venerdì 30 ottobre 2009

Il 21 novembre incontro di Benedetto XVI con Rowan Williams, il primo dopo l'annuncio della Costituzione per il rientro degli anglicani nella Chiesa

L'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams (nella foto con Benedetto XVI), suprema autorità della Chiesa anglicana nel mondo, incontrerà il Papa a Roma il prossimo 21 novembre. Lo anticipa il settimanale cattolico britannico The Tablet. Sarà il primo incontro tra i due leader cristiani dopo l'annuncio da parte del Vaticano della prossima pubblicazione di una Costituzione Apostolica che permetterà a gruppi di anglicani tradizionalisti di rientrare 'in blocco' nella Chiesa Cattolica, una scelta controversa e accolta polemicamente da alcuni settori anglicani. Lo stesso Williams ha confessato di non essere stato informato della decisione papale se non a pochi giorni dal suo annuncio. A quanto si apprende, è probabile che Williams terrà una conferenza stampa dopo l'incontro con Papa Ratzinger. L'arrivo di Williams a Roma era previsto in occasione delle celebrazioni all'Università Gregoriana per il centesimo anniversario della nascita del card. Johannes Willebrands, pioniere dell'ecumenismo cattolico e secondo presidente del Pontificio consiglio per l'Unità dei Cristiani, morto nel 2006.

Asca

Il Papa a Brescia e Concesio. Mons. Molinari: conferma che il nostro cammino di Chiesa è autentico, vissuto in comunione con il vescovo di Roma

La Chiesa bresciana si appresta ad accogliere Benedetto XVI, atteso per domenica 8 novembre. “Quello che ci aspettiamo dal Papa – dichiara il vescovo mons. Luciano Monari in un’intervista sul magazine allegato all’ultimo numero del settimanale diocesano La Voce del Popolo – è che compia anche a Brescia quella che è la sua missione, ossia l’annuncio del Vangelo”. Tuttavia, secondo mons. Monari, “la visita del Papa” deve essere vista anche “come una conferma che il cammino che la nostra Chiesa ha fatto e ancora sta facendo è corretto, vissuto in comunione, riconosciuto come autentico dal vescovo di Roma”. La visita papale a Brescia si svolge nel solco della tradizione di Sant'Arcangelo Tadini e di Paolo VI (nella foto con l'allora card. Ratzinger). Quanto al primo, che molto fece per dare dignità al lavoro e ai lavoratori, il vescovo Monari rammenta che la Chiesa deve "custodire il senso vero del lavoro" richiamando costantemente "ad un'economia rispettosa della dignità umana, a reale servizio dell'uomo", ma ricorda anche "la creatività sorprendente" del sacerdote, "che nasceva da una totale adesione a Cristo e alla Chiesa" e che fa del Santo un modello particolarmente significativo nell'Anno Sacerdotale voluto da Benedetto XVI. Sul legame tra l'attuale Pontefice e Papa Montini, mons. Monari nota che "l'elezione di Ratzinger al soglio pontificio porta in qualche modo a compimento il sogno di Paolo VI di un annuncio del Vangelo ad una società in continua trasformazione, con la fedeltà alla tradizione, ma anche con la capacità di confrontarsi con i temi e le sfide culturali di oggi". Del resto "la Chiesa bresciana è fiera di poter vantare Papa Montini tra i suoi figli"; ne custodisce la memoria e "si impegna a divulgarla". "Spero - conclude il vescovo - che la presenza del Papa a Brescia possa aiutare" il cammino di beatificazione di Paolo VI e soprattutto la diffusione del suo "tesoro di spiritualità". Oggi sono in programma due conferenze stampa: la prima, questa mattina a Brescia (ore 11 in Curia) per la presentazione della visita del Papa, con interventi del vescovo Monari, del sindaco Adriano Paroli e del presidente della Provincia Daniele Molgora. All’inaugurazione della nuova sede dell’Istituto Paolo VI è invece dedicato il secondo incontro con la stampa (ore 15, nella nuova sede a Concesio).

SIR

Il Papa: oggi più che mai essenziali pazienza e disciplina nella scienza, che deve aprire l’orizzonte della ragione verso la ricerca della verità

