscire a consegnare il cappellino commemorativo nientedimeno che nelle mani del Papa. Paula lavora per la GMG nell'area dei Patrocini. Il suo compito consiste nel fare in modo che imprese e privati finanzino i costi della GMG di Madrid. È abituata al fatto che le vengano affidati lavori difficili, ma quello di consegnare il cappellino al Papa lo è stato in modo particolare. La Domenica delle Palme è riuscita a sedersi in prima fila, cosa non facile per una celebrazione alla quale ha partecipato gente dai cinque continenti. È superfluo dire che, in una Piazza San Pietro piena, Paula era una qualunque tra le migliaia di persone. Dopo varie ore di attesa il Papa si avvicina alla zona nella quale si trova Paula. Davanti alla solennità dell'atto che presiede il Papa, Paula decide che è meglio rimandare la consegna. L'occasione si presenta alcuni giorni dopo. Mercoldì Santo il Pontefice tiene l'Udienza generale con i pellegrini, ancora una volta nella Piazza. Paula riesce ancora ad andare in prima fila. E questa volta c'è la fa. Si avvicina al Papa e gli consegna il cappellino e spiega che si tratta di quello commemorativo della prossima GMG. "Lui ha preso il cappellino, l'ha indossato e mi ha guardato come per chiedermi: 'Mi sta bene?'", ricordava Paula emozionata. Compiuta la sua missione, Paula ricorda grata l'accaduto: "E' stato molto dolce, è stato veramente un padre, emozionato anche lui con me".

GMG Madrid 2011

Verso la Giornata Mondiale della Gioventù 2011. I giovani fanno gli auguri al Papa componendo in un mosaico con le loro foto il suo volto sorridente

1200 foto inviate in meno di 48 ore per comporre il volto di Benedetto XVI (foto) per fargli gli auguri per il suo 83° compleanno. E’ l’iniziativa della pagina di Facebook della GMG di Madrid che, attraverso lo slogan “Dai la faccia per il Papa”, ha composto, come un puzzle, una grande immagine di Benedetto XVI, sorridente, usando le foto inviate da giovani di tutto il mondo. La foto del Papa, secondo quanto riferisce il sito della GMG di Madrid 2011, è stata pubblicata ieri sullo stesso sito per il suo compleanno. Numerosi i commenti lasciati sulla pagina GMG di Facebook, che conta ad oggi oltre 36 mila fan. “È come vedere tutta la Chiesa con un solo sguardo”, “mi piace dare la faccia per il Papa”, commentano Robin e Ignacio. Ursa, Warren e Noniek hanno ricevuto una risposta dopo l´invio: una sola parola: “gracias”. Sempre sul sito della GMG, per il momento solo nella sezione spagnola, si ripercorrono le fasi salienti dei primi cinque anni di pontificato di Benedetto XVI, in particolar modo i momenti con i giovani: si va dalla GMG di Colonia del 2005 all’Agorà dei giovani italiani a Loreto nel 2007, per arrivare alla GMG di Sydney del 2008, passando per i viaggi in Polonia, Spagna, Brasile, Usa, Terra Santa.

SIR

Le esequie del card. Špidlík. Il Papa: ha posto la sua vita dentro il comandamento dell’amore, l'ha inscritta tutta nel primato di Dio e della carità

