martedì 10 febbraio 2009

La morte di Eluana. 'L'Osservatore Romano': è il momento di una riflessione che unisca credenti e non credenti sul significato della vita

Ora, "dopo settimane di angosce e polemiche", è "il momento di una riflessione che di nuovo possa riunire credenti e non credenti - come finora è avvenuto nella storia d'Italia - e questa volta sul significato della morte e della vita": è l'esortazione de L'Osservatore Romano all'indomani della morte di Eluana Englaro. "Per salvaguardare la dignità di ogni essere umano in qualsiasi condizione si trovi", scrive il direttore del quotidiano vaticano Gian Maria Vian in un editoriale di prima pagina dedicato al caso. "Ora, di fronte alla morte è necessario chinare il capo e sostare in silenzio dopo settimane angoscianti di polemiche e di scontri. Nella preghiera i cattolici, i cristiani, i credenti; nella meditazione e nel raccoglimento tutti, senza alcuna distinzione". Tutti, scrive Vian, "devono interrogarsi sul processo che nelle società opulente ha rimosso la morte sino a nasconderla, persino nel linguaggio. Una cancellazione della morte che inevitabilmente è accompagnata dal deprezzamento della vita, che ha molte, spaventose facce: dal suo dissipamento all'uso degli embrioni, dall'aborto all'eutanasia".

Giornata del malato. Domani l'abbraccio del Papa con i malati e il saluto all'Unitalsi

Si celebra domani la XVII Giornata Mondiale del Malato nella memoria liturgica della Madonna di Lourdes. Il Papa saluterà i malati, domani pomeriggio, scendendo nella Basilica di San Pietro, al termine della Celebrazione Eucaristica che i cardinali Angelo Comastri e Javier Lozano Barragan presiederanno nella Basilica. La Presidenza Nazionale Unitalsi, come tradizione per la ricorrenza, accoglierà alle 14, ammalati, disabili e volontari Unitalsi nella Basilica di San Pietro. Ad attenderli, oltre ai cardinali Comastri e Barragan, anche l'arcivescovo Luigi Moretti, assistente nazionale, il vicepresidente nazionale, Salvatore Pagliuca e il presidente della sottosezione di Roma, Alessandro Pinna. Il card. Comastri, alle ore 15,30, reciterà insieme all'Unitalsi il rosario. Alle 16,30 sarà il card. Barragan a concelebrare la Santa Messa, mentre al termine il Papa saluterà in Basilica tutta l'Unitalsi.

Il Papa in Camerun e Angola. Mons. Kevano: il viaggio sarà fonte di fede e privilegio per la società cattolica

Il viaggio di Benedetto XVI in Angola, dal 20 al 23 marzo prossimi, sarà fonte di fede e privilegio per la società cattolica del Paese: è quanto ha affermato mons. Guimarães Kevano, vescovo della diocesi di Ondjiva sottolineando che il viaggio del Papa s’iscrive nei legami istituzionali tra il governo angolano e il Vaticano. “Il Santo Padre - ha detto il presule - verrà in Angola per stimolare e rafforzare i fedeli nella ricerca dell’amore del prossimo e nella fraternità e così anche per lasciare un messaggio di pace ai governanti del Paese nel percorso della riconciliazione e dell’unità nazionale”. Per il vescovo di Ondjiva le elezioni legislative del 5 settembre che si sono tenute nel Paese, sono state un esempio di democrazia in Africa e per il mondo, mettendo in rilievo un clima di pace, tranquillità e trasparenza per il benessere degli angolani. In tale contesto, ha proseguito il presule, Benedetto XVI verrà ad apportare la tranquillità spirituale, un messaggio di fraternità, di armonia e di pace nei cuori degli angolani, perché essi sappiano salvaguardare e valorizzare tutte le conquiste del Paese ed essere d’esempio per le nazioni africane e per il mondo. La permanenza del Papa in Angola sarà a Luanda, capitale del Paese, prevede una Santa Messa all’aperto e un incontro con i giovani, con i movimenti cattolici di promozione della donna e un colloquio di cortesia con il presidente della repubblica José Eduardo dos Santos. E’ la seconda volta che un Papa visita l’Angola dopo il viaggio di Giovanni Paolo II nel 1992.

