martedì 16 marzo 2010

Il card. Ruini: gli infami reati di pedofilia del clero rientrano nella campagna diffamatoria contro la Chiesa e il Papa messa in campo dai media

''I reati di pedofilia sono sempre infami specialmente quando commessi da un sacerdote. Per questo è più che giusto denunciarli e reprimerli e, nella misura del possibile, aiutare le vittime a superarne le conseguenze. E', inoltre, assolutamente doveroso prendere tutti i provvedimenti che possono prevenire nuovi reati'' tuttavia ''non si può nemmeno ignorare il tentativo tenace e accanito di tirare in ballo la persona del Papa, nonostante tutti i puntuali chiarimenti della sala stampa vaticana e di altre fonti attendibili''. Lo afferma in una intervista a Il Foglio il card. Camillo Ruini (nella foto con Benedetto XVI), vicario generale emerito del Papa per la città di Roma. ''A mio avviso la campagna diffamatoria contro la Chiesa Cattolica e il Papa messa in campo dai media rientra in quella strategia che è in atto oramai da secoli e che già Friedrich Nietzsche teorizzava con il gusto dei dettagli - sostiene Ruini -. Secondo Nietzsche l'attacco decisivo al cristianesimo non può essere portato sul piano della verità ma su quello dell'etica cristiana, che sarebbe nemica della gioia di vivere''. ''E allora - conclude - vorrei domandare a chi scaglia gli scandali della pedofilia principalmente contro la Chiesa Cattolica, tirando in ballo magari il celibato dei preti: non sarebbe forse più onesto e realistico riconoscere che certamente queste deviazioni legate alla sessualità accompagnano tutta la storia del genere umano ma anche che nel nostro tempo queste deviazioni sono ulteriormente stimolate dalla tanto conclamata 'liberazione sessuale''?''.

Asca

Nota della Conferenza Episcopale irlandese per chiarire il caso di presunto insabbiamento del card. Brady di abusi sessuali di un prete

Dopo le richieste di sue dimissioni che si sono levate a gran voce in Irlanda, il primate della Chiesa Cattolica dell'isola, card. Sean Bready (foto), arcivescovo di Armagh, ha spiegato di non volersi dimettere e in comunicato diffuso oggi tramite l'ufficio stampa della Conferenza Episcopale irlandese ribadisce di non aver avuto nessuna responsabilità nella copertura di un caso di pedofilia negli anni '70. Il porporato è sotto accusa per aver partecipato a due udienze di un processo canonico contro un prete accusato di aver abusato di due bambini, ai quali venne chiesto di mantenere il silenzio sulla vicenda. Brady, nel comunicato diffuso oggi, spiega di esser stato chiamato nel 1975 ad assistere nel processo, condotto dall'allora vescovo della diocesi di Kilmore, mons. Joseph MacKiernan, in quanto esperto di diritto canonico, senza però avere alcun potere decisionale nella vicenda. A una prima udienza partecipò solo in veste di segretario, prendendo appunti, mentre alla seconda fu lui stesso a condurre a porre le domande al ragazzo abusato, allora quindicenne. La segretezza chiesta ai ragazzi, spiega il comunicato, nasceva dall'esigenza di ''evitare una potenziale collaborazione nell'acquisizione delle prove dell'inchiesta e garantire quindi che il processo fosse sufficientemente robusto da resistere alle critiche dall'accusato, padre Brendan Smyth''. Ad ogni modo, il cardinale precisa di aver presentato i suoi appunti a mons. MacKiernan perchè prendesse provvedimenti, e di essersi quindi recato dal superiore del prete molestatore, abate del monastero di Kilnacrott. Smyth venne rimosso dalle sue funzioni sacerdotali e gli venne prescritta una cura psicologica, senza che però venisse denunciato alle autorità. Malgrado la sospensione, estesa poi a tutto il Paese, Smyth riuscì a continuare il suo ''lavoro'', abusando di bambini fino al 1993. Nell'arco di 40 anni avrebbe violentato centinaia di bambini. Arrestato e condannato a 12 anni, è morto in carcere a metà degli anni '90. In un'intervista alla radio della BBC, il card. Brady ha ammesso: ''Ora capisco che avrei dovuto fare di più, ma all'epoca pensavo di aver fatto ciò che mi si richiedeva di fare. Ho agito con estrema urgenza, seguendo il percorso più breve per far fermare questa cosa, quella era la mia maggiore preoccupazione, la sicurezza dei ragazzi''. Al giornalista che gli ha chiesto se si dimetterà di fronte alle proteste dell'opinione pubblica nei suoi confronti, Brady ha risposto che lo farà ''solo se me lo chiederà il Santo Padre''.