Una vita tutta vissuta dentro il comandamento dell’amore: Benedetto XVI ha tratteggiato così il cammino terreno del card. Tomáš Špidlík, di cui si sono tenuti stamani i funerali nella Basilica Vaticana. Dopo la Messa celebrata dal cardinale decano, Angelo Sodano, il Papa ha pronunciato l’omelia ed ha presieduto i riti esequiali dell’Ultima Commendatio e della Valedictio. “Per tutta la vita ho cercato il volto di Gesù, e ora sono felice e sereno perché sto per andare a vederlo”: queste parole, ha ricordato Benedetto XVI, sono state tra le ultime pronunciate dal card. Špidlík. Un pensiero “semplice” e “stupendo”, l’ha definito il Papa. Ed ha sottolineato la corrispondenza tra il desiderio dell’uomo di vedere il volto del Signore e quello di Gesù che chiede al Padre di far sì che gli uomini siano con lui. Si tratta, ha detto, di “una sorta di abbraccio sicuro, forte e dolce” verso la vita eterna. “Penso che i grandi uomini di fede vivono immersi in questa grazia, hanno il dono di percepire con particolare forza questa verità, e così possono attraversare anche dure prove, come le ha attraversate Padre Tomáš Špidlík, senza perdere la fiducia, e conservando anzi un vivo senso dell’umorismo, che è certamente un segno di intelligenza ma anche di libertà interiore”. Sotto questo profilo, ha detto Benedetto XVI, “era evidente la somiglianza” tra il card. Tomáš Špidlík e Karol Wojtyla: “Entrambi erano portati alla battuta spiritosa e allo scherzo, pur avendo avuto in gioventù vicende personali difficili e per certi aspetti simili. La Provvidenza li ha fatti incontrare e collaborare per il bene della Chiesa, specialmente perché essa impari a respirare pienamente 'con i suoi due polmoni', come amava dire il Papa slavo”. “Questa libertà di spirito - ha osservato il Papa – ha il suo fondamento oggettivo nella Risurrezione di Cristo”. Ed ha ribadito che “la speranza e la gioia di Gesù Risorto sono anche la speranza e la gioia dei suoi amici, grazie all’azione dello Spirito Santo”. “Lo dimostrava abitualmente Padre Špidlík con il suo modo di vivere, e questa sua testimonianza diventava sempre più eloquente col passare degli anni, perché, malgrado l’età avanzata e gli inevitabili acciacchi, il suo spirito rimaneva fresco e giovanile. Che cos’è questo se non amicizia con il Signore Risorto?” “Ex toto corde”, “Con tutto il cuore”. Il Papa ha quindi rivolto il pensiero al motto presente nello stemma del cardinale Špidlík: “Scegliendo questo motto, il nostro venerato Fratello poneva, per così dire, la sua vita dentro il comandamento dell’amore, la inscriveva tutta nel primato di Dio e della carità”. “L’uomo che accoglie pienamente, ex toto corde, l’amore di Dio – ha detto ancora – accoglie la luce e la vita, e diventa a sua volta luce e vita nell’umanità e nell’universo”. “Ma chi è questo uomo? Chi è questo cuore del mondo, se non Gesù Cristo?”. “E’ Lui - ha sottolineato Benedetto XVI – la Luce e la Vita”. Il Papa non ha mancato poi di ricordare che il card. Špidlík è stato membro della Compagnia di Gesù, “cioè un figlio spirituale di quel sant’Ignazio che pone al centro della fede e della spiritualità la contemplazione di Dio nel mistero di Cristo”. In questo simbolo del cuore, ha aggiunto, “si incontrano Oriente e Occidente”. Del resto, il Papa ha rammentato che Cristo è anche il “principio formale dell’arte cristiana”, un ambito che ha avuto nel card. Špidlík “ispiratore di idee e progetti espressivi che hanno trovato una sintesi importante” nella Cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico. Il Papa ha concluso l’omelia con un’invocazione alla Vergine perché possa finalmente vedere il Volto del Signore: “La Vergine Madre di Dio accompagni l’anima del nostro venerato Fratello nell’abbraccio della Santissima Trinità, dove 'con tutto il cuore' loderà in eterno il suo infinito Amore”.

