venerdì 2 ottobre 2009

Domani il rientro di Benedetto XVI in Vaticano. Il saluto e il grazie ai dipendenti delle Ville Pontificie a Castel Gandolfo

Benedetto XVI lascia domani mattina Castel Gandolfo per rientrare in Vaticano. Nella cittadina laziale il Papa si era trasferito il 29 luglio scorso per trascorrere il periodo estivo. Ieri pomeriggio si è svolta la cerimonia di congedo dai dipendenti delle Ville Pontificie che il Santo Padre ha ringraziato per l’attenzione ricevuta in questi mesi. Come per il saluto rivolto in mattinata alla comunità religiosa e civile di Castel Gandolfo, il Pontefice ha affidato i presenti all’intercessione di Santa Teresa di Lisieux, di cui ieri ricorreva la memoria liturgica. Di Santa Teresa di Gesù Bambino ha quindi sottolineato il carisma: "Intuì e descrisse la profonda verità dell’amore quale centro e cuore della Chiesa e visse questo mistero intensamente nella sua pur breve esistenza. Proprio per la centralità che assume in lei il rapporto con Cristo e la scelta dell’amore, per lo spazio che ella riserva anche agli affetti, ai sentimenti nel cammino spirituale, Teresa di Lisieux è una santa molto attuale, che si propone quale singolare modello e guida di tutti, giovani e adulti".

Radio Vaticana

Sinodo dei vescovi per l'Africa. Il grande dinamismo della Chiesa nel continente nero dalla prima evangelizzazione a oggi

“La Chiesa in Africa ha avuto un grande dinamismo” negli ultimi anni. “Dal 1978 al 2007, il numero dei cattolici africani è passato da 55.000.000 a circa 165.000.000. Anche le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata hanno avuto una notevole crescita”. A tracciare il profilo della Chiesa africana, che si appresta a vivere la II Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi, è stato oggi mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, durante il “briefing” di presentazione nella sala stampa vaticana. Mons. Eterović ha ricordato che “dal 1994 al 2008 sono stati uccisi in Africa, a causa del nome di Gesù Cristo, ben 521 agenti di pastorale”. Nel 2008, ha detto il segretario generale, “di 20 operatori pastorali cattolici uccisi nel mondo, 5 sono stati africani: 3 sacerdoti, 1 religioso e 1 volontario laico, provenienti rispettivamente da Kenya, Guinea Conacry, Nigeria e Repubblica Democratica del Congo”. Il segretario generale del Sinodo ha sottolineato che “il Vangelo da loro annunciato è il vero sale della terra, garanzia di un’evangelizzazione con profonde radici. La Buona Notizia accompagnata dalla testimonianza limpida del loro servizio ecclesiale diventa la luce che brilla nelle tenebre del mondo, talvolta troppo densamente concentrate su alcune parti del continente africano”. Mons. Eterović ha anche ripercorso la storia della Chiesa africana: “In alcune zone, come per esempio nell’attuale Angola, la Buona Notizia è stata annunciata oltre 500 anni fa”. Mentre, nelle regioni dell’Africa Nord Est, “dai tempi apostolici”. In altre regioni, invece, “la luce del Vangelo è penetrata con i missionari circa 100 anni fa”. Per il segretario generale del Sinodo, “uno dei segni di fecondità apostolica sono le vocazioni missionarie africane. Vi sono sempre di più sacerdoti, religiosi, religiose e laici che svolgono il servizio pastorale presso altre Chiese particolari in Africa o in altri continenti”. Essi, ha proseguito il vescovo, cercano tra l’altro di “alleviare le ferite aperte nello spirito e nel corpo dei loro confratelli di fronte alle grandi sfide del sottosviluppo e, dunque, della fame, delle malattie, delle violenze, incluse le guerre”. L’auspicio della Chiesa in Africa, ha concluso mons. Eterović, è “intraprendere, con rinnovato zelo, l’azione di evangelizzazione e di promozione umana nel grande continente. Una Chiesa riconciliata al suo interno diventerà annunciatrice credibile della riconciliazione anche al livello della società, apportando un insostituibile contributo alla promozione della giustizia e al raggiungimento della pace”.