Asca

Il Papa nel Regno Unito. I vescovi e il governo presentano il viaggio: dal 16 al 19 settembre tappa a Londra, Coventry, Birminghan e Glasgow

“Una opportunità senza precedenti per rafforzare i legami tra Regno Unito e Santa Sede e ribadire ruolo importante della fede nel creare comunità forti”. Così il governo del Regno Unito e le Conferenze Episcopali di Inghilterra e Galles e di Scozia hanno definito il prossimo viaggio apostolico di Benedetto XVI nel Regno Unito, dal 16 al 19 settembre, il primo ufficiale di un Pontefice, dal momento che quella del 1982 di Giovanni Paolo II fu solo pastorale. Nel corso di una conferenza stampa congiunta, svoltasi questa mattina a Londra, sono stati forniti particolari del programma: “Il Papa sarà ricevuto dalla Regina nel palazzo di Holyroodhouse di Edimburgo; nella Westminster hall terrà un discorso alla società civile britannica e a Coventry, in una Messa pubblica, presiederà la beatificazione del card. John Henry Newman”. Il comunicato diffuso al termine della conferenza stampa dà poi ulteriori dettagli: “I luoghi toccati dalla visita saranno anche Glasgow, Londra, Coventry e Birmingham. Il programma prevede una Messa pubblica a Glasgow, una veglia di preghiera a Londra ed un evento focalizzato sull’educazione. Tra i temi della visita le relazioni tra le chiese cristiane e i rapporti tra le maggiori fedi. Benedetto farà visita all’arcivescovo di Canterbury, a Lambeth palace e pregherà con altri leader cristiani a Westminster. Il programma completo sarà reso noto nell’imminenza del viaggio". Per il segretario di Stato scozzese, nonché ministro delegato all’organizzazione del viaggio, Jim Murphy, “si tratta di una visita storica in un tempo importante. Il Pontefice riceverà una calda accoglienza dai cattolici e dalle persone di altre fedi. Il Papa e la Santa Sede – ha affermato – hanno una grande influenza sulla politica globale in settori come lo sviluppo internazionale, la sostenibilità e il dialogo interreligioso. Questo viaggio rappresenta un’opportunità senza precedenti per rafforzare i legami tra Regno Unito e Santa Sede per fare fronte alla povertà, ai cambiamenti climatici, ed anche per ribadire il ruolo importante della fede nel formare comunità forti e coese. Il nostro scopo è quello di costruire relazioni sempre più positive”. Il card. Keith O’Brien, arcivescovo di St. Andrews e Edimburgo e presidente dei vescovi scozzesi, si è detto “felice che il Papa abbia accettato l’invito e sono certo che sarà accolto con fervore dai cattolici e dai membri delle altre religioni. Benedetto XVI, nel suo magistero, ricorda all’Europa le su origini cristiane e ci offre una guida morale sui grandi temi dei nostri giorni”. Dello stesso avviso anche il presidente dei vescovi inglesi, mons. Vincent Nichols: “Il Papa incoraggerà ciascuno ad aspirare ad una visione di vita basata sulla reciproca fiducia, verità e compassione. La grande tradizione cristiana ha ancora molto da offrire”.

XXV Giornata Mondiale della Gioventù. La serata di testimonianze e musica e l'incontro con il Papa con i giovani di oggi e quelli delle prime GMG

