mercoledì 1 aprile 2009

Il card. Bagnasco: lo stile aperto e laico di Benedetto XVI suscita reazioni bigotte nel mondo laicista

Il card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI, torna a difendere il Papa dalle critiche sollevate nell'ultimo periodo. "La figura di questo Pontefice - dice il porporato in una intervista al settimanale Tempi - sembra suscitare in un certo mondo laicista qualche problema in più, qualche maggiore apprensione perché sentono di aver di fronte un uomo e un Papa che si presenta alla Chiesa e al mondo con il linguaggio della fede non disgiunto dalla ragione". "Questo stile non aggressivo, aperto e, starei per dire, laico, suscita probabilmente l'aggressività e le reazioni bigotte di qualcuno. Benedetto - sottolinea - è il Papa della fede non separata dalla ragione. Il timore è che l'aggressione nei suoi confronti possa derivare dallo spiazzamento che produce in certi ambienti laicisti questa sollecitudine verso tutto ciò che è umano, quindi cristiano. Non si può proprio dire, come talvolta i superficiali usano dire, che il Papa fa semplicemente il suo mestiere, parla esclusivamente a chi ha la fede, non ci riguarda quel che dice perché non siamo credenti. Non si possono più dire queste cose perché il Papa usa una ragionevolezza di fondo che si presenta e si offre a qualunque uomo di pensiero, di intelligenza e di riflessione". Gli attacchi al Papa sono espressione di interessi politici ed economici: "Con la sua chiarezza, il Papa, ad esempio in Africa - risponde Bagnasco - ha messo il dito su argomenti di estrema importanza che vanno a toccare interessi economici e politici rilevanti. Per questo, certi ambiti altolocati reagiscono con astio e irrisione". Infatti, "è lo stesso Papa Benedetto che ha parlato di 'neocolonialismi' e questa parola deve far riflettere il mondo occidentale. Mi chiedo se questo polverone creato attorno a un brevissimo passaggio sui preservativi non puntasse a distogliere l'attenzione sugli altri temi, decisivi, che il Papa ha toccato nel suo viaggio". Bagnasco prende spunto dalle critiche mosse a Tony Blair per la rivalutazione che l'ex premier ha fatto del ruolo delle religioni nelle attuali società, per auspicare una svolta in Europa. "Quanto più l'Europa pretende di cancellare Dio dal suo orizzonte, tanto più questo atteggiamento determina nel resto del mondo un clima di sospetto. E anche di deprezzamento. Negare il valore della dimensione religiosa nella persona, con la ricaduta che ha nella società vuol dire andare fuori dalla realtà. Finito il tempo delle ideologie, l'Europa dovrebbe riconoscere con molta onestà intellettuale che la dimensione religiosa fa parte dell'impasto dell'uomo e quindi fa parte dell'impasto della società. Con le debite distinzioni, appunto, Cesare e Dio, ma anche senza separazioni e neutralismi". Infine, sulla lettera che il Papa ha inviato ai vescovi di tutto il mondo, Bagnasco osserva: "Questa lettera passerà alla storia come la cifra di un Papa e di un papato. Di un Papa che non ha niente da nascondere di proprio e che non ha paura di presentarsi ai suoi confratelli nell'episcopato, alla Chiesa e al mondo intero con una straordinaria, grandiosa umiltà".

L'incontro del Papa con le suore rapite in Kenya, il ricordo di don Mazzolari, i mondiali di pallavolo e la beatificazione di Giovanni Paolo II