SIR

Sinodo dei vescovi per l'Africa. I numeri, le riunioni, gli interventi e i momenti di preghiera dell'assise

Saranno 244 i Padri Sinodali che parteciperanno alla II Assemblea speciale per l’Africa. A fornire alcune “cifre” sui partecipanti all’assise sinodale è stato questa mattina mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, durante un “briefing” nella sala stampa vaticana. Su 244 Padri Sinodali, ha spiegato mons. Eterović, “228 sono insigniti del carattere vescovile. Essi prenderanno parte a vari titoli: 79 partecipano ex officio, 129 sono eletti e 36 sono di nomina Pontificia. Tra essi vi sono 33 cardinali, 75 arcivescovi, 120 vescovi e 8 religiosi, eletti dall’Unione dei superiori generali”. Dei Padri Sinodali, ha informato ancora mons. Eterović, 197 provengono dall’Africa. Altri 47 vengono da altri continenti: 34 dall’Europa, 10 dall’America, 2 dall’Asia e 1 dall’Oceania. Tra essi vi sono presidenti delle Conferenze Episcopali di altri 4 continenti che all’inizio dei lavori si rivolgeranno all’Assemblea”. Ciò, ha commentato il segretario generale, “sottolinea che l’Assemblea riguarda tutta la Chiesa Cattolica”. Per quanto concerne i lavori sinodali, ha poi aggiunto il vescovo, “sono previste 20 Congregazioni generali e 9 Sessioni dei Circoli minori, divisi in tre lingue ufficiali dell’Assise: francese, inglese e portoghese”. “All’Assise sinodale – ha detto mons. Eterović – prenderanno parte anche i Delegati fraterni, rappresentanti di 6 Chiese e comunità ecclesiali presenti in modo significativo in Africa, con le quali la Chiesa cattolica mantiene rapporti di dialogo e di collaborazione”. Inoltre, “accogliendo l’invito del Papa parteciperanno tre invitati speciali”. In primo luogo, “il 6 ottobre, prenderà parte alla terza Congregazione generale il patriarca della Chiesa ortodossa Tewahedo Etiope Sua Santità Abuna Paulos. Si tratta di una partecipazione al Sinodo del rappresentante della menzionata Chiesa cristiana presente in Africa ininterrottamente dai tempi apostolici”. Il 9 ottobre, è atteso Rudolf Adada, già capo della Joint United Nations/African Union Peacekeeping Mission per il Darfur. “Egli – ha affermato il segretario generale – dovrebbe riferire sugli sforzi di pace nella regione del Darfur, che interessa non solamente i Paesi africani bensì il mondo intero”. Il 12 ottobre, interverrà Jacques Diouf, direttore generale della FAO per “informare sugli sforzi della FAO intesi a garantire la sicurezza alimentare in Africa”. Al Sinodo vi saranno, poi, 29 esperti e 49 uditori. Complessivamente, ha concluso mons. Eterović, “parteciperanno all’Assemblea sinodale circa 400 persone”.
“Essere sempre più sale della terra e luce del mondo è la grazia che si ottiene con la preghiera”. Per questo, “la celebrazione dell’Assise sinodale sarà accompagnata da intensi momenti di preghiera”. “Benedetto XVI – ha informato mons. Eterović - presiederà tre Celebrazioni Eucaristiche nella Basilica di San Pietro. Oltre a quella dell’inizio, domenica 4 ottobre - che avrà qualche tocco africano - e della conclusione dei lavori sinodali, domenica 25 ottobre, il Papa canonizzerà, domenica 11 ottobre, 5 beati: Zygmunt Szczęsny Feliński, Francisco Coll y Guitart, Josef Daamian de Veuster Rafael Arnáiz Barón, Marie de la Croix (Jeanne) Jugan. Questi santi indicano in modo concreto come si diventa il sale della terra e la luce del mondo”. Mons. Eterović ha poi riferito che “un momento particolare è previsto per la sera del 10 ottobre”, quando “il Papa guiderà la recita del Rosario con gli universitari di 9 capitali africane: Il Cairo (Egitto), Antananarivo (Madagascar), Kinshasa (Congo), Nairobi (Kenya), Johannesburg (Sud Africa), Maputo (Mozambico), Khartoun (Sudan), Onitsha (Nigeria) e Ouagadougou (Burkina Faso)”.