Radio Vaticana


Si dimette 'per gravi impedimenti' l'arcivescovo di Miami. Mise al bando i Legionari di Cristo ma coprì numerosi casi di abuso dei preti della diocesi

Benedetto XVI ha sostituito oggi l'arcivescovo di Miami, mons. John C. Favalora, accusato dai media di aver coperto casi di pedofilia nella diocesi. Ben 49 dei suoi sacerdoti sono stati coinvolti in inchieste. Al suo posto il Papa ha chiamato l'attuale vescovo di Orlando, mons. Thomas G. Wenski. Mons. Favalora, che non ha ammesso proprie responsabilità ma si è dimesso in base al secondo comma dell'art. 401 del codice di Diritto Canonico che prevede le dimissioni per ragioni di salute o gravi impedimenti, nell'ottobre scorso era stato criticato per aver anticipato qualunque decisione vaticana e messo al bando nell'arcidiocesi i Legionari di Cristo e il Movimento Regnum Christi.

Agi

'Washington Post': bisogna sfatare il mito che il Papa sia il principale insabbiatore dei casi di pedofilia e che avvengano soprattutto nella Chiesa

"Vi sono miti da sfatare sullo scandalo dei preti pedofili e il primo è che il Papa sia il principale responsabile dell’insabbiamento andato avanti per anni". È quanto ha scritto ieri il Washington Post, in una lunga analisi della vicenda, nella quale si nega anche che gli abusi accadano più facilmente in seno alla Chiesa Cattolica che altrove. Al contrario il Papa "si è mosso con più decisione di altri". Secondo mito da sfatare, è che i principali responsabili siano i sacerdoti omosessuali: vi sono molti molestatori che hanno preso di mira bambini di entrambi i sessi. Altro mito è che gli abusi avvengano prevalentemente in seno alla Chiesa Cattolica: casi di pedofilia, ricorda il quotidiano Usa, si verificano anche fra gli insegnanti, gli scout e in altre confessioni religiose. "Non consideriamo la Chiesa Cattolica come un posto che abbia un problema più grande degli altri", ha recentemente commentato Ernie Allen, presidente del Centro nazionale americano per bambini scomparsi e sfruttati. Da sfatare anche l’idea che i cattolici possano lasciare la Chiesa per la vicenda dei preti pedofili: ciò non è avvenuto dopo che lo scandalo è scoppiato negli Stati Uniti nel 2002. Un sondaggio del Pew centre nel 2007 su chi ha lasciato la Chiesa "vede gli abusi in basso nella lista delle ragioni di questa scelta".

Avvenire

V anniversario dell'Elezione di Benedetto XVI. Caffarra: difensore della ragione perchè senza essa la fede sarebbe solo un fatto emotivo e soggettivo

“Lo scontro con i poteri di questo mondo” è “intrinseco alla testimonianza cristiana”. Lo ha affermato questa sera a Bologna l’arcivescovo, card. Carlo Caffarra (nella foto con Benedetto XVI), nella Messa celebrata per il Papa “nel quinto anniversario della sua elezione al soglio pontificio e in segno di speciale comunione di preghiera, di affetto e di solidarietà”. Il “potere del mondo” con cui si scontra oggi il Papa, ha aggiunto Caffarra, è la “dittatura del relativismo”, “quel modo di pensare oggi così diffuso secondo il quale non esiste alcuna verità universalmente valida”. Posizione che, secondo il cardinale, “sul piano etico, ha una potenza devastante smisurata” poiché “ogni tentativo di mostrare che esistono norme morali, che difendono ‘beni umani non negoziabili’, è rigettato in partenza”. Compito del Pontefice, ha dunque spiegato l’arcivescovo, è “proporre la verità salvifica di Gesù al cuore dell’uomo del nostro tempo, e pertanto la questione della verità della fede cristiana è al centro del suo insegnamento”, ma anche “salvare la ragione e quindi la libertà dell’uomo” allargando “gli spazi della ragione” e rifiutando “la dittatura del relativismo”. “Può sembrare strano che un Papa si erga a difensore della ragione con tanta forza”, ha precisato, ma “la separazione tra la fede e la ragione distrugge la fede cristiana perché finisce con il ridurla a un fatto emotivo e puramente soggettivo”.