''Sono veramente molto contento della vostra liberazione, vi ringrazio della testimonianza che avete dato della vostra forza e del vostro coraggio mostrato durante la prigionia''. Sono le parole con cui Benedetto XVI ha salutato oggi, al termine dell'Udienza generale del mercoledì, suor Maria Teresa Olivero e suor Caterina Giraudo, le missionarie prigioniere per 102 giorni in Somalia. A riferirle al SIR è l'arcivescovo di Torino, il card. Severino Poletto, che accompagnava le due religiose del Movimento contemplativo missionario padre Charles de Foucauld di Cuneo. ''Le suore erano molto emozionate, - è il racconto del cardinale - sono stati brevi momenti, per giunta anche sotto la pioggia. Ho presentato le suore al Papa dicendo: ''Sono le due suore per le quali Sua Santità ha fatto, anche dalla finestra, un appello per la liberazione, sono rimaste in mano al gruppo dei rapitori per 102 giorni''. Benedetto XVI si è allora rivolto loro con queste parole: 'Sono veramente molto contento della vostra liberazione, vi ringrazio della testimonianza che avete dato della vostra forza e del vostro coraggio dimostrato durante la prigionia'. Le suore a loro volta hanno ringraziato Benedetto XVI per la preghiera ed il sostegno spirituale che hanno sentito in quei giorni da parte della Chiesa tutta''.
Salutando i fedeli di lingua italiana, il Papa ha “rivolto un pensiero speciale” ai rappresentanti della “Fondazione Don Primo Mazzolari” di Bozzolo, guidati dal vescovo di Mantova, mons. Roberto Busti. “Il cinquantesimo anniversario della morte di don Mazzolari – ha detto Benedetto XVI - sia occasione opportuna per riscoprirne l’eredità spirituale e promuovere la riflessione sull’attualità del pensiero di un così significativo protagonista del cattolicesimo italiano del Novecento. Auspico che il suo profilo sacerdotale limpido di alta umanità e di filiale fedeltà al messaggio cristiano e alla Chiesa, possa contribuire a una fervorosa celebrazione dell’Anno Sacerdotale, che avrà inizio il 19 giugno prossimo”.
All'Udienza erano presenti anche i cardinali Angelo Bagnasco, presidente della CEI, e Roger Etchegaray, e i vescovi Roberto Busti di Mantova, Marcello Semeraro di Albano, e Francesco Cosmo Ruppi di Lecce, arrivati con gruppi di fedeli delle loro diocesi.
“Sarà un bellissimo Mondiale”. Queste le parole rivolte da Papa Benedetto XVI al presidente del Comitato Organizzatore dei Mondiali di pallavolo maschile del 2010, Carlo Salvatori, a quello della Federazione Italiana Pallavolo Carlo Magri e al Direttore Generale del Comitato Organizzatore Francesco Ghirelli. Il Pontefice si è intrattenuto per qualche minuto con la delegazione dopo aver ricevuto dalle mani di Mauro e Vittoria, due piccoli pallavolisti romani, la maglia della Nazionale Italiana con la scritta Benedetto XVI, il pallone ufficiale dei Mondiali che l’anno prossimo si terranno in 10 città italiane dal 24 settembre al 10 ottobre (Milano, Catania, Roma, Reggio Calabria, Trieste, Modena, Verona, Torino, Ancona e Firenze) e una targa ricordo della giornata. Il Santo Padre ha chiuso l’incontro con una benedizione ‘speciale’ per tutta la delegazione composta da oltre 150 persone. Benedetto XVI ha confidato poi ai fedeli polacchi presenti che nelle sue intenzioni di preghiera c'è anche la rapida conclusione della causa per la beatificazione di Papa Wojtyla. "Domani - ha ricordato - ricorre il quarto anniversario della morte del mio amato predecessore Giovanni Paolo II e vedo che siete qui numerosi oggi per recarvi a pregare sulla sua tomba. Prego anch'io con voi - ha aggiunto - per la sua beatificazione".

