sabato 2 maggio 2009

Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Il dossier dell'agenzia 'Fides'

Un’Opera in sì Maggiore

Le ultime statistiche degli operatori pastorali nel mondo

La fiducia nell’iniziativa di Dio e la risposta umana

Fedeltà di Cristo, fedeltà del Sacerdote: dal 19 giugno 2009 al 19 giugno 2010 uno speciale “Anno Sacerdotale” indetto dal Santo Padre Benedetto XVI

San Giovanni Maria Vianney, sacerdote e parroco, modello per tutti i sacerdoti

Il Curato d’Ars e la bellezza del perdono divino

Intervista a Don Domenico Dal Molin, Direttore del Centro Nazionale Vocazioni

Il problema della formazione degli istituti internazionali
(di p. Vito Del Prete, PIME, Segretario Generale della Pontificia Unione Missionaria)

La formazione integrale del sacerdote
(di p. Vito Del Prete, PIME, Segretario Generale della Pontificia Unione Missionaria)

Il testo completo del dossier

Mons. Zimowski racconta Benedetto XVI: affascinati dalla sua semplicità, la sua bontà, la sua apertura. Teologo ma anche pastore

L'Episcopato americano aveva invitato il card. Ratzinger negli Stati Uniti, ma nessuno lo aveva avvertito che quando si va negli Usa per tenere conferenze serve il visto oppure si deve dichiarare che il viaggio e' per turismo. Così all'aeroporto di New York, quando ha consegnato il passaporto dello Stato della Città del Vaticano, un agente statunitense lo ha scrutato e gli ha chiesto quale fosse il motivo della sua visita: affari o piacere? Sorpreso, il futuro Papa ha sorriso: "Non lo so...". E quando l'altro ha replicato "non posso lasciarla passare, padre, non ha il visto", ha preso il suo passaporto tedesco ma non è bastato perchè gli è stato spiegato che comunque serviva un visto. Così il cardinale è rimasto più di mezz'ora in piedi davanti allo sportello. L'incaricato della Conferenza Episcopale ha visto da lontano che c'era qualche problema e ha gridato: "Lo sa che quest'uomo è il cardinale Ratzinger?" E l'agente ha risposto: "Ma se non ha il visto...". Il sacerdote allora ha tempestato i responsabili dell'aeroporto e all'allora prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede è stato concesso un visto di 30 giorni. Durante quella visita ha visitato diverse diocesi e fatto le sue conferenze. Nel corso dell'ultima, a Filadelfia, ha riferito questa storia e alla fine, ha aggiunto: "Ora so la ragione della mia visita: si trattava di un viaggio d'affari e di piacere". Tutti si sono messi a ridere. A raccontare l'episodio in un'intervista del 2006 è il neo presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, mons. Zygmunt Zimowski (nella foto a sinistra con il card. Ratzinger), già suo collaboratore alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Il sito Benoit et moi ne ha diffuso il testo che ripercorre i diciannove anni e 15 giorni trascorsi dal presule polacco accanto al cardinale tedesco, nei quali, dice, "ho visto la sua umiltà". Ratzinger, spiega, "è non solo un teologo ma anche un pastore: i membri della Congregazione hanno sempre pensato che Ratzinger era un grande uomo di Chiesa. Siamo stati affascinati dalla sua semplicità, la sua bontà, la sua apertura". Per mons. Zimowski l'immagine descritta dai media del 'panzercardinal' rappresenta "un grosso malinteso: è stato fermo e uomo di decisione, perchè durante 23 anni come prefetto doveva decidere in materia di fede e morale, ma il cardinale è sempre stato un uomo sorridente, gioioso, dolce. Era timido, ma quando, dopo aver passato l'ostacolo della timidezza, si avvicinava, si impegnava a fondo". E quando "i media avevano paura di attaccare direttamente Papa Giovanni Paolo II, e molto spesso attaccavano al suo posto il cardinale Ratzinger", lui non perdeva le staffe: "più c'erano critiche e più era calmo" perchè "è un uomo di preghiera: ha sempre sottolineato che contano la verità e la pienezza della fede". "Quando ho accettato la nomina come vescovo di Radom", ha racconta Zimowski, "sono andato dal cardinale Ratzinger e gli ho detto: "Durante tutti questi 19 anni non ho mai domandato nulla, ma ora vi domando, Signor cardinale, di ordinarmi vescovo". E' rimasto sorpreso. Mi ha guardato e mi ha risposto: "Non sono degno". E io ho detto: "No, sono io che non sono degno". "Se nessuno di noi è degno, allora facciamolo", si è arreso. "Poi quando siamo partiti", ha continuato, "gli hanno offerto un posto in classe affari, ma ha rifiutato. Il volo è stato ritardato di un'ora e lui e' rimasto in piedi ad aspettare umilmente". Nell'intervista mons.Zimowski rivela anche una conversazione avuta con Papa Wojtyla a proposito dei due documenti firmati dal card.Ratzinger - ma fortemente voluti dal Papa polacco - che hanno provocato le critiche le più violente: quello sulla teologia della liberazione e la Dominus Jesus, nel 2000. "Mi ricordo", ha raccontato il neo ministro della Sanità della Santa Sede, "che ebbi una cena tete-a-tete con Giovanni Paolo II perchè mons. Dziswisz (il fedelissimo segretario di Wojtyla) era in missione da qualche parte, e il Santo Padre mi ha parlato di quei documenti. Ha detto che la teologia della liberazione aveva solamente una dimensione orizzontale, che non aveva riferimenti a Dio. Ha aggiunto: 'io so perchè i comunisti mi odiano tanto'. Ha sbottonato tre bottoni della sua talare bianca e ha sorriso: 'Perchè io conosco l'interno'".