Il cordoglio di Benedetto XVI per le vittime dei roghi in Australia: invoco su tutti la forza e la consolazione divina

Benedetto XVI ha inviato un messaggio di cordoglio alla governatrice generale dell'Australia, Quentin Bryce, per le vittime provocate dai roghi nello Stato di Victoria. Nel messaggio, il Papa assicura "la propria vicinanza e preghiera a tutte le persone colpite e raccomanda alla misericordia di Dio le vittime". Invoca quindi "sulle famiglie delle vittime e su tutti coloro che soffrono per la perdita delle loro proprietà e per la distruzione della terra la forza e la consolazione divina". Il Pontefice prega per tutti coloro che "si stanno prodigando per dare assistenza alle vittime del disastro e li incoraggia nei loro sforzi per portare sollievo e sostegno". Intanto il bilancio degli incendi è salito a 181 morti accertati, più 50 dispersi. Ma rimane un bilancio provvisorio. Ancora 25 grandi incendi sono fuori controllo nelle zone rurali nel sudest del Paese. L'inferno di fuoco, scoppiato sabato scorso, ha incenerito più di 30 mila ettari di territorio e intere cittadine sono state distrutte. Sono oltre 7 mila le persone che si sono registrate alla Croce Rossa per ricevere assistenza e alloggio in centri di ricovero. La polizia ha creato una speciale task-force di 25 detective per indagare su alcuni incendi provocati da piromani.

Giovedì il rabbino Rosen in udienza dal Papa. La delegazione del World Jewish Congress incontra il card. Kasper: andare oltre il caso Williamson

Sono in corso in questi giorni in Vaticano una serie di incontri ad alto livello tra la Curia e il mondo ebraico, con l'obiettivo di chiudere definitivamente le polemiche sulla revoca della scomunica al vescovo negazionista Richard Williamson e di spianare la strada del viaggio di papa Benedetto XVI in Terra Santa. Prima dell'incontro che il Papa avrà giovedì prossimo con una delegazione ebraica - tra cui il rabbino David Rosen (nella foto con Benedetto XVI) - si è svolto ieri a Roma un faccia a faccia tra rappresentanti del World Jewish Congress (WJC) e il card. Walter Kasper, Presidente della Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo istituita presso il Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani. L'incontro che si è svolto ieri a Roma - si legge in un comunicato diffuso dal World Jewish Congress - è stato voluto in seguito "alla recente controversia relativa alla decisione del Vaticano di revocare la scomunica di 4 vescovi della Fraternità di San Pio X e in seguito alla negazione dell'olocausto del vescovo Richard Williamson. In seguito al loro incontro con Kasper lunedì - si legge sempre nel comunicato della Wjc - sia Prasquier sia Stern ritengono con ottimismo che l'affaire Williamson sia presto superato e che non condizioni le relazioni cattolico-ebraiche nel lungo termine". Richard Prasquier è il Presidente del Crif, il Consiglio delle istituzioni ebraiche di Francia, mentre Maran Stern è il responsabile per i rapporti interreligiosi del Wjc. Nello stesso comunicato, il presidente della World Jewish Congress, Ronald S. Lauder ha anche ringraziato il card. Walter Kasper "per la sua posizione inequivocabile e per la sua determinazione a risolvere la questione". Lauder ha quindi espresso "la speranza che la visita di apa Benedetto XVI in Israele alla fine di quest'anno possa realizzarsi come pianificato". Rappresenterebbe, ha aggiunto, "una opportunità per riaffermare l'impegno del Vaticano nel dialogo con gli ebrei". In un comunicato diffuso poche ore prima del loro incontro con Kasper a Roma, Richard Prasquier e Maran Stern così scrivevano: "Le parole senza ambiguità di Papa Benedetto XVI pronunciate il 4 febbraio tracciano un cammino lungo il quale il dialogo ebraico-cattolico duramente provato, potrà e dovrà riprendere. Noi riaffermiamo solennemente che la negazione della Shoah non è un'opinione ma un crimine". Nel constatare poi una certa 'negligenza' da parte della curia romana, Prasquier aggiunge: "Rendiamo omaggio ai cattolici, prelati e fedeli così numerosi che hanno condiviso con noi la nostra costernazione e ci hanno assicurato la loro volontà a continuare con noi nel cammino di fraternità e di speranza". Le affermazioni antisemite del vescovo Williamson - concludono - "non riusciranno a distruggere l'opera esemplare e irreversibile di riconciliazione tracciata dopo la "Nostra Aetate"".