Il Papa ripercorre il viaggio in Camerun e Angola: la Chiesa accompagna l'Africa nella costruzione di un avvenire di giustizia, solidarietà e pace

Come preannunciato domenica scorsa all’Angelus, Benedetto XVI, nella Udienza generale di quesa mattina, davanti a più di 20 mila fedeli in Piazza San Pietro, ha parlato del suo recente viaggio apostolico in Camerun e Angola, dove, ha detto “ho sperimentato la tradizionale calorosa accoglienza africana, che mi è stata riservata dappertutto”. Parlando del Camerun il Papa ricordato la consegna dell’Instrumentum laboris della II Assemblea sinodale per l’Africa, in programma a Roma ad ottobre. Tra i temi segnalati dal Pontefice emersi negli incontri con i vescovi di Camerun, Angola e São Tomé e Príncipe, “l’urgenza dell’evangelizzazione, che compete in primo luogo proprio ai Vescovi, sottolineando la dimensione collegiale, fondata sulla comunione sacramentale. Li ho esortati ad essere sempre di esempio per i loro sacerdoti e per tutti i fedeli, e a seguire la formazione dei seminaristi e dei catechisti, che diventano sempre più necessari per la vita della Chiesa in Africa. Ho incoraggiato i vescovi a promuovere la pastorale del matrimonio e della famiglia, della liturgia e della cultura, anche per mettere in grado i laici di resistere all’attacco delle sette e dei gruppi esoterici. Li ho voluti confermare nell’esercizio della carità e nella difesa dei diritti dei poveri”. “Incontro realmente molto cordiale” è stato quello con i rappresentanti della comunità musulmana in Camerun in cui è stata ribadita “l’importanza del dialogo inter-religioso”. Benedetto XVI ha anche parlato della riunione con i Membri del Consiglio Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi definita “quasi come una prima riunione del sinodo stesso”. Il Pontefice ha voluto ancora una volta ribadire che “nella stagione attuale, che vede l’Africa impegnata a consolidare l’indipendenza politica e la costruzione delle identità nazionali, la Chiesa accompagna gli africani richiamando il grande messaggio del Concilio Vaticano II, applicato mediante la prima e, ora, la seconda Assemblea sinodale speciale". In un momento che ''vede l'Africa impegnata nell'indipendenza politica e nella costruzione di identità nazionali in un contesto globalizzato, la Chiesa accompagna gli africani''. "In mezzo ai conflitti purtroppo numerosi e drammatici che ancora affliggono diverse regioni di quel continente, la Chiesa sa di dover essere segno e strumento di unità e di riconciliazione, perché tutta l’Africa possa costruire insieme un avvenire di giustizia, di solidarietà e di pace, attuando gli insegnamenti del Vangelo”. Ai fedeli Benedetto XVI ha parlato dell’Angola come un Paese emblematico: “uscito infatti da una lunga guerra interna, è ora impegnato nell’opera di riconciliazione e di ricostruzione nazionale”. “Ma come potrebbero essere autentiche questa riconciliazione e questa ricostruzione se avvenissero a scapito dei più poveri, che hanno diritto come tutti a partecipare alle risorse della loro terra?” ha domandato il Papa. “Con questa mia visita, - ha proseguito il Papa - il cui primo obiettivo è stato ovviamente di confermare nella fede la Chiesa, ho inteso anche incoraggiare il processo sociale in atto” in cui “ancora una volta, risulta importante il ruolo della Chiesa, chiamata a svolgere una funzione educativa, lavorando in profondità per rinnovare e formare le coscienze”. Dell’Angola Benedetto XVI ha ricordato gli incontri con i giovani e le donne, “festa rattristata purtroppo dalla morte di due ragazze, rimaste schiacciate nella calca dell’ingresso”. “L’Africa – ha dichiarato - è un continente molto giovane, ma troppi suoi figli, bambini e adolescenti hanno già subito gravi ferite, che solo Gesù Cristo può sanare infondendo la forza di amare e di impegnarsi per la giustizia e la pace. Alle donne, poi, ho reso omaggio per il servizio che tante di loro offrono alla fede, alla dignità umana, alla vita, alla famiglia. Ho ribadito il loro pieno diritto ad impegnarsi nella vita pubblica, tuttavia senza che venga mortificato il loro ruolo nella famiglia, missione questa fondamentale da svolgere sempre in responsabile condivisione con i mariti e padri. Se i popoli africani – è stata la conclusione – fondano la loro speranza sulla Parola di Dio, ricchi del loro patrimonio religioso e culturale, possono realmente costruire un futuro di riconciliazione e di stabile pacificazione per tutti”.