Quella volta che il card. Ratzinger fu fermato senza il visto in aeroporto... - il testo integrale in italiano dell'intervista (dal blog Messa in latino)

Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Benedetto XVI ordinerà domani 19 diaconi della diocesi di Roma

Tredici sono italiani e sei provengono da varie parti del mondo: Nigeria, Haiti, Croazia, Repubblica Ceca, Cile e Corea del Sud. I più giovani hanno 28 anni e il più anziano 51. Sono i 19 diaconi della diocesi di Roma che domani mattina, IV Domenica di Pasqua, 46° Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni sul tema “La fiducia nell’iniziativa di Dio e la risposta umana”, nella Basilica di San Pietro saranno ordinati sacerdoti dal Papa. Benedetto XVI celebrerà il rito con sette concelebranti, tra cui il suo vicario per la diocesi di Roma, card. Agostino Vallini e il vicegerente della diocesi, mons. Luigi Moretti.

'Fede, ragione, verità e amore', la prima antologia teologica degli scritti di Joseph Ratzinger

Sarà presentata alla Fiera del Libro di Torino "Fede, ragione, verità e amore. La teologia di Joseph Ratzinger" (pagine 832, euro 29,00), la prima antologia teologica in lingua italiana degli scritti di Joseph Ratzinger. L’opera, edita da Lindau, a cura di don Umberto Casale, ha la prefazione inedita del card. Camillo Ruini, presidente del comitato Progetto culturale della CEI. L’opera è articolata in due parti: la prima tocca i principali soggetti della vasta produzione ratzingeriana – teologia fondamentale, teologia dogmatica, liturgia, teologia morale, ecumenismo e dialogo interreligioso –; la seconda raccoglie testi composti dopo l’elezione al soglio pontificio. Giovedì 14 maggio alle 15.30 presso la sala Gialla del Lingotto Fiere interverranno l’arcivescovo di Torino card. Severino Poletto e Vittorio Messori e sarà presente anche il curatore Umberto Casale. Per la prima volta in italiano un lettore potrà disporre in un unico libro, realizzato in accordo con la Libreria Editrice Vaticana, tutto il pensiero di Papa Benedetto XVI. L’anteprima nazionale dell’opera verrà presentata a Roma giovedì 7 maggio alle 17.30 presso il Centro internazionale di Comunione e Liberazione in via Malpighi 2.

Il Papa: la profonda impronta di fede cristiana dei nostri rispettivi ambienti è stata determinante tanto per Angelo Roncalli quanto per me

''Una stazione unisce in modo particolare il beato Papa Giovanni XXIII e me: il Concilio Vaticano II che lui ha annunciato 50 anni fa, durante la festa della Conversione di San Paolo nel 1959 e al quale io, allora giovane teologo, ho avuto l'onore di partecipare come consigliere al fianco del cardinale Frings''. Così Benedetto XVI ha parlato della vicinanza a Papa Giovanni XXIII in una lettera inviata in occasione del gemellaggio tra le località di origine dei due Papi, Marktl Am Inn (foto) e Sotto il Monte Giovanni XXIII. ''Entrambi - prosegue - siamo stati battezzati lo stesso giorno della nostra nascita nelle nostre rispettive chiese parrocchiali, entrambi fummo educati in modo molto naturale a una vita rivolta a Dio''. ''In questo modo - ricorda - abbiamo acquisito, in virtù delle nostre radici e nella tradizione della nostra terra natale, un attaccamento ancora più profondo che va oltre la patria terrestre''. ''Terra natale - infatti - è più di un luogo geografico: è l'ambiente storico e culturale, è la comunità dove l'uomo cresce e trova sostegno, sicurezza, orientamento''. Così ''la profonda impronta di fede cristiana caratterizzante i nostri rispettivi ambienti, è stata determinante tanto per Angelo Roncalli, quanto per me''. Per Papa Ratzinger, ''è questa comunanza che ha dato l'impulso al Comune di Marktl di perseguire il gemellaggio con Sotto il Monte Giovanni XXIII. Possa - auspica il Pontefice - ricordarci quanto sia importante per la vita di tutti noi un ritorno alle nostre radici cristiane così come per la continuazione della cultura europea. E possa questo legame, che va oltre i due Comuni, allo stesso tempo essere anche un appello per una viva e attuale testimonianza dell'immutata e inalterata fede, così come ha voluto il promotore del Concilio'' i cui insegnamenti illuminano il popolo di Dio, in cammino verso la patria celeste''. Nel messaggio Papa Ratzinger sottolinea infine che questo nuovo legame con le radici di Papa Giovanni arricchisce ulteriormente Marktl, che già si era gemellata nel 2006 con Wadowice, ''la città natale del mio diretto predecessore sulla cattedra di Pietro, Papa Giovanni Paolo II''.