A 25 anni dalla prima Giornata Mondiale della Gioventù, giovedì 25 marzo torneranno in Piazza San Pietro i "giovani" del 1985, insieme a quelli che affollavano la spianata di Tor Vergata nell’estate del 2000 e, naturalmente, agli adolescenti e ai giovani alle loro prime esperienze di GMG. L’appuntamento è quello ormai tradizionale per la diocesi di Roma: l’incontro con il Papa del giovedì che precede la Domenica delle Palme, nella quale si celebra quest’anno a livello locale in tutte le Chiese la XXV Giornata Mondiale della Gioventù. "Normalmente però - osserva il direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile, don Maurizio Mirilli - erano soprattutto i giovanissimi a riempire pPiazza San Pietro quando l’appuntamento era di pomeriggio. Per questo anniversario invece volevamo anche i partecipanti di 25 o di 10 anni fa: i trentenni, che ormai lavorano". Di qui la scelta di spostare l’inizio dell’incontro alle 19. E anche il Papa "ha accettato con gioia di ricevere i giovani di sera, in un orario che per loro è più congeniale, dimostrando un grande desiderio di stare con loro". A ricordare la storia e la ricchezza di un percorso iniziato 25 anni fa da Giovanni Paolo II ci saranno, nella serata condotta da Lorena Bianchetti e Rosario Carello, che sarà trasmessa in differita su Rai Uno sabato 27 alle 17.45, canti, inni e testimonianze. Come quella dei due sposi, lui romano e lei originaria di Valencia, oggi cinquantenni, che si sono conosciuti proprio durante la prima GMG. Due anni dopo si sono sposati e oggi hanno 5 figli, i più grandi dei quali l’anno prossimo parteciperanno al raduno mondiale di Madrid, che prevede anche un gemellaggio, per la diocesi di Roma, proprio con la diocesi di Valencia. Ancora, racconterà della sua conversione l’attrice Beatrice Fazi, che proprio in seguito alla GMG di Tor Vergata ha iniziato un cammino di fede, stimolata dalla testimonianza dei tanti giovani pellegrini che in quei giorni riempivano la Capitale. Infine interverrà anche un diacono del Seminario Maggiore, Davide Martini, che riceverà l’ordinazione sacerdotale il prossimo anno. Parlerà della sua vocazione, in relazione al tema della GMG "Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?". A dare il tono della festa, con il Coro diocesano e l’Orchestra diretti da mons. Marco Frisina, ci saranno le voci di Nek e di Erika Provinzano, vincitrice della prima edizione del Good news festival, la rassegna romana di musica di ispirazione cristiana svoltasi lo scorso anno. Alle 20.20 poi è previsto l’arrivo di Benedetto XVI, accolto dal card. Agostino Vallini e dal saluto di una ragazza che darà voce ai circa 50mila giovani attesi in Piazza, provenienti da tutto il Lazio e non solo. Quindi farà il suo ingresso anche la Croce delle GMG, che arriverà dall’università di Tor Vergata portata da 20 universitari e da 5 militari, in rappresentanza dei 5 corpi delle forze armate. Davanti alla Croce sarà letto il brano di Vangelo che dà il tema alla serata, sul quale 3 giovani presenteranno al Santo Padre delle domande. "Al termine, altri due ragazzi a nome di tutta la piazza ribadiranno al Papa la volontà di seguire le sue indicazioni per capire meglio il progetto di Dio su di loro", riferisce don Mirilli. E tutta la Piazza esploderà in un fragoroso "Eccomi!".

Federica Cifelli, RomaSette

Terminata la prima fase della visitazione apostolica ai Legionari di Cristo. Vari mesi per i rapporti da consegnare al Papa e i suoi provvedimenti

Si è conclusa ufficialmente ieri la prima fase della visita apostolica ai Legionari di Cristo ordinata da Papa Benedetto XVI in seguito alle rivelazioni sulla 'doppia vita' del fondatore della congregazione, Marcial Maciel Degollado. Una nota dei Legionari rende noto che, negli ultimi otto mesi, i cinque vescovi visitatori hanno ispezionato oltre 120 comunità dei legionari in tutto il mondo. Adesso, ai visitatori tocca di scrivere i loro rapporti, che verranno inviati a Papa Benedetto XVI. Questa fase, spiega il comunicato, potrebbe durare ancora vari mesi, dato la complessità dell'operazione e il fatto che i rapporti saranno scritti in lingue diverse. ''Potrebbero anche essere necessari nuovi incontri tra la Santa Sede e i visitatori prima che il Papa dia le istruzioni che ritiene necessarie e adatte''. I cinque visitatori, precisa la nota dei Legionari, hanno potuto ''porre le proprie domande ed esprimere con piena libertà le proprie osservazioni e i propri suggerimenti''. Padre Marcel Macial, scomparso nel 2008, era stato ridotto al silenzio e alla vita privata da Benedetto XVI dopo che la Congregazione per la dottrina della fede ha condotto una indagine su accuse emerse nei decenni precedenti di abusi sessuali su alcuni seminaristi. Sono degli ultimi mesi, invece, le notizie su una o più famiglie che il fondatore avrebbe mantenuto in giro per il mondo, lasciando dietro di sè anche dei figli.

La diocesi di Monaco sospende il prete pedofilo, già condannato, per aver violato il divieto di occuparsi di minori. Si dimette anche il suo superiore

L'arcivescovado di Monaco di Baviera e Freising ha sospeso Peter H., il prete con precedenti di abusi sessuali su minori. Il provvedimento è stato annunciato ieri con un comunicato ufficiale. Il religioso è stato sospeso per avere violato il divieto di occuparsi di bambini e adolescenti e il suo diretto superiore, Josef Obermaier, ha rassegnato le dimissioni. Il prete, 62 anni, era stato trasferito nel 1980 dalla diocesi di Essen (Nord Reno-Westfalia), dove aveva commesso violenze su minori, a quella di Monaco di Baviera, quando il Papa era arcivescovo del capoluogo bavarese e di Freising. Il sacerdote era stato accolto, "al solo scopo di farlo curare", aveva precisato nei giorni scorsi una nota della diocesi, ma l'allora vicario generale della capitale bavarese, mons. Gerhard Gruber, aveva deciso invece di affidare al religioso un ruolo pastorale in una parrocchia, senza avvertire il suo superiore. Così le violenze si erano ripetute. Fino alla condanna a 18 mesi di prigione che gli era stata inferta nel 1986.

La Repubblica.it