mercoledì 9 dicembre 2009

Il Papa consegna ad Andrè Glucksmann il premio per i diritti umani 'Giovanni Paolo II'. Presentato il volume che raccoglie le sue ultime omelie

Il Premio Oswiecim per i diritti umani ''Giovanni Paolo II'', destinato a personalità che si distinguono nella promozione e nella difesa dei diritti umani, è stato eccezionalmente consegnato al vincitore di quest'anno, Andrè Glucksmann, da Papa Benedetto XVI in persona. La breve cerimonia ha avuto luogo in una saletta attigua all'Aula Paolo VI, al termine dell'Udienza generale di questa mattina. Il premio è destinato a chi, nella sua vita e attività pubblica, tutela e difende i diritti umani secondo gli insegnamenti e la testimonianza di Giovanni Paolo II. Successivamente, è stata presentata al papa una novità editoriale dal titolo ''Omelie. L'anno liturgico narrato da Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI'', a cura di Sandro Magister. Si tratta della raccolta delle omelie del Pontefice pronunciate dalla prima domenica di Avvento 2008 fino al mese di novembre scorso. Ogni omelia è corredata dalle letture della messa del giorno e dai testi liturgici commentati dal Papa. In appendice è allegata anche una scelta di Angelus domenicali. Il volume è stato presentato al Pontefice oltre che dal curatore, da Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, da Giancarlo Cerutti, presidente de Il Sole 24 Ore s.p.a., da Gianni Riotta, direttore de Il Sole 24 Ore, alla presenza del direttore de L'Osservatore Romano Gian Maria Vian.

Asca

Il 'SIR': da Benedetto XVI un'appello alla responsabilità dei media. 'Avvenire': per il Papa Maria insegna a guardare agli altri come li guarda Dio

Nel discorso di Benedetto XVI su un certo modo di fare informazione “intossicando le coscienze” non c’era “nessun anatema, nessuna censura. Piuttosto un appello (implicito) alla responsabilità, alla consapevolezza, all’educazione. E una risposta più radicale. Serve la ‘bella notizia’. Che non è buonismo o moralismo di maniera: la comunicazione ha le sue leggi tecniche”: è quanto scrive oggi l'agenzia SIR in una nota a commento del discorso del Papa di ieri in Piazza di Spagna. “La ‘bella notizia’ - ricorda il SIR - è Maria che ripete agli uomini ed alle donne del nostro tempo: non abbiate paura, Gesù ha vinto il male; l’ha vinto alla radice, liberandoci dal suo dominio". "E’ un appello alla realtà. Ed è questa in fondo la caratteristica del cristiano nella moderna città, nel vortice di tanti meccanismi disumanizzanti, in un grande frullatore che rende tutto precario, frammentario”. “Ritorna - sottolinea la nota - l’appello che Benedetto XVI ha ripetuto in diversi contesti, a tenere conto, nel mondo di oggi, per muoversi nella società di oggi, non solo dell’ecologia ambientale, ma anche di quella umana. E’ la certezza serena, da vivere quotidianamente, conoscendo bene i meccanismi, della “bella notizia”, ascoltata, vissuta, testimoniata, messa in pratica: ‘non serve condannare, lamentarsi, recriminare, ma vale di più rispondere al male con il bene. Questo cambia le cose; o meglio, cambia le persone e, di conseguenza, migliora la società. Una serenità che diventa vita vissuta”. “Cosa dice Maria alla città?, si è chiesto il Papa a piazza di Spagna”, ricorda da parte sua Avvenire in un editoriale di Marina Corradi che sintetizza così la risposta: “insegna a guardare agli altri come li guarda Dio. A guardarli con misericordia, con tenerezza infinita, specialmente i più soli e disprezzati”. “Che rivoluzione - commenta la giornalista - dall’indice puntato, dall'onestà indignazione, alla coscienza di un male che tutti ci riguarda, in una comune povertà, e dunque all’abbraccio di una misericordia autenticamente materna. Che capovolgimento inaudito in quello sguardo, ogni volta che un cristiano se ne lascia prendere. Ricominciando ogni mattina. Senza astio, senza scandalo, senza grida. Più forte del clamore dei titoli dei giornali, lo sconvolgente annuncio di un Dio che largamente perdona”.