Revoca della scomunica ai lefebvriani. Padre Lombardi corregge il tiro e riconosce l'opera di mediazione del card. Castrillòn

Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha riconosciuto l'opera di mediazione svolta dal card. Darío Castrillón Hoyos che ha permesso la remissione della scomunica dei quattro Vescovi lefebvriani, un passo importante per il superamento dello scisma più recente nella Chiesa. In un'intervista concessa a Néstor Pongutá Puerto per il quotidiano El Colombiano, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha detto che il Presidente della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” non poteva essere a conoscenza di tutto ciò che pensano i tanti seguaci di mons. Marcel Lefebvre, e che quindi non può essere accusato di ignorare quale fosse il pensiero del vescovo Richard Williamson sulla Shoah. Padre Lombardi ha voluto in questo modo ribattere alle interpretazioni date all'intervista da lui concessa al quotidiano parigino La Croix, secondo le quali avrebbe rimproverato il card. Castrillón Hoyos per non aver informato il Papa sulle dichiarazioni negazioniste dell'Olocausto da parte del presule tradizionalista britannico residente in Argentina. Come spiega il portavoce, il cardinale “conosce molto bene le posizioni del Superiore generale” della Fraternità Sacerdotale San Pio X, il vescovo Bernard Fellay, “ma ciò non implica che debba conoscere o tener conto di tutte le idee e opinioni di ciascuno dei membri di questa comunità sulle varie situazioni”. “Naturalmente tutti i negoziati sono stati portati avanti con il Superiore generale e non con gli altri Vescovi”, informa. “Non era solo il Papa a non essere informato delle posizioni di Williamson riguardo alla Shoah. Mons. Williamson, bisogna ricordare, è in genere in Argentina. E' comprensibile che lo stesso card. Castrillón non ne fosse informato e men che meno dell'ultima intervista alla televisione svedese”. Nelle sue dichiarazioni a La Croix, interpretate come un rimprovero al cardinale, padre Lombardi ha affermato semplicemente che il cardinale Castrillón è “la persona che conosce meglio la situazione con i lefebvriani”, anche se “questo non vuol dire che [...] dovesse conoscere chiaramente le posizioni negazioniste di Williamson sulla Shoah”. “Noi continuiamo ad avere la massima fiducia e riconoscenza per lavoro difficile che il cardinale ha svolto e sta svolgendo per tessere di nuovo questo rapporto molto delicato e per ricostruire l'unità della Chiesa, compito che realizza su incarico specifico del Papa”, riconosce padre Lombardi, confessando la sua ammirazione per il servizio alla Chiesa prestato dal porporato colombiano. “Con il Santo Padre, il cardinale Castrillón ha un rapporto di fiducia totale perché è uno dei suoi più stretti collaboratori. Questo tema delicato della riunificazione della Chiesa soprattutto con i gruppi tradizionalisti che si sono separati è una situazione che il Papa ha sentito molto profondamente, perché egli stesso lo ha vissuto in prima persona”. Nel 1988 Joseph Ratzinger, da Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha portato avanti a nome di Giovanni Paolo II i negoziati finalizzati a promuovere la riconciliazione con la Fraternità fondata da mons. Lefebvre, all'epoca ottuagenario. I negoziati vennero in seguito interrotti dall'arcivescovo Lefebvre che scelse di consacrate senza il mandato del Papa quattro Vescovi, che in questo modo incorsero nella scomunica.

A Manila a novembre i giovani dell’Asia per la loro GMG. E si aspetta Benedetto XVI