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi del Papa

Il Papa: la crisi nasce nel venir meno dell'etica nella finanza. Garantire le famiglie e i lavoratori e far si che l'Africa non ne sia la vittima

Le crisi finanziarie "scattano nel momento in cui, anche a causa del venir meno di un corretto comportamento etico, manca la fiducia degli agenti economici negli strumenti e nei sistemi finanziari. Tuttavia, la finanza, il commercio e i sistemi di produzione sono creazioni umane contingenti che, quando diventano oggetto di fiducia cieca, portano in se stesse la radice del loro fallimento": lo afferma il Papa, in una lettera al premier britannico Gordon Brown (nella foto con Benedetto XVI) in occasione del G20 di Londra. "L'unico fondamento vero e solido è la fiducia nell'uomo", aggiunge Benedetto XVI. "Perciò tutte le misure proposte per arginare la crisi devono cercare, in ultima analisi, di offrire sicurezza alle famiglie e stabilità ai lavoratori e di ripristinare, tramite opportune regole e controlli, l'etica nelle finanze". Papa Benedetto XVI ha espresso ''l'apprezzamento della Chiesa cattolica, e mio personale, per i nobili obiettivi dell'incontro, fondati sulla convinzione, condivisa da tutti i governi partecipanti e della organizzazioni internazionali, che la via per uscire dalla crisi possa essere trovata solo insieme, evitando soluzioni segnate dall'egoismo nazionalistico e dal protezionismo''. Il Pontefice lamenta però come l'Africa sub-sahariana sia rappresentata solo da uno Stato e da alcune organizzazioni regionali e invita il G20 a fare in modo che i Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Africa ma anche nel resto del mondo, non diventino le ''vittime'' di tagli ai fondi per gli aiuti internazionali e per la cancellazione del debito. La crisi economica "ha fatto emergere lo spettro della cancellazione o della drastica riduzione dei programmi di assistenza esterna, specialmente per l'Africa e per i paesi meno sviluppati in tutto il mondo", scrive il Papa. "L'aiuto allo sviluppo, comprese le condizioni commerciali e finanziarie favorevoli ai paesi meno sviluppati e la cancellazione del debito estero ai paesi più indebitati e più poveri, non è stato la causa della crisi - aggiunge Benedetto XVI nella missiva - e, per motivi di fondamentale giustizia, non ne deve essere la vittima".
Il premier britannico Gordon Brown rassicura il Papa che il summit del G20 a Londra non dimenticherà i poveri e i cambiamenti climatici. "Ho tratto ispirazione dalla nostra discussione", scrive Brown, in riferimento ad un incontro che si è svolto di recente in Vaticano, nella missiva di risposta, "per raddoppiare i miei sforzi al fine di assicurare che il summit del G20 non dimentichi i poveri e il cambiamento climatico". "E' di vitale importanza che i paesi ricchi mantengano le loro promesse sull'aiuto, anche in questi tempi duri", scrive, più specificamente, Brown. Che aggiunge: "Spero che il G20 aiuterà anche a creare slancio per le nodali discussioni di Copenhagen sul clima e sosterrà imposizioni basse sull'inquinamento da carbonio. Sono impegnato a fare tutto il possibile per assicurare una transizione ad un futuro più verde". Infine, "dobbiamo concordare misure decise per regolare meglio le banche e gli 'hedge funds' ed assicurare che sia regolato anche il sistema creditizio non ufficiale". Quanto alla richiesta di Benedetto XVI di dare maggiore rappresentanza all'Africa nei consessi internazionali, Brown concorda e sottolinea che il summit di Londra è stato già "esteso al di là i membri tradizionali del G20".
La lettera di Papa Ratzinger e la relativa risposta di Brown sono state diffuse oggi pomeriggio dalla Sala Stampa vaticana.