SIR

Il Papa all'ambasciatore dei Paesi Bassi: la libertà sia ancorata alla verità della persona umana per il bene dell'individuo e della società

A Castel Gandolfo questa mattina il Papa ha ricevuto anche l’ambasciatore dei Paesi Bassi, la baronessa Henriette Van Lynden Lejten (foto), nata nel 1950 e impegnata nella diplomazia del suo Paese in Europa e Medio Oriente da quasi trent’anni. Al centro del discorso del Papa ancora l’importanza che la libertà sia “ancorata alla verità della persona umana e indirizzata al bene dell’individuo e della società”. Una nuova missione “ricca di opportunità” di collaborazione alla luce del comune desiderio di aiutare la persona umana. Il Papa ha sottolineato l’importanza che la libertà, difesa e promossa sia dalla Santa Sede sia dai Paesi Bassi, venga legata alla verità della persona e che guardi al bene comune. Le conseguenze dell’individualismo esagerato che favorisce il vantaggio personale a esclusione di altri beni, d’altro canto, sono state evidenti nella crisi finanziaria dell’ultimo anno. Bisogna, ha ricordato il Papa, che “il nostro mondo si riappropri del vero significato della libertà”: su questo si basa il convincimento della Santa Sede sull’insostituibile ruolo delle comunità religiose nella vita e nel dibattito pubblico. “Mentre alcuni degli olandesi si dichiarerebbero agnostici o persino atei – ha detto il Pontefice -, più della metà della popolazione professa la fede cristiana, e il numero crescente di immigrati che seguono altre tradizioni religiose rende più che mai necessario che le autorità civili riconoscano il posto della religione nella società olandese”. Un’indicazione che il Governo olandese stia agendo proprio in questo senso è data dal fatto che nei Paesi Bassi le scuole religiose ricevono giustamente il sostegno statale, perché “sono chiamate a dare un contributo significativo alla mutua comprensione e alla coesione sociale”. Ma a questo riguardo più ancora delle scuole conta la famiglia, costruita “su un matrimonio stabile e fruttuoso fra un uomo e una donna”: “E’ probabile che una società che incoraggia modelli alternativi di vita domestica per il bene di una supposta diversità – ha spiegato il Papa - accumuli conseguenze sociali che non contribuiscono allo sviluppo integrale della persona”. Benedetto XVI ha poi auspicato che la voce dei cattolici sia ascoltata nel dibattito etico. L’ambasciatore Van Lynden Lejten, sposata e madre di tre figlie, dopo aver sottolineato l’importanza che il governo olandese attribuisce ai diritti umani, ha assicurato l’impegno dei Paesi Bassi a cercare continuamente il dialogo con la Santa Sede sulle questioni morali.