Agi

Messaggio del Papa: la difesa degli interessi nazionali mai a discapito delle popolazioni civili. Al bando anche le bombe a grappolo e le armi leggere

''Un appello a tutti gli Stati affinchè riconoscano le deplorevoli conseguenze umanitarie delle mine antipersona''. Lo ha lanciato Papa Benedetto XVI attraverso un messaggio, a firma del segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, letto durante la recente Conferenza di Cartagena dedicata al divieto d'impiego, di stoccaggio e di produzione di questi ordigni. Quello di ''aprire la via a un mondo senza mine antipersona'' è stato un ''risultato importante'' raggiunto negli ultimi dieci anni, ha ricordato il Pontefice, congratulandosi con quei Paesi che hanno deciso di ''liberare'' il pianeta dalla minaccia di questi terribili ordigni. Allo stesso tempo, ha aggiunto, c'è bisogno di una ''volontà politica e umanitaria'' di assistenza alle vittime che va rinnovata ''ogni giorno'' e di pensare a divieti simili anche per le bombe a grappolo e le armi leggere e di piccolo calibro. ''Come si può sviluppare un'azione di bonifica di una sola di queste armi - si chiede il Papa - senza tener conto delle altre? Come è possibile proibire le mine antipersona e continuare a contaminare impunemente ampie zone con armi disumane, come le bombe a grappolo, che in buona parte funzionano come mine antipersona?''. La ''difesa degli interessi nazionali - ha aggiunto il Pontefice - non può mai nè deve andare a detrimento delle popolazioni civili, in particolare dei più deboli''. In questo scenario, Papa Ratzinger ha indicato nel ''multilateralismo rinnovato'' un modello di azione diplomatica sperimentato ''con innegabili successi'' specie nel quadro della Convenzione sulle bombe a grappolo. ''Occorre - ha osservato - incoraggiare la collaborazione fra gli Stati'', come pure con l'Onu, il Comitato internazionale della Croce Rossa e gli altri organismi sovranazionali, affinchè di tali ordigni venga vietata la produzione, siano distrutti gli esistenti e siano bonificate le aree dove sono disseminati. La Santa Sede, si legge nel testo, ''fa in questa occasione un appello a tutti gli Stati affinchè riconoscano le deplorevoli conseguenze umanitarie delle mine antipersona. In effetti, l'esperienza mostra che queste armi hanno causato più vittime e danni fra la popolazione civile, che bisognerebbe difendere, di quanto siano servite per difendere gli Stati''. Al contrario, ha stigmatizzato Benedetto XVI, ''le migliaia di vittime che continuano a provocare ci ricordano, nel caso fosse ancora necessario ripeterlo, la chimera di voler costruire la pace e la stabilità con una visione esclusivamente militare''. In questo momento di crisi, ha ribadito, ''è imperativo non dimenticare il nostro dovere di essere solidali, di condividere e di agire con giustizia nei riguardi dei Paesi più colpiti e meno favoriti''.

Asca

Vian: il Papa ha ricordato con realismo che ogni essere umano è attore, nel bene e nel male. L'allontanamento di Dio desacralizza anche l'uomo