Finalmente decisa la data - dal 20 al 27 novembre - e il luogo - Manila. Iniziano a delinearsi le coordinate dalla 5 ª Giornata della Gioventù Asiatica, evento inizialmente biennale diventato poi triennale, che propone ai giovani del continente un’esperienza sul modello della Giornata Mondiale della Gioventù. A organizzarla è il coordinamento per la pastorale giovanile della Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche (FABC). I vescovi dell’Asia hanno inteso continuare la tradizione del raduno per « rinnovare la fede dei giovani asiatici, nell’amore alla Parola di Dio e all’Eucaristia; celebrare con modalità giovanili la Parola e l’Eucaristia nei diversi contesti e culture asiatiche; rendere i giovani agenti di trasformazione nelle diverse Chiese locali in Asia». La speranza è che possa esserci anche Benedetto XVI, invitato dalla Conferenza Episcopale delle Filippine a condividere la Giornata con giovani provenienti da 22 Paesi. Da marzo la preparazione entrerà nel vivo, con il primo degli incontri preparatori - nelle Filippine - fra i delegati per la pastorale giovanile delle varie Conferenze Episcopali dell’Asia. La prima GMG asiatica fu quella di Bangkok, in Thailandia, nel 1999. Ad essa sono seguite le edizioni del 2001 a Taiwan, del 2003 a Bangalore, in India, nel 2006 a Hong Kong.

Eluana è morta. Padre Lombardi: era parte di noi, le abbiamo voluto bene. Ora una riflessione pacata nel rispetto del diritto alla vita

Ha smesso di respirare e chiuso gli occhi, Eluana. Per sempre. Alle 20.25 le agenzie di stampa hanno battuto la notizia, che ha raggiunto poco dopo i senatori riuniti in aula, nella prima, lunga discussione che avrebbe dovuto portarli, in nottata, a varare una legge per salvarla. Una notizia che ha scatenato una bagarre. Ma lei non ce l'ha fatta, non stavolta. Non ha sopportato la mancanza di cibo e acqua, che le erano stati tolti quattro giorni fa. Il padre Beppino: "Adesso voglio stare da solo".
"Di fronte alla morte il credente si raccoglie in preghiera e affida a Dio l'anima di Eluana. Una persona a cui abbiamo voluto bene e che negli ultimi mesi è diventata parte della nostra vita. Ora che Eluana è nella pace, ci auguriamo che la sua vicenda, dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca responsabile delle vie migliori per accompagnare nel dovuto rispetto del diritto alla vita". Lo scrive, in una nota per la Radio Vaticana, padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede. Una ricerca nel rispetto del diritto alla vita, "nell'amore e nella cura attenta le persone più deboli, quelle che - come ricordava il Papa all'Angelus di domenica - non possono in alcun modo provvedere a se stesse, ma sono totalmente dipendenti dalle cure altrui. La morte di Eluana non può non lasciarci un'ombra di tristezza per le circostanze in cui è avvenuta. Ma la morte fisica - conclude padre Lombardi - non è mai per il cristiano l'ultima parola. Anche in nome di Eluana continueremo dunque a cercare le vie più efficaci per servire la vita".
"Quello che ci resta ora è raccomandare al Signore Eluana Englaro, affinchè il Signore le apra le porte del cielo, a lei che ha sofferto tanto in terra". Lo afferma il card. Javier Lozano Barragan, Presidente del Pontificio Consiglio per la Salute. "Il Signore le apra le sue braccia, e le porte del Paradiso - prosegue il porporato - e affidiamo alla misericordia di Dio chi ha fatto questa scelta. In questo momento - conclude Barragan - dobbiamo avere uno spirito di perdono e riconciliazione, non avviare polemiche, e continuare a promuovere il rispetto assoluto alla vita".
"Facciamo appello a tutti perchè non venga meno la passione per la vita umana, dal concepimento alla sua fine naturale''. E' quanto scrivono i vescovi italiani in un comunicato diffuso alla notizia della morte di Eluana Englaro. ''Siamo affranti in questa grave circostanza - continua il comunicato della Conferenza Episcopale Italiana -, ma non viene meno la speranza, che nasce dalla fede e consegna alla misericordia del Padre Eluana, la sua anima e il suo corpo''. ''In questo momento di grandissimo dolore - aggiunge la nota -, affidiamo al Dio della vita Eluana Englaro. Le preghiere e gli appelli di tanti uomini di buona volontà non sono bastati a preservare la sua fragile esistenza, bisognosa solo di amorevole cura''. ''E' questa speranza - concludono i vescovi - a renderci una cosa sola, accomunando quanti credono nella dignità della persona e nel valore indisponibile della vita, soprattutto quando è indifesa''.
Il vescovo di Udine, Pietro Brollo, ha aperto le porte della Basilica Madonna delle Grazie e invitato tutti a pregare.