La ''responsabilità per il futuro dell'umanità e il rispetto per la natura e il mondo attorno a noi'' richiedono, ''oggi più che mai'', la ''attenta osservazione, il giudizio critico, la pazienza e la disciplina che sono essenziali per il moderno metodo scientifico''. Lo ha detto questa mattina Papa Benedetto XVI, incontrando gli astronomi che stanno partecipando al Colloquio patrocinato dalla Specola Vaticana in occasione dell'Anno Internazionale dell'Astronomia. Nel suo discorso, Papa Ratzinger ha lodato i recenti studi che hanno portato a ''chiarire il preciso contesto storico della condanna di Galileo''. Oggi, rispetto all'epoca in cui visse l'astronomo italiano, siamo ''alla vigilia di scoperte scientifiche ancora più grandi e cariche di conseguenze'', ha osservato il Papa, auspicando un ritorno di quel senso di ''stupore riverente e del desiderio di raggiungere una sintesi veramente umanistica del sapere'' che caratterizzò l'epoca delle scoperte scientifiche nel XVII secolo. Il Pontefice ha sottolineato che ''la vera conoscenza è sempre rivolta alla sapienza, e invece di limitare gli occhi della mente, essa ci invita a sollevare lo sguardo verso la sfera superiore dello spirito. Conoscenza, in una parola, deve essere intesa e perseguita in tutta la sua ampiezza liberatrice''. Il Papa ha quindi aggiunto che se la conoscenza può essere ridotta a ''calcolo ed esperimento'', essa, se aspira a diventare ''sapienza'', deve rivolgere lo sguardo alla ''ricerca di quella verità ultima che, sebbene sia al di là nostra comprensione completa, è tuttavia la chiave della nostra autentica felicità e la libertà, la misura della nostra umanità vera, e il criterio per un giusto rapporto con il mondo fisico e con i nostri fratelli e sorelle nella grande della famiglia umana''. Da qui l'augurio che l'anno internazionale dell'astronomia ''conduca oltre che alla contemplazione delle meraviglie della creazione alla contemplazione del Creatore e di quell'Amore che è il motivo ispiratore della sua creazione, l'Amore che, nelle parole di Dante Alighieri, 'muove il sole e l'altre stelle''.

Asca

Il Papa all'ambasciatore di Panama: il progresso di una società non è solo sviluppo economico e tecnologico ma anche morale e spirituale

La collaborazione tra Stato e Chiesa nella promozione del bene comune e il concetto di progresso autentico della società sono stati i temi al centro del discorso del Papa, stamani, al nuovo ambasciatore di Panama presso la Santa Sede, la signora Delia Cárdenas Christie (foto), ricevuta per la presentazione delle Lettere credenziali. Benedetto XVI, sottolineando le buone relazioni che intercorrono tra Santa Sede e Panama, ha ribadito il concetto di una sana laicità: il ruolo della Chiesa – ha detto – in ragione della sua missione, non si confonde con quello dello Stato, né può identificarsi con alcun programma politico, ma si muove in un ambito di natura religiosa e spirituale che tende alla promozione della dignità dell’essere umano e alla tutela dei diritti fondamentali. Tuttavia – ha precisato – questa distinzione non implica indifferenza o reciproca ignoranza, giacché, anche se a titolo diverso, Chiesa e Stato operano entrambi per il bene comune dei cittadini. In questo contesto il Papa invita a lavorare per una maggiore uguaglianza sociale, economica e culturale, superando gli interessi egoistici, rafforzando le istituzioni democratiche. A questo proposito – ha aggiunto – non si devono risparmiare sforzi per promuovere un sistema giudiziario indipendente ed efficiente: ciò favorirà lo sviluppo di una società giusta e fraterna, in cui nessuno sia dimenticato o condannato alla violenza e alla emarginazione. Benedetto XVI ricorda quindi l’impegno della Chiesa al fianco dei poveri, dei carcerati, degli immigrati e poi contro la corruzione, e ancora in difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale e della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Il progresso di una società – ha concluso il Papa – non dipende solo dallo sviluppo economico e tecnologico – ma dalla compresenza di una dimensione etica e spirituale evidenziata dalla diffusione di persone interiormente rette, dalla condotta irreprensibile e dalla ferma volontà di impegnarsi per il bene comune.

Radio Vaticana

L’associazione di telespettatori cattolici: pienamente d’accordo con il Papa, rispetto e dignità della persona due aspetti fondamentali per i media

“Il rispetto e la dignità della persona sono due aspetti fondamentali per i media. Siamo, quindi, pienamente d’accordo con il Papa. E questo è un discorso che vale sia per l’informazione sia per l’intrattenimento. Purtroppo il sensazionalismo a volte fa scempio di questi valori”. Lo afferma Luca Borgomeo, presidente dell’associazione di telespettatori cattolici Aiart, a proposito delle parole pronunciate oggi da Benedetto XVI, durante l’udienza concessa ai partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali. I nuovi media – prosegue il presidente dell’Aiart – sono un’enorme opportunità, ma devono essere uno strumento per veicolare contenuti, e anche radio, tv e stampa hanno l’obbligo di veicolar la dignità della persona. Purtroppo, soprattutto la televisione – conclude Borgomeo – si è adagiata sul sensazionalismo, come dimostrano i reality e le continue trasmissioni-rissa”.

SIR