''Anche nella rappresentazione del male, nell'abuso spietato dei media verso le persone e soprattutto verso quelle di norma ignorate ('invisibili') e dunque indifese, bisogna ricordare che 'ogni storia umana è una storia sacra''' ed è questo il motivo ''della disumanizzazione delle società contemporanee: se Dio viene allontanato dall'orizzonte, dalla scena pubblica come dai cuori, la desacralizzazione investe anche l'essere umano, che di Dio è immagine'': è questo, secondo il direttore de L'Osservatore Romano Gian Maria Vian, il senso della parole di ieri di Papa Benedetto XVI, in un editoriale intitolato 'Maria e la città' dedicato al discorso pronunciato dal Pontefice in Piazza di Spagna in occasione dell'atto di venerazione all'Immacolata. Il rapporto tra il Papa e i media ''non è facile'', ammette il direttore del quotidiano vaticano. ''Non lo è mai stato - prosegue - e non lo è in questi tempi, al punto che un autorevole giornalista e storico francese ha appena dedicato alla questione un libro importante (Bernard Lecomte, "Pourquoi le pape a mauvaise presse. Entretiens avec Marc Leboucher", Descle'e de Brouwer)''. ''Così - conclude l'editoriale - anche il discorso su Maria e la città è stato ripreso soprattutto - pur con non pochi consensi - per la denuncia che i media raccontano il male senza porsi troppi scrupoli''. “Che il male è stato vinto è quello che davvero importa. Questa è la "bella notizia" da tenere presente di fronte a questo male che rischia di rendere l'essere umano a poco a poco insensibile”. Da qui, si legge nell’editoriale, “l'indurimento del cuore, l'incupirsi dei pensieri e dei volti, il ridurre le persone umane a corpi senz'anima. Realtà che sono non di rado l'effetto di scelte determinate da chi controlla i media e vuole ridurli alla dimensione di spettacolo. Con la conseguenza di deresponsabilizzare quanti vengono considerati soltanto spettatori”. Il Papa per Vian “ha ricordato con realismo che ogni essere umano, se ne renda conto o no, è comunque attore, nel bene e nel male, perché le scelte quotidiane, anche piccole, hanno conseguenze, sempre”, anche “nell'abuso spietato dei media verso le persone”.

Asca, SIR

Dopo l'udienza del Papa al presidente Medvedev, la Santa Sede e la Russia avviano le relazioni diplomatiche con la Nunziatura e l'ambasciata

Le relazioni diplomatiche tra Russia e Santa Sede, come già annunciato in occasione dell'udienza concessa da Papa Benedetto XVI al presidente Dmitrij Medvedev (foto) giovedì scorso, sono state elevate al livello di ambasciate e Nunziature apostoliche. ''La Santa Sede e la Federazione russa - si legge in un comunicato diffuso oggi dalla Sala Stampa vaticana -, desiderose di promuovere i loro reciproci rapporti amichevoli hanno deciso di comune accordo di stabilire tra di loro relazioni diplomatiche, a livello di Nunziatura apostolica, da parte della Santa Sede e di Ambasciata da parte della Federazione Russa''. Oggi è avvenuto materialmente lo scambio di note previsto dal protocollo.

Venerdì il Papa riceve i vertici della Chiesa irlandese per discutere dei casi di pedofilia nel clero. Le scuse del nunzio per gli errori commessi

Scuse per ''tutti gli errori commessi''. Le ha pronunciate il nunzio vaticano Giuseppe Leanza, che ieri ha incontraro il ministro degli esteri irlandese, Michael Martin, dopo il rapporto che ha ufficialmente accertato decenni di violenze sessuali commesse da sacerdoti cattolici nelle istituzioni irlandesi. ''Ho espresso ancora una volta il mio shock, il mio sgomento e di sicuro comprendo la rabbia e la sofferenza delle vittime degli abusi'', ha detto mons. Leanza. ''Condanniamo totalmente queste azioni e se ci sono stati errori dalla nostra parte chiediamo scusa per questo''. Il nunzio ha aggiunto che da parte della Chiesa Cattolica ''non c'era l'intenzione di non cooperare con la commissione'' che ha realizzato l'inchiesta. Il ministro Martin, parlando alla tv di stato RTE, non si è detto comunque soddisfatto dell'atteggiamento delle alte schiere vaticane, esprimendo ''profondo disappunto per il fatto che non ci sia stato un comunicato ufficiale da parte del Vaticano o del Papa''. ''Posso confermare che il Santo Padre ha invitato il card. Sean Brady, presidente della Conferenza Episcopale Irlandese, e l'arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, per un incontro a Roma, il prossimo venerdì 11 dicembre, a fine di informazione e valutazione sulla dolorosa situazione della Chiesa in Irlanda a seguito della recente pubblicazione del 'Murphy Commission Report'. All'incontro parteciperanno anche i Responsabili dei dicasteri della Curia Romana competenti per l'argomento e il nunzio in Irlanda''. E' quanto ha dichiarato lunedì il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, a proposito del recente rapporto dell'arcidiocesi di Dublino che ha rivelato l'ampiezza della piaga della pedofilia nel clero irlandese.