Radio Vaticana

Il Papa all'ambasciatore filippino: vicinanza spirituale per le vittime del tifone. Sostegno ai coraggiosi passi per promuovere la pace e lo sviluppo

La solidarietà di Benedetto XVI per le centinaia di vittime filippine del tifone Ketsana e l’incoraggiamento a insistere, nel Paese, su un tipo di dialogo che favorisca la pace contro chi nasconde dietro il nome di Dio propositi di violenza. Sono due dei temi principali che Benedetto XVI ha toccato questa mattina nella prima delle udienze concesse ai nuovi diplomatici accreditati in Vaticano. A presentare le Lettere credenziali al Papa come nuovo ambasciatore delle Filippine è stata Mercedes Arrastia Tauson, da anni attiva sui fronti della difesa della vita e della famiglia. I circa 300 morti e l’immane distruzione provocata nelle Filippine dal passaggio del tifone Ketsana - mentre si allunga su quelle terre l’ombra di un nuovo e più devastante ciclone - hanno subito orientato le prime considerazioni di Benedetto XVI. Il Papa ha espresso “vicinanza spirituale” e “preghiere” nei riguardi di quanti hanno perso la vita o sono stati colpiti dal tifone. Quindi, la sua attenzione, accompagnata da espliciti apprezzamenti, è anche andata ai vari trend di sviluppo e di modernizzazione - dai sistemi di irrigazione a quelli del trasporto pubblico - che si registrano da qualche tempo nelle Filippine e che stanno innalzando la qualità della vita della popolazione. Attenzione, tuttavia - ha osservato il Papa - a che si badi non solo alla crescita di un pur necessario “sviluppo giusto e sostenibile”, ma anche a utilizzare “risorse spirituali e materiali” affinché i cittadini “possano fiorire nel corpo e nell'anima, conoscendo la bontà di Dio e vivendo in solidarietà con i loro vicini”. Invitando a includere i poveri, in questo contesto di miglioramento sociale, il Pontefice ha ammonito: “Soprattutto la lotta contro la povertà richiede onestà, integrità, e un’incrollabile fedeltà ai principi della giustizia, soprattutto da parte di coloro ai quali sono direttamente affidati gli incarichi di governo e della pubblica amministrazione”. Benedetto XVI ha poi preso in esame la situazione sociale dal punto di vista dei rapporti con i musulmani, in quello che è lo Stato asiatico a maggioranza cattolica. All’ambasciatore filippino che aveva indicato in precedenza “nel dialogo e nella cooperazione” le “chiavi per la risoluzione” dei conflitti interni, il Papa ha replicato che “in un'epoca in cui il nome di Dio è abusato da alcuni gruppi, il ‘lavoro della carità’ è di particolare urgenza”. E questo è vero, ha soggiunto, “specialmente nelle regioni che sono state purtroppo segnate da conflitti. Incoraggio tutti a perseverare in modo che la pace possa prevalere”. Ma la pace, ha insistito Benedetto XVI, “non può avvenire semplicemente come il prodotto di un processo tecnico”, orchestrato “attraverso strumenti legislativi, giudiziari o economici”. Invece, ha constatato, sulla base della “convinzione che il male si vince solo con il bene”, in molti nel suo Paese stanno adottando misure coraggiose per unire le persone al fine di promuovere la riconciliazione e la reciproca comprensione”. E qui il Papa, ricordando che le Filippine ospiteranno all’inizio di dicembre il Meeting ministeriale speciale del Movimento dei non-allineati sul dialogo tra le fedi e la cooperazione per la pace e lo sviluppo - ha definito “encomiabile” il lavoro che svolgono abitualmente vari organismi come la Conferenza Vescovi Ulema, o la Conferenza del Popolo del Mindanao, lo Stato filippino al centro di una grave instabilità, nel quale - ha concluso Benedetto XVI - la pace ha bisogno di “progredire”.