SIR

V anniversario dell'Elezione di Benedetto XVI. Betori: voce ferma, coerente, argomentata e convincente che richiama alle ragioni della verità

“Benedetto XVI ci ha offerto e continua a offrirci in questi anni una testimonianza piena e viva” del ministero petrino, “capace di dare forza alla Chiesa in questi tempi difficili che ci accade di vivere”. Lo ha affermato oggi mons. Giuseppe Betori (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Firenze, nel rosario per il Papa recitato nella Basilica della Santissima Annunziata. Una testimonianza, ha aggiunto mons. Betori, fatta “con l’intelligenza limpida del tempo che attraversiamo e con la chiarezza della verità evangelica, pensata nelle forme più perspicaci e vissuta al più alto grado di coerenza”. Benedetto XVI, ha rimarcato, agisce “con il coraggio di cui si ha bisogno di fronte a situazioni di crisi violente e a opposizioni preconcette e brutali”. “Non pochi osservatori – ha precisato l’arcivescovo – hanno voluto vedere, nei ripetuti attacchi alla sua persona, la reazione di quel mondo immerso nel relativismo, che non accetta la sua voce ferma, coerente, argomentata e convincente che richiama tutti alle ragioni della verità, soprattutto quelle ragioni che toccano la dignità della persona umana e il bene comune della società”. “Quel coraggio che egli manifesta nel confronto con chi avversa la Chiesa e il Vangelo – ha rimarcato mons. Betori – è lo stesso che lo guida nell’affrontare quella che egli stesso definì ‘sporcizia’ presente tra i ministri della Chiesa: mai nascondere la verità, verificandola sempre nella sua oggettività; essere vicino a chi ha sofferto per le colpe commesse; attenzione a che i crimini non si possano reiterare; cura degli stessi colpevoli ricercandone la conversione e il riscatto; sollecitudine per le comunità perché non si spenga la fiducia nella Chiesa e la speranza”. “Per tutte queste ragioni di gratitudine – ha concluso – ci sentiamo vicini al Santo Padre, in questi tempi fatto oggetto di offensive ingiuste e malvagie”.

SIR

V anniversario dell'Elezione di Benedetto XVI. Bagnasco: ammirazione e stima per il magistero limpido e mite e per l'esempio di testimone della fede

“Il Signore conforti il cuore delle vittime degli abusi della pedofilia, che hanno visto violata la propria infanzia, in un orizzonte di giustizia, di verità, guardando avanti ad un domani migliore per tutti, più limpido, più dignitoso e più giusto”. Ad affermarlo, l’arcivescovo di Genova e presidente della CEI, il card. Angelo Bagnasco (nella foto con Benedetto XVI), all’inizio della veglia di preghiera e di adorazione, che si è svolta nella Cattedrale di San Lorenzo, organizzata in occasione del quinto anniversario dell’Elezione del Papa. “In comunione con tutte le Chiese che sono in Italia – ha affermato il porporato – anche noi viviamo questo momento di preghiera particolare davanti al Santissimo Sacramento per il Santo Padre Benedetto XVI nel quinto anniversario della sua elezione a Pontefice a servizio della Chiesa universale”. “Vogliamo stringerci a lui in questo particolare momento di difficoltà che egli affronta con semplicità, con chiarezza e con determinazione fiduciosa – ha aggiunto il card. Bagnasco – vogliamo pregare per la sua persona e per le intenzione del suo cuore, di padre, di pastore e di maestro”. Il cardinale, che è stato impegnato tutto il giorno a Genova e non ha partecipato al pranzo dei cardinali a Roma, ha poi parlato dell’Anno Sacerdotale in corso come di un’occasione voluta “con grande ispirazione” da Benedetto XVI per “riscoprire la bellezza del dono del sacerdozio e la grande responsabilità che ne consegue perché ogni sacerdote possa corrispondere meglio alla grazia della vocazione con una santità sacerdotale che tutti ci interpella e che il mondo attende da noi che vuole vedere”. Parlando ancora del Papa, Bagnasco ha poi affermato: “Con questa preghiera, vogliamo ringraziare il Signore perché ce lo ha donato, perché continua a sostenerlo con la luce dello Spirito e con la forza della sua grazia nella guida della Chiesa universale a servizio dell’umanità”. “Vogliamo stringerci intorno a lui – ha proseguito – con tutto l’affetto del nostro cuore e della nostra docilità di fede e di amore per ringraziarlo, con ammirazione, fiducia, stima, per il grande magistero limpido e mite, per l’esempio che egli dà a tutti quanti noi come coraggioso testimone della fede e dell’amore in Gesù ed alla Chiesa”.