Asca

Il Papa a Sulmona. Benedetto XVI venererà le reliquie di Celestino V a 800 anni dalla nascita. Mons. Spina: trarne frutti di luce, amore e bellezza

“Carissimi fratelli e sorelle, con cuore commosso e gioia grande sono lieto di annunciare all’intera diocesi di Sulmona-Valva e alla regione ecclesiale abruzzese-molisana che, domenica 4 luglio 2010, il Santo Padre Benedetto XVI, a seguito dell’invito da me rivoltogli con lettera del 26 ottobre 2009, ha disposto di visitare Sulmona (foto) in occasione dell’ottavo centenario della nascita di Papa Celestino V”. L’annuncio è stato rivolto ai fedeli da mons. Angelo Spina, vescovo di Sulmona-Valva, in occasione del pontificale nella solennità dell’Immacolata Concezione. “Il Papa – ha spiegato mons. Spina – venererà le reliquie di San Pietro Celestino nella cattedrale di Sulmona dove celebrerà la Messa prima di recitare l’Angelus in Piazza Garibaldi”. Proprio in occasione degli ottocento anni dalla nascita di Celestino V la regione ecclesiale abruzzese-molisana ha proclamato uno speciale Anno giubilare in cui le spoglie del Santo, da secoli conservate nella Basilica di Collemaggio a L’Aquila, stanno peregrinando per tutte le diocesi della regione ecclesiale. La peregrinatio si concluderà con il ritorno a L’Aquila nell’agosto 2010. “Benediciamo il Signore – ha concluso il vescovo di Sulmona- Valva - per questo evento di grazia così prezioso che solo il cuore grato e la preghiera innamorata potranno custodire per trarne frutti di luce, di amore, di bellezza”.

SIR

Il Papa: il ministero petrino garanzia di fedeltà nelle controversie dottrinali. Troppo facilmente dimentichiamo la presenza di Cristo nell'Eucaristia