Radio Vaticana

L'ambasciatore Miguel Diaz: gli Usa rispettano profondamente la Santa Sede come voce morale unica al mondo. Obama toccato dall'incontro con il Papa

La voce di Papa Benedetto XVI e della Chiesa Cattolica sugli ''imperativi morali'' del mondo è ''unica'' e gli Stati Uniti ''rispettano profondamente la Santa Sede'' e la sua ''voce morale''. Parole del neo-ambasciatore statunitense presso la Santa Sede, Miguel H. Diaz (nella foto con Benedetto XVI), che ha presentato questa mattina le sue lettere credenziali al Papa. ''Gli Stati Uniti - ha affermato - rispettano profondamente la Santa Sede come entità sovrana, come attore umanitario e come una voce morale unica al mondo''. Diaz ha detto che il presidente Usa Barack Obama è stato ''profondamente toccato'' dal suo incontro con il Pontefice lo scorso 10 luglio, ed ha ''apprezzato l'opportunità'' di ascoltare la sua ''prospettiva su molti temi importanti''. Il neo-ambasciatore ha anche sottolineato come ''le priorità urgenti'' sullo scacchiere globale delineate dal Papa, da ultimo nell'Enciclica "Caritas in veritate", ''coincidano con quelle espresse dal presidente Obama''.

Asca

Il Papa: profondamente rattristato prego per le vittime del terremoto in Indonesia e per quanti soffrono. Incoraggio gli sforzi dei soccorritori

Papa Benedetto XVI ha espresso oggi il suo cordoglio per le vittime delle calamità naturali che hanno colpito l'Indonesia, in un telegramma inviato a suo nome dal segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, al nunzio apostolico in Indonesia, mons. Leopoldo Girelli. ''Profondamente rattristato di apprendere dei recenti devastanti terremoti che hanno interessato l'Indonesia - recita il telegramma - Sua Santità Papa Benedetto XVI, prega per le vittime e le loro famiglie in lutto, invocando l'eterno riposo per i morti e la forza e la consolazione divina su quanti ora soffrono''. Il Papa ha inteso anche ''incoraggiare i soccorritori e tutte le persone coinvolte nel provvedere il pronto soccorso delle vittime di questo disastro a perseverare nei loro sforzi di portare sollievo, conforto e sostegno''.

Asca

Il Papa all'ambasciatore americano: gli Stati Uniti, coesi e pluralisti, hanno ricatturato l'immaginazione del mondo con tradizione e originalità