Blitz quotidiano

Il Papa a Malta. Lombardi: clima commosso, pieno di speranza e riconciliazione nell'incontro con le vittime di abusi. Partecipazione corale al viaggio

L'incontro del Papa con le vittime di preti pedofili a Malta "è stato molto semplice e direi che è un messaggio nel modo stesso in cui avviene: un incontro discreto, lontano - diciamo così - dal clamore dei media e dalla pubblicità": lo sottolinea il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi (nella foto con Benedetto XVI). "Importante è che fosse un incontro in cui ognuno dei presenti avesse la sua possibilità di esprimersi e la parola del Papa per lui, perché si tratta di incontrare e - diciamo - di curare delle ferite personali profonde e, quindi, la via non è tanto quella dei messaggi gridati, ma è proprio quella dell'ascolto e del dialogo in profondità", afferma il gesuita ai microfoni di Radio Vaticana. "Il Papa ha potuto farlo ed ha concluso di nuovo con una preghiera comune e con una benedizione questo incontro. Mi pare di capire che le testimonianze date dagli stessi partecipanti, che hanno voluto liberamente parlarne, sono state estremamente positive. Io, che ero presente, vedevo un clima molto, molto commosso, molto profondo, ma anche molto sereno e pieno di speranza, di risanamento e di riconciliazione". Da cinque anni, quando è stato eletto Papa, Benedetto XVI "dà veramente un contributo serio" sui "punti di riferimento e sugli orientamenti da prendere nel cammino dell'umanità verso il futuro". Un contributo, prosegue Lombardi, "che non cerca facili successi, è coerente, è profondo, è ancorato nelle radici della nostra fede, anche in una riflessione teologica e filosofica profonda", afferma poi Lombardi. "Veramente, quindi, è un contributo sostanziale. Le persone attente, oneste, che veramente sono alla ricerca, trovano in lui un interlocutore ed una guida importante". La metà della popolazione dell'arcipelago di Malta è accorsa a vedere Benedetto XVI durante il suo viaggio. Al suo ritorno a Roma, il bilancio tracciato da padre Lombardi è "estremamente positivo, direi anche superiore all'attesa per gli stessi organizzatori maltesi". "E questo perché il calore della rispondenza, la quantità spontanea di persone per le strade, tutte molto gioiose e molto ordinate, corrette nella manifestazione del loro entusiasmo, è qualcosa che ha colpito molto profondamente. Io credo che si possa dire tranquillamente che circa 200 mila persone, nei due giorni, hanno potuto vedere il Papa. Quindi, una partecipazione corale". Gli abitanti di Malta sono circa 400.000, per cui un maltese su due ha visto il Pontefice. Il portavoce vaticano ha attribuito questa straordinaria partecipazione alle "radici cristiane di questo popolo" e alla sua "grande tradizione anche cattolica che si è spontaneamente manifestata". I dati, dichiara, sono significativi, perché "non sembrava così chiaro anche sulla stampa quale sarebbe stata Aggiungi immaginel'accoglienza".

Apcom, Zenit