Il Papa in Terra Santa. Padre Lombardi: Benedetto si mette in cammino con un coraggio che si fonda nella fede per parlare di riconciliazione e pace

Benedetto XVI è coraggioso ad andare in Terra Santa in questo momento. "Sappiamo quanto la situazione politica nell'area sia incerta - dice padre Federico Lombardi in un editoriale sulla Radio Vaticana - quanto le prospettive di pacificazione siano fragili. Ma il Papa si mette in cammino ugualmente, con un coraggio ammirabile che si fonda nella fede, per parlare di riconciliazione e di pace. Tutti lo dobbiamo accompagnare non solo con una preghiera ordinaria - prosegue il direttore della sala stampa della Santa Sede - ma con quella mobilitazione spirituale che Giovanni Paolo II chiamava la 'grande preghiera'. Perche la Chiesa si rinnovi alle sue sorgenti, l'unione fra i cristiani si avvicini, l'odio lasci finalmente il passo alla riconciliazione". Fervono oramai gli ultimi preparativi per il pellegrinaggio del Papa in Terra Santa che si svolgerà dall'8 al 15 maggio. Benedetto XVI inizierà il viaggio dalla Giordania, visiterà l'antica Basilica del Memoriale di Mosè sul Monte Nebo, poi sarà a Gerusalemme, Betlemme e Nazaret. Tra le tappe principali della visita, oltre ai luoghi santi cristiani, lo Yad Vashem, la Cupola della Roccia sulla Spianata delle Moschee, il Muro Occidentale e un campo di rifugiati palestinesi. "Il giorno della partenza di Benedetto XVI per la Terra Santa è ormai imminente - afferma padre Lombardi -. Il viaggio più atteso e forse più impegnativo finora del suo pontificato. Viaggio di fede anzitutto, viaggio che più di ogni altro è veramente pellegrinaggio: ai luoghi più santi della storia della salvezza e soprattutto della incarnazione, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo, Figlio di Dio".

Il Papa alla 'Papal Foundation': vado in Terra Santa come pellegrino di pace. Davanti alla crisi economica bisogna aiutare i più bisognosi

Il Papa si reca in Terra Santa come pellegrino di pace. Lo ha detto lo stesso Pontefice, nel discorso rivolto questa mattina ai membri della 'Papal Foundation', l'ente statunitense che sostiene la carità del Papa, a pochi giorni dal pellegrinaggio in Terra Santa. "Il mondo di oggi - ha detto - ha sinceramente bisogno di pace, specialmente di fronte alle tragedie della guerra, della divisione, della povertà e delle disuguaglianze. Fra pochi giorni avrò il privilegio di visitare la Terra Santa. Vado come pellegrino di pace. Da più di 60 anni, questa regione - la terra nativa di nostro Signore, morto e risorto, un posto sacro per le tre grandi religioni monoteistiche - è stato luogo di violenze e ingiustizie. Questo - ha aggiunto Benedetto XVI - ha portato una generale atmosfera di incomprensioni, incertezze e paura, mettendo vicini contro vicini, fratelli contro fratelli". Il Papa ha pregato poi per quella terra. "Mentre mi preparo per questo significativo viaggio - ha detto - chiedo in special modo che vi uniate a me nella preghiera per tutte le persone della Terra Santa e per la regione intera. Possano ricevere il dono della riconciliazione, della speranza e della pace".
Di fronte alla grave crisi economica mondiale, il Papa ha poi invitato a "non ripiegarsi su se stessi" ma ad aiutare i più bisognosi. "Il mondo intero - ha detto Benedetto XVI - sta lottando con una situazione economica veramente preoccupante. Nei momenti come questi si è tentati di non considerare coloro che sono senza voce e pensare solo alle nostre difficoltà. Come cristiani - ha proseguito - siamo consapevoli, tuttavia, che specialmente quando i tempi sono difficili dobbiamo lavorare ancora più duramente per assicurare che il messaggio consolatore del nostro Signore sia ascoltato. Piuttosto che ripiegarsi su noi stessi, dobbiamo continuare a essere portatori di speranza, sostenere gli altri, specialmente coloro che non hanno nessuno e assisterli". Il Papa ha ringraziato la 'Papal Foundation' per essere fortemente impegnata nell'aiutare il prossimo. "Vi sono grato - ha detto - per il vostro sacrificio e la vostra dedizione".

Ai Membri della "Papal Foundation" (2 maggio 2009) - il testo integrale del discorso del Papa