Con Barack Obama, unendo "tradizione e originalità", gli Stati Uniti negli ultimi mesi hanno "catturato di nuovo l'immaginazione del mondo". A riconoscerlo è Benedetto XVI nel discorso al nuovo ambasciatore degli Stati Uniti d'America, Miguel Humberto Díaz, ricevuto stamani nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per la presentazione delle Lettere Credenziali (foto). Il Papa ha espresso un giudizio positivo sulla "democrazia vibrante" espressa dalla nuova amministrazione, animata da "una visione di uguaglianza e pari opportunità". Benedetto XVI si è detto fiducioso che le relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Stati Uniti continueranno “ad essere contraddistinte da un dialogo fruttuoso e dalla cooperazione per la promozione della dignità umana", il rispetto dei "diritti umani fondamentali" e per il “servizio alla giustizia, alla solidarietà e alla pace”. Salutando il nuovo ambasciatore, il Papa ha ricordato ''con piacere'' il suo incontro di luglio con il presidente Obama e il viaggio apostolico negli Stati Uniti dello scorso anno. Un’occasione, ha detto, nella quale ha potuto “incontrare una democrazia vibrante” impegnata a servire il bene comune e modellata da "una visione di eguaglianza e di equa opportunità basata sulla dignità e la libertà donata da Dio ad ogni essere umano". Gli Stati Uniti sono una ''società coesa e allo stesso tempo pluralista, costantemente arricchita dai doni portati dalle nuove generazioni, compresi i molti immgirati che continuano a migliorare e ad ampliare la società americana''. Negli ultimi mesi, ha osservato Papa Ratzinger, questo modello già affermato dalla Costituzione Usa è stato ''riaffermato'' nella sua ''dialettica di tradizione e originalità, unità e diversità'' ha saputo ''ricatturare l'immaginazione del mondo, molti dei cui popoli guardano all'esperienza americana e alla sua visione fondativa nella loro ricerca di modelli praticabili di una democrazia responsabile e di uno sviluppo solido, in una società sempre più interdipendente e globale''. Benedetto XVI ha poi espresso il suo apprezzamento per il nuovo approccio ''multilaterale'' portato nella politica globale degli Usa dall'elezione di Barack Obama alla Casa Bianca. ''Apprezzo - ha detto oggi il Pontefice - il suo riconoscimento della necessità di un maggiore spirito di solidarietà e di impegno multilaterale nell'affontare i problemi urgenti del nostro pianeta''. Una consonanza che nasce dalla consapevolezza che i valori della ''vita, la libertà e la ricerca della felicità'' - valori affermati dalla Costituzione americana - non possono essere ''più visti in termini prevalentemente individualisti o addirittura nazionali'' ma devono piuttosto venire considerati ''dalla punto di vista più alto del bene comune dell'intera famiglia umana''. La recente crisi economica, ha aggiunto il Pontefice, ha mostrato la necessità ''di una revisione delle attuali strutture politiche, economiche e finanziarie, alla luce dell'imperative etico di assicurare lo sviluppo integrale di tutte le persone'' e di un ''modello di globalizzazione ispirato da un autentico umanesimo''. Il ''multilateralismo'', ha proseguito il Papa, ''non dovrebbe essere limitato alle questioni puramente economiche e politiche'' ma dovrebbe essere adoperato ''per affrontare l'intero spettro delle questioni legate al futuro dell'umanità e della promozione della dignità umana, compresi l'accesso sicuro al cibo e all'acqua, le cure mediche di base, politiche giuste per governare il commercio e l'immigrazione, particolarmente lì dove sono coinvolte le famiglie, il controllo del clima e la difesa dell'ambiente, e l'eliminazione della piaga delle armi nucleari''. Proprio su quest'ultimo tema, il Papa ha ribadito il sostegno all'iniziativa statunitense al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per un mondo ''libero da armi nucleari'', già espresso al Palazzo di Vetro dal 'ministro degli esteri' vaticano, mons. Dominique Mamberti. La Chiesa Cattolica negli Stati Uniti contribuisce al dibattito pubblico offrendo ''un chiaro discernimento sui temi che riguardano la protezione della dignità umana e il rispetto per il diritto all'inalienabile diritto alla vita dal momento della concezione a quello della morte naturale, così come la protezione del diritto all'obiezione di coscienza da parte di tutti gli operatori sanitari, e anzi di tutti i cittadini''. ''La difesa della libertà - ha affermato il Pontefice - è inestricabilmente legata al rispetto per la verità e alla ricerca di un vero rigoglio umano. La crisi delle nostre democrazie moderne richiede un rinnovato impegno al dialogo ragionato nel discernimento di politiche sagge e giuste, rispettose della natura e della dignità umana''. In questo contesto, la Chiesa negli Stati Uniti contribuisce soprattutto ''con la formazione delle coscienze e con il suo apostolato educativo, con il quale offre un contributo importante e positivo alla vita civile americana e al dibattito pubblico''. ''La Chiesa - ha concluso Papa Ratzinger - insiste sul legame inscindibile tra l'etica della vita e ogni altro aspetto dell'etica sociale''. La ''visione e l'immaginazione religiose'', lungi dal ''restringere'' il dibattito etico e politico, lo ''arricchiscono''. ''Le religioni - ha spiegato il Papa ricordando in particolare il proprio recente viaggio in Terra Santa - proprio perchè si occupano del destino ultimo di ogni uomo e donna, sono chiamate ad essere una forza profetica di liberazione umana e di sviluppo nel mondo, soprattutto nelle aree colpite da ostilità e conflitto''.