''Quando sorgono controversie nella Chiesa, il riferimento al ministero petrino garantisce fedeltà alla sana dottrina e dona serenità e libertà interiore''. Lo ha detto questa mattina Papa Benedetto XVI, attualizzando nella catechesi dell'Udienza generale svoltasi nell'Aula Paolo VI, davanti a circa 6 mila fedeli, la figura di Ruperto di Deutz, monaco benedettino del XII secolo,''scrittore fecondo, attivo in varie e importanti discussioni teologiche del tempo''. In tempi ''segnati da contrasti tra il Papato e l'Impero'', a causa della cosiddetta ''lotta delle investiture'', con la quale ''il papato voleva impedire che la nomina dei vescovi e l'esercizio della loro giurisdizione dipendessero dalle autorità civili, che erano guidate per lo più da motivazioni politiche ed economiche, non certo pastorali'', Ruperto - ha spiegato il Pontefice - si distinse ''per l'integerrima dirittura morale e per il forte attaccamento alla sede di Pietro''. L'Eucaristia non è ''un rito di comunione, di socializzazione''. Il Papa ha poi messo in guardia dal ''pericolo di ridimensionare il mistero eucaristico''. Ruperto, ad esempio ''intervenne con determinazione nella controversia eucaristica'', che nel 1077 aveva condotto alla condanna di Berengario di Tours, colpevole di aver dato ''un'interpretazione riduttiva della presenza di Cristo nel Sacramento dell'Eucaristia, definendola solo simbolica''. Anche se ''nel linguaggio della Chiesa non era entrato ancora il termine transustanziazione'', ha spiegato il Pontefice, Ruperto, ''si fece deciso sostenitore del realismo eucaristico''. Un monito, questo, ha aggiunto poi a braccio Papa Ratzinger, valido anche nel ''nostro tempo'', in cui ''dimentichiamo troppo facilmente che nell'Eucaristia è presente Cristo Risorto con il suo corpo, per tirarci fuori da noi, incorporarci nel suo corpo immortale e guidarci cosi' alla vita nuova''. ''E' veramente un grande dono la presenza reale di Cristo nel Sacramento dell'Eucaristia: e' un mistero da adorare e da amare!'', ha esclamato il Papa citando il Catechismo della Chiesa Cattolica, in cui si afferma che ''sotto le specie eucaristiche del pane e del vino'' è presente ''Cristo tutto intero: Dio e uomo''. L’origine del male è “nell’uomo stesso e nell’uso sbagliato della libertà”. Ruperto di Deutz fu coinvolto in una controversia sul “problema della conciliazione della bontà e dell’onnipotenza di Dio con l’esistenza del male”. A chi sosteneva che “Dio permette il male senza approvarlo e, dunque, senza volerlo”, Ruperto replica rimanendo “fedele alla narrazione biblica”. “Egli parte dalla bontà di Dio, dalla verità che Dio è sommamente buono e non può che volere il bene”, ha spiegato Benedetto XVI: “Così egli individua l’origine del male nell’uomo stesso e nell’uso sbagliato della libertà”. Alla domanda sul “perché il Figlio di Dio si è fatto uomo”, Ruperto risponde “con una visione cristocentrica della storia della salvezza, allarga la prospettiva, e sostiene che l’Incarnazione, evento centrale di tutta la storia, era stata prevista sin dall’eternità, indipendentemente dal peccato dell’uomo”. In questa prospettiva,la donna incinta dell’Apocalisse rappresenta “l’intera storia e l’umanità, che è orientata a Cristo, così come il concepimento è orientato al parto”. Una prospettiva, questa, ha sottolineato il Santo Padre, “che sarà sviluppata da altri pensatori e valorizzata anche dalla teologia contemporanea”. Maria è “la parte migliore della Chiesa”. E’ una citazione di Ruperto di Deutz che ha ripreso anche Paolo VI, quando nel discorso di chiusura della terza sessione del Concilio Vaticano II ha proclamato solennemente Maria Madre della Chiesa. Menzionando l’”originalità” di Ruperto nell’interpretazione della Bibbia, Benedetto XVI ha ricordato che “è il primo scrittore che ha identificato la sposa del Cantico dei Cantici con Maria santissima. Così il suo commento a questo libro della Scrittura si rivela una sorta di summa mariologica, in cui sono presentati i privilegi e le eccellenti virtù di Maria”, come la semplicità, la purezza, l’innocenza, la dottrina, il pudore, l’umiltà” e costituisce “un felice esempio della sintonia tra liturgia e teologia”. Ruperto, inoltre, “vede in Maria santissima la parte più santa della Chiesa intera”. Il Papa ha concluso la catechesi con un’altra frase di Ruperto: “Ho sperimentato quanto sia vero ciò che egli stesso dice: imparate da me che sono mite e umile di cuore”. “È questo un appassionato invito rivolto a tutti noi”, ha concluso Benedetto XVI: “Anche noi possiamo incontrare il Signore Gesù, che incessantemente accompagna il nostro cammino, si fa presente nel Pane eucaristico e nella sua Parola per la nostra salvezza”.