Tgcom, Radio Vaticana, Asca

Sinodo dei vescovi per l'Africa. Mons. Eterović: l’urgente opera di evangelizzazione e la promozione umana nel continente le priorità dell'assise

“L’urgente opera di evangelizzazione che ha come riflesso inscindibile la promozione umana nel contesto del continente africano”. È questa “la priorità” al centro dei lavori della II Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi, che si terrà in Vaticano dal 4 al 25 ottobre sul tema: “La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. "Voi siete il sale della terra...Voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13.14)”. È quanto ha affermato mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, spiegando oggi, durante un “briefing” nella sala stampa vaticana, “senso e svolgimento” dell’assise sinodale. Il tema dell’Assemblea, ha detto mons. Eterović, “è assai indicativo in quanto riprende il titolo dell’Esortazione apostolica postsinodale "Ecclesia in Africa", che raccoglie i risultati della I Assemblea speciale per l’Africa svoltasi nel 1994”. Con questa scelta, ha aggiunto il segretario generale, “si è voluta sottolineare la continuità tra le due Assemblee”. La prima Assemblea sinodale per l’Africa, ha spiegato mons. Eterović, “ha offerto un quadro generale e complessivo della situazione della Chiesa cattolica nel continente. Ha pure affrontato varie sfide, ecclesiali, sociali e politiche che, purtroppo, sono tuttora in buona parte attuali”. Tenendo presente “tale quadro ancora valido”, con la II Assemblea speciale – ha proseguito il vescovo – “i Padri sinodali, guidati da Benedetto XVI, desiderano approfondire la missione della Chiesa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace”. Si tratta di “temi fondamentali per il presente e il futuro della Chiesa cattolica in Africa”. In tale “urgente opera”, ha detto il segretario generale del Sinodo, “essa è disposta a collaborare con altre Chiese e comunità cristiane, con gli appartenenti ad altre religioni non cristiane, come pure con tutti gli uomini di buona volontà”. Al riguardo, ha informato mons. Eterović, “il primo giorno dei lavori è prevista una relazione di circa 30 minuti circa la ricezione dell’"Ecclesia in Africa" che sarà seguita da una discussione libera sul tema”.

Foto pedo-pornografico nel computer di un vescovo canadese. Benedetto XVI accetta le sue dimissioni

Lo hanno fermato per un controllo e hanno trovato sul suo computer portatile foto pornografiche con bambini: per questo il prelato si è prontamente dimesso e la sua rinuncia è stata immediatamente accettata. La Chiesa canadese è ancora sotto choc per quanto accaduto nei giorni scorsi a mons. Raymond John Lahey, 69 anni, dal 2003 vescovo di Antigonish. Lo scorso 15 settembre, la polizia doganale dell’aeroporto internazionale di Ottawa ha effettuato dei controlli sul notebook e su "altri strumenti di comunicazione" che il vescovo portava con sé al rientro in Canada. Nella memoria del computer è stato trovato materiale pedo-pornografico. È scattato immediatamente il fermo, ma dopo il sequestro del materiale, Lahey è stato rilasciato. L’inchiesta, informano le autorità, ha portato all’incriminazione del vescovo per "possesso e importazione di pornografia infantile", ed è stato spiccato un mandato d’arresto per il momento non eseguito. Il prelato, appena rientrato ad Antigonish, piccolo capoluogo di contea della provincia orientale canadese della Nuova Scozia e sede della Saint Francis Xavier University, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera di dimissioni. Sabato scorso, mentre Benedetto XVI era impegnato nel primo giorno del viaggio nella Repubblica Ceca, la Sala Stampa vaticana ha dato notizia che "il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Antigonish" presentata da mons. Lahey "in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico". Il paragrafo due del canone 401 recita che "il vescovo diocesano che per infermità o altra grave causa risultasse meno idoneo all’adempimento del suo ufficio, è vivamente invitato a presentare la rinuncia dall’ufficio". Ed è del tutto evidente che l’essere stato trovato in possesso di materiale pornografico e per di più infantile, rappresenta una causa piuttosto grave per un vescovo. Proprio il vescovo Lahey, nell’agosto scorso, aveva acquisito una certa notorietà perché era apparso in televisione per annunciare che la sua diocesi accettava di versare ben 13 milioni di dollari canadesi (poco più di otto milioni di euro) a una quindicina di vittime di abusi sessuali commessi da un sacerdote nei decenni scorsi. Il vescovo aveva chiesto scusa alle vittime e alle loro famiglie a nome della diocesi, dicendo di "sperare di non dover mai più trovarsi davanti a simili riprovevoli comportamenti". Nella lettera con cui annunciava la sua rinuncia al clero e ai fedeli di Antigonish, resa nota prima che le autorità divulgassero la notizia del sequestro del materiale all’aeroporto e le conclusioni dell’inchiesta, Lahey affermava che le dimissioni erano state presentate "per motivi personali", riconoscendo che la sua uscita di scena avviene "in un tempo in cui la diocesi deve affrontare molte domande di cambiamento". La pubblicazione della notizia delle vere ragioni della rinuncia ha provocato, com’era prevedibile, un terremoto nella comunità cattolica canadese. L’arcivescovo di Halifax, nominato dal Papa amministratore apostolico della diocesi di Antigonish, in attesa della designazione del nuovo vescovo, ha dichiarato mercoledì di essere "choccato e rattristato per queste devastanti notizie".

Andrea Tornielli, Il Giornale

Sinodo dei vescovi per l'Africa. Suor Kidané: azione e crescita culturale per la donna africana. L'Osservatorio dei missionari italiani sull'assise

“Ci piacerebbe che nei documenti del Sinodo ci sia un capitolo dedicato interamente al ruolo della donna in Africa, che si traduca in spazio concreto di azione e in possibilità di crescita culturale, per essere veramente protagoniste”: è quanto ha chiesto stasera a Roma la missionaria comboniana suor Elisa Kidané, eritrea, intervenendo al convegno sul II Sinodo dei vescovi per l'Africa che si è svolto per iniziativa della Conferenza Istituti Missionari in Italia, Ucsi, Focsiv, Misna e Fesmi. Parlando delle aspettative della donna africana rispetto al Sinodo che si apre il 4 ottobre, la missionaria, tra gli uditori invitati dal Papa, ha rivendicato un “protagonismo femminile nella Chiesa e nella società africana, facendo cadere tutte le resistenze che ancora ci sono”. “Perché non creare dei circoli per donne teologhe?” ha chiesto suor Kidané, “dandoci la possibilità di poter mostrare il volto materno di Dio”. “Dateci la parola per essere protagoniste di ogni incontro – ha detto –. Non sono rivendicazioni solo per apparire. Siamo convinte che è l’unico modo per aiutare veramente l’Africa”. Tra i suggerimenti della missionaria, anche la creazione e il sostegno a “scuole politiche che non scopiazzino i principi delle democrazie obsolete occidentali, ma che traggano idee dalle radici della cultura africana”.
Padre Fernando Zolli, rappresentante della CIMI, ha annunciato un Osservatorio sul II Sinodo per l'Africa, per fare da "cassa di risonanza a quanto verrà affrontato e discusso" dai Padri sinodali. L'iniziativa intende "portare a conoscenza del mondo missionario, della Chiesa italiana e della società civile, proposte, problematiche, prospettive e nuovi scenari, per un rinnovato impegno in Africa e in Europa". L'Osservatorio avrà due incontri settimanali durante il Sinodo, ogni martedi e venerdi alle 18.30 alla libreria Ave in via della Conciliazione, a partire dalla settimana prossima. Altri incontri sono in programma, il 12 e 19 ottobre. Nel corso dell'incontro il deputato italiano Jean Leonard Touadi ha proposto che un appuntamento del Sinodo si possa svolgere a Lampedusa, luogo simbolico per le migrazioni.


SIR