Asca, SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

Il Papa a Palermo. Una visita che coinvolgerà l'intera Sicilia. Il raduno delle famiglie e l'incontro con i giovani gli eventi più importanti

Il Papa sarà in visita a Palermo domenica 3 ottobre 2010. I vescovi di Sicilia, con una loro lettera, lo scorso 23 maggio 2009, avevano rivolto un invito al Santo Padre di venire in Sicilia. "Una terra - spiegano - dalle profonde radici cristiane nella quale numerosi uomini e donne, lungo i secoli, accogliendo l'annuncio del Vangelo, hanno testimoniato Cristo con la santità della vita, spesso anche con il martirio. Di questa terra si vuole far conoscere al Successore di Pietro non solo la storia ma anche l'attuale impegno comune delle diciotto diocesi per la costruzione del Regno di Dio e per un servizio concreto a favore dell'uomo, radicato nel tessuto vitale dell'intero territorio dell'Isola". Due saranno gli eventi più significativi della visita che avrà carattere regionale e riguarderà dunque tutte le diocesi: un raduno delle famiglie e l'incontro con i giovani. Con riferimento a questi due settori della pastorale, famiglia e giovani, le Chiese di Sicilia "sono già fortemente impegnate - dice la curia di Palermo - per riaffermare la dignità e il valore unico e insostituibile della famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla vita, e hanno a cuore la sorte delle giovani generazioni spesso lasciate in balia di se stesse e bisognose di una specifica attenzione educativa. I vescovi, interpretando le attese dei fedeli delle Chiese di Sicilia, hanno chiara consapevolezza che la visita del Santo Padre e il Suo luminoso insegnamento potranno aiutare a dare un rinnovato slancio missionario alle Comunità cristiane spingendole all'arduo compito dell'evangelizzazione e della trasmissione della fede alle nuove generazioni in un tempo cosi' complesso e difficile in cui gli stessi credenti sentono forte il bisogno di essere confermati nella loro fede per rinnovare gioiosamente la loro testimonianza del Signore risorto". I vescovi di Sicilia, e particolarmente la Chiesa palermitana, esprimono sin da ora "la loro filiale gratitudine e il loro commosso ringraziamento al Santo Padre per il dono grande della Sua presenza che confermerà nella fede i credenti, generando in tutti gioia, speranza, entusiasmo ed impegno fattivo per la crescita umana, sociale e religiosa della Sicilia".

Agi

L'annuncio nella solennità dell'Immacolata Concezione: Benedetto XVI nel 2010 in visita pastorale a Torino, Sulmona, Carpineto Romano e Palermo

Saranno quattro le visite pastorali in Italia di Papa Benedetto XVI nel 2010: Torino, Sulmona, Carpineto Romano e Palermo. L'annuncio è stato dato ieri nelle diocesi coinvolte in occasione della solennità dell'Immacolata Concezione. Il Papa sarà a Torino domenica 2 maggio, in occasione dell'ostensione della Sacra Sindone in programma dal 10 aprile al 23 maggio 2010. L'agenda di massima della visita di Papa Ratzinger prevede una prima sosta in preghiera davanti alla Sindone, seguita da una Messa e dall'Angelus. Nel pomeriggio Benedetto XVI incontrerà un gruppo di giovani e, durante il tragitto, effettuerà una sosta al Cottolengo. Benedetto XVI si recherà a Sulmona il 4 luglio, in occasione dell'ottavo centenario della nascita di Celestino V, il Papa del gran rifiuto, al quale Papa Ratzinger ha già reso omaggio durante la sua visita a L'Aquila del 18 aprile scorso, poco dopo il terremoto. Il 5 settembre, invece, Benedetto XVI si recherà a Carpineto Romano, paese al confine tra Roma e Frosinone, in occasione del secondo centenario della nascita del Papa Leone XIII, il Pontefice dell'Encliclica "Rerum novarum", che nacque proprio a Carpineto. Infine, il 3 ottobre, il Papa visiterà Palermo, in occasione di un incontro regionale delle famiglie e dei giovani. L'annuncio è stato dato questa mattina dall'arcivescovo Paolo Romeo durante il rito dell'Immacolata